Antonio de Sant’Anna Galvão

Antonio de Sant’Anna Galvão

(1739-1822)

Beatificazione:

- 25 ottobre 1998

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 11 maggio 2007

- Papa  Benedetto XVI

- São Paulo, Brasile

Ricorrenza:

- 23 dicembre

Religioso dell’Ordine dei Frati Minori (Francescani), si dedicò con frutto alla predicazione e al ministero della penitenza e fondò il Monastero delle concezioniste “Ritiro della Luce”, in cui guidò una comunità di Suore sotto la sua esemplare direzione spirituale

  • Biografia
  • Omelia
  • il miracolo
  • omelia di beatificazione
"Toglimi piuttosto la vita, prima che io offenda il tuo benedetto Figliuolo, mio Signore!"

 

Antônio de Sant'Anna Galvão noto come Fra Galvão (Guaratinguetá, 1739 - São Paulo, 23 dicembre 1822), fu un frate cattolico ed è stato primo beato nato in Brasile.

Il padre, Antônio Galvão de França, era un immigrante portoghese e capitano maggiore della città. Sua madre, Isabel Leite de Barros, era figli di fazendeiros (proprietari terrieri), e pronipote del famos bandeirante (esploratore) Fernão Dias Paes, il "cacciatore di smeraldi".

Antônio visse con i suoi fratelli in una casa grande e lussuosa, in quanto i suoi genitori godevano di prestigio sociale e d'influenza politica. Il padre, volendo impartire al figlio una formazione umana e culturale conforme alle loro possibilità economiche, all'età di tredici anni lo mandò al collegio di Belém, dei Padri gesuiti, a Bahia, dove si trovava già suo fratello José.

Là fece grandi progressi negli studi e nella pratica cristiana, dal 1752 al 1756. Voleva diventare gesuita, ma a causa della persecuzione contro l'Ordine voluta dal Marchese di Pombal, suo padre gli consigliò di entrare nell'Ordine francescano, che aveva un convento a Taubaté, non lontano da Guaratinguetá. Così rinunciò a un futuro promettente e influente nella società di allora, e all'età di 21 anni entrò nel noviziato del villaggio di Macacu, a Rio de Janeiro.

Lì si distinse per la sua compassione e per le sue virtù. Il 16 aprile 1761 emise i voti solenni. Un anno dopo fu ordinato sacerdote, in quanto i suoi studi furono giudicati sufficienti. Questo privilegio mostra la fiducia riposta dai superiori nel giovane clerico.

Fu poi inviato al convento di San Francesco a São Paulo per perfezionare gli studi di filosofia e di teologia ed esercitarsi nell'apostolato. Risale a quell'epoca la sua "Entrega a Maria" (dono di sé a Maria), come "figlio e schiavo perpetuo", consacrazione mariana firmata con il proprio sangue il 9 novembre 1766.

Terminati gli studi fu nominato predicatore, confessore dei laici e portinaio del convento, compito considerato molto importante per il contatto con le persone e l'apostolato che ne consegue. Fu un confessore stimato e ricercato e quasi sempre, quando veniva chiamato, si recava a piedi anche nei luoghi più distanti. Nel 1769-70 fu designato confessore di un Recolhimento di pie donne, le "Recolhidas de Santa Teresa", a San Paolo.

In questo Recolhimento incontrò Suor Helena Maria do Espírito Santo, religiosa dall'intensa vita di preghiera e dal grande spirito di penitenza, che affermava di aver visioni in cui Gesù le chiedeva di fondare un nuovo Recolhimento.

Fra Galvão, ascoltando anche il parere di persone sagge e illustri, ritenne tali visioni credibili. Il 2 febbraio 1774 fu ufficialmente fondato il nuovo Recolhimento con Fra Galvão come suo fondatore. Il 23 febbraio 1775, un anno dopo la fondazione, Madre Helena morì prematuramente. Fra Galvão divenne l'unico sostegno delle Recolhidas, missione che esercitò con umiltà e grande prudenza. Nel frattempo il nuovo capitano generale di San Paolo, uomo inflessibile e duro, ritirò il permesso al Recolhimento e ne ordinò la chiusura. Lo fece per opporsi al suo predecessore, che ne aveva promosso la fondazione. Fra Galvão accettò con fede la decisione e anche le Recolhidas obbedirono, ma non lasciarono la casa e resistettero fino al limite delle loro forze fisiche. Dopo un mese, grazie alla pressione del popolo e del Vescovo, il Recolhimento fu riaperto.

Per il grande numero di vocazioni il Servo di Dio si vide obbligato ad ampliarlo. Per quattordici anni si occupò di questa nuova costruzione (1774-1788), e per altri quattordici della costruzione della chiesa (1788-1802), inaugurata il 15 agosto 1802. Fra Galvão fu architetto, direttore dei lavori e anche muratore. L'opera, oggi Monastero della Luz, è stata dichiarata "patrimonio culturale dell'umanità" dall'UNESCO.

Nel 1811, su richiesta del Vescovo di São Paulo, Fra Galvão fondò il Recolhimento di Santa Chiara a Sorocaba, dove rimase per undici mesi per orientare la nuova fondazione e comunità. 
In seguito, dopo la sua morte, altri monasteri furono fondati da queste due comunità, seguendo così l'orientamento lasciato dal beato.

Morì il 23 dicembre 1822 e su richiesta del popolo e delle suore fu sepolto nella chiesa del Recolhimento da Luz, che lui stesso aveva edificato. La sua tomba è stata ed è meta di continui pellegrinaggi.

Il 25 ottobre 1998 è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, divenendo il primo beato brasiliano.

Papa Benedetto XVI il 16 dicembre 2006 ha riconosciuto il suo secondo miracolo. Sarà pertanto il primo brasiliano a essere dichiarato Santo.

SANTA MESSA E CANONIZZAZIONE 
DI FRA ANTONIO DE SANT'ANNA GALVÃO, OFM

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

"Campo de Marte", São Paulo
Venerdì, 11 maggio 2007

 

Signori Cardinali, 
Signor Arcivescovo di San Paolo 
e Vescovi del Brasile e dell'America Latina, 
Distinte Autorità, 
Sorelle e Fratelli in Cristo!

"Benedirò il Signore in ogni tempo, / sulla mia bocca sempre la sua lode" (Sal 32, 2).

1. Rallegriamoci nel Signore, in questo giorno in cui contempliamo un'altra meraviglia di Dio che, per la sua ammirevole provvidenza, ci permette di gustare un vestigio della sua presenza in questo atto di donazione d'Amore costituito dal Santo Sacrificio dell'Altare.

Sì, non possiamo non lodare il nostro Dio. Lodiamolo tutti quanti, popoli del Brasile e dell'America, cantiamo al Signore le sue meraviglie, perché grandi cose ha fatto per noi. Oggi, la Divina Sapienza ci consente di incontrarci intorno al suo altare, in atteggiamento di lode e di ringraziamento per averci concesso la grazia della Canonizzazione di Fra Antonio de Sant'Anna Galvão.

Voglio ringraziare per le affettuose parole dell'Arcivescovo di San Paolo, S.E. Mons. Odilo Scherer, che s'è fatto voce di voi tutti, e per la premura del suo predecessore, il Cardinale Claudio Hummes, che con tanta dedizione si è impegnato per la causa del P. Galvão. Ringrazio per la presenza di ognuno e di ognuna di voi, sia degli abitanti di questa grande città sia di coloro che sono venuti da altre città e nazioni. Mi rallegro perché, attraverso i mezzi di comunicazione, le mie parole e le espressioni del mio affetto possono entrare in ogni casa e in ogni cuore. Siatene certi: il Papa vi ama, e vi ama perché Gesù Cristo vi ama.

In questa solenne Celebrazione Eucaristica è stato proclamato il Vangelo nel quale Gesù, in atteggiamento di interiore trasporto, proclama: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25). Mi sento perciò felice perché l'elevazione di Fra Galvão agli altari rimarrà per sempre incorniciata nella liturgia che quest'oggi la Chiesa ci offre.

Saluto con affetto tutta la comunità francescana e, in modo speciale, le monache concezioniste che, dal Monastero della Luce, dalla Capitale dello Stato di San Paolo, irradiano la spiritualità ed il carisma del primo brasiliano elevato alla gloria degli altari.

2. Rendiamo grazie a Dio per i continui benefici ottenuti mediante il forte influsso evangelizzatore che lo Spirito Santo ha impresso in tante anime attraverso Fra Galvão. Il carisma francescano, evangelicamente vissuto, ha dato frutti significativi attraverso la sua testimonianza di ardente adoratore dell'Eucaristia, di prudente e sapiente guida delle anime che lo cercavano e di grande devoto dell'Immacolata Concezione di Maria, della quale si considerava "figlio e schiavo perpetuo".

Dio ci viene incontro, "cerca di conquistarci - fino all'Ultima Cena, fino al Cuore trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del Risorto e alle grandi opere mediante le quali Egli, attraverso l'azione degli Apostoli, ha guidato il cammino della Chiesa nascente" (Lettera Enc. Deus caritas est, 17). Egli si rivela attraverso la sua Parola, nei Sacramenti, specialmente nell'Eucaristia. La vita della Chiesa, perciò, è essenzialmente eucaristica. Il Signore, nella sua amorevole provvidenza, ci ha lasciato un segno visibile della sua presenza.

Quando contempliamo nella Santa Messa il Signore, innalzato dal sacerdote, dopo la Consacrazione del pane e del vino, oppure quando lo adoriamo con devozione esposto nell'Ostensorio, rinnoviamo la nostra fede con profonda umiltà, come faceva Fra Galvão in "laus perennis", in costante atteggiamento di adorazione. Nella Sacra Eucaristia è contenuto tutto il bene spirituale della Chiesa, ossia, lo stesso Cristo nostra Pasqua, il Pane vivo che è disceso dal Cielo vivificato dallo Spirito Santo e vivificante perché dà la Vita agli uomini. Questa misteriosa e ineffabile manifestazione dell'amore di Dio per l'umanità occupa un luogo privilegiato nel cuore dei cristiani. Essi devono poter conoscere la fede della Chiesa, attraverso i suoi ministri ordinati, per l'esemplarità con cui compiono i riti prescritti, che indicano sempre nella liturgia eucaristica il centro di tutta l'opera di evangelizzazione. I fedeli, a loro volta, devono cercare di ricevere e venerare il Santissimo Sacramento con pietà e devozione, desiderando accogliere il Signore Gesù con fede, e sapendo ricorrere, ogni volta che sarà necessario, al Sacramento della riconciliazione per purificare l'anima da ogni peccato grave.

3. Significativo è l'esempio di Fra Galvão per la sua disponibilità al servizio del popolo, ogni qualvolta veniva interpellato. Consigliere di fama, pacificatore delle anime e delle famiglie, dispensatore della carità specialmente verso i poveri e gli infermi. Era molto ricercato per le confessioni, perché zelante, saggio e prudente. Una caratteristica di colui che ama veramente è il non voler che l'Amato venga offeso; la conversione dei peccatori era, perciò, la grande passione del nostro Santo. Suor Helena Maria, che è stata la prima "religiosa" destinata a dar inizio al "Recolhimento de Nossa Senhora da Conceição", ha testimoniato quello che Fra Galvão aveva detto: "Pregate perché Dio nostro Signore sollevi i peccatori con il suo braccio forte dal miserabile abisso delle colpe in cui si trovano". Possa questo delicato ammonimento servirci di stimolo per riconoscere nella Divina Misericordia il cammino verso la riconciliazione con Dio e con il prossimo e per la pace delle nostre coscienze.

4. Uniti con il Signore nella suprema comunione dell'Eucaristia e riconciliati con Lui e con il nostro prossimo, saremo così portatori di quella pace che il mondo non riesce a dare. Potranno gli uomini e le donne di questo mondo trovare la pace, se non saranno coscienti della necessità di riconciliarsi con Dio, con il prossimo e con sé stessi? Di alto significato è stato, in questo senso, quello che l'Assemblea del Senato di San Paolo scrisse al Ministro Provinciale dei Francescani alla fine del secolo XVIII, definendo Fra Galvão un "uomo di pace e di carità". Che cosa ci chiede il Signore? "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati". Ma subito dopo aggiunge: "Portate frutto, e che il vostro frutto rimanga" (cfr Gv 15, 12.16). E quale frutto ci chiede, se non quello di sapere amare, ispirandoci all'esempio del Santo di Guaratinguetá?

La fama della sua immensa carità non conosceva limiti. Persone di tutta la geografia nazionale andavano da Fra Galvão, che tutti accoglieva paternamente. Vi erano poveri, infermi nel corpo e nello spirito, che imploravano il suo aiuto.

Gesù apre il suo cuore e ci rivela il centro di tutto il suo messaggio redentore: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Ibid., v. 13). Lui stesso amò fino a dare la propria vita per noi sulla Croce. Anche l'azione della Chiesa e dei cristiani nella società deve possedere questa stessa ispirazione. Le iniziative di pastorale sociale, se sono orientate verso il bene dei poveri e degli infermi, portano in sé stesse questo sigillo divino. Il Signore conta su di noi e ci chiama amici, perché soltanto a coloro che amiamo in questo modo siamo capaci di dare la vita offerta da Gesù mediante la sua grazia.

Come sappiamo, la V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano avrà come tema fondamentale: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché in Lui i nostri popoli abbiano la vita". Come non vedere, allora, la necessità di ascoltare con fervore rinnovato la chiamata, per poter rispondere generosamente alle sfide che la Chiesa in Brasile e nell'America Latina è chiamata ad affrontare?

5. "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò", dice il Signore nel Vangelo (Mt 11, 28). Questa è la raccomandazione finale che Egli ci rivolge. Come non vedere qui il sentimento paterno e insieme materno di Dio per tutti i suoi figli? Maria, la Madre di Dio e Madre nostra, si trova particolarmente legata a noi in questo momento. Fra Galvão affermò con voce profetica la verità dell'Immacolata Concezione. Ella, la Tota Pulchra, la Vergine Purissima, che ha concepito nel suo seno il Redentore degli uomini ed è stata preservata da ogni macchia originale, vuole essere il sigillo definitivo del nostro incontro con Dio, nostro Salvatore. Non c'è frutto della grazia nella storia della salvezza che non abbia come strumento necessario la mediazione di Nostra Signora.

Di fatto, questo nostro Santo si è donato in modo irrevocabile alla Madre di Gesù fin dalla sua giovinezza, desiderando appartenerle per sempre e scegliendo la Vergine Maria come Madre e Protettrice delle sue figlie spirituali.

Carissimi amici e amiche, che bell'esempio da seguire ci ha lasciato Fra Galvão! Come suonano attuali per noi, che viviamo in un'epoca così piena di edonismo, le parole scritte nella formula della sua consacrazione: "Toglimi piuttosto la vita, prima che io offenda il tuo benedetto Figliuolo, mio Signore!". Sono parole forti, di un'anima appassionata, parole che dovrebbero far parte della normale vita di ogni cristiano, sia esso consacrato o meno, e risvegliano desideri di fedeltà a Dio sia dentro che fuori del matrimonio. Il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere. È necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio.

È proprio ora che ci è data nella Madonna la miglior difesa contro i mali che affliggono la vita moderna; la devozione mariana è la sicura garanzia di protezione materna e di tutela nell'ora della tentazione. E quale non sarà questa misteriosa presenza della Vergine Purissima, quando invocheremo la protezione e l'aiuto della Senhora Aparecida? Deponiamo nelle sue mani santissime la vita dei sacerdoti e dei laici consacrati, dei seminaristi e di tutti coloro che sono chiamati alla vita religiosa.

6. Cari amici, consentitemi di finire ripensando alla Veglia di Preghiera di Marienfeld, in Germania: dinanzi ad una moltitudine di giovani, ho voluto qualificare i Santi della nostra epoca come veri riformatori. E ho aggiunto: "Soltanto dai Santi, soltanto da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo" (Omelia, 20/08/2005). Questo è l'invito che rivolgo oggi a tutti voi, dal primo all'ultimo, in questa Eucaristia senza confini. Dio disse: "Siate santi, come io sono santo" (Lv 11, 44). Rendiamo grazie a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo, dai quali ci vengono, per intercessione della Vergine Maria, tutte le benedizioni del cielo; dai quali ci viene questo dono che, insieme alla fede, è la più grande grazia che possa essere concessa ad una creatura: il fermo desiderio di raggiungere la pienezza della carità, nella convinzione che la santità non solo è possibile ma anche necessaria ad ognuno nel proprio stato di vita, per svelare al mondo il vero volto di Cristo, nostro amico! Amen!

In tempi in cui le medicine e la scienza medica non erano evolute come oggi, in molti si recavano da Fra Galvão per essere curati. In una di queste visite, ispirato da Dio, scrisse su un pezzo di carta una frase in latino dell'Ufficio di Nostra Signora, che potrebbe essere tradotta così: "Dopo il parto, o Vergine, sei rimasta intatta: Madre di Dio, intercedi per noi!". Arrotolò la carta come fosse una pillola e la diede a un giovane che stava per morire per coliche renali. I dolori cessarono immediatamente. Poi si recò da lui un signore a chiedere preghiere e una "medicina" per la moglie che stava soffrendo per le doglie del parto. Fra Galvão fece nuovamente la pillola e il bambino nacque in breve tempo. Da quel momento dovette insegnare ai fratelli del Recolhimento a confezionare le pillole e a darle alle persone che ne avevano bisogno, cosa che fanno ancora oggi. 

È interessante osservare come nell'immenso numero di grazie ottenute per intercessione di Fra Galvão nel Monastero da Luz, sebbene circa il 60, 70% siano legate alla guarigione da un tumore, le altre riguardano problemi legati a calcoli renali, gravidanze e parti, o coppie che non riuscivano ad averi figli.

SANTA MESSA PER LA BEATIFICAZIONE DI QUATTRO SERVI DI DIO: 
ZEFIRINO AGOSTINI, ANTÔNIO DE SANT'ANNA GALVÃO, 
FAUSTINO MIGUEZ E THEODORE GUÉRIN

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 25 ottobre 1998

   

1. "Ascoltino gli umili e si rallegrino" (Sal 33,3).

Con queste parole, l'odierna liturgia ci invita alla gioia, mentre rendiamo grazie al Signore per il dono dei nuovi Beati. La gioia della Chiesa si esprime nel canto di lode, che l'assemblea innalza verso il cielo. Sì, gli umili ascoltino e si rallegrino considerando le opere che Iddio compie nella vita dei suoi servi fedeli. La Chiesa, che è il "Popolo degli umili", ascolta e si rallegra, perché in questi suoi membri, annoverati fra i Beati, vede riflesso l'amore misericordioso del Padre celeste. Con la liturgia, facciamo nostre le parole ispirate di Gesù: "Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli" (Canto al Vangelo).

I "piccoli": quanto diversa è la logica degli uomini rispetto a quella divina! I "piccoli", secondo il Vangelo, sono le persone che, sapendo di essere creature di Dio, rifuggono da ogni presunzione: ripongono ogni loro attesa nel Signore e per questo mai restano deluse. Questo è l'atteggiamento fondamentale del credente: fede e umiltà sono inscindibili. Ne è prova anche la testimonianza resa dai nuovi Beati: Zefirino Agostini, Antonio de Sant'Anna Galvão, Faustino Míguez e Theodore Guerin. Più una persona è grande nella fede e più si sente "piccola", ad immagine di Cristo Gesù, il quale, "pur essendo di natura divina ... spogliò se stesso" (Fil 2,6-7) e venne tra gli uomini come loro servo.

2. I nuovi Beati sono per noi esempi da imitare e testimoni da seguire. Essi hanno confidato in Dio. La loro esistenza dimostra che la forza dei piccoli è la preghiera, come mette in luce la Parola di Dio dell'odierna Domenica. I Santi, i Beati sono anzitutto uomini e donne di preghiera: benedicono il Signore in ogni tempo, sulla loro bocca vi è sempre la sua lode; gridano e il Signore li ascolta, li salva da tutte le loro angosce, come ci ha ricordato il Salmo responsoriale (cfr Sal 33,2.18). La loro preghiera penetra le nubi, è incessante, non si stanca e non viene meno, finché l'Altissimo non sia intervenuto (cfr Sir 35,16-18).

La potenza orante degli uomini e delle donne spirituali si accompagna sempre in essi con il sentimento vivo della propria limitatezza e indegnità. E' la fede, e non la presunzione, che alimenta nei discepoli di Cristo il coraggio e la fedeltà. Essi, come l'apostolo Paolo, sanno che il Signore riserva la corona di giustizia per quanti attendono con amore la sua manifestazione (cfr 2 Tm 4,8).

3. “Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza” (2 Tm 4, 17).

Queste parole dell’Apostolo a Timoteo ben si applicano a Don Zefirino Agostini, il quale, pur tra innumerevoli difficoltà, non si perse mai d’animo. Egli ci viene presentato oggi come umile e saldo testimone del Vangelo nel fecondo periodo della Chiesa veronese del secondo Ottocento. Salda fu la sua fede, efficace la sua azione caritativa e ardente lo spirito sacerdotale che lo contraddistinse.

L’amore del Signore lo sospinse nel suo apostolato rivolto ai più poveri, ed in particolare all’educazione cristiana delle fanciulle, specialmente più bisognose. Egli aveva ben compreso l'importanza della donna quale protagonista del risanamento della società, nei suoi ruoli di educatrice ai valori della libertà, dell’onestà e della carità.

Raccomandava alle Orsoline, sue figlie spirituali: “Le fanciulle povere: siano esse il più caro oggetto delle vostre cure, delle vostre attenzioni. Sensibilizzate le loro menti, educate a virtù il loro cuore, salvatene le anime dal pestifero contatto del mondo perverso” (Scritti alle Orsoline, 289). Possa il suo esempio costituire un valido incoraggiamento per quanti oggi l’onorano come Beato e l’invocano come protettore.

4. «O Senhor me assistiu e me deu forças, para que, por meu intermédio, a mensagem do Evangelho fosse plenamente proclamada» (2 Tim 4,17).

As palavras de S. Paulo refletem bem a vida do Frei Antônio de Sant'Ana Galvão, que quis corresponder à própria consagração religiosa, dedicando-se com amor e devotamento aos aflitos, aos doentes e aos escravos da sua época no Brasil.

Demos graças a Deus pelos contínuos benefícios outorgados pelo poderoso influxo evangelizador que o Espírito Santo deu vida até hoje em tantas almas através do Frei Galvão. Sua fé genuinamente franciscana, evangelicamente vivida e apostolicamente gasta no serviço ao próximo, servirá de estímulo para o imitar como «homem da paz e da caridade». A missão de fundar os Recolhimentos dedicados à Nossa Senhora e à Providência continua produzindo frutos surpreendentes: ardoroso adorador da Eucaristia, mestre e defensor da caridade evangélica, prudente conselheiro da vida espiritual de tantas almas e defensor dos pobres. Que Maria Imaculada, de quem Frei Galvão se considerava como «filho e perpétuo escravo», ilumine os corações dos fiéis e desperte neles a fome de Deus até à entrega a serviço do Reino, mediante o próprio testemunho de vida autenticamente cristã.

5. «El que se humilla será enaltecido» (Lc 18,14). Al elevar a la gloria de los altares al sacerdote escolapio Faustino Míguez se cumplen estas palabras de Jesús que hemos escuchado en el evangelio. El nuevo Beato, renunciando a sus propias ambiciones, siguió a Jesús Maestro y consagró su vida a la enseñanza de la infancia y la juventud, al estilo de San José de Calasanz. Como educador, su meta fue la formación integral de la persona. Como sacerdote, buscó sin descanso la santidad de las almas. Como científico, quiso paliar la enfermedad liberando a la humanidad que sufre en el cuerpo. En la escuela y la calle, en el confesionario y el laboratorio, el Padre Faustino Míguez fue siempre transparencia de Cristo, que acoge, perdona y anima.

«Hombre del pueblo y para el pueblo», nada ni nadie le fue ajeno. Por eso constata la situación de ignorancia y marginación en la que vive la mujer, a la que considera el «alma de la familia y la parte más interesante de la sociedad». Con el fin de guiarla desde su infancia por el camino de la promoción humana y cristiana, funda el Instituto Calasancio de Hijas de la Divina Pastora, para la educación de las niñas en la piedad y las letras.

Su ejemplo luminoso, entretejido de oración, estudio y apostolado, se prolonga hoy en el testimonio de sus hijas y de tantos educadores que trabajan con denuedo e ilusión para grabar la imagen de Jesús en la inteligencia y el corazón de la juventud.

6. “The Lord stood by me and gave me strength to proclaim the word fully” (2 Tim 4:17). In these words to Timothy, Saint Paul looks back across the years of his apostolic ministry and affirms his hope in the Lord in the face of adversity.

The words of the Apostle were engraved on Mother Theodore Guerin’s heart when she left her native France in 1840 with her five companions to face the uncertainties and dangers of the frontier territory of Indiana. Her life and work were always guided by the sure hand of Providence, in which she had complete confidence. She understood that she must spend herself in God’s service, seeking always his will. Despite initial difficulties and misunderstandings, and subsequent crosses and afflictions, she felt deeply that God had blessed her Congregation of the Sisters of Providence, giving it growth and forging a union of hearts among its members. In the Congregation’s schools and orphanages, Mother Theodore’s witness led many young boys and girls to know the loving care of God in their lives.

Today she continues to teach Christians to abandon themselves to the providence of our Heavenly Father and to be totally committed to doing what pleases him. The life of Blessed Theodore Guerin is a testimony that everything is possible with God and for God. May her spiritual daughters and all who have experienced her charism live the same spirit today.

7. Carissimi Fratelli e Sorelle, convenuti da varie parti del mondo per questa festosa Celebrazione, vi saluto cordialmente e vi ringrazio per la vostra presenza!

La testimonianza offerta dai nuovi Beati sia per noi un incoraggiamento a proseguire con generosità sulla strada del Vangelo. Guardando a loro che hanno trovato grazia presso Dio per la loro umile sottomissione alla sua volontà, possa il nostro spirito sentirsi sospinto a seguire il Vangelo con paziente e costante generosità.

"Chi venera Dio sarà accolto con benedizione e la sua preghiera giungerà fino alle nubi" (Sir 35,16). Ecco la grande lezione che questi nostri fratelli ci offrono: onorare, amare e servire Iddio con tutta la vita, consapevoli sempre che "chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18,14).

Apra Iddio a tutti con larghezza i tesori della sua misericordia: Egli, che "ascolta proprio la preghiera dell'oppresso" (Sir 35,13); che "è vicino a chi ha il cuore ferito" (Sal 33,19); che salva i poveri "da tutte le loro angosce" (Sal 33,18); che rende soddisfazione ai giusti e ristabilisce l'equità (cfr Sir 35,18).

La Vergine Maria, Regina di tutti i Santi, ottenga per noi e per ogni credente il dono dell'umiltà e della fedeltà, perché la nostra preghiera sia sempre autentica e gradita al Signore.

Amen.