Augusto Czartoryski

Augusto Czartoryski

(1858-1893)

Beatificazione:

- 25 aprile 2004

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 8 aprile

Sacerdote della Società Salesiana, al quale la malferma salute non impedì di raggiungere grandi doni di santità e di seguire con fermezza la divina vocazione

  • Biografia
  • omeli di beatificazione
“In piena libertà ho voluto emettere i voti, e lo feci con grande gioia del mio cuore. Da quel giorno godo, vivendo in Congregazione, una grande pace di spirito”

 

Auguste Czartoryski nacque a Parigi il 2 agosto 1858, in esilio. Da circa trent’anni la sua nobile stirpe, legata alla storia e agli interessi dinastici della Polonia, era emigrata in Francia, e da Palazzo Lambert, sulle rive della Senna, dirigeva una vasta azione tra i connazionali e presso le Cancellerie europee, allo scopo di restaurare l’unità della patria, smembrata dal 1795 tra le grandi potenze.

Il principe Adamo Czartoryski, guerriero e uomo politico, aveva ceduto le redini del casato, oltre che dell’attività patriottica, al principe Ladislao, unitosi in matrimonio con la principessa Maria Amparo, figlia della regina di Spagna Maria Cristina e del duca Rianzarez. Sono questi i genitori del nostro Augusto. Egli, primogenito della famiglia, fu visto come il punto di riferimento di tutti coloro che, dopo il terzo smembramento della Polonia, ne sognavano la rinascita. Ma i disegni di Dio erano altri.

A sei anni muore la mamma, ammalata di tubercolosi: un'eredità che trasmetterà al figlio. Quando il male manifestò i suoi primi sintomi, cominciò per Augusto un lungo, forzato pellegrinaggio in cerca della salute, che non riacquisterà mai: Italia, Svizzera, Egitto, Spagna furono le principali stazioni del suo girovagare. Ma non era la salute il principale obiettivo della sua ricerca: coesisteva nel suo animo giovanile un'altra ricerca ben più preziosa, quella della sua vocazione.

Egli non aveva tardato molto a capire che non era fatto per la vita di corte. A vent'anni, scrivendo al padre, diceva tra l'altro, alludendo alle feste mondane, cui era costretto a partecipare: “Le confesso che sono stanco di tutto ciò. Sono divertimenti inutili che mi angustiano. Mi è molesto esser obbligato a far conoscenze in tanti banchetti”.

Molto influsso sul giovane principe fu esercitato dal suo precettore Giuseppe Kalinowski. Questi – canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1991 - aveva alle spalle dieci anni di lavori forzati in Siberia, e si farà poi Carmelitano. Fu precettore di Czartoryski solo per tre anni (1874-1877), ma vi lasciò il segno. E' lui a farci sapere che ad orientare il principe nella sua ricerca vocazionale furono soprattutto le figure di san Luigi Gonzaga e del compatriota santo Stanislao Kostka. Era entusiasta del motto di quest’ultimo: “Ad maiora natus sum”. “La vita di san Luigi del padre Cepari mandatami dall'Italia – scrive poi il Kalinowski - ebbe efficacia risolutiva sul progresso spirituale di Augusto e gli aprì la via a più facile unione con Dio”.

Quando il Kalinowski entrò tra i Carmelitani, il padre di Augusto, accettando la sua proposta, mise a fianco del figlio come nuovo precettore un sacerdote, don Stanislao Kubowicz. Ciò fu per il giovane un ulteriore aiuto spirituale.

Ma l'evento decisivo fu l'incontro con don Bosco.

Augusto aveva 25 anni, quando lo conobbe per la prima volta. Ciò avvenne a Parigi, proprio nel palazzo Lambert, dove il Fondatore dei Salesiani celebrò Messa nell’Oratorio di famiglia. All’altare servivano il principe Ladislao e Augusto. “E’ da molto tempo che desideravo fare la sua conoscenza!”, disse don Bosco ad Augusto. Da quel giorno Augusto vide nel santo educatore il padre della sua anima e l’arbitro del suo avvenire.

Nel giovane la vocazione alla vita religiosa si era venuta chiarendo sempre di più. Che egli non mostrasse propensione a formarsi una famiglia, nonostante la sua condizione di primo erede, era apparso sempre più esplicito. Davanti a precise proposte di matrimonio, Augusto, se da una parte per rispetto al padre e secondo l’etichetta nobiliare non aveva opposto un netto rifiuto, dall’altra parte però non aveva mai mostrato interesse per le persone indicate. 

Ora, dopo l’incontro con don Bosco, Augusto non solo sentì rafforzarsi la vocazione allo stato religioso, ma ebbe la netta convinzione di essere chiamato a diventare salesiano. E infatti d’ora in poi “appena il padre glielo permetteva – scrive don Ceria – Augusto veniva a Torino per incontrarsi con don Bosco e riceverne i consigli. Fece anzi vari corsi di Esercizi Spirituali sotto la direzione del Santo, prendendo abitazione all’Oratorio, con suo gran disagio per la mancanza di comodità”.

Don Bosco era diventato dunque il punto di riferimento per il discernimento vocazionale del giovane. Il Santo tuttavia ebbe sempre un atteggiamento di grande cautela circa l'accettazione del principe in Congregazione. Sarà invece il Papa in persona, Leone XIII, a sciogliere ogni dubbio. Saggiata la volontà di Augusto, il Papa concluse: “Dite a don Bosco essere volontà del Papa che vi riceva tra i Salesiani”. “Ebbene, mio caro”, rispose immediatamente don Bosco, “io l'accetto. Da questo istante, ella fa parte della nostra Società e desidero che vi appartenga fino alla morte”.

Alla fine di giugno del 1887, dopo aver fatto tutte le rinunce in favore dei fratelli, il giovane fu mandato a S. Benigno Canavese per un breve aspirantato, prima di cominciare il noviziato, che iniziò in quello stesso anno sotto la guida del Maestro don Giulio Barberis. Augusto deve capovolgere tante consuetudini: l'orario, il vitto, la vita comune... Deve anche lottare contro i tentativi della famiglia, che non si rassegna a questa scelta. Il padre va a visitarlo e tenta di dissuaderlo. Ma Augusto non si lascia vincere. Il 24 novembre 1887 fa la vestizione nella Basilica di Maria Ausiliatrice per le mani di don Bosco. “Coraggio, mio principe - gli sussurra il Santo all'orecchio -. Oggi abbiamo riportato una magnifica vittoria. Ma posso anche dirle, con grande gioia, che verrà un giorno in cui lei sarà sacerdote e per volontà di Dio farà molto bene alla sua patria”. 

Don Bosco muore dopo due mesi, e sulla sua tomba a Valsalice il principe Czartoryski diventa salesiano emettendo i voti religiosi. 

La malattia fa sì che egli venga inviato sulla costa ligure, e qui affronta gli studi di teologia. Il decorso della malattia fa riprendere con maggior insistenza i tentativi della famiglia, che ricorre anche alle pressioni dei medici. Al cardinale Parocchi, pregato di usare la sua influenza per strapparlo alla vita salesiana, egli scrive: “In piena libertà ho voluto emettere i voti, e lo feci con grande gioia del mio cuore. Da quel giorno godo, vivendo in Congregazione, una grande pace di spirito, e ringrazio il Signore di avermi fatto conoscere la Società Salesiana e di avermi chiamato a vivere in essa”.

Preparato dalla sofferenza, il 2 aprile 1892 viene ordinato sacerdote a San Remo da Mons. Tommaso Reggio, vescovo di Ventimiglia. Il principe Ladislao e la zia Isa non parteciparono all’Ordinazione. L’intera famiglia si riunì poi a Mentone il 3 maggio. Fu una tacita riconciliazione, che imponeva al principe Ladislao la definitiva rinuncia a sogni ostinatamente accarezzati. 

La vita sacerdotale di don Augusto durò appena un anno, che egli trascorse ad Alassio, in una camera che dava sul cortile dei ragazzi.

Il cardinal Cagliero riassume così questo ultimo scorcio della sua vita: “Egli non era più di questo mondo! La sua unione con Dio, la conformità perfetta al divino volere nell’aggravata infermità, il desiderio di uniformarsi a Gesù Cristo nei patimenti e nelle afflizioni, lo rendevano eroico nella pazienza, calmo nello spirito, e invitto, più che nel dolore, nell’amore di Dio”.

Si spense ad Alassio la sera di sabato 8 aprile 1893, nell’ottava di Pasqua, seduto sul seggiolone già usato da don Bosco. “Che bella Pasqua!”, aveva detto lunedì al confratello che l’assisteva, senza immaginare che l’ultimo giorno dell’ottava l’avrebbe celebrato in paradiso. Aveva trentacinque anni di età e cinque di vita salesiana. Sulla sua immaginetta di Prima Messa aveva scritto: “Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi” (Salmo 83). 

La sua salma fu trasportata in Polonia e tumulata nella cripta parrocchiale di Sieniawa, accanto alle tombe di famiglia, dove un giorno Augusto aveva fatto la sua prima comunione. Successivamente le spoglie vennero traslate nella chiesa salesiana di Przemysl, dove si trovano ancor oggi.

CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI SEI SERVI DI DIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Terza Domenica di Pasqua, 25 aprile 2004

 

1. "Sapevano bene che era il Signore" (Gv 21,12): così l’evangelista Giovanni esprime la reazione di gioia dei discepoli nel riconoscere il Signore risorto. Gesù si manifesta loro dopo una notte di duro e infruttuoso lavoro nel lago di Tiberiade. Fidandosi della sua parola, essi gettano le reti in acqua e portano a riva una "gran quantità di pesci" (Gv 21,6).

Come gli apostoli, anche noi restiamo stupiti dinanzi alla ricchezza delle meraviglie che Iddio compie nel cuore di quanti in lui confidano. Nel corso dell’odierna Celebrazione eucaristica contempliamo quanto Egli ha realizzato in sei nuovi Beati: nel presbitero Augusto Czartoryski; in quattro religiose: Laura Montoya, María Guadalupe García Zavala, Nemesia Valle, Eusebia Palomino Yenes; in una laica, Alexandrina Maria da Costa. Sono esempi eloquenti di come il Signore trasformi l’esistenza dei credenti, quando ci si fida di Lui.

2. "Jak miłe są przybytki Twoje, Panie Zastępów... dzień jeden w przybytkach Twoich lepszy jest niż innych tysiące" (Ps 84/83/, 2.11). Te słowa Psalmu zapisał jako motto życia na prymicyjnym obrazku błogosławiony August Czartoryski. Zawiera się w nich zachwyt człowieka, który idąc za głosem powołania odkrywa piękno kapłańskiej posługi. Brzmi w nich również echo różnorakich wyborów, jakich musi dokonywać każdy, kto odkrywa wolę Bożą i pragnie ją pełnić. August Czartoryski, młody książę, wypracował skuteczną metodę rozeznawania zamysłów Bożych. Wszystkie pytania i rozterki przedstawiał najpierw Bogu w modlitwie, a potem w duchu posłuszeństwa szedł za radą swoich duchowych przewodników. Tak odczytał swoje powołanie, aby podjąć życie ubogie i służyć najmniejszym.Ta sama metoda pozwoliła mu przez całe życie dokonywać takich wyborów, że możemy dziś powiedzieć, że realizował zamysły Bożej Opatrzności w sposób heroiczny.

Przykład jego świętości pragnę pozostawić szczególnie ludziom młodym, którzy dziś szukają sposobu na odkrywanie woli Bożej odnośnie do ich życia i pragną wiernie podążać każdego dnia za głosem Bożym. Moi drodzy młodzi przyjaciele, uczcie się od błogosławionego Augusta gorąco prosić na modlitwie o światło Ducha Świętego i o mądrych przewodników, abyście mogli poznawać Boży plan waszego życia i byście zdołali zawsze kroczyć drogą świętości.

["Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia languisce e brama gli atri del Signore… Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove" (Sal 84/83/, 2.11). Queste parole del Salmo ha scritto come motto di vita sull’immaginetta della prima Messa il beato Augusto Czartoryski. In esse è contenuto il rapimento di un uomo che, seguendo la voce della chiamata, scopre la bellezza del ministero sacerdotale. Risuona in esse l’eco delle diverse scelte che deve fare chiunque scorge la volontà di Dio e desidera compierla. Augusto Czartoryski, giovane principe, ha elaborato un efficace metodo di discernimento dei disegni divini. Presentava a Dio nella preghiera tutte le domande e le perplessità di fondo e poi nello spirito di obbedienza seguiva i consigli delle sue guide spirituali. Così ha compreso la sua vocazione di intraprendere la vita povera per servire i più piccoli. Lo stesso metodo gli ha permesso, nel corso di tutta la vita, di compiere scelte tali, che oggi possiamo dire che egli ha realizzato i disegni della Provvidenza Divina in modo eroico.

Voglio lasciare l’esempio della sua santità soprattutto ai giovani, che oggi cercano il modo di decifrare la volontà di Dio nei riguardi della loro vita e desiderano ogni giorno procedere fedelmente secondo la parola divina. Miei cari giovani amici, imparate dal beato Augusto a chiedere ardentemente nella preghiera la luce dello Spirito Santo e guide sagge, affinché possiate conoscere il piano divino nella vostra vita e siate capaci di camminare sempre sulla via della santità.]

3. "Estaba ya amaneciendo cuando Jesús se presentó en la orilla; pero los discípulos no sabían que era Jesús" (Jn, 21,4). Es una posibilidad para el hombre no conocer al Señor, a pesar de múltiples manifestaciones a lo largo de la historia. La Madre Laura Montoya, viendo cómo tantos indígenas, lejos de los centros urbanos, vivían desconociendo a Dios, se decidió a fundar la Congregación de las Misioneras de María Inmaculada y Santa Catalina de Siena, para llevar la luz del Evangelio a los habitantes de las selvas.

Esta Beata colombiana se sintió madre espiritual de los indígenas, a los que quiso mostrar el amor de Dios. Sus tiempos no fueron fáciles, pues las tensiones sociales ensangrentaban también entonces su noble patria. Inspirándonos en su mensaje pacificador, le pedimos hoy que la amada Colombia goce pronto de paz, de justicia y de progreso integral.

["Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù" (Gv 21, 4).
È possibile per l'uomo non conoscere il Signore, nonostante le sue molteplici manifestazioni nel corso della storia. Madre Laura Montoya vedendo come tanti indigeni, lontani dai centri urbani, vivevano senza conoscere Dio, decise di fondare la Congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena, al fine di portare la luce del Vangelo agli abitanti delle selve.
Questa Beata colombiana si sentì madre spirituale degli indigeni, ai quali ha voluto mostrare l'amore di Dio. I suoi tempi non furono facili, poiché le tensioni sociali insanguinavano anche allora la sua nobile patria. Ispirandoci al suo messaggio pacificatore, le chiediamo oggi che l'amata Colombia possa presto godere della pace, della giustizia e del progresso integrale.]

4. En el Evangelio hemos escuchado la triple pregunta de Jesús a Pedro: "¿Me amas?". Esta misma pregunta Cristo dirige a los hombres y mujeres de todas las épocas. Los cristianos deben responder con firmeza y prontitud a los proyectos que Él tiene sobre cada uno. Así sucedió en la vida de la Beata Guadalupe García Zavala, mexicana, que renunciando al matrimonio, se dedicó al servicio de los más pobres, necesitados y enfermos, y fundó por eso la Congregación de las Siervas de Santa Margarita María y de los Pobres.

Con una fe profunda, una esperanza sin límites y un gran amor a Cristo, Madre Lupita buscó la propia santificación desde el amor al Corazón de Jesús y la fidelidad a la Iglesia. De este modo vivió el lema que dejó a sus hijas: "Caridad hasta el sacrificio y constancia hasta la muerte".

[Nel Vangelo abbiamo ascoltato la triplice domanda di Gesù a Pietro: "Mi ami?". Questa stessa domanda Cristo la rivolge agli uomini e alle donne di tutte le epoche. I cristiani devono rispondere con fermezza e prontezza ai progetti che Egli ha su ciascuno di noi. Così accadde nella vita della Beata Guadalupe García Zavala, messicana, che rinunciando al matrimonio, si dedicò al servizio dei più poveri, dei bisognosi e degli infermi, fondando a tal fine la Congregazione delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei più Poveri.
Con fede profonda, speranza sconfinata e grande amore per Cristo, Madre Lupita cercò la propria santificazione a partire dall'amore per il Cuore di Gesù e dalla fedeltà alla Chiesa. In questo modo visse il motto che lasciò alle sue Figlie:  "Carità fino al sacrificio e costanza fino alla morte".]

5. "Manifestare l’amore di Dio ai piccoli, ai poveri, ad ogni uomo, in ogni parte della terra": questo è stato l’impegno della beata Nemesia Valle nel corso di tutta la sua esistenza. Questo insegnamento essa lascia particolarmente alle sue consorelle, le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, come pure ai fedeli dell’Arcidiocesi di Torino. E’ l’esempio di una santità luminosa, protesa alle alte vette della perfezione evangelica, e che si traduce nei semplici gesti della vita quotidiana interamente spesa per Dio.

La nuova Beata continua a ripetere a noi tutti: "La santità non consiste nel fare molte cose o nel farne di grandi … Santo è chi si consuma al proprio posto ogni giorno, per il Signore".

6. El Señor dice a Pedro de manera decidida y tajante: "Sígueme". También Sor Eusebia Palomino, de las Hijas de María Auxiliadora, oyó un día la llamada de Dios y respondió a través de una intensa espiritualidad y una profunda humildad en su vida diaria. Como buena salesiana, estuvo animada por el amor a la Eucaristía y a la Virgen. Lo importante para ella era amar y servir; el resto no contaba, fiel a la máxima salesiana del "da mihi animas, caetera tolle".

Con la radicalidad y la coherencia de sus opciones, Sor Eusebia Palomino Yenes traza un camino fascinador y exigente de santidad para todos nosotros y muy especialmente para los jóvenes de nuestro tiempo.

[Il Signore dice a Pietro in modo deciso e incisivo: "Seguimi". Anche Suor Eusebia Palomino, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sentì un giorno la chiamata di Dio e rispose attraverso un'intensa spiritualità e una profonda umiltà nella vita quotidiana. Da buona salesiana, fu animata dall'amore per l'Eucaristia e per la Vergine. L'importante per lei era amare e servire; il resto non contava, fedele alla massima salesiana del "da mihi animas, caetera tolle".
Con la radicalità e la coerenza delle sue scelte, Suor Eusebia Palomino Yenes tracciò un cammino attraente ed esigente di santità per tutti noi e soprattutto per i giovani del nostro tempo.]

7. "Tu amas-Me?" - pergunta Jesus a Simão Pedro. Este responde: «Tu sabes tudo, Senhor, bem sabes que Te amo». A vida da Beata Alexandrina Maria da Costa pode resumir-se neste diálogo de amor. Investida e abrasada por estas ânsias de amor, não quer negar nada ao seu Salvador: de vontade forte, tudo aceita para mostrar que O ama. Esposa de sangue, revive misticamente a paixão de Cristo e oferece-se como vítima pelos pecadores, recebendo a força da Eucaristia que se torna o único alimento dos seus últimos treze anos de vida.

Pela esteira da Beata Alexandrina, expressa na trilogia "sofrer, amar, reparar", os cristãos podem encontrar estímulo e motivação para nobilitar tudo o que a vida tenha de doloroso e triste com a prova maior de amor: sacrificar a vida por quem se ama.

["Mi ami tu? " domanda Gesù a Simon Pietro. Egli risponde:  "Certo, Signore, tu lo sai che ti amo". La vita della Beata Alexandrina Maria da Costa può riassumersi in questo dialogo d'amore. Permeata e ardente di queste ansie d'amore, non vuole negare nulla al suo Salvatore:  dalla forte volontà, accetta tutto per dimostrargli che lo ama. Sposa di sangue, rivive misticamente la passione di Cristo e si offre come vittima per i peccatori, ricevendo la forza dall'Eucaristia che diventa l'unico alimento dei suoi ultimi tredici anni di vita.
Nell'esempio della Beata Alexandrina, espresso nella trilogia "soffrire, amare, riparare", i cristiani possono trovare lo stimolo e la motivazione per nobilitare tutto ciò che la vita ha di doloroso e triste attraverso la prova d'amore più grande:  sacrificare la vita per chi si ama.]

8. "Certo Signore, tu lo sai che ti amo" (Gv 21,15). Come Pietro, come gli Apostoli sulle rive del lago di Tiberiade, anche questi nuovi Beati hanno fatto propria, portandola alle estreme conseguenze, questa semplice ma incisiva professione di fede e di amore. L’amore verso Cristo è il segreto della santità!

Carissimi Fratelli e Sorelle, seguiamo l’esempio di questi Beati! Offriamo, come loro, una testimonianza coerente di fede e di amore nella presenza viva e operante del Risorto!