Frederick Bachstein e 13 compagni

Frederick Bachstein e 13 compagni

(†1611)

Beatificazione:

- 13 ottobre 2012

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 15 febbraio

Religiosi professi dell’Ordine dei Frati Minori, martiri per la Fede che versarono il loro sangue nel convento di Santa Maria della Neve a Praga per mano di una folla inferocita formata da Hussiti, Calvinisti, Luterani; vissero lietamente in fraternità, diedero testimonianza di unità nella diversità delle loro culture, zelarono la perfetta osservanza della regola, affrontarono il comune martirio, veri fratelli di fede e di carità.

  • Biografia
  • i martiri
  • ANGELUS
"Ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui" (Benedetto XVI)

 

Nei suoi figli perseguitati e annientati, la Chiesa mostra la sua vitalità di Madre Santa, che si oppone all’odio, alle tenebre e alla violenza del male, con la forza sovrabbondante della carità e del perdono.

Tale fu la testimonianza di fede dei Venerabili Servi di Dio Federico Bachstein e dei suoi tredici compagni, religiosi dell’Ordine dei Frati Minori. A loro fu dato di vivere la persecuzione per amore di Gesù e della sua Chiesa, e di conseguire la beatitudine promessa ai servi fedeli. 

Il loro doloroso e glorioso martirio maturò nel contesto politico religioso della lotta tra le forze cattoliche dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo e quelle degli Stati riformati della Boemia, all’inizio del sec. XVII. A partire dal 1604 i frati Minori si erano stabiliti nella città di Praga, nel diruto convento di Santa Maria della Neve un tempo appartenuto ai carmelitani.

I frati Minori provenivano da varie regioni d’Europa e tuttavia nella diversità delle loro culture vivevano uniti nell’amore di Cristo. Portavano con loro l’eredità della vocazione di san Francesco, al quale Gesù parlando dalla croce aveva detto: “Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina“. Come era avvenuto per il santo di Assisi non si trattò solo della riedificazione del luogo sacro, quanto di ricostruire la Chiesa, in quel tempo lacerata da gravi divisioni. Quei religiosi, esercitavano il ministero della predicazione, amministravano i sacramenti, visitavano gli infermi, soccorrevano i poveri, in un ambiente dove la maggioranza dei cristiani aderiva a confessioni non cattoliche. L’esempio della loro vita evangelica, povera e lieta, determinava il ritorno di molti fratelli riformati alla Chiesa cattolica. Per questo accadeva che, andando per strada o alla questua, i frati minori ricevessero ingiurie, venissero maltrattati e minacciati.

Il giorno di 15 febbraio 1611 l’esercito di Leopoldo d’Asburgo assediò la città di Praga, allo scopo di consolidare il dominio dell’Imperatore cattolico. Lo spavento dei cittadini di confessione riformata di fronte all’esercito cattolico esplose in manifestazioni di radicalismo. Una turba di circa duemila uomini fece irruzione nel convento di Santa Maria della Neve, dove si credeva erroneamente che si fossero introdotti alcuni soldati dell’esercito cattolico, protetti dai religiosi. Il primo frate ad essere ucciso fu fra Cristoforo Zelt, fratello laico olandese, ferito alla testa mentre era intento a portare legna al forno. Fra Clemente, chierico tedesco, venne ucciso a colpi d’ascia; Padre Simone, sacerdote francese, fu pugnalato nel letto dove giaceva ammalato. Fra Gerolamo dei Conti Arese di Milano, diacono, fu trafitto davanti all’immagine della Madonna; Padre Bartolomeo Dalmasoni, sacerdote italiano e fra Giovanni Bodeo, fratello laico italiano, coperti di insulti e bestemmie, furono finiti a colpi di bastoni e flagelli. Padre Giovanni Martínez, sacerdote spagnolo, ebbe un braccio amputato mentre cercava di mettere in salvo l’Eucaristia, poi gli sfracellarono il cranio. Padre Federico Bachstein, sacerdote, vicario, trovò rifugio nel campanile con i novizi fra Giovanni e fra Antonio, e con fra Emanuele, laico aiutante in cucina, ma vennero raggiunti, percossi e gettati dall’alto all’interno della chiesa. Questi quattro frati erano boemi. Fra Gaspare Daverio, suddiacono italiano, fu catturato presso il campanile, lo fecero a pezzi e lo gettarono da una finestra; fra Giovanni Diego, laico tedesco e fra Giacomo, chierico tedesco, vennero trucidati sul tetto della chiesa.

Il mattino del 15 febbraio 1611 il convento fu assalito da una folla inferocita, armata di spade e bastoni, sobillata calunniosamente contro i frati, accusati di portare aiuto ai nemici di Praga. Sorpresi nelle varie parti del convento o in chiesa, mentre attendevano alle rispettive occupazioni, i Servi di Dio caddero colpiti a morte e morirono senza ribellarsi in difesa della fede cattolica.

L’eletta schiera dei campioni della fede, degni di essere annoverati nel numero dei martiri, è guidata da padre Federico Bachstein, sacerdote, boemo, nato a Pomerio presso Jindrichuv Hradec, di circa cinquanta anni, Vicario del convento e Maestro dei Novizi. Fu ucciso con un colpo di lancia al cuore.

A lui fanno corona:

  • Giovanni Martínez, sacerdote, spagnolo, di circa quaranta anni, dotto controversista; era il sacrestano e il confessore degli spagnoli che si trovavano a Praga. Nel giorno del massacro cercò di nascondere il SS.mo Sacramento, ma fu catturato e gli furono tagliate la testa e la mano destra.
  • Simone, sacerdote, francese di circa trenta anni; era incaricato di raccogliere le elemosine. Fu aggredito nella sua cella e gli venne fracassato il cranio a colpi di bastone; dopo di che trafitto allo stomaco e in altre parti del corpo.
  • Bartolomeo Dalmasoni, sacerdote, italiano, nato a Ponte S. Pietro (Bergamo); curava il restauro della chiesa e del convento. Fu aggredito nel sotterraneo dove si era rifugiato. Venne flagellato e poi ucciso a sciabolate.
  • Girolamo dei conti Arese, diacono, italiano di Milano, di circa ventiquattro anni. Fu trafitto con la spada mentre era inginocchiato dinanzi all’Altare della Madonna posto nel dormitorio.
  • Gaspare Daverio, suddiacono, italiano, di ventisette anni, nato a Busto Arsizio (Varese) il 27 aprile 1584. Gli assalitori lo uccisero buttandolo giù dal tetto della chiesa.
  • Giacomo, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, tedesco di Augusta, chierico con voti temporanei. Gli assalitori lo uccisero scaraventandolo dal tetto della chiesa.
  • Clemente, di età compresa tra i diciotto e i venti anni, tedesco di Sassia, religioso con voti temporanei. Ebbe la testa tagliata in due con una scure.
  • Giovanni, boemo, chierico novizio. Fu ucciso probabilmente a colpi di mazza di ferro.
  • Cristoforo Zelt, fratello laico, olandese di circa 70 anni, cuoco. Fu il primo ad essere ucciso: gli venne fracassata la testa con una mazza di ferro.
  • Jan Didak, fratello laico, tedesco. Morì buttato giù dagli assalitori dalla torretta della chiesa assieme a Fr. Gaspare e Fr. Giacomo.
  • Emanuele, fratello laico, boemo, svolgeva mansioni di cuoco. Dopo avergli fracassato il cranio contro il muro, fu lanciato al suolo dal sottotetto della chiesa
  • Giovanni Bodeo, (o Rode), fratello laico, italiano di Monpiano (Brescia), ortolano e aiutante del sacrestano. Fu aggredito nel sotterraneo dove si era rifugiato. Venne flagellato e poi ucciso a sciabolate.
  • Antonio, novizio laico, boemo. Morì probabilmente trafitto con la spada. 

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 14 ottobre 2012

 

Cari fratelli e sorelle!

Il Vangelo di questa domenica (Mc 10,17-30) ha come tema principale quello della ricchezza. Gesù insegna che per un ricco è molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile; infatti, Dio può conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni e spingerla alla solidarietà e alla condivisione con chi è bisognoso, con i poveri, ad entrare cioè nella logica del dono. In questo modo essa si pone sulla via di Gesù Cristo, il quale – come scrive l’apostolo Paolo – «da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9).

Come spesso avviene nei Vangeli, tutto prende spunto da un incontro: quello di Gesù con un tale che «possedeva molti beni» (Mc 10,22). Costui era una persona che fin dalla sua giovinezza osservava fedelmente tutti i comandamenti della Legge di Dio, ma non aveva ancora trovato la vera felicità; e per questo domanda a Gesù come fare per «avere in eredità la vita eterna» (v. 17). Da una parte egli è attratto, come tutti, dalla pienezza della vita; dall’altra, essendo abituato a contare sulle proprie ricchezze, pensa che anche la vita eterna si possa in qualche modo «acquistare», magari osservando un comandamento speciale. Gesù coglie il desiderio profondo che c’è in quella persona, e – annota l’evangelista – fissa su di lui uno sguardo pieno d’amore: lo sguardo di Dio (cfr v. 21). Ma Gesù capisce anche qual è il punto debole di quell’uomo: è proprio il suo attaccamento ai suoi molti beni; e perciò gli propone di dare tutto ai poveri, così che il suo tesoro – e quindi il suo cuore – non sia più sulla terra, ma in cielo, e aggiunge: «Vieni! Seguimi!» (v. 22). Quel tale, però, invece di accogliere con gioia l’invito di Gesù, se ne va via rattristato (cfr v. 23), perché non riesce a distaccarsi dalle sue ricchezze, che non potranno mai dargli la felicità e la vita eterna.

E’ a questo punto che Gesù dà ai discepoli – e anche a noi oggi – il suo insegnamento: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!» (v. 23). A queste parole, i discepoli rimasero sconcertati; e ancora di più dopo che Gesù ebbe aggiunto: «E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Ma, vedendoli attoniti, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio» (cfr vv. 24-27). Così commenta San Clemente di Alessandria: «La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita» (Quale ricco si salverà?, 27, 1-2). La storia della Chiesa è piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santità. Pensiamo solo a san Francesco, a santa Elisabetta d’Ungheria o a san Carlo Borromeo. La Vergine Maria, Sede della Sapienza, ci aiuti ad accogliere con gioia l’invito di Gesù, per entrare nella pienezza della vita.

Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Ieri, a Praga, sono stati proclamati Beati Federico Bachstein e tredici Confratelli dell’Ordine dei Frati Minori. Essi furono uccisi nel 1611 a causa della loro fede. Sono i primi Beati dell’Anno della fede, e sono martiri: ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui.

Chers pèlerins francophones, en ce début de l’Année de la Foi, l’Évangile de ce jour nous invite à tout abandonner pour suivre Jésus. N’ayons pas peur de vivre et de proclamer notre foi en Dieu. Aujourd’hui encore, vivre pour Dieu nous oblige à faire des choix pour avancer. Ils sont parfois difficiles. Mais nous savons que Dieu nous accompagne et nous aide à faire le bien, car sa grâce nous devance toujours. En ce mois du Rosaire, tournons-nous vers la Vierge Marie. Elle a su accueillir et vivre de la Parole de Dieu. Confions lui également nos familles et tous les participants rassemblés ici en Synode pour réfléchir et échanger sur la Nouvelle Évangélisation ! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

I greet all the English-speaking visitors present. During this Year of Faith may we, like the man in today’s Gospel, have the courage to ask the Lord what more can we do, especially for the poor, the lonely, the sick and the suffering, so as to be witnesses and heirs to the eternal life God promises. Upon all of you, I invoke God’s abundant blessings of peace.

Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Im heutigen Evangelium antwortet Jesus einem Mann, der ihn nach dem sicheren Weg zum ewigen Leben fragt. Der Herr weist ihn auf die Zehn Gebote hin und rät ihm, seine Reichtümer zu lassen, den Armen zu geben und ihm nachzufolgen. Gott will unser Herz verwandeln, daß wir fähig werden, das Ja-Wort der Liebe zu sagen, von uns selbst frei zu werden und Gottes Willen zu erfüllen. So führt er uns zum wahren Schatz, zur Gemeinschaft mit ihm, die unerschöpflich ist, die ewiges Leben ist. Euch allen wünsche ich einen frohen und erholsamen Sonntag!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. La liturgia de la Palabra de este domingo nos pide una adhesión incondicional a la persona de Jesucristo, de modo que, superando el mero cumplimiento externo y formal del precepto divino, seamos capaces de poner nuestro corazón en el Único que da la vida. Que la Santísima Virgen, Sede de la Sabiduría, nos ayude a acoger el don de la fe, para que, abandonados en el amor de Dios, respondamos con generosidad a su llamada. Feliz domingo.

Lepo pozdravljam romarje iz Doba pri Domžalah v Sloveniji! Ob jubileju vaše župnijske cerkve ste prišli v Rim, da bi se zahvalili za dar vere. Želim vam, da bi bila vaša cerkev pogosto polna, vaša srca pa v njej vedno znova posvečena in okrepljena za vse dobro. Naj bo z vami in z vso vašo župnijo moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti da Dob pri Domžalah in Slovenia! In occasione del 250° Anniversario di costruzione della vostra chiesa parrocchiale siete venuti a Roma in segno di riconoscenza per il dono della fede. Il mio augurio oggi è che la vostra chiesa sia spesso affollata, e che i vostri cuori in essa siano sempre colmi di rinnovata grazia e fortificati nel bene. A voi e all’intera vostra Parrocchia imparto di cuore la mia benedizione!]

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Dzisiaj w Polsce oraz w parafiach polonijnych w świecie obchodzicie „Dzień Papieski” pod hasłem: „Jan Paweł II – Papież Rodziny”. Dziękuję wam za ten wyraz łączności ze Stolicą Apostolską, za wasze modlitwy i wsparcie młodych stypendystów Fundacji „Dzieło Nowego Tysiąclecia”, która ten dzień przygotowuje. Życzę, by w każdej polskiej rodzinie płonął żywy płomień wiary, dobra i ewangelicznej miłości. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i Polacchi. Oggi in Polonia, e anche nelle parrocchie polacche nel mondo, celebrate “la Giornata del Papa” con il motto: “Giovanni Paolo II – Papa della Famiglia”. Vi ringrazio per questo segno di unità con la Santa Sede, per le vostre preghiere e per il sostegno dei giovani borsisti della Fondazione “Opera del Nuovo Millennio”, che prepara questa Giornata. Auguro che in ognuna delle famiglie polacche risplenda il vivo fuoco della fede, del bene e dell’amore evangelico. Vi benedico di cuore.]

E infine saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare il Corpo Musicale «San Luigi» di Vedano al Lambro, i cresimandi della parrocchia di Santa Giulia in Torino e i partecipanti all’Ecorally San Marino-Città del Vaticano. A tutti auguro una buona domenica. Buona settimana. Grazie! Buona domenica a tutti voi!