Angela Merici

Angela Merici

(1474-1540)

Beatificazione:

- 30 aprile 1768

- Papa  Clemente XIII

Canonizzazione:

- 24 maggio 1807

- Papa  Pio VII

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 27 gennaio

Vergine, che dapprima prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco e radunò delle giovani da formare alle opere di carità; quindi, istituì sotto il nome di sant’Orsola un Ordine femminile, cui affidò il compito di cercare la perfezione di vita nel mondo e di educare le adolescenti nelle vie del Signore; infine, a Brescia rese l’anima a Dio

  • Biografia
  • Omelia
  • testamento spirituale
  • Lettera apostolica
“Guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza, perché Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone e consiglia”

 

Non più nei chiostri, ma nel mondo: è questo l’asse cartesiano della spiritualità di Sant’Angela Merici che, con la testimonianza della sua vita, riesce a dare nuova forma alla dignità della donna. Nata a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia, il 21 marzo 1474, Angela respira sin da piccola un forte senso religioso: la sera, infatti, la famiglia si raduna attorno al padre, Giovanni, per ascoltarlo leggere le vite dei Santi. Ed è proprio grazie a queste letture che la piccola Angela inizia a nutrire una devozione particolare nei confronti di Sant’Orsola, la nobile giovane di Britannia martirizzata nel IV secolo insieme alle suo compagne, che avrà un grande ruolo nella maturazione della sua spiritualità.

A 15 anni, Angela perde prematuramente la sorella ed i genitori; si trasferisce quindi a Salò, accolta in casa dallo zio materno. In quegli anni, sorge in lei il desiderio di condurre una vita più austera e penitenziale, tanto da scegliere di diventare Terziaria francescana. Cinque anni dopo, alla morte dello zio, la giovane ritorna a Desenzano dove si dedica alle opere di misericordia spirituali e corporali, accompagnando sempre il lavoro manuale con la preghiera e il raccoglimento.

Ed è proprio mentre è in preghiera che la futura Santa ha la visione di una processione di angeli e vergini che suonano e intonano canti. Tra loro, Angela vede anche la sorella defunta che le preannuncia: “Fonderai una compagnia di vergini”. Nei secoli successivi, l’iconografia agiografica raffigurerà tale visione come una “scala celeste” che unisce cielo e terra.

Intanto, nel 1516, i superiori francescani inviano Angela a Brescia, per assistere una vedova, Caterina Patendola. In città, la giovane rafforza la sua idea di un laicato sempre più impegnato in ambito caritativo, ma arricchito dal contributo della sensibilità femminile. Dopo aver ricevuto una seconda visione, Angela decide di recarsi in pellegrinaggio in diversi luoghi sacri: Mantova e il Sacro Monte di Varallo sono tra le prime mete, seguite, nel 1524, dalla Terra Santa. Ma è proprio durante il viaggio verso le origini del cristianesimo che avviene un prodigio singolare: improvvisamente, Angela perde la vista; la riacquisterà solo al rientro dalla Terra Santa, pregando davanti al Crocifisso. Lungi dallo scoraggiarsi, la Merici accoglie la momentanea malattia come un segno della Provvidenza, così da poter guardare ai Luoghi Santi non con gli occhi del corpo, bensì con quelli dello spirito. “Non riuscite a capire – dirà poi – che questa cecità mi è stata mandata per il bene della mia anima?”.

Tornata in Italia, nel 1525, in occasione del Giubileo, Angela si reca in pellegrinaggio a Roma, dove consolida il suo carisma tanto che Papa Clemente VII le propone di restare nella “Città eterna”. Ma la giovane decide di rientrare a Brescia, poiché vuole dare finalmente vita alla “visione celeste”. Il 25 novembre 1535, dunque, insieme a dodici collaboratrici, fonda la “Compagnia delle dimesse di Sant’Orsola”, (“dimesse” perché prive del tradizionale abito monacale), con una Regola di vita originale: essere fuori dal chiostro per dedicarsi all’istruzione ed educazione delle giovani donne, in obbedienza al vescovo e alla Chiesa.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione di grazia: nella “Compagnia”, infatti, ogni donna consacrata potrà santificare la propria esistenza non al chiuso di un convento, ma operando nel mondo, come nella Chiesa originaria. In un’epoca in cui le donne che non possono essere né spose, né monache sono destinate all’emarginazione, Angela offre loro una condizione sociale nuova, quella di “vergini consacrate nel mondo”, in grado di santificare se stesse per santificare la famiglia e la società.

Nel 1539 le condizioni di salute di Angela si aggravano e il 27 gennaio 1540 muore, all’età di 66anni. Le sue spoglie vengono deposte nella Chiesa di Sant’Afra di Brescia, dove si venerano ancora oggi, in quello che è stato ridenominato Santuario di Sant’Angela. Intanto, la sua fama di santità cresce e nel 1544 Papa Paolo III eleva la Compagnia ad Istituto di diritto pontificio, permettendole così di operare anche al di fuori dei confini diocesani. Beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII, Angela Merici è stata canonizzata il 24 maggio 1807 da Papa Pio VII. Una statua in sua memoria, scolpita nel 1866 dallo scultore Pietro Galli, è oggi custodita nella Basilica Vaticana.

SANTA MESSA PER LE FIGLIE DI SANT’ANGELA MERICI

OMELIA DI PAOLO VI

Sabato, 27 agosto 1966

 

EDIFICANTI ESEMPI

L'Augusto Pontefice intrattiene il devoto uditorio con affabile conversazione, della quale diamo i principali punti, così come abbiamo potuto annotarli.

Sua Santità ricorda, in primo luogo, i particolari vincoli di ammirazione che legano la sua persona e quelle di alcuni suoi familiari alla gloriosa istituzione bresciana, nata quattro secoli or sono dal cuore apostolico di S. Angela Merici.

Il primo incontro, - ricorda Sua Santità - avvenne proprio a Roma, in occasione di un viaggio che Egli compì, all’età di non ancora dieci anni, nel 1907, con i genitori, i fratelli, la nonna e una zia. In quella circostanza la Famiglia Montini fu ricevuta in privata udienza da S. Pio X, al quale il venerato padre del futuro Sommo Pontefice illustrò il programma delle celebrazioni indette per il primo centenario della Canonizzazione di S. Angela Merici, compiuta il 24 maggio 1807 da Pio VII.

Il Santo Padre rievoca altre non dimenticabili occasioni di edificanti ricordi ed esprime la ammirazione per alcune nobili anime da Lui incontrate nella Compagnia di S. Angela, che, con esempi luminosi di virtù, di dedizione, di umile bontà, si prodigarono in opere elette: il loro nome è rimasto impresso nel suo spirito e vivo nella sua memoria.

Più oltre Sua Santità ama ricordare le figure e le opere delle impareggiabili sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli, alle quali si deve il rifiorimento delle Compagnie di S. Orsola, in questo secolo, specialmente a Brescia; e di Bianca Piccolomini, restauratrice dell’Istituto a Siena.

Nella casa di Maddalena Girelli, inferma, il sacerdote Giovanni Battista Montini, pochi giorni dopo la sacra Ordinazione, si recò a celebrare una delle sue prime Messe, ed anche questo avvenimento è collegato alle primizie del suo ministero sacerdotale. Edificante fu l’impressione delle eccezionali virtù delle due sorelle; e senza dubbio sono nel giusto coloro i quali ritengono che tali virtù possano essere proposte alla Chiesa per una auspicata glorificazione delle due degnissime Serve di Dio.

Altra gradita conferma dello spirito e del metodo delle brave Orsoline fu la grande straordinaria Missione in Milano nel 1957, durante la quale le Figlie di S. Angela Merici si prodigarono con intenso fervore.

FEDELTÀ ALLE ORIGINI E CONSAPEVOLEZZA
DELL'ORA PRESENTE

Passando alla parte normativa della sua conversazione, l’Augusto Pontefice sottolinea l’iniziativa del recente congresso per la revisione delle Costituzioni. È una realtà che suscita grande compiacimento, aumenta la stima, fa apprezzare gli sforzi compiuti per rispondere agli inviti della Chiesa e alla stessa santa vocazione.

Il Santo Padre fa notare che, pur fondata da oltre quattro secoli, la Compagnia, nella sua struttura e nel suo programma, per i metodi e i risultati conseguiti, può ritenersi un’istituzione tra le più moderne; ed essa è sempre attuale, collaudata dalla bontà delle sue opere. Egli quindi si rallegra con le Consorelle presenti per i sentimenti di aperta adesione all’apostolato: sentimenti che rispecchiano le stesse origini dell’Istituto, e sono sempre scolpite, ancor oggi, nei loro cuori.

Il recente Concilio, nel suo Decreto Perfectae caritatis sulle anime in modo speciale consacrate al Divino Servizio - Decreto sicuramente conosciuto e meditato dalle zelanti Figlie di S. Angela - contiene una prima raccomandazione: di rimanere fedeli allo spirito e anche alle norme originarie del singolo Istituto Religioso. È legge di vita; si tratta di una logica, che non esclude o paralizza il beninteso progresso e rinnovamento; anzi lo ispira, lo richiede, lo suggerisce, lo conforta. Riflettendo a ciò che S. Angela ha voluto fare nel suo tempo, per la società che la circondava, si trovano preziosi suggerimenti anche per oggi. In una parola, il persistere bene ancorati alle origini conserva le energie spirituali, ne suscita altre ugualmente necessarie e indica la via a ulteriori sicuri sviluppi.

CARATTERISTICHE D'UN APOSTOLATO DI AMBIENTE

Altro argomento certamente molto approfondito è lo studio dello scopo fondamentale dell’Istituto, cioè la santificazione, a cominciare da quella personale, facendo ognuna tesoro di tutti i suggerimenti spirituali, ascetici, che la Chiesa offre a chi presceglie una speciale forma religiosa di vita per arrivare appunto alla perfezione.

Conseguenza di tale premessa è la santità di gruppo e, con essa, la provvida attività per la santificazione degli altri. Il Sodalizio di S. Angela venne ideato come un lancio - oggi si direbbe così -, una spinta, un impegno verso il mondo circostante.

In quali forme? Le principali sono due. La prima è l’originalità della Compagnia. Chi ne fa parte continua a vivere nella propria casa e del proprio lavoro. Abbiamo, perciò, un istituto religioso secolare che parve sorprendente anomalia nel secolo XVI. Ma San Carlo, con il profondo suo intuito pastorale, conferisce per primo il carisma della approvazione al Sodalizio; e ne abbiamo conferma in una delle sue sapienti omelie, in cui il santo Arcivescovo pone in evidenza le virtù, la vita esemplare, il singolare e benefico apostolato delle «Angeline».

Inoltre, le Compagnie di S. Angela sono note per un apostolato con la speciale caratteristica d’essere esercitato, si direbbe, in ordine sparso. Ed è quanto oggi la Chiesa promuove ed incoraggia. Far del bene nel proprio ambiente, santificare la famiglia, la scuola, l’ufficio, il laboratorio; irradiare ovunque il Vangelo. Ogni focolare domestico, ove una Figlia di S. Angela vive e svolge la sua missione, può dirsi privilegiato e benedetto.

MAESTRE ASSISTENTI ZELATRICI NELLA PARROCCHIA

Qual è, poi, il secondo punto d’impegno? Qui il Santo Padre si rivolge anche ai Superiori delle Compagnie ed a quanti sacerdoti essi rappresentano. Grande compito delle Figlie di S. Angela è la parrocchia. Esse sono le ausiliarie del Parroco. Devono essere, fra tutti, le più obbedienti, silenziose, devote, e anche le più intelligenti per ben capire quali siano gli obiettivi da raggiungere e in che modo arrivarci.

Ogni parrocchia moderna non può fare a meno del concorso di speciale e ben diretta assistenza femminile. In antico, il Parroco, date le solide condizioni delle famiglie, non necessitava di qualificati aiuti, perché esse costituivano un centro di ottime tradizioni e la salvaguardia attenta dei valori morali, specie nella gioventù.

Oggi non è più così. Oggi le giovani vanno alla fabbrica, all’ufficio, ai diporti; hanno una libertà che bisogna non reprimere, ma educare. Deve esserci, quindi, chi direttamente si occupi di loro. Vi sono le Suore delle diverse Congregazioni. Il loro compito è di prim’ordine; tuttavia esse non possono arrivare a tutto. Occorre allora che la Parrocchia susciti, nel maggior numero possibile, le sue maestre, le sue zelatrici, le sue assistenti: anime capaci, in una parola, di coordinare l’apostolato femminile, che il sacerdote, per evidenti ragioni, non può direttamente esplicare.

PORTARE CRISTO E IL VANGELO NEL MONDO CONTEMPORANEO

È un programma amplissimo. Le Compagnie di S. Angela intendono vivere e prosperare? Prendano sempre più a cuore le attività parrocchiali a vantaggio dell’infanzia, delle giovani, per diffondere ovunque il vero concetto della comunità, la preghiera nuova, l’istruzione religiosa, lo splendore del culto, l’ordine spirituale e morale, che fa veramente della parrocchia il centro primo della vita cristiana.

Ecco la grande speranza. Se tutte le parrocchie avessero i nuclei della Merici, si potrebbe guardare all’avvenire con grande fiducia, poiché le persone sono condotte ad agire, cor unum et anima una, intorno all’altare e al padre spirituale che è il Parroco; sì da ridare alla società di oggi quel senso di Cristo e quel ritorno fedele alla Chiesa e alla Legge divina, tanto auspicato, e mèta precipua del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Tutto ciò dà motivo - prosegue il Santo Padre - per ringraziare coloro che si occupano della assistenza alle Compagnie di S. Angela: i superiori, i direttori spirituali. Essi sanno del bene fin qui compiuto e - sia detto a lode di queste anime privilegiate - sanno quanto si può chiedere alla loro virtù, disposte, come sono, alla preghiera, al sacrificio, alla santità. Come maestri di spirito non dobbiamo trascurare questa zolla eletta del campo della Chiesa. Ivi possono germogliare i fiori più ricchi, i frutti più abbondanti; là si possono educare le anime che irradieranno, a loro volta, il Nome di Cristo e l’insegnamento del Vangelo nell’ambiente in cui vivono: saranno, cioè, veramente zelatrici e collaboratrici, come quelle che le precedono.

Tutto ciò non lede o sminuisce gli antichi statuti e programmi. Al contrario, li interpreta, li ringiovanisce; apre orizzonti nuovi e non lontani, anzi prossimi. Da qui l’augurio più cordiale del Papa alle Figlie di S. Angela. Sappiano esse infervorarsi ancor più ed attrarre altre anime, che si consacrino, con identico ardore, a Dio; che generosamente raccolgano la santa eredità e la esprimano nelle forme che la Chiesa ora desidera, e che le necessità del nostro tempo vengono indicando.

E la parola che troviamo a chiusura del Decreto Conciliare sul rinnovamento della vita religiosa può essere in tutta pienezza riferita alle Compagnie di S. Angela: Sappiate portare il buon odore di Cristo nel mondo in cui vivete. Questo l’augurio del Vicario di Gesù Cristo; l’oggetto della sua preghiera; come vuol essere l’auspicio della Benedizione Apostolica, che Egli sta per impartire.

 

“Vi supplico - si legge nel suo testamento spirituale, destinato alle Orsoline – di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, una ad una. E non solo i loro nomi, ma anche condizione, indole e stato, e ogni cosa di loro. Il che non vi sarà difficile, se le abbracciate con viva carità. Impegnatevi con amore e con mano soave e dolce, non imperiosamente e con asprezza, ma in tutto vogliate essere piacevoli”. “Soprattutto – concludeva – guardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza, perché Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone e consiglia”.

FRANCISCUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI
AD PERPETUAM REI MEMORIAM

LITTERAE APOSTOLICAE SUB PLUMBO DATAE

TEMPLUM S. ANGELAE MERICI
FIT TITULUS CARDINALICIUS PRESBYTERALIS*

 

Purpuratis Patribus assignandi cum haud sufficiant Cardinalicii Presbyterales Tituli, qui in Urbe eminent, cumque ideo oporteat ut novos creemus, Nobis est visum templum

S. Angelae Merici

ad eam dignitatem attolli posse: merito enim celebratur inter alias Urbis ecclesias. Quapropter Decessorum Nostrorum vestigia secuti atque summa Apostolica usi potestate templum

S. Angelae Merici

ad gradum Cardinalicii Presbyteralis Tituli evehimus, datis iuribus privilegiisque, quae ad huiusmodi sacras aedes pertinent. Mandamus praeterea ut hae Litterae Nostrae in cleri populique istius templi notitiam perveniant, ut eorum subsidio hac in aede, tanto honore digna iudicata, copiosius edantur pietatis documenta. Hanc vero Constitutionem nunc et in posterum efficacem esse atque fore volumus, contrariis nihil obstantibus.

Datum Romae, apud S. Petrum, die altero et vicesimo mensis Februarii, in sollemnitate Cathedrae S. Petri Apostoli, anno Domini bis millesimo quarto decimo, Pontificatus Nostri primo.

 

EGO FRANCISCUS
Catholicae Ecclesiae Episcopus

Protonot. Ap. Franciscus Di Felice