Giovanni Battista de La Salle

Giovanni Battista de La Salle

(1651-1719)

Beatificazione:

- 19 febbraio 1888

- Papa  Leone XIII

Canonizzazione:

- 24 maggio 1900

- Papa  Leone XIII

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 7 aprile

Sacerdote che a Rouen in Normandia in Francia si adoperò molto per la formazione umana e cristiana dei bambini, in particolare quelli poveri, e istituì la Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, per la quale sostenne molte tribolazioni, divenendo benemerito davanti al popolo di Dio

  • Biografia
  • discorso Papa Francesco
“Se il nostro istituto è opera di uomo non può non cadere; ma se è opera di Dio riuscirà vano ogni sforzo per distruggerlo”

 

Jean-Baptiste de La Salle nasce a Reims il 30 aprile 1651 da famiglia nobile, primogenito di 10 figli.

Rimasto orfano di entrambi i genitori a 21 anni, nonostante i suoi studi in seminario, deve occuparsi dei fratelli. Questo non gli impedisce di prendere i voti e conseguire brillantemente il dottorato in teologia.

Incaricato dall’arcivescovo di Reims, Giovanni inizia a occuparsi dell’istruzione dei giovani; così conosce Adriano Nyel, un laico che ha dedicato la propria vita alla scuola popolare. Ma Giovanni si rende subito conto che qualcosa non va: gli insegnanti sono mal preparati e senza stimoli.

Capisce che è lì che si deve agire: l’insegnamento deve essere una missione e gli studenti si meritano docenti istruiti. Allora si guarda intorno, studia, osserva i metodi delle migliori scuole, prende una casa in affitto e vi si trasferisce con questi maestri, istruendoli lui stesso. Insegna loro che le lezioni non devono più essere individuali, ma collettive, preferendo l’organizzazione delle scuole in classi; dà priorità alla lingua madre – il francese – rispetto al latino nell’apprendimento della lettura, pone attenzione anche ai bisogni morali e non solo culturali dei maestri.

Non sono sacerdoti gli insegnanti che si affollano intorno a Giovanni Battista, anche se egli matura l’idea che questi debbano dedicare la propria vita interamente ai loro studenti, rinunciando a sposarsi e ad avere una famiglia. Allora li veste di una tonaca nera con pettorina bianca, mantello contadino e zoccoli e propone loro una prima regola di vita che inizia a scrivere nel 1685.

Quasi dieci anni dopo è eletto superiore dei Fratelli delle Scuole Cristiane, la congregazione da lui fondata in seguito a quel primo esperimento, la prima interamente formata da insegnanti maschi che restano laici, perché lui li vuole in grado di istruire non solo nella fede, ma nel sapere e nelle professioni.

Con loro raggiunge alcuni importanti traguardi pedagogici: dà rilevanza al metodo simultaneo nell’insegnamento primario che sarà gratuito nelle scuole da lui fondate; organizza scuole serali e domenicali per i giovani lavoratori e inventa l’antenato del moderno insegnamento di indirizzo tecnico, commerciale e professionale.

Mentre la congregazione cresce, crescono anche le critiche che attira su di sé. Il fondatore viene prima attaccato dall’alto clero di Parigi, da alcuni parroci, dall’autorità civile, tanto che sarà costretto a trasferire tutto nel paesino di Saint-Yon, presso Rouen.

Agli affondi Giovanni Battista reagisce ritirandosi in preghiera, nell’isolamento penitenziale, nella meditazione e nello studio. Verrà accusato dai cosiddetti “maestri di strada” di essere pagato dai suoi alunni, di godere di privilegi riservati alle corporazioni professionali, di mantenere una comunità di insegnanti senza le dovute autorizzazioni. Infamie gratuite e immotivate.

Addirittura, nel 1702, dopo una visita canonica, viene deposto dalla carica di superiore. “Se il nostro istituto è opera di uomo non può non cadere; ma se è opera di Dio riuscirà vano ogni sforzo per distruggerlo”, è la sua reazione.

Quando muore, il 7 aprile 1719, le case sono già 23 e i gli allievi diecimila. Al suo funerale, nel piccolo paese in cui si era rifugiato, accorrono in trentamila. Le sue spoglie sono state trasportate a Roma nella casa generalizia dell’istituto nel 1937.

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA COMUNITÀ DEI FRATELLI DELLE SCUOLE CRISTIANE

Sala Clementina
Giovedì, 16 maggio 2019

 

Cari fratelli e sorelle!

Do il mio benvenuto a voi che rappresentate l’intera famiglia spirituale fondata da San Giovanni Battista de La Salle, in occasione del terzo centenario della sua morte. Saluto e ringrazio Fratel Robert Schieler, Superiore Generale; rivolgo con affetto il mio saluto ad ognuno di voi e vorrei che giungesse a tutti i Fratelli delle Scuole Cristiane che operano nella Chiesa con generosità, competenza e fedele adesione al Vangelo. Questa importante ricorrenza del vostro Fondatore è per il vostro Istituto un’occasione propizia per far risaltare la figura di un pioniere nel campo dell’educazione, che ideò nella sua epoca un innovativo sistema educativo. Il suo esempio e la sua testimonianza confermano l’originale attualità del suo messaggio per la comunità cristiana di oggi, illuminando la via da seguire. Egli fu innovatore geniale e creativo nella visione della scuola, nella concezione dell’insegnante, nei metodi di insegnamento.

La sua visione della scuola lo portò a maturare sempre più chiaramente la persuasione che l’istruzione è un diritto di tutti, anche dei poveri. Per questo non esitò a rinunciare al canonicato e alla sua ricca eredità di famiglia, per dedicarsi interamente all’istruzione del ceto sociale più basso. Diede vita ad una comunità di soli laici per portare avanti il suo ideale, convinto che la Chiesa non può mantenersi estranea alle contraddizioni sociali dei tempi con cui è chiamata a confrontarsi. Fu questa convinzione che lo portò ad istituire una esperienza originale di vita consacrata: la presenza di religiosi educatori che, senza essere sacerdoti, interpretassero in modo nuovo il ruolo di “monaci laici”, immergendosi totalmente nella realtà del loro tempo e contribuendo così al progresso della società civile.

Il contatto quotidiano con il mondo della scuola maturò in lui la consapevolezza di individuare una nuova concezione dell’insegnante. Era convinto, infatti, che la scuola è una realtà seria, per la quale occorre gente adeguatamente preparata; ma aveva davanti agli occhi tutte le carenze strutturali e funzionali di una istituzione precaria che necessitava di ordine e forma. Intuì allora che l’insegnamento non può essere solo un mestiere, ma è una missione. Si circondò pertanto di persone adatte alla scuola popolare, ispirate cristianamente, con doti attitudinali e naturali per l’educazione. Consacrò ogni energia alla loro formazione, diventando lui stesso esempio e modello per loro, che dovevano esercitare un servizio al tempo stesso ecclesiale e sociale, e adoperandosi alacremente per promuovere quella che lui definiva la “dignità del maestro”.

Nell’intento di dare risposte concrete alle istanze del suo tempo nel campo della scuola, Giovanni Battista de La Salle intraprese audaci riforme dei metodi di insegnamento. In ciò fu mosso da uno straordinario realismo pedagogico. Sostituì la lingua francese a quella latina, che normalmente si utilizzava nell’insegnamento; divise gli alunni per gruppi omogenei di apprendimento in vista di un lavoro più efficace; istituì i Seminari per i maestri di campagna, cioè per i giovani che volevano diventare insegnanti senza entrare a far parte di alcuna istituzione religiosa; fondò le Scuole domenicali per gli adulti e due Pensionati, uno per i giovani delinquenti e l’altro per il recupero di carcerati. Egli sognava una scuola aperta a tutti, per questo non esitò ad affrontare anche le necessità educative estreme, introducendo un metodo di riabilitazione attraverso la scuola e il lavoro. In queste realtà formative diede inizio ad una pedagogia correttiva che, in contrasto con l’uso dei tempi, portava tra i giovani in punizione lo studio e il lavoro, con attività di artigianato, anziché la sola cella o le frustate.

Cari figli spirituali di Giovanni Battista de La Salle, vi esorto ad approfondire e imitare la sua passione per gli ultimi e gli scartati. Nel solco della sua testimonianza apostolica, siate protagonisti di una “cultura della risurrezione”, specialmente in quei contesti esistenziali dove prevale la cultura della morte. Non stancatevi di andare in cerca di quanti si trovano nei moderni “sepolcri” dello smarrimento, del degrado, del disagio e della povertà, per offrire speranza di vita nuova. Lo slancio per la missione educativa, che rese il vostro Fondatore maestro e testimone per tanti suoi contemporanei, e il suo insegnamento, possano ancora oggi alimentare i vostri progetti e la vostra azione.

La sua figura, sempre tanto attuale, costituisce un dono per la Chiesa e un prezioso stimolo per la vostra Congregazione, chiamata a una rinnovata ed entusiastica adesione a Cristo. Guardando al Maestro divino, potete con maggiore generosità operare al servizio della nuova evangelizzazione in cui tutta la Chiesa è oggi impegnata. Le forme dell’annuncio del Vangelo richiedono di essere adeguate alle situazioni concrete dei diversi contesti, ma ciò comporta anche uno sforzo di fedeltà alle origini, affinché lo stile apostolico che è proprio della vostra Famiglia religiosa possa continuare a rispondere alle attese della gente. So che questo è l’impegno che vi anima e vi esorto a camminare con coraggio in tale direzione.

Possiate compiere con rinnovato vigore la vostra missione tra le giovani generazioni, con quell’audacia riformatrice che caratterizzò Giovanni Battista de La Salle: a tutti annunciava il Vangelo della speranza e della carità. La Vergine Santa vi sostenga sempre e ottenga per voi abbondanti frutti apostolici.

Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per tutto quello che fate nel campo dell’educazione. Vi accompagno con la preghiera e la mia benedizione. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!