Causa in corso
Giacinto Vera
- Venerabile Servo di Dio -

Giacinto Vera

(1813 - 1881)

Venerabilità:

- 05 maggio 2015

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 06 maggio 2023

- Papa  Francesco

Vescovo di Montevideo; svolse la sua missione con zelo pastorale durante il difficile processo di indipendenza dei Paesi Sudamericani. In questo difficile contesto socio-politico, poiché rivendicò la libertà religiosa e i diritti della Chiesa e dei poveri, fu costretto all’esilio. Come Pastore della Chiesa locale si impegnò instancabilmente nella missione di salvezza, cercando di evitare sterili contrapposizioni

  • Biografia
Per la sua sollecitudine verso i più bisognosi fu chiamato Padre de los pobres

 

Giacinto Vera nacque il 3 luglio 1813, al largo dell’Oceano Atlantico, sulla nave che trasportava la sua famiglia dalle Isole Canarie all’Uruguay.

Dopo oltre due anni di peregrinazione, la famiglia si stabilì nella località di Abra del Mallorquín, dedicandosi ai lavori agricoli. Nel 1826 si trasferì nella zona di Toledo, dove comprò una casa con il terreno circostante da coltivare.

Educato cristianamente dalla madre e dai Padri Francescani, nel 1832, in seguito ad un corso di esercizi spirituali, si sentì chiamato al sacerdozio. Per mancanza di mezzi materiali, poté realizzare questa vocazione solo nel 1837, quando intraprese gli studi teologici nel collegio dei Padri Gesuiti di Buenos Aires, dove fu ordinato presbitero nel 1841.

Dopo il ritorno in patria, dal 1842 al 1859, fu destinato alla parrocchia di Canelones, dove svolse l’incarico prima di vice-parroco e poi di parroco, mettendo in atto un intenso ministero affidatogli, con lo scopo di raggiungere tutta la popolazione del vasto territorio. In questa località fu anche eletto membro della Giunta Economica Amministrativa del Dipartimento.

Nel 1859, fu nominato Vicario Apostolico e si trasferì a Montevideo. Qui si impegnò alla formazione del clero e alla cura pastorale, per la quale intraprese grandi viaggi missionari, intervenendo anche per risolvere situazioni conflittuali, come la difesa della giurisdizione ecclesiastica nei confronti del governo. A causa di questa presa di posizione, gli venne comminato lʼesilio dallʼottobre del 1862 all’agosto del 1863, periodo che trascorse a Buenos Aires.

Due anni dopo il suo ritorno in Uruguay, fu eletto Vescovo titolare di Megara e consacrato il 16 luglio 1865, riprendendo pienamente la sua attività pastorale. Nel 1867 intraprese un viaggio in Europa alla ricerca di missionari per lʼUruguay e per partecipare alle festività del diciannovesimo centenario del martirio di San Pietro. Dallʼottobre 1869 al dicembre 1870, prese parte al Concilio Vaticano I ed effettuò un pellegrinaggio in Terra Santa.

Il 25 gennaio 1871 ritornò a Montevideo, dove compì ogni sforzo perché si ponesse fine alla guerra civile. Il raggiungimento della pace gli consentì di dare nuovo slancio all’attività missionaria, rafforzata dall’arrivo dei gesuiti e del primo gruppo di salesiani, inviati da San Giovanni Bosco su sua richiesta. Il 4 giugno 1875 consacrò il Paese al Sacro Cuore di Gesù.

Eretta la diocesi di Montevideo, il 13 luglio 1878 ne fu nominato primo Vescovo. Alla fine di dicembre dello stesso anno benedisse nella capitale uruguayana la prima pietra del Seminario conciliare. Nonostante lʼetà e qualche problema di salute, proseguì la sua attività apostolica, visitando instancabilmente tutti i luoghi missionari. Il 28 aprile 1881 partì per la sua ultima missione, con destinazione Pan de Azúcar. Il viaggio disagevole fu reso più difficoltoso da una continua e fitta pioggia, circostanza che minò definitivamente la sua già debole salute. La sera del 5 maggio le condizioni si aggravarono e ricevette in piena coscienza gli ultimi sacramenti.

Morì a Pan de Azúcar (Uruguay) il 6 maggio 1881.

 

ITER GIURIDICO

Il Processo Ordinario Informativo si svolse presso la Curia ecclesiastica di Montevideo (Uruguay), dal 27 luglio 1935 al 30 maggio 1941, in sessantasei Sessioni, con l’escussione di quarantotto testi, di cui tre ex officio.

Nel 1950, presso la Curia della medesima Arcidiocesi, si tenne un Processiculus specialis suppletivus.

La validità giuridica dei Processi fu riconosciuta con il Decreto del 28 febbraio 1992.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 19 febbraio 2013. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu unanimemente affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

L’esame delle sue virtù fu effettuato anzitutto nel Congresso Peculiare che si svolse il 18 settembre 2014. I Consultori sottolinearono che esso svolse la sua missione con zelo pastorale durante il difficile processo di indipendenza dei Paesi Sudamericani. Lo Stato Uruguagio si stava trasformando in una democrazia sotto l’influsso delle forze massoniche; il governo, fortemente anticlericale, avanzava pretese giurisdizionali sulla Chiesa. In questo difficile contesto socio-politico il Venerabile Servo di Dio, poiché rivendicò la libertà religiosa e i diritti della Chiesa e dei poveri, fu costretto all’esilio. Come Pastore della Chiesa locale si impegnò instancabilmente nella missione di salvezza, cercando di evitare sterili contrapposizioni. La sua fermezza evangelica e la dedizione pastorale contribuirono al rinnovamento del clero locale e della vita cristiana dei fedeli. Alla base della sua vita e della sua missione c’era una profonda fiducia nella divina Provvidenza. La carità verso il prossimo raggiunse l’apice nelle epidemie di colera e di febbre gialla, durante le quali si prodigò per aiutare non solo i fedeli, ma tutti coloro che ne avevano bisogno.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 5 maggio 2015. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico di Giacinto Vera, mise in rilievo la profondità della sua vita spirituale, la grande dedizione alla missione e all’insegnamento della dottrina cristiana a tutti i livelli. Nella Diocesi di Montevideo, è ricordato per l’esemplarità di vita ed ammirevole zelo pastorale. Per educare il popolo alla vita di fede volle un clero ben formato e sempre vigilò sulla santità di vita dei sacerdoti. Per la sua sollecitudine verso i più bisognosi fu chiamato Padre de los pobres.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.

 

IN VISTA DELLA BEATIFICAZIONE

Per la beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame del Dicastero l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una giovane da “appendicite, ascesso pelvico retroperiteneale, sepsi”. La sanata, nata nel 1921 in Uruguay, all’età di 15 anni cominciò ad accusare dolori addominali che continuarono nel tempo. Il 16 settembre 1936 i dolori aumentarono e, il giorno successivo, le fu diagnosticata un’appendicite acuta. I medici decisero di intervenire chirurgicamente. L’operazione venne effettuata presso la Clinica Eduardo VII dell’Ospedale Britannico di Montevideo e nell’équipe medica era presente anche il padre della paziente. Il decorso postoperatorio nei primi giorni fu regolare, poi si verificò un severo rialzo della temperatura con infezione della ferita. Il 28 settembre 1936, dopo le cure, la febbre sparì e la paziente fu dimessa con la ferita ancora aperta ma pulita. Dal 30 settembre 1936 ricomparve la febbre e dal 4 ottobre 1936 le condizioni della paziente peggiorarono notevolmente; un consulto medico pose la diagnosi di raccolta ascessuale in fossa iliaca destra con marcato aumento dei globuli bianchi.

Poiché in quel momento non era possibile intervenire chirurgicamente, la paziente fu trattata con alcune terapie, ma il quadro clinico peggiorò. L’8 ottobre 1936, il padre e lo zio de sanata, con un profondo senso di fede, posero al suo capezzale un’immagine con una reliquia di Giacinto Vera. Poche ore dopo l’apposizione della reliquia le condizioni della paziente cominciarono inaspettatamente a migliorare, fino ad una guarigione molto rapida riscontrata dai medici curanti già il 9 ottobre 1936. Nel tempo la sanata non accusò recidive e condusse una vita normale fino al 2010, anno della morte avvenuta all’età di 89 anni per arresto cardiaco.