Giovanni da Capestrano

Giovanni da Capestrano

(1386-1456)

Beatificazione:

- 19 dicembre 1650

- Papa  Innocenzo X

Canonizzazione:

- 16 ottobre 1690

- Papa  Alessandro VIII

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 23 ottobre

Sacerdote dell’Ordine dei Minori, che difese l’osservanza della regola e svolse il suo ministero per quasi tutta l’Europa a sostegno della fede e della morale cattolica. Con il fervore delle sue esortazioni e delle sue preghiere incoraggiò il popolo dei fedeli e si impegnò nella difesa della libertà dei cristiani. Morì presso Ujlak sulla riva del Danubio nel regno di Ungheria

  • Biografia
  • Preghiera
L’“Apostolo dell’Europa unita”

 

Capestrano, in Abruzzo, è il luogo di nascita di Giovanni, figlio di un barone tedesco, che presto si trasferisce a Perugia per studiare diritto. Fa carriera rapidamente, diventa giurista e governatore della città, ma con l’occupazione di questa da parte dei Malatesta viene imprigionato. È in carcere che scopre che il Signore lo chiama; così, una volta uscito, diventa sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori.

Tra i Francescani, Giovanni si occupa di predicazione, della difesa dell’ortodossia cattolica e della riforma dell’Ordine dall’interno. Sono le sue predicazioni, soprattutto in Avvento e in Quaresima, a infiammare le persone, a operare conversioni, a rinnovare spiritualmente le popolazioni che lo ascoltano.

In questo periodo Giovanni conosce Bernardino da Siena, anche lui frate francescano, di cui diviene amico. Bernardino gli spiega la sua particolare devozione al Nome di Gesù, condensato nell’acronimo IHS, cioè “Gesù salvatore degli uomini”: sarà proprio Giovanni che lo difenderà dalle accuse di eresia.

Giovanni si occupa anche di smascherare “il fraticellismo”, la pratica di diffondere dottrine camuffate dalla Regola Francescana e dichiarate eretiche dalla Chiesa. Per questo, Giovanni da Capestrano è considerato uno dei più grandi riformatori dell’Ordine e soprannominato la “Colonna dell’osservanza”. Sarà anche incaricato di contrastare la pratica dell’usura.

Nel 1453 cade la Capitale dell’Impero romano d’Oriente, Costantinopoli. Il senso di minaccia alla cristianità incombe a causa dell’inarrestabile avanzata dell’Islam e dei Turchi: per molti inizia a essere una preoccupazione forte e concreta. Giovanni, su incarico di Papa Niccolò V, si trova in Austria con 12 compagni per evangelizzare le terre europee più trascurate e combattere le eresie diffuse, ma presto tutto questo passa in secondo piano.

In totale dedizione alla causa del Vangelo, inizia a viaggiare per l’Europa centrale nel tentativo di reclutare uomini. Grande risposta avrà tra le popolazioni ungheresi, le più esposte alle minacce dei Turchi. A capo di un esercito di cinquemila uomini si mette quindi in cammino verso Belgrado: lo scopo è rompere l’assedio della città operato dalla flotta fluviale capitanata da Maometto II.

Una settimana dopo arriva anche la vittoria terrestre, che trasforma l’anziano frate in un generale vittorioso. Sulla via del ritorno, però, prostrato dalle fatiche e avendo contratto la peste, Giovanni muore nel convento di Ilok, nell’attuale Croazia, il 23 ottobre 1456.

Canonizzato da Alessandro VII nel 1690, dal 1984 è patrono dei cappellani militari.

 

Questa la preghiera che i cappellani militari rivolgono al loro Santo patrono:

O glorioso San Giovanni, uomo di Dio e della Chiesa, animatore di schiere audaci,
noi Cappellani militari delle Forze armate di Terra, di Cielo e di Mare
ti preghiamo con lo stesso ardore che avesti tu quando invocavi il Signore
a guidare i tuoi uomini alla salvaguardia della cristiana civiltà.
Anche noi, per dovere sacro a Dio e alla Patria,
siamo chiamati a sostenere le nuove generazioni nella ricerca e nella difesa dei supremi valori della giustizia e della pace.
Insegnaci ad amare i nostri soldati come tu li amavi, a sentirli vicini più che fratelli, a capirli nelle loro aspirazioni umane e spirituali.
Aiutaci a portare nel cuore delle nostre unità la stessa passione di fede e l’integrità della nostra testimonianza.
Questo ci chiedono i nostri uomini d’arme e questo dobbiamo porgere loro.
A te, perciò, o celeste nostro Patrono, noi ricorriamo; da te, o apostolo serafico, noi impetriamo e per i tuoi meriti aspettiamo i Doni dello Spirito.
Amen