Agostino Thevarparampil

Agostino Thevarparampil "Kunjachan"

(1891-1973)

Beatificazione:

- 30 aprile 2006

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 16 ottobre

Sacerdote indiano della diocesi di rito Siro-Malabarese di Palai, in Kerala, si spese per i fratelli Dalit, emarginati dalla società, i cosiddetti "intoccabili", cioè coloro che vivevano ai margini della società, in condizioni di estrema povertà; per la sua statura venne chiamato dal popolo "Kunjachan", ossia "piccolo prete"

  • Biografia
  • regina CÆLI
Creò un vincolo molto saldo con le persone che servì. Le chiamava "figli miei" ed esse lo chiamavano "nostro sacerdote"

 

Augustine Thevarparampil nacque il 1° aprile 1891 a Ramapuram nella famiglia Thevarparampil. Era il più giovane di cinque figli. Sebbene il suo vero nome fosse Agostino, tutti lo chiamavano Kunjachan perché non era alto.

Dopo la scuola elementare, completò la sua formazione sacerdotale nel seminario minore di Changacherry e in quello di Puthenpally. Il 17 dicembre 1921 ricevette l'ordinazione sacerdotale da Mar Thomas Kurianacherry. Operò come assistente parrocchiale a Ramapuram per un anno e a Kadanad per tre anni. In seguito, a motivo della salute cagionevole, tornò nella sua parrocchia per riposare. In quel periodo scoprì per caso un nuovo ambito di attività. Durante il ritiro annuale nella parrocchia di Ramapuram, i predicatori riunirono circa 200 Dalit in chiesa e trasmisero loro le verità di fede. Avendo ricevuto quell'insegnamento religioso, si dimostrarono pronti a ricevere il Battesimo. Kunjachan decise di dedicarsi al servizio di quelle persone. Tale decisione lo rese guida ed emancipatore di migliaia di poveri di quel villaggio.

Proseguì l'apostolato verso i Dalit fino alla morte. Come affermava san Arnold Janssen, fondatore della Società del Verbo Divino, il primo e prioritario atto d'amore verso il prossimo consiste nel trasmettergli la Buona Novella di Gesù Cristo. Kunjachan si realizzò servendo con pazienza e compassione gli altri, in particolare gli emarginati, scorgendo in loro il volto di Gesù.

Per quasi 40 anni si dedicò al progresso dei fratelli Dalit. In quel tempo le condizioni sociali dei Dalit erano drammatiche a causa della crescente intoccabilità e discriminazione verso di loro, basate sulla casta e sul colore della loro pelle. Erano tutti analfabeti. Di conseguenza, erano superstiziosi e costretti dalla società a svolgere lavori manuali da schiavi. Tutti questi fattori resero molto difficile il ministero di Kunjachan.
Non era una persona straordinaria dal talento o dalle capacità eccezionali. Era un semplice sacerdote di parrocchia. Non ricevette alcun onore né speciali riconoscimenti per il suo instancabile servizio volto all'emancipazione dei poveri. Il suo programma quotidiano prevedeva visite a domicilio e sul luogo di lavoro dei Dalit. Il suo unico aiutante era un catechista. Tuttavia, riuscì ad avvicinare molte persone a Dio.

Ciononostante dovette affrontare l'opposizione e le dure critiche non solo delle caste superiori di non cristiani, ma anche dei cristiani tradizionali. Questi ostacoli non riuscirono mai far scemare lo zelo missionario di Kunjachan. Avvicinò alla Chiesa più di 5000 persone.

Creò un vincolo molto saldo con le persone che servì. Le chiamava "figli miei" ed esse lo chiamavano "nostro sacerdote". Era loro talmente vicino da riuscire a chiamarli tutti per nome, dai bambini agli anziani. Tenne un diario spirituale in tre volumi contenente informazioni dettagliate su di loro, relative al rapporto fra i membri di ogni famiglia, a nascite, a matrimoni, a decessi, a confessioni annuali, ecc.  Fu  instancabile nel riportare alla fede coloro che se ne erano allontanati e quanti non avevano rispettato la fedeltà coniugale.

Il suo obiettivo non era solo l'elevazione spirituale dei Dalit, ma anche la loro emancipazione sociale, culturale, intellettuale e artistica. Resistette all'opposizione con calma e mitezza. Non si scoraggiò quando il governo negò privilegi ai Dalit convertiti al cristianesimo. La grazia costante di Dio gli conferì forza e coraggio. Fonte della sua forza fu la preghiera al cospetto del Santissimo Sacramento. Fu anche devoto alla Beata Vergine Maria. Obbedì al suo parroco e al suo Vescovo con grande umiltà.

Le parole del Signore:  "In verità vi dico:  ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40) erano profondamente iscritte nel cuore di Kunjachan. La tomba di Kunjachan, considerato santo quand'era ancora in vita, divenne un luogo di pellegrinaggio. Il processo di beatificazione e di canonizzazione iniziò ufficialmente nel 1987. Nel giugno 2004, quando Giovanni Paolo II decretò che Kunjachan aveva praticato le virtù teologiche e morali in modo eroico, egli divenne venerabile. Il processo di beatificazione di Kunjachan si è concluso il 19 dicembre 2005 quando Papa Benedetto XVI ha approvato il miracolo avvenuto per sua intercessione.

BENEDETTO XVI

REGINA CÆLI

Piazza San Pietro
III Domenica di Pasqua, 30 aprile 2006

 

Nel tempo pasquale la liturgia ci offre molteplici stimoli per rinsaldare la nostra fede nel Cristo risorto. Nell'odierna III Domenica di Pasqua, ad esempio, san Luca narra come i due discepoli di Emmaus, dopo averlo riconosciuto "nello spezzare il pane", si recarono pieni di gioia a Gerusalemme per informare gli altri di quanto era loro accaduto. E proprio mentre stavano parlando, lo stesso Signore si fece presente mostrando le mani e i piedi con i segni della passione. Dinanzi poi allo stupore incredulo degli Apostoli, Gesù si fece dare del pesce arrostito e lo mangiò sotto i loro occhi (cfr Lc 24, 35-43). In questo e in altri racconti si coglie un ripetuto invito a vincere l'incredulità e a credere nella risurrezione di Cristo, perché i suoi discepoli sono chiamati ad essere testimoni proprio di questo evento straordinario. La risurrezione di Cristo è il dato centrale del cristianesimo, verità fondamentale da riaffermare con vigore in ogni tempo, poiché negarla come in vario modo si è tentato di fare e si continua a fare o trasformarla in un avvenimento puramente spirituale, è vanificare la stessa nostra fede. "Se Cristo non è risuscitato - afferma san Paolo -, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede" (1 Cor 15, 14).

Nei giorni che seguirono la risurrezione del Signore, gli Apostoli restarono raccolti tra loro, confortati dalla presenza di Maria, e dopo l'Ascensione perseverarono insieme a Lei in orante attesa della Pentecoste. La Madonna fu per loro madre e maestra, ruolo che continua a svolgere verso i cristiani di tutti i tempi. Ogni anno, nel tempo pasquale, riviviamo più intensamente questa esperienza e forse proprio per questo la tradizione popolare ha consacrato a Maria il mese di maggio, che normalmente cade tra la Pasqua e la Pentecoste. Questo mese, che iniziamo domani, ci è pertanto utile a riscoprire la funzione materna che Lei svolge nella nostra vita, affinché siamo sempre discepoli docili e testimoni coraggiosi del Signore risorto.

A Maria affidiamo le necessità della Chiesa e del mondo intero, specialmente in questo momento segnato da non poche ombre. Invocando l'intercessione anche di San Giuseppe, che domani ricorderemo in modo particolare col pensiero al mondo del lavoro, a Lei ci rivolgiamo con la preghiera del Regina Caeli, preghiera che ci fa assaporare la gioia confortatrice della presenza di Cristo risorto.

Dopo il Regina Cæli:

Un saluto particolare indirizzo alla comunità del Preseminario San Pio X in Vaticano, che quest'anno celebra il 50° di fondazione. Esso è affidato alla benemerita Opera scaturita dalla generosità di Don Giovanni Folci e dedita alla cura e alla santificazione del clero come pure alla ricerca e promozione delle vocazioni sacerdotali e religiose. In questa felice circostanza mi unisco volentieri alla vostra festa, cari amici, e mentre vi ringrazio di cuore per il servizio liturgico che ogni giorno svolgete nella Basilica di San Pietro, vi assicuro un ricordo nella preghiera perché il Signore vi aiuti a seguirlo sempre fedelmente e vi ricolmi della sua gioia. Grazie per quello che fate ogni giorno!

Je vous adresse un salut cordial, chers pèlerins francophones, en particulier aux jeunes venus de Belgique. Je vous invite à lire régulièrement l’Écriture, seuls ou en groupes. Par elle, Dieu nous parle. Ainsi, vous connaîtrez davantage le mystère chrétien et vous pourrez être en relation intime avec le Seigneur. Avec ma Bénédiction apostolique à vous tous.

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors here today, including those gathered to mark the Beatification of Father Augustine Kunjachan Thevarparampil taking place at Ramapuram, in Kerala India. Today’s Gospel reminds us that in the name of the Risen Christ we are called to forgive each other’s sins and failings. May this Easter season be a time of joyful reconciliation within families and among nations. Upon each of you present, I invoke God’s blessings of peace and wisdom.

Mit Freude heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Mitglieder und Gäste der Studentenverbindung Capitolina, die ihr 20-jähriges Bestehen feiert. Ihr Motto „In mundum universum" erinnert uns an die Worte des auferstandenen Herrn: „Geht hinaus in die ganze Welt..." (Mk 16, 15). Die Begegnung mit den vielen Zeugen des christlichen Glaubens hier in Rom möge euch alle anspornen, für die Wahrheit, die Christus selber ist, in eurer Lebenswelt einzutreten. Die Gnade Gottes begleite euch!

Saludo a los peregrinos de lengua española, especialmente a los fieles de Alicante, de Toledo, de Orense, de Llanes y a los venezolanos. Saludo de modo particular a los miembros de la Hermandad del Señor de los Milagros, así como a los peruanos presentes aquí con su venerada imagen. Hoy quiero recordar también a todos los fieles del Perú que a través de la radio y la televisión se unen a esta oración mariana. Que la celebración del IV Centenario de la muerte de Santo Toribio de Mogrovejo, os ayude a seguir su ejemplo fomentando la comunión entre todas las comunidades eclesiales y ser, así, testigos santos y valientes del Evangelio. ¡Muchas felicidades!

Jutro rozpoczniemy miesiąc maj. Dla Polaków to miesiąc nabożeństw majowych oraz ważnych religijnych wydarzeń: świętego Józefa, Matki Bożej Królowej Polski, świętego Stanisława i także pielgrzymki papieskiej. Niech będą one okazją do modlitwy w intencjach waszej Ojczyzny. Serdecznie pozdrawiam wszystkich Polaków.

[Domani inizia il mese di maggio. Per i polacchi questo è un mese di particolare devozione in onore della Madonna e di importanti eventi religiosi: come la Festa di san Giuseppe, la Festa della Madre di Dio Regina della Polonia, la Festa di san Stanislao,Vescovo e martire, ed anche il viaggio papale. Siano essi un’occasione per una feconda e devota preghiera per la vostra Patria. Saluto cordialmente tutti i Polacchi.]

Pozdravljam vas, dragi romarji iz Slovenije, in še posebej vas vojake, ki praznujete obletnici pomembnih dogodkov vaše države. Ostanite vselej "Deo et patriae fideles" - zvesti Bogu in domovini! Vsem podeljujem apostolski blagoslov!

[Rivolgo il mio saluto a voi, pellegrini della Slovenia, e in particolar modo a voi soldati che celebrate significativi anniversari del vostro Stato. Rimanete sempre "Deo et patriae fideles" - fedeli a Dio ed alla patria! Imparto a tutti l'Apostolica Benedizione!]

Saluto con grande affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Podenzano, Rimini, Pont Canavese, Villaggio Cisternazzi di Ragusa, Castelletto di Senago, Perzacco, Napoli, Carbonate, Pian Camuno e Comano in diocesi di Lugano. Saluto poi i ragazzi del post-Cresima delle parrocchie della città di Cuneo, gli "Amici del Gianelli" che celebrano il 75° dell’Istituto scolastico di Roma dedicato a sant’Antonio Gianelli, gli alunni della scuola primaria cattolica salesiana "Astori" di Mogliano Veneto, i ragazzi del Decanato di Trezzo sull’Adda, la Cooperativa san Giuseppe di Concorezzo, l’Associazione Carabinieri Volontari di Manerbio e il Club automobilistico "Passione Rossa". A tutti auguro una buona domenica e fruttuoso mese di maggio in compagnia della Madre del Signore.