Anna Kolesárová

Anna Kolesárová

(1928-1944)

Beatificazione:

- 01 settembre 2018

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 22 novembre

Vergine, giovane fedele laica e martire: uccisa nel 1944 da un militare sovietico durante l’occupazione dell’Armata Rossa, “hostiae sanctae castitatis – vittima della castità”. Prima beata laica della Slovacchia

  • Biografia
  • Decreto sul Martirio
  • omelia di beatificazione
"Vergine e martire, uccisa per aver resistito a chi voleva violare la sua dignità e la sua castità. È come la nostra italiana Maria Goretti" (Papa Francesco)

 

    Anna era nata il 14 luglio 1928 nel villaggio di Vysoka nad Uhom, nella Slovacchia dell’Est, non lontano dal confine con l’Ucraina, in una famiglia profondamente religiosa che la fece battezzare il giorno dopo la nascita.

    Le sue giornate erano scandite dalla Messa quotidiana cui poté partecipare finalmente in modo completo dall’età di dieci anni, quando, secondo l’usanza dell’epoca, prima si accostò all’Eucaristia e poi confermò la sua fede facendo la Cresima.

    La sua vita, però, negli anni successivi cambiò radicalmente: la morte della madre le affidò nuovi doveri come la cura della casa in cui viveva con il papà e il fratello maggiore; poi ci fu l’avanzata del fronte sovietico con l’inevitabile conseguenza che l’occupazione russa del villaggio si sostituì a quella tedesca.

    Fu proprio durante uno di questi raid, il 22 novembre 1944, che Anna e i suoi si nascosero in cantina, ma un soldato dell’Armata rossa li scoprì. Il padre mandò la sedicenne a cucinare qualcosa per quel soldato, in modo da rabbonirlo, ma lui iniziò a fare avances alla giovane, nonostante lei fosse sobriamente vestita di nero, come avevano concordato tutte le donne del villaggio proprio per non destare le attenzioni sconvenienti dei militari. La reazione del soldato alle sue resistenze fu la più terribile: la uccise davanti agli occhi attoniti dei suoi familiari. 

    A causa della situazione difficile, Anna verrà seppellita immediatamente, ma il rito funebre poté essere celebrato, in gran segreto, solo una settimana più tardi. Intanto il parroco e un altro sacerdote che aveva conosciuto la ragazza, iniziarono a indagare sulle circostanze della sua morte raccogliendo testimonianze scritte che in seguito saranno preziose e contribuiranno a tenere viva la memoria di questa vicenda. Caduto il regime, poi, si iniziò liberamente a parlare di Anna e della sua eroica morte, mentre i giovani iniziarono ad andare nel cimitero del villaggio a pregare sulla sua tomba, sulla cui lapide è inciso il motto di san Domenico Savio: “La morte, ma non i peccati”.

    Il primo pellegrinaggio organizzato dalla diocesi di Košice, è del 1999 e da allora non si contano i “pellegrinaggi della gioia” dei giovani che vogliono ricordare di Anna la profonda fede che le donò il coraggio di dire “no” e seguirne l’esempio arrivando puri fino al matrimonio. "Sull'esempio e con l'intercessione della Beata Anna - conclude il prefetto rivolgendosi ai giovani - sforzatevi di vivere con gioia ogni giorno il Vangelo, sia nelle situazioni facili come in quelle difficili. La Beata Anna ci insegna che vale la pena sacrificare tutto per il Signore, senza mai scendere a compromessi con la propria coscienza".

    Anche la casa natale della nuova Beata, in un paesino che oggi conta appena 800 anime, è diventata meta di giovani fedeli che vogliono visitare i luoghi in cui Anka visse e morì. Nel 2008 l’acquisto di una casa da parte di benefattori consentì la creazione della fondazione “Domček”, Casa Anna Kolesarova, che gestisce i viaggi e le altre attività missionarie legate alla sua figura, diventata in pochi anni un luogo di incontro e di pace per la gioventù slovacca. Il rettore, attualmente, è don Pavol Hudak: “Anna insegna ai giovani di oggi la fede, il dono attraverso cui nasce l’amore autentico”, questa la sua testimonianza.

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

CASSOVIENSIS

Beatificationis seu Declarationis Martyrii

Servae Dei

ANNAE KOLESÁROVÁ

Christifidelis Laicae

(† 22 mensis Novembris 1944)

_________________________

Super Martyrio

 

    «Hostia sanctae castitatis», «Vittima della santa castità».

 

    Con queste parole fu annotato nel registro parrocchiale di Pavlovce l’evento della morte della Serva di Dio Anna Kolesárová. Il suo martirio fu quello di una vittima innocente, un sacrificio gradito al Signore della vita che coronò di gloria la sua Sposa.

    La Serva di Dio, comunemente chiamata Anka, nacque il 14 luglio 1928 nel villaggio di Vysoka nad Uhom, presso Michalovce, nell’attuale Slovacchia. Secondogenita di una famiglia contadina, ricevette il Battesimo il giorno dopo la nascita. Frequentò la scuola primaria del suo paese e nel 1938 si accostò alla Mensa eucaristica e ricevette la Cresima. Alle soglie dell’adolescenza rimase orfana di madre. Con grande senso di responsabilità si fece carico dei lavori domestici e si impegnò ad accudire anche Michal, suo fratello maggiore. La Serva di Dio conduceva una vita semplice e, insieme con alcune amiche, volentieri partecipava alla Santa Messa.

    La sua tranquilla esistenza, come quella degli abitanti del villaggio, venne sconvolta dall’occupazione, il 22 novembre 1944, da parte delle truppe dell’Armata Rossa nella fase conclusiva della seconda guerra mondiale. Da alcuni giorni, infatti, la Slovacchia Orientale era divenuta campo di battaglia fra tedeschi e russi e ci si preparava ad una battaglia decisiva.

    In quel contesto, Anka e i suoi familiari si nascosero nella cantina della loro abitazione, situata sotto la cucina. Ma un soldato russo, durante la perquisizione della casa, scoprì il loro nascondiglio. Dietro insistenza del padre, Anna uscì per dare al soldato qualcosa da mangiare e da bere, ma il soldato prese a rivolgerle proposte sconvenienti. Di fronte al rifiuto di lei, la minacciò di morte. Opponendosi con tutte le forze, Anna si liberò dalla sua stretta e si precipitò a tornare in cantina. L’aggressore la seguì e le ordinò di dare l’ultimo addio ai suoi cari. «Addio, papà! Gesù, Maria, Giuseppe!» furono le sue ultime parole, prima di cadere, colpita a morte dal fucile del militare. Aveva sedici anni.

    Nonostante i combattimenti in corso in tutto il villaggio, Anna venne seppellita la sera del giorno successivo. Per via della situazione difficile, il funerale venne svolto in segreto, senza nemmeno la presenza di un sacerdote. I riti vennero compiuti la settimana seguente, il 29 novembre. Al termine del conflitto, la difficile situazione politica sorta in Cecoslovacchia rese impossibile la menzione dell’accaduto e le pubbliche adunanze sul luogo della sepoltura.

    Ma dopo la caduta del regime, la gente riprese a parlare di Anna e della sua eroica morte. Nel 1999 un gruppo di studenti di Košice, dopo aver appreso la sua storia, decisero di recarsi in pellegrinaggio nei luoghi dov’era vissuta. I resti mortali di Anna riposano nel cimitero del suo villaggio, sormontati da una lapide che riporta, oltre ai dati usuali, il motto di san Domenico Savio, che ella incarnò decisamente: «La morte ma non peccati».

    Anna Kolesárová ha testimoniato la sua appartenenza a Cristo e alla Chiesa fino all’effusione del sangue. La sua anima – come annunzia il sapiente di Israele – è nelle mani di Dio, nessun tormento potrà toccarla. Anche se agli occhi degli uomini subì un castigo, la sua speranza è piena di immortalità (cfr. Sap 3, 1.4).

    Allo scoppio della guerra, Anna si trovò coinvolta in quella tragica situazione di abuso e di violenza e ne rimase vittima innocente. Il contesto bellico, inoltre, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa, aveva assunto i caratteri di una vera persecuzione anticristiana, che manifesterà con forza ancora maggiore negli anni successivi al conflitto il suo disprezzo per i valori umani e cristiani. In questo clima avvelenato appare solidamente fondato l’atto materiale dell’uccisione violenta di Anna.  

    L’eliminazione fisica della Serva di Dio, affermata da numerosi testimoni, era stata preceduta e sarà seguita da profanazioni e atti di vilipendio che avevano lo scopo di creare un clima intimidatorio e di autentico terrore nella popolazione. L’unica ragione della morte di Anna fu la coerenza nel voler difendere la sua castità e la sua dignità di donna, espressione della fede che la animava e la motivava intimamente.

     La fama del martirio della Serva di Dio si diffuse nella comunità ecclesiale, per cui dal febbraio 2009 al 18 novembre 2011 si celebrò presso la Curia ecclesiastica di Košice l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica fu riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 14 giugno 2013. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la morte della Serva di Dio sia stata un vero martirio. Il 20 giugno 2017 si celebrò il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 27 febbraio 2018, presieduta da me Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che la suddetta Serva di Dio fu uccisa per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

    De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servae Dei Annae Kolesárová, Christifidelis Laicae, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

     Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

 

     Datum Romae, die 6 mensis Martii a. D. 2018.

 

 

 

    

ANGELUS Card. AMATO, S. D. B.

Praefectus

 

                                                                    + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                                    Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                    a Secretis

Omelia del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi Card. Giovanni Angelo Becciu
in occasione della Beatificazione della Serva di Dio Anna Kolesárová

 (Košice, Slovacchia, 1 settembre 2018)

 

La lettura della biografia della Beata Anna Kolesarova, che abbiamo appena ascoltato, ha suscitato in noi sentimenti di viva commozione e ammirazione. Fortificata e ben preparata dal padre e dalla madre che con i loro insegnamenti e il loro esempio l’avevano ammaestrata a scegliere Dio prima di ogni altra cosa, a soli 16 anni si trovò di fronte al tragico dilemma se optare per la vita o la morte. La vita significava cedere ai brutali istinti di un militare dell’esercito sovietico e tradire la propria coscienza, la morte invece la portava pura all’abbraccio di Dio, che aveva imparato ad amare sopra ogni cosa. Venne colpita a morte la sera di mercoledì 22 novembre 1944, davanti agli occhi del padre. Fu uccisa per la sua resistenza e per la fermezza nel difendere la propria integrità fisica e la virtù della castità.

Furono questi i soli motivi per i quali Anna venne assassinata. Non ci si improvvisa eroi e tantomeno santi. Anna Kolesarova arrivò preparata al martirio grazie alla sua robusta vita spirituale, nutrita di preghiera quotidiana e di frequenza ai sacramenti. La sua fede la rese forte e coraggiosa nell’accettare senza tentennamenti il martirio. La Chiesa che è in Slovacchia può andare fiera di questa sua figlia che oggi è proposta come modello di vita ai credenti, soprattutto ai giovani, affinché riscoprano la bellezza dell’amore autentico, come anche il valore della purezza. La beatificazione di Anna Kolesarova, riafferma il valore della castità come ideale di vita, che se vissuto come gioiosa donazione al Signore e ai fratelli esercita ancora «un fascino irresistibile e promettente» (Pio XII, 24 giugno 1950).

La giovane Anna Kolesarova non è la sola nella storia della Chiesa a salire agli onori dell’altare per aver difeso la verginità con il martirio. Il pensiero va spontaneo a Santa Maria Goretti, canonizzata da papa Pio XII nel 1950, e anch’essa vittima della cieca passione di un uomo. Ma già ai primi tempi del cristianesimo troviamo la dodicenne sant’Agnese, divenuta il tipo della vergine martire. Potremmo ricordare le tante coetanee della beata Anna, come la Beata Albertina Berkenbrock, uccisa in Brasile il 15 giugno 1931, all’età di dodici anni; oppure le italiane Beata Antonia Mesina della Sardegna, uccisa il 17 maggio 1935; la Beata Pierina Morosini di Bergamo, uccisa nel 1957; la Serva di Dio Santa Scorese, di Bari, uccisa nel 1991 a 23 anni. Il martirio della verginità continua a testimoniare la forza dell’amore di Dio e per Dio, amore che prevale sempre sulla cattiveria dell’uomo.

Il martirio della Beata Anna Kolesarova, avvenne nel contesto violento della seconda guerra mondiale. Noi, oggi, siamo ormai lontani dalla guerra; l’Europa è in pace da più di 70 anni. Eppure non possiamo dimenticare che l’unità europea è stata costruita anche con il contributo di tanti fedeli discepoli di Cristo, che hanno sofferto e pagato con la vita la fedeltà agli ideali del Vangelo. Sono molteplici le storie di fede che, come quella di questa ragazzina, Anna, racchiudono in sé le vicissitudini dolorose di tanti gesti fuori dall’ordinario, non scritti nei libri di storia, ma che sono da portare ad esempio a chi oggi concepisce l’Europa come una realtà astratta e non fatta da persone che hanno creduto e credono in valori irrinunciabili. La giovane Anna, con il suo martirio ha testimoniato che al male, alla violenza e all’ingiustizia è possibile opporre il bene. Anna vinse il male con il bene che teneva nascosto dentro di sé, come un tesoro. In quella sera, carica del dolore e del pianto di un padre, testimone dell’omicidio dell’unica figlia, vinse la perla preziosa, chiamata castità.

Se noi viviamo in pace non possiamo dimenticare poi che molti paesi sono in guerra e conoscono le atrocità vissute in passato nella nostra Europa. Quante bambine e donne continuano ad essere oggetto di violenza! Addirittura lo stupro è considerato arma da guerra, rimane impunito, senza essere riconosciuto come crimine contro l’umanità Ma quante violenze si perpetrano ancora sulle donne anche in questa nostra civile Europa dove il femminicidio continua a prosperare e il corpo della donna è spesso oggetto di commercio indegno della persona umana!

Con questa Beatificazione, la Chiesa proclama che la purezza mantiene ancora il suo fascino. Voi ne siete la testimonianza. È stato proprio un gruppo dei vostri studenti che, nel 1989 dopo aver appreso la storia di Anna, decise di andare in pellegrinaggio nei luoghi dov’era vissuta. Il funerale, nel 1944, si era svolto in segreto, per paura di rappresaglie, senza nemmeno la presenza di un sacerdote. Ma la vita è più eloquente della morte e la testimonianza di Anna è giunta fino ai nostri giorni e in tanti, specialmente giovani, in questa giovane martire hanno riscoperto la bellezza di una vita spesa per rimanere fedele all’amore di Cristo.

Anna non temette di donare la propria vita a Gesù, per difendere il tesoro prezioso della castità, diventando, secondo le testimonianze del suo parroco: hostia sanctae castitatis. La Beata Anna aveva trovato un tesoro e per acquistarlo vendette tutto quello che aveva: la propria vita. Parlando ai giovani in occasione della Giornata Mondiale dei Giovani a Cracovia, nel 2016, il Santo Padre Francesco disse: «Dov’è il vostro tesoro? Su quale tesoro riposa il vostro cuore? Sì, i nostri cuori possono attaccarsi a veri o falsi tesori, possono trovare un riposo autentico oppure addormentarsi, diventando pigri e intorpiditi. Il bene più prezioso che possiamo avere nella vita è la nostra relazione con Dio. Ne siete convinti? Siete consapevoli del valore inestimabile che avete agli occhi di Dio?». Anna ne era convinta. «Sapete di essere amati e accolti da Lui in modo incondizionato, così come siete?», continuava il Papa. Anna lo sapeva. «Il periodo della giovinezza – continuava ancora il Papa – è quello in cui sboccia la grande ricchezza affettiva presente nei vostri cuori, il desiderio profondo di un amore vero, bello e grande. Quanta forza c’è in questa capacità di amare ed essere amati! Non permettete che questo valore prezioso sia falsato, distrutto o deturpato». Anna non lo permise.

Lasciandosi uccidere piuttosto che tradire l’amore vero, in Anna si compirono le parole pronunciate da Cristo sul Monte delle Beatitudini: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). Sì, Anna ha visto Dio! E lo ha contemplato faccia a faccia nella gioia del Paradiso. Tutti siamo consapevoli di quanto sia indispensabile salvaguardare il creato, operare in favore della purezza dell’aria, dell’acqua e del cibo. È altrettanto e forse ancor più necessario custodire la purezza di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni interpersonali.

Cari fratelli e sorelle, possa la testimonianza della Beata Anna Kolesarova diventare un esempio di forte attrattiva umana e spirituale. Mi rivolgo specialmente a voi, cari giovani, per ricordarvi che la Chiesa ha grande fiducia in voi, ripone in voi la speranza per una rifioritura della comunità cristiana e il rinnovo della società. Per voi è stato convocato da Papa Francesco un Sinodo per dare risposta alle vostre attese di una Chiesa più autentica e più evangelica. Ne abbiamo bisogno. Sull’esempio e con l’intercessione della Beata Anna, sforzatevi di vivere con gioia ogni giorno il Vangelo, sia nelle situazioni facili come in quelle difficili. La Beata Anna ci insegna che vale la pena sacrificare tutto per il Signore, senza mai scendere a compromessi con la propria coscienza.

Sappiate superare le difficoltà della vita e cercate di conservare puro il vostro cuore, vale a dire ricco di amore, sempre in atteggiamento di donazione e attento alle necessità degli altri, specialmente i più deboli e disagiati. Accogliete nel vostro cuore la Parola di Gesù e lasciatevi plasmare da essa: solo Gesù può insegnarci ad amare davvero, perché Egli stesso è l’Amore. Non abbiate paura di voi stessi, dei sentimenti e anche delle tentazioni che si possono presentare. Il perdono di Cristo aiuta a riprendere il cammino con coraggio, anche dopo ogni caduta. Il Suo amore misericordioso guarisce ogni cuore ferito e lo colma della gioia vera per essere autentici testimoni del regno di Dio nel mondo. La testimonianza di Anna, martire della castità, incoraggi anche voi, coppie di sposi, a vivere la bellezza di una unione indissolubile e fedele. Con il bene si vince ogni male e con Cristo si vince ogni crisi matrimoniale.

Cari fratelli e care sorelle, il bene più grande che possiamo avere nella vita è la nostra relazione con Dio. Guardando al martirio della giovane Anna, figlia di questa amata terra e di questa Chiesa, preghiamo perché i nostri cuori possano attaccarsi ai veri tesori delle virtù cristiane e andare ogni giorno in cerca della perla più preziosa, che è Dio. Custodiamo la purezza dei nostri cuori per essere beati e poter un giorno vedere Dio.

Diciamo insieme: Beata Anna, prega per noi!