Omelia nella veglia alla vigilia della Canonizzazione di Maria Teresa Chiramal

OMELIA NELLA VEGLIA ALLA VIGILIA DELLA CANONIZZAZIONE DI MARIA TERESA CHIRAMEL

(Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore, sabato 12 ottobre 2019)

 

 

Ci ritroviamo riuniti questa sera per prepararci, nella preghiera, alla canonizzazione della Beata Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, fondatrice della Congregazione della Sacra Famiglia. In questo momento è l’intera Chiesa indiana a rallegrarsi per il dono di una nuova Santa indiana, che verrà proclamata domani dal Santo Padre Francesco. Si rallegrano in modo speciale le Suore della Sacra Famiglia sparse nel mondo, che dal Kerala si sono diffuse in altre otto Nazioni, annunciando il Vangelo secondo il carisma delle loro venerata Fondatrice. Le ringraziamo per la loro preziosa opera apostolica che si esprime in varie opere caritative ed educative, in particolare l’Apostolato della Famiglia, per la promozione della donna e al servizio dei malati e degli anziani.    

Il Salmo 141, che abbiamo pregato, contiene questa espressione: «Signore … al tuo cospetto sfogo la mia angoscia». Così brilla la santità di Suor Maria Teresa Chiramel: con la scelta del farsi prossimo e della vicinanza senza riserve a tutte le persone angosciate e lacerate nel cuore, divenne una seminatrice di speranza. Fin dall’infanzia, aveva capito che l’amore di Dio per lei richiedeva una profonda purificazione personale. Pertanto, si è impegnata in una vita di preghiera e di penitenza, abbracciando la croce di Cristo che le ha permesso di rimanere salda di fronte a incomprensioni e prove spirituali. Il paziente discernimento della sua vocazione portò infine alla fondazione della Congregazione della Santa Famiglia, che continua a trarre ispirazione dal suo spirito contemplativo e dall’amore per i poveri.

Il Vangelo poc’anzi proclamato (cfr Mt 25, 34-40) ci comunica una sana inquietudine: ogni volta che avrete fatto queste cose – dato da mangiare e da bere al bisognoso, ospitato il forestiero, vestito l’ignudo, visitato il malato e il carcerato – l’avrete fatto a me – dice il Signore. Cioè tutta la vostra vita è un confrontarvi con me, dice Cristo; un “sì” o un “no” detto a me. Non c’è parola o azione, pensiero o omissione che sfugga alla relazione con Cristo. Lo aveva ben capito Suor Maria Teresa Chiramel che di fronte alle miserie morali e materiali degli ultimi e degli emarginati non è andata oltre, ma si è fermata per portare il soccorso della carità. Colei che domani sarà proclamata Santa ci insegna che i poveri prestano il loro volto a Cristo. La sua eroica testimonianza cristiana ci esorta a vivere in prima persona la sfida della carità, che è amare col cuore di Cristo.

Per suor Maria Teresa, la carità fu un fuoco santo che sempre arse nel suo cuore, come testimoniarono coloro che gli vissero vicino. La sua passione era quella di riscattare gli scartati della società, aiutandoli a migliorarsi, ad aprirsi alla fiducia e alla speranza. Un forte richiamo all'impegno affinché nessuno sia lasciato indietro nella vita! Questo ha lasciato in eredità alle sue figlie spirituali, all’India e alla Chiesa intera.

Pertanto, ci rivolgiamo a lei nella preghiera: Beata Maria Teresa Chiramel, serva di coloro che spesso sono dimenticati e lasciati indietro nella vita, ricordaci che servire è una grazia, e indicaci sempre il Sacramento della Carità, dove Dio si fa vicino perché anche noi ci facciamo prossimi ai fratelli, nella gioia. Aiutaci a vivere di fede come la Sacra Famiglia di Nazaret e ottienici di celebrare e testimoniare con il cuore e le opere una fede viva e sincera nel Signore Gesù.

Amen.