Giorgio Preca

Giorgio Preca

(1880-1962)

Beatificazione:

- 09 maggio 2001

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 03 giugno 2007

- Papa  Benedetto XVI

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 26 luglio

Sacerdote Diocesano, Fondatore della Societas Doctrinae Christianae, M.U.S.E.U.M. per dare testimonianza dell’azione provvidenziale della parola di Dio in mezzo al popolo

  • Biografia
  • Omelia
  • omelia di beatificazione
M.U.S.E.U.M.: Magister, utinam sequatur evangelium universus mundus: Divino Maestro, che il mondo intero segua il Vangelo

 

Giorgio Preca nacque il 12 febbraio 1880 a La Valletta, Malta da Vincenzo e Natalina Ceravolo. Il 17 febbraio venne battezzato nella Chiesa Parrocchiale della BMV del Porto Salvo a La Valletta. Nel 1888 la famiglia Preca si trasferì nel città commerciale di Ħamrun poco distante da La Valletta. Nella Chiesa Parrocchiale di Ħamrun il giovane Giorgio ricevette la Cresima e la Prima Comunione. Dopo il liceo classico passò al Seminario di Malta dove studiò Teologia, intento a diventare sacerdote.

Era proprio tra il 1905 e il 1906 che Giorgio Preca avvicinò alcuni giovani a Ħamrun e incominciò per loro una serie di incontri formativi. Scelse uno, Eugenio Borg, e lo formò nella lettura dei Sacri Testi (più tardi Eugenio diventò primo Superiore Generale della Societas Doctrinae Christianae [SDC] e mori in odore di santità). Don Giorgio venne ordinato sacerdote il 22 dicembre 1906. Per alcune settimane usciva da casa solo per celebrare la S. Messa. Del resto era assorto in preghiera e contemplazione. Verso la fine di gennaio 1907 chiamò di nuovo il gruppo di giovani e il 2 febbraio si incontrarono nella Chiesa detta Ta’ Nuzzu a Ħamrun per una lezione di Don Giorgio. Il 7 marzo seguente si radunarono in un piccolo locale che nel frattempo avevano preso in affitto. Queste due date segnano l'inizio della Societas Doctrinae Christianae: un gruppo di giovani laici formati nella vita ascetica e nei principi della religione cattolica, mandati ad insegnare il popolo. All'inizio Don Giorgio chiamò la sua società "Societas Papiduum et Papidissarum" (voleva infatti dare grande rilievo ad una fedeltà filiale nei confronti del Papa). Comunque venne intanto scelto, quasi per scherzo, un altro nome al nuovo gruppo: "museum". Questo nome piacque e Don Giorgio ne fece un acrostico: "Magister utinam sequatur Evangelium universus mundus!". Nel 1910 si inaugurò la sezione femminile della SDC con l’aiuto di Giannina Cutajar. Con il passare del tempo si delineò la fisionomia della società: laici lavoratori celibi totalmente dediti all'apostolato della catechesi sia dei piccoli che degli adulti; una vita di grande disciplina, modestia nel vestire, una serie di piccole preghiere da recitare a memoria ogni quarto d'ora ("L'Orologio Museumino"), un'ora di catechesi ogni giorno in centri aperti in quasi tutte le parrocchie delle isole Maltesi, e poi una ora di formazione permanente per i soci.

La fondazione ebbe anche i suoi momenti difficili e di grande prova. Nel 1909 Don Giorgio ricevette l'ordine di chiudere tutti i centri. Il Servo di Dio obbedì senza lamentarsi. Erano gli stessi parroci a protestare presso il Vescovo che revocò l'ordine. Negli anni 1914 - 1915 apparvero su alcuni giornali Maltesi degli articoli infamanti e disprezzanti sulla società del MUSEUM ma Don Giorgio impose ai membri il voto della mansuetudine e insegnava loro di subire il disprezzo del mondo con serenità. Nel 1916 il Vescovo di Malta ordinò una inchiesta sull'operato della società che ebbe un esito favorevole al Beato Preca. Furono imposti alcuni cambiamenti, ma la via per il riconoscimento e lo sviluppo della società era pienamente aperta. Il decreto di erezione canonica porta la data del 12 aprile 1932.

Il fondatore della Societas Doctrinae Christianae si prodigò come apostolo del vangelo nelle isole di Malta. Scrisse in Maltese numerosissimi libretti di dottrina dogmatica e morale nonché ascetica. Ma l'influsso più sentito del suo lavoro era nella divulgazione della Parola di Dio, tradotta in Maltese, presentata in brevi stralci facili a memorizzare o in libretti di meditazione, ma comunque sempre oggetto della fervida predicazione di Don Giorgio e dei suoi seguaci. Era consigliere noto per la sua prudenza e per la sua saggezza. Molta gente accorreva da lui per una parola di conforto e di incoraggiamento.

Don Giorgio era grande apostolo anche del mistero dell'Incarnazione. Dal 1917 propagò la devozione alle parole "Verbum Dei caro factum est" (Gv. 1, 14) e volle che i soci le portassero come emblema, e dal 1921 la società organizzò, in ogni villaggio la vigilia di Natale, una dimostrazione in onore di Gesù Bambino.

Nel momento difficile della prova Don Giorgio decise di affidarsi completamente alla protezione della Vergine. Infatti il 21 luglio 1918 il Beato si iscrisse nel Terzo Ordine Carmelitano, scegliendo con la professione del settembre 1919 il nome di Fra Franco, e voleva che tutti i soci e i fanciulli che frequentavano le sezioni del MUSEUM portassero lo scapolare del Carmelo. Ebbe una devozione particolare alla Madonna del Buon Consiglio e propagava con insistenza la medaglia miracolosa. Nel 1957 suggerì cinque nuovi misteri per il Santo Rosario che chiamò “Misteri della Luce”.

Nel 1951 ebbe inizio il progetto della "Scuola Media San Michele". Nel 1952 cinque membri vennero mandati ad aprire centri del MUSEUM in Australia. (Oggi la Società si trova anche in Inghilterra, Albania, Kenia, nel Sudan e in Perù). Nel 1954 si inaugurò il progetto della Casa Generale della SDC e della Chiesa dedicata alla BMV della Medaglia Miracolosa. Nel 1955 Don Giorgio benedisse la prima pietra dell' "Istituto Sacra Famiglia" a Żabbar Malta che divenne Casa per i Soci Interni (fondati nel 1918 a Żebbuġ, Malta) e ospita ancora oggi la tipografia della SDC, la "Veritas Press".

Era l'ottobre del 1952 quando Don Giorgio venne nominato "Cameriere Secreto di Sua Santità", un gesto che mortificò non poco il nostro Beato.

Dopo una lunga vita di totale dedizione all'apostolato, il Servo di Dio spirò in odore di santità il 26 luglio 1962 nella sua casa a Santa Venera, Malta. Dopo i funerali nella Chiesa Parrocchiale di Ħamrun la salma venne tumulata nella cripta della Casa Generale SDC a Blata l-Bajda, e subito divenne meta di pellegrinaggi.

Don Giorgio Preca venne beatificato dal Santo Padre Giovanni Paolo II a Malta il 9 maggio 2001, giorno scelto anche per la memoria liturgica di questo beato maltese, antesignano dell’apostolato dei laici.

CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI:

GIORGIO PRECA, 
SZYMON Z LIPNICY, 
KAREL VAN SINT ANDRIES HOUBEN, 
MARIE EUGÉNIE DE JÉSUS MILLERET

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Piazza San Pietro 
Solennità della Santissima Trinità
Domenica, 3 giugno 2007

 

Cari fratelli e sorelle,

celebriamo oggi la solennità della Santissima Trinità. Dopo il tempo pasquale, dopo aver rivissuto l’avvenimento della Pentecoste, che rinnova il battesimo della Chiesa nello Spirito Santo, volgiamo per così dire lo sguardo verso “i cieli aperti” per entrare con gli occhi della fede nelle profondità del mistero di Dio, Uno nella sostanza e Trino nelle persone: Padre e Figlio e Spirito Santo. Mentre ci lasciamo avvolgere da questo sommo mistero, ammiriamo la gloria di Dio, che si riflette nella vita dei Santi; la contempliamo soprattutto in quelli che poc’anzi ho proposto alla venerazione della Chiesa universale: Giorgio Preca, Szymon di Lipnica, Karel van Sint Andries Houben e Marie Eugénie de Jésus Milleret. A tutti i pellegrini, qui convenuti per rendere omaggio a questi testimoni esemplari del Vangelo, rivolgo il mio cordiale saluto. Saluto, in particolare, i Signori Cardinali, i Signori Presidenti delle Filippine, di Irlanda, di Malta e di Polonia, i venerati Fratelli nell’Episcopato, le Delegazioni governative e le altre Autorità civili, che prendono parte a questa celebrazione.

Nella prima Lettura, tratta dal Libro dei Proverbi, entra in scena la Sapienza, che sta al fianco di Dio come assistente, come “architetto” (8,30). Stupenda è la “panoramica” sul cosmo osservato con i suoi occhi. La Sapienza stessa confessa: “Mi ricreavo sul globo terrestre, / ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo” (8,31). E’ in mezzo agli esseri umani che essa ama dimorare, perché in essi riconosce l’immagine e la somiglianza del Creatore. Questa relazione preferenziale della Sapienza con gli uomini fa pensare ad un celebre passo di un altro libro sapienziale, il Libro della Sapienza: “La sapienza – vi leggiamo – è un’emanazione della potenza di Dio /… Pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova / e attraverso le età entrando nelle anime sante, / forma amici di Dio e profeti” (Sap 7,25-27). Quest’ultima suggestiva espressione invita a considerare la multiforme e inesauribile manifestazione della santità nel popolo di Dio lungo i secoli. La Sapienza di Dio si manifesta nel cosmo, nella varietà e bellezza dei suoi elementi, ma i suoi capolavori, dove realmente appare molto più la sua bellezza e la sua grandezza, sono i santi.

Nel brano della Lettera dell’apostolo Paolo ai Romani troviamo un’immagine simile: quella dell’amore di Dio “riversato nei cuori” dei santi, cioè dei battezzati, “per mezzo dello Spirito Santo” che è stato loro donato (cfr Rm 5,5). E’ attraverso Cristo che passa il dono dello Spirito, “Persona-amore, Persona-dono”, come l’ha definito il Servo di Dio Giovanni Paolo II (Enc. Dominum et vivificantem, 10). Per mezzo di Cristo, lo Spirito di Dio giunge a noi quale principio di vita nuova, “santa”. Lo Spirito pone l’amore di Dio nel cuore dei credenti nella forma concreta che aveva nell’uomo Gesù di Nazaret. Si realizza così quanto dice san Paolo nella Lettera ai Colossesi: “Cristo in voi, speranza della gloria” (1,27). Le “tribolazioni” non sono in contrasto con questa speranza, anzi, concorrono a realizzarla, attraverso la “pazienza” e la “virtù provata” (Rm 5,3-4): è la via di Gesù, la via della Croce.

Nella medesima prospettiva, della Sapienza di Dio incarnata in Cristo e comunicata dallo Spirito Santo, il Vangelo ci ha suggerito che Dio Padre continua a manifestare il suo disegno d’amore mediante i santi. Anche qui, accade quanto abbiamo già notato a proposito della Sapienza: lo Spirito di verità rivela il disegno di Dio nella molteplicità degli elementi del cosmo – siamo grati per questa visibilità della bellezza e della bontà di Dio negli elementi del cosmo - e lo fa soprattutto mediante le persone umane, in modo speciale mediante i santi e le sante, dove traspare con grande forza la sua luce, la sua verità, il suo amore. In effetti, “l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15) è propriamente solo Gesù Cristo, “il Santo e il Giusto” (At 3,14). Egli è la Sapienza incarnata, il Logos creatore che trova la sua gioia nel dimorare tra i figli dell’uomo, in mezzo ai quali ha posto la sua tenda (cfr Gv 1,14). In Lui è piaciuto a Dio riporre “ogni pienezza” (cfr Col 1,19); o, come dice Egli stesso nel brano evangelico odierno: “Tutto quello che il Padre possiede è mio” (Gv 16,15). Ogni singolo Santo partecipa della ricchezza di Cristo ripresa dal Padre e comunicata a tempo opportuno. E’ sempre la stessa santità di Gesù, è sempre Lui, il “Santo”, che lo Spirito plasma nelle “anime sante”, formando amici di Gesù e testimoni della sua santità. E Gesù vuol fare anche di noi degli amici suoi. Proprio in questo giorno apriamo il nostro cuore perché anche nella nostra vita cresca l’amicizia per Gesù, così che possiamo testimoniare la sua santità, la sua bontà e la sua verità.

Un amico di Gesù e testimone della santità che viene da Lui fu Giorgio Preca, nato a La Valletta nell’isola di Malta. Fu un sacerdote tutto dedito all’evangelizzazione: con la predicazione, con gli scritti, con la guida spirituale e l’amministrazione dei Sacramenti e prima di tutto con l’esempio della sua vita. L’espressione del Vangelo di Giovanni “Verbum caro factum est” orientò sempre la sua anima e la sua azione, e così il Signore ha potuto servirsi di lui per dar vita ad un’opera benemerita, la “Società della Dottrina Cristiana” – grazie per il vostro impegno! -, che mira ad assicurare alle parrocchie il servizio qualificato di catechisti ben preparati e generosi. Anima profondamente sacerdotale e mistica, egli si effondeva in slanci d’amore verso Dio, verso Gesù, la Vergine Maria e i Santi. Amava ripetere: “Signore Dio, quanto ti sono obbligato! Grazie, Signore Dio, e perdonami, Signore Dio!”. Una preghiera che potremmo ripetere anche noi, della quale potremmo appropriarci. San Giorgio Preca aiuti la Chiesa ad essere sempre, a Malta e nel mondo, l’eco fedele della voce del Cristo, Verbo incarnato.

Nowy święty, Szymon z Lipnicy, wielki syn ziemi polskiej i świadek Chrystusa o duchowości św. Franciszka z Asyżu, żył w odległych czasach, ale właśnie dziś jest dany Kościołowi jako aktualny wzór chrześcijanina, który – zainspirowany duchem Ewangelii – gotów jest oddać życie za braci. Tak też, przepełniony miłosierną miłością, którą czerpał z Eucharystii, nie ociągał się z niesieniem pomocy chorym dotkniętym zarazą, która i jego doprowadziła do śmierci. Dziś w sposób szczególny zawierzamy jego opiece tych, którzy cierpią z powodu ubóstwa, choroby, osamotnienia i niesprawiedliwości społecznej. Przez jego wstawiennictwo prosimy dla nas o łaskę wytrwałej, czynnej miłości do Chrystusa i do braci.

[Il novello santo, Simone da Lipnica, grande figlio della terra polacca, testimone di Cristo e seguace della spiritualità di San Francesco d’Assisi, è vissuto in epoca lontana, ma proprio oggi è proposto alla Chiesa come modello attuale di un cristiano che – animato dallo spirito del Vangelo – è pronto a dedicare la vita per i fratelli. Così, colmo della misericordia che attingeva dall’Eucaristia, non esitò a portare l’aiuto ai malati colpiti dalla peste, contraendo tale morbo che condusse alla morte anche lui. Oggi in modo particolare affidiamo alla sua protezione coloro che soffrono a causa della povertà, della malattia, della solitudine e dell’ingiustizia sociale. Tramite la sua intercessione chiediamo per noi la grazia dell’amore perseverante ed attivo, per Cristo e per i fratelli.]

“The love of God has been poured into our hearts by the Holy Spirit which has been given us.” Truly, in the case of the Passionist priest, Charles of Saint Andrew Houben, we see how that love overflowed in a life totally dedicated to the care of souls. During his many years of priestly ministry in England and Ireland, the people flocked to him to seek out his wise counsel, his compassionate care and his healing touch. In the sick and the suffering he recognized the face of the Crucified Christ, to whom he had a lifelong devotion. He drank deeply from the rivers of living water that poured forth from the side of the Pierced One, and in the power of the Spirit he bore witness before the world to the Father’s love. At the funeral of this much-loved priest, affectionately known as Father Charles of Mount Argus, his superior was moved to observe: “The people have already declared him a saint.”

["L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo che ci è stato dato". In verità, nel caso del sacerdote passionista, Karel van Sint Andries Houben, osserviamo come quell'amore sia stato profuso in una vita totalmente dedicata alla cura delle anime. Nel corso dei numerosi anni di ministero sacerdotale in Inghilterra e Irlanda, il popolo si recò da lui alla ricerca di consigli saggi, della sua sollecitudine compassionevole e del suo tocco taumaturgico. Nella malattia e nella sofferenza egli riconobbe il volto di Cristo crocifisso, alla cui devozione aveva dedicato la sua intera vita. Attinse in abbondanza dai torrenti di acqua viva sgorgante dal fianco del Trafitto, e con la forza dello Spirito rese testimonianza di fronte al mondo dell'amore del Padre. Durante le esequie di questo sacerdote molto amato, chiamato affettuosamente Padre Charles di Mount Argus, il suo Superiore osservò: "La gente lo ha già dichiarato santo".]

Marie-Eugénie Milleret nous rappelle tout d’abord l’importance de l’Eucharistie dans la vie chrétienne et dans la croissance spirituelle. En effet, comme elle le souligne elle-même, sa première communion fut un temps fort, même si elle ne s’en aperçut pas complètement à ce moment-là. Le Christ, présent au plus profond de son cœur, travaillait en elle, lui laissant le temps de marcher à son rythme, de poursuivre sa quête intérieure qui la conduirait jusqu’à se donner totalement au Seigneur dans la vie religieuse, en réponse aux appels de son temps. Elle percevait notamment l’importance de transmettre aux jeunes générations, en particulier aux jeunes filles, une formation intellectuelle, morale et spirituelle, qui ferait d’elles des adultes capables de prendre en charge la vie de leur famille, sachant apporter leur contribution à l’Église et à la société. Tout au long de sa vie elle trouva la force pour sa mission dans la vie d’oraison, associant sans cesse contemplation et action. Puisse l’exemple de sainte Marie-Eugénie inviter les hommes et les femmes d’aujourd’hui à transmettre aux jeunes les valeurs qui les aideront à devenir des adultes forts et des témoins joyeux du Ressuscité. Que les jeunes n’aient pas peur d’accueillir ces valeurs morales et spirituelles, de les vivre dans la patience et la fidélité. C’est ainsi qu’ils construiront leur personnalité et qu’ils prépareront leur avenir.

[Marie-Eugénie Milleret ci ricorda prima di tutto l'importanza dell'Eucaristia nella vita cristiana e nella crescita spirituale. In effetti, come lei stessa sottolinea, la sua Prima Comunione fu un tempo forte, anche se non se ne rese completamente conto in quel momento. Cristo, presente nel più profondo del suo cuore, operava in lei, lasciandole il tempo di procedere a suo ritmo, di continuare la sua ricerca interiore che l'avrebbe portata a donarsi totalmente al Signore nella vita religiosa, in risposta agli appelli del suo tempo. Percepiva in particolare l'importanza di trasmettere alle giovani generazioni, soprattutto alle ragazze, una formazione intellettuale, morale e spirituale, che avrebbe fatto di esse adulte capaci di occuparsi della vita della loro famiglia, sapendo apportare il proprio contributo alla Chiesa e alla società. Nel corso della sua esistenza trovò la forza per la sua missione nella vita di preghiera, associando incessantemente contemplazione e azione. Possa l'esempio di santa Marie-Eugénie invitare gli uomini e le donne di oggi a trasmettere ai giovani i valori che li aiuteranno a divenire adulti forti e testimoni gioiosi del Risorto! Che i giovani non abbiano paura di accogliere questi valori morali e spirituali, di viverli nella pazienza e nella fedeltà! È così che edificheranno la loro personalità e prepareranno il loro futuro.]

Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie a Dio per le meraviglie che ha compiuto nei Santi, nei quali risplende la sua gloria. Lasciamoci attrarre dai loro esempi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché tutta la nostra esistenza diventi, come la loro, un cantico di lode a gloria della Santissima Trinità. Ci ottenga questa grazia Maria, la Regina dei Santi, e l’intercessione di questi quattro nuovi “Fratelli maggiori” che oggi con gioia veneriamo. Amen.

SANTA MESSA E BEATIFICAZIONE DI TRE SERVI DI DIO
NEL PIAZZALE DEI GRANAI DI FLORIANA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Mercoledì, 9 maggio 2001

 

"Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107,15)

Cari Fratelli e Sorelle,

1. Con grande gioia sono tornato su questa isola cara a San Paolo, l'Apostolo dei Gentili, e sempre cara al Successore di Pietro. Questa visita conclude il mio pellegrinaggio giubilare che segue con lo spirito la storia della salvezza, dalla terra di Abramo, al Sinai dove Dio diede i Dieci Comandamenti, alla Terra Santa dove si svolsero i grandi eventi della nostra redenzione. Ora sulle orme di San Paolo, sono tornato da voi, cari abitanti di Malta.

L'arrivo dell'Apostolo sulle vostre spiagge fu drammatico. San Luca ci ha narrato il viaggio difficoltoso e la disperazione dell'equipaggio e dei passeggeri quando la nave si arenò e cominciò ad andare in pezzi (cfr At 27, 39-44). Abbiamo udito la loro asserzione: "Una volta in salvo, venimmo a sapere che l'isola si chiamava Malta" (At 28, 1). Grazie alla divina provvidenza Malta ricevette il Vangelo nei primi giorni del cristianesimo. "Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107, 15).

2. Ai Granai Floriana, presso l'altare del Sacrifico del Signore, il Vescovo di Roma si unisce a voi nel lodare la Santissima Trinità per la vostra testimonianza del Vangelo nel corso dei secoli. Fedeli al vostro Padre nella fede, l'Apostolo Paolo, siete noti in seno alla Chiesa per la vostra devozione e per il vostro zelo missionario. Malta possiede un'eredità cristiana magnifica della quale andate giustamente fieri, ma quell'eredità è anche un dono che implica una grande responsabilità (cfr Lc 12, 48).

Nella sua Seconda Lettera a Timoteo, San Paolo dice al suo collaboratore: "Ricordati che Gesù Cristo... è risuscitato dai morti... se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo" (2 Tm 2, 8-12). I due figli e la figlia adottiva di Malta che ho beatificato oggi presero a cuore queste parole. Tutta la Chiesa gioisce di nuovo con voi, perché nella schiera dei santi e delle sante di tutte le condizioni sociali nella storia maltese, questi tre sono stati scelti per venerazione e imitazione particolari. Dal cielo ci accompagnano nel nostro pellegrinaggio sulla terra e grazie alle loro preghiere al cospetto del trono di Dio ci aiutano a scalare le vette di santità che essi hanno raggiunto per grazia dello Spirito Santo.

3. Dalla sua morte, avvenuta nel 1962, poco prima dell'apertura del Concilio Vaticano II, il Beato Giorgio Preca ha goduto fama di santità a Malta e ovunque i maltesi si siano insediati. Don Giorgio fu un pioniere nel campo della catechesi e nella promozione del ruolo dei laici nell'apostolato, che il Concilio ha poi sottolineato in modo particolare. Perciò divenne come un secondo padre di Malta nella fede. Con umiltà e mitezza, e utilizzando appieno i talenti di mente e di cuore che Dio gli aveva donato, Don Giorgio fece proprie le parole di San Paolo a Timoteo: "Le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri" (2 Tm 2, 2). La Società della Dottrina Cristiana che egli fondò prosegue la sua opera di testimonianza e di evangelizzazione su queste isole e altrove.

Non lontano da qui il giovane seminarista Giorgio Preca udì le parole profetiche di una guida sacerdotale: "Giorgio, quando crescerai, molti di quanti temeranno Dio si riuniranno intorno a te. Sarai per loro una benedizione e loro lo saranno per te". Oggi la Chiesa a Malta chiama Giorgio Preca "Beato", poiché sa che egli è per essa una fonte locale di luce e di forza. Nei suoi scritti sulla mitezza, il suo libro L-Iskola tal-Manswetudni e la sua Lettera, Don Giorgio esorta i suoi amici cristiani a seguire l'esempio del Signore crocifisso perdonando ogni offesa (cfr Lc 23, 34). Non è forse questo un messaggio di rispetto reciproco e di perdono tanto necessario oggi a Malta e nel mondo? Sì, infatti la mitezza delle Beatitudini ha il potere di trasformare la famiglia, i luoghi di lavoro e le scuole, le città e i villaggi, la politica e la cultura. Può cambiare il mondo! "Beati i miti perché erediteranno la terra" (Mt 5, 5).

Magister, utinam sequatur evangelium universus mundus (Divino Maestro, che il mondo intero segua il Vangelo): la preghiera del Beato Don Giorgio rispecchia perfettamente il mandato missionario del Signore: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Nel corso dell'anno del Grande Giubileo tutta la Chiesa ha vissuto di nuovo la freschezza eterna dell'amorevole misericordia del Padre che ha inviato il suo Figlio unigenito per la nostra salvezza. Non è stata forse la capacità di Don Giorgio di comunicare la freschezza del messaggio cristiano a fare di lui un grande apostolo? Non è forse questo di cui ha bisogno oggi Malta, ossia di sacerdoti, religiosi, catechisti, insegnanti che proclamino con ardore la Buona Novella di ciò che il Padre ha fatto per noi in Cristo? All'alba del nuovo millennio, la Chiesa guarda a te, Malta, affinché tu viva ancor più fervidamente la tua vocazione apostolica e missionaria! La Chiesa intera guarda a voi!

4. Anche il Servo di Dio Ignazio Falzon aveva una grande passione per la predicazione del Vangelo e per l'insegnamento della fede cattolica. Anch'egli mise i suoi numerosi talenti e la sua formazione intellettuale al servizio dell'opera catechetica. L'Apostolo Paolo scrisse: "Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza , perché Dio ama chi dona con gioia" (2 Cor 9, 7). Il Beato Ignazio donò abbondantemente e gioiosamente e le persone trovavano in lui non solo un'infinita energia, ma anche gioia e pace profonde. Rinunciò al successo terreno per il quale era stato preparato al fine di servire il bene spirituale degli altri , inclusi i numerosi soldati e marinai britannici di stanza a Malta a quel tempo. Nell'avvicinarsi a loro, alcuni dei quali erano cattolici, anticipò lo spirito ecumenico di rispetto e di dialogo che oggi ci è tanto familiare, ma che a quel tempo non era sempre così diffuso.

Ignazio Falzon trasse forza e ispirazione dall'Eucaristia, dalla preghiera di fronte al Tabernacolo, dalla devozione a Maria e al Rosario e dall'imitazione di san Giuseppe. Queste sono fonti di grazia alle quali tutti i cristiani possono attingere. Santità e zelo per il Regno di Dio fioriscono in particolare laddove le parrocchie e le comunità incoraggiano la preghiera e la devozione al Santissimo Sacramento. Vi esorto dunque a prendervi cura delle vostre tradizioni di pietà, purificandole dove necessario e rafforzandole con una catechesi e un'istruzione sane. Non potrebbe esserci modo migliore per onorare la memoria del Beato Ignazio Falzon.

5. Nata in Italia da padre maltese, suor Maria Adeodata Pisani giunse qui a diciannove anni e trascorse la maggior parte della sua vita quale fulgido esempio di consacrazione religiosa benedettina nel Monastero di San Pietro. So che alcune Suore del Monastero non sono potute venire, ma seguono la cerimonia per televisione. A voi, care Suore, invio una benedizione speciale in questo giorno così lieto.

Preghiera, obbedienza, servizio alle sue sorelle e maturità nello svolgere i compiti a lei assegnati: queste furono le caratteristiche della vita santa e silenziosa di Maria Adeodata. Nascosta nel cuore della Chiesa, sedeva ai piedi del Signore e ascoltava i suoi insegnamenti (cfr Lc 10, 39), assaporando le cose che durano per sempre (cfr Col 3, 2). Mediante la preghiera, il lavoro e l'amore, divenne una fonte di fecondità spirituale e missionaria senza la quale la Chiesa non può predicare il Vangelo come Cristo esige, perché la missione e la contemplazione hanno bisogno l'una dell'altra (cfr Novo millennio ineunte, n. 16).

L'esempio santo di suor Adeodata ha certamente contribuito a promuovere il rinnovamento della vita religiosa all'interno del suo monastero. Per questo desidero affidare alla sua intercessione un'intenzione speciale del mio cuore. In tempi recenti si è fatto molto per adattare la vita religiosa alle mutevoli circostanze della nostra epoca e la vita di moltissimi religiosi e religiose ne ha tratto beneficio. Tuttavia è necessario un rinnovato apprezzamento delle motivazioni teologiche più profonde di questa forma speciale di consacrazione. Attendiamo ancora la piena attuazione dell'insegnamento del Concilio Vaticano II sul valore trascendente di quell'amore speciale verso Dio e verso gli altri che porta a una vita incentrata sui voti di povertà, obbedienza e castità. Raccomando a tutti i consacrati, uomini e donne, l'esempio di maturità e di responsabilità personali così meravigliosamente evidenti nella vita della Beata Adeodata.

6. Alla vigilia della Pentecoste l'Arcidiocesi di Malta inaugurerà l'Assemblea Sinodale e a Gozo il Vescovo Cauchi ha cominciato una nuova visita pastorale. Spero vivamente che queste e altre iniziative contribuiscano a promuovere l'idea di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II come di una comunione di tutto il Popolo di Dio, un'idea che la "nuova evangelizzazione" esige che i cattolici di Malta condividano. In seno a questa comunione esistono diversi ruoli e ministeri, ma tutti sono chiamati a cooperare per la promozione del Regno di Cristo di giustizia, pace e amore. Grazie all'intercessione dei nuovi Beati, possa la Chiesa a Malta procedere con fiducia verso una nuova era di unità e di responsabilità condivisa fra clero, religiosi e laici! Ciò darà ai cattolici maltesi il nuovo impulso che permetterà loro di procedere con fiducia nel nuovo millennio, raccogliendo gli abbondanti frutti spirituali del Grande Giubileo dell'Anno 2000.

Malta, Malta! Hai ricevuto tanto dal ministero di San Paolo e dalla testimonianza del Beato Giorgio Preca, del Beato Ignazio Falzon e della Beata Adeodata. Andando incontro al futuro, resta fedele all'eredità che hai ricevuto! Segui Cristo con cuore indiviso e non temere mai di affermare la verità che salva e i valori che conducono alla vita! La Vergine Maria, Madre del Verbo Incarnato, ti accompagni e protegga sempre, cosicché tu non possa mai cessare di ringraziare "il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107, 15).

Viva il Beato Giorgio Preca!
Viva il Beato Ignazio Falzon!
Viva la Beata Adeodata Pisani!
Amen.

Parole al termine della Celebrazione Eucaristica:

Caro Presidente De Marco,
Arcivescovo Mercieca,
Vescovo Cauchi, Vescovo Depasquale,
Caro Popolo di Malta e di Gozo,


Possa il Signore ricompensarvi per la vostra gentilezza e il vostro amore!

Desidero ringraziarvi per la vostra partecipazione devota a questa liturgia. Con canti e preghiere abbiamo condiviso la grande gioia della Chiesa nel dichiarare Beati due figli di queste Isole e una Suora che trascorse la maggior parte della sua vita qui in consacrazione esemplare.

Al vostro ritorno a casa, portate la benedizione del Papa ai vostri cari e ai vostri vicini che non hanno potuto essere qui.

In particolare, desidero menzionare con affetto e solidarietà alcune categorie di persone che non sono presenti qui fisicamente, ma che lo sono state certamente in spirito.

Invio un saluto cordiale agli abitanti dell'Isola di Gozo, che questa volta non ho potuto visitare.

Porgo un saluto speciale alle Suore delle sei comunità religiose claustrali. So che pregano per il Papa ogni giorno. Care Suore, vi ringrazio e vi chiedo di continuare a essere pilastri spirituali della Chiesa.

Ricordo gli anziani e mi sento molto vicino a loro. Ai malati dico: abbiate speranza e siate forti! Potete contribuire tanto all'opera redentiva di Cristo, unendo le vostre sofferenze a quelle del Signore crocifisso.

Ora, con affetto particolare saluto i detenuti della Casa di Correzione Corradino. So che desideravano tanto, insieme ai loro parenti e amici, ricevere una visita del Papa in ricordo di San Paolo, l'Apostolo prigioniero. Tuttavia non è stato possibile. Vi abbraccio tutti spiritualmente e invoco su di voi abbondanti grazie divine. Dio vi benedica tutti!

Anche oggi udiamo dalla Terra Santa tristi notizie di terribile violenza persino contro giovani innocenti. Dobbiamo tutti intensificare le nostre preghiere per la pace nella terra di Gesù.

Ikun imfahhar Gesù Kristu! (Sia lodato Gesù Cristo!)