Giuseppe Toniolo

Giuseppe Toniolo

(1845-1918)

Beatificazione:

- 29 aprile 2012

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 4 settembre

Laico, sposo, padre di sette figli, professore universitario ed educatore dei giovani, economista e sociologo, appassionato servitore della comunione nella Chiesa

  • Biografia
  • REGINA CÆLI
  • omelia di beatificazione
“Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi”

 

Giuseppe Toniolo nacque a Treviso il 7 marzo 1845. Collegiale al Convitto Marco Foscarini di Venezia, vi incontrò Monsignor Luigi Dalla Vecchia, che lo guidò spiritualmente con grande saggezza ed equilibrio.

Laureatosi in giurisprudenza a Padova nel 1867, l’anno dopo venne nominato assistente alla Cattedra giuridico-politica nella stessa facoltà in cui si era laureato. Iniziò così una prestigiosa carriera universitaria in cui riuscì a coniugare scienza e fede, professionalità e amore alla Chiesa.

La sua fu una spiritualità di abbandono alla Provvidenza, di adesione serena e forte alla volontà di Dio e di rasserenante sicurezza nella protezione della Vergine Maria e dei Santi. Una matura e consapevole scelta vocazionale lo portò a sposare Maria Schiatti il 4 settembre 1878, da quell’unione nacquero sette figli.

Sebbene di caratteri dissimili, l’uno tutto pensiero e meditazione, astrazione, lei tutta brio, spirito e senso pratico, ebbero un’intesa completa e vissero il Sacramento del Matrimonio nella sua vera luce di fonte di grazia e santità per tutta la famiglia. La vita interiore del Venerabile Servo di Dio si scopre dai suoi scritti, in cui è evidente il “dovere di obbedienza”. Egli visse abbandonandosi alla Chiesa con lo stesso animo e la stessa confidenza con cui si abbandona a Dio stesso: la Chiesa è il Cristo che vive nei secoli. In Essa, specialmente nel Papa, il Verbo Incarnato si rende visibile nel tempo.

Egli sentì nel Vicario in terra di Nostro Signore non solo un’altissima devozione filiale, ma quasi la risonanza della vice di Dio e ciò lo induce ad un’obbedienza prontissima, conformativa, con la certezza di fede che attraverso lui è il Cristo che guida la Chiesa nei sentieri della storia e l’obbedienza a lui è garanzia di sicura vittoria. Così nel clima culturale del suo tempo s’impegna perché i cattolici siano presenti nella società civile anche attraverso nuove forme associative: il 29 giugno 1867 nasce la “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, primo nucleo di quello che diventerà l’Azione Cattolica. Partecipa altresì alla fondazione dell’Opera dei Congressi e dell’Unione Cattolica per gli studi sociali.

L’allora professor Toniolo elabora una teoria sociologica che afferma il prevalere dell’etica e dello spirito cristiano sulle dure leggi dell’economia. Quelli che oggi sono diritti acquisiti dei lavoratori, allora erano proposte in linea con le grandi encicliche sociali e assolutamente innovative nel panorama dei rapporti sociali e dell’economia: il riposo festivo, la limitazione delle ore lavorative, la difesa della piccola proprietà, la tutela del lavoro delle donne e dei ragazzi. Nel 1894 scriverà a Monsignor Ballerini quanto sia “urgente conciliare i risultati della scienza con la fede”. Pio X farà suo un progetto di associazione scientifica internazionale maturato fina dal 1904 tra il professore pisano e il neo scolastico di Lovanio Desirè Mercier.

Porta avanti la sua professione e la sua famiglia con fedeltà alla Chiesa, stimato dai pontefici del suo tempo, trovando sempre lo spazio giornaliero per la celebrazione del santo rosario malgrado i suoi numerosissimi impegni. Nell’aprile del 1918 comincia per lui l’ultimo periodo della sua vita, caratterizzato dal dolore fisico per alcune malattie e da quello spirituale per la perduta pace in Europa, in sintonia perfetta con Benedetto XV, con cui si pone sulla linea di un elevato e profetico pacifismo.

Gli ultimi suoi giorni sono veramente degni dell’uomo che ha trascorso una vita in Dio. Obbligato a letto, ottiene dal papa di far approntare nella sua camera un altare per la celebrazione della Messa, unendo così quotidianamente il proprio sacrificio a quello del Redentore. Muore nel giorno dedicato alla Madonna del Rosario, cui era particolarmente devoto, il 7 ottobre 1918.

BENEDETTO XVI

REGINA CÆLI

Domenica, 29 aprile 2012

 

Cari fratelli e sorelle!

Si è da poco conclusa, nella Basilica di San Pietro, la celebrazione eucaristica nella quale ho ordinato nove nuovi presbiteri della Diocesi di Roma. Rendiamo grazie a Dio per questo dono, segno del suo amore fedele e provvidente per la Chiesa! Stringiamoci spiritualmente intorno a questi sacerdoti novelli e preghiamo perché accolgano pienamente la grazia del Sacramento che li ha conformati a Gesù Cristo Sacerdote e Pastore. E preghiamo perché tutti i giovani siano attenti alla voce di Dio che interiormente parla al loro cuore e li chiama a distaccarsi da tutto per servire Lui. A questo scopo è dedicata l’odierna Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. In effetti, il Signore chiama sempre, ma tante volte noi non ascoltiamo. Siamo distratti da molte cose, da altre voci più superficiali; e poi abbiamo paura di ascoltare la voce del Signore, perché pensiamo che possa toglierci la nostra libertà. In realtà, ognuno di noi è frutto dell’amore: certamente, l’amore dei genitori, ma, più profondamente, l’amore di Dio. Dice la Bibbia: se anche tua madre non ti volesse, io ti voglio, perché ti conosco e ti amo (cfr Is 49,15). Nel momento in cui mi rendo conto di questo, la mia vita cambia: diventa una risposta a questo amore, più grande di ogni altro, e così si realizza pienamente la mia libertà.

I giovani che oggi ho consacrato sacerdoti non sono differenti dagli altri giovani, ma sono stati toccati profondamente dalla bellezza dell’amore di Dio, e non hanno potuto fare a meno di rispondere con tutta la loro vita. Come hanno incontrato l’amore di Dio? L’hanno incontrato in Gesù Cristo: nel suo Vangelo, nell’Eucaristia e nella comunità della Chiesa. Nella Chiesa si scopre che la vita di ogni uomo è una storia d’amore. Ce lo mostra chiaramente la Sacra Scrittura, e ce lo conferma la testimonianza dei santi. Esemplare è l’espressione di sant’Agostino, che nelle sue Confessioni si rivolge a Dio e dice: «Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Tu eri dentro di me, e io fuori … Eri con me, e io non ero con te … Ma mi hai chiamato, e il tuo grido ha vinto la mia sordità» (X, 27.38).

Cari amici, preghiamo per la Chiesa, per ogni comunità locale, perché sia come un giardino irrigato in cui possano germogliare e maturare tutti i semi di vocazione che Dio sparge in abbondanza. Preghiamo perché dappertutto si coltivi questo giardino, nella gioia di sentirsi tutti chiamati, nella varietà dei doni. In particolare, le famiglie siano il primo ambiente in cui si “respira” l’amore di Dio, che dà forza interiore anche in mezzo alle difficoltà e le prove della vita. Chi vive in famiglia l’esperienza dell’amore di Dio, riceve un dono inestimabile, che porta frutto a suo tempo. Ci ottenga tutto questo la Beata Vergine Maria, modello di accoglienza libera e obbediente alla divina chiamata, Madre di ogni vocazione nella Chiesa.

Dopo il Regina Caeli

Cari fratelli e sorelle!

Un saluto speciale rivolgo ai pellegrini riuniti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove stamani è stato proclamato Beato Giuseppe Toniolo. Vissuto tra il XIX e il XX secolo, fu sposo e padre di sette figli, professore universitario ed educatore dei giovani, economista e sociologo, appassionato servitore della comunione nella Chiesa. Attuò gli insegnamenti dell’Enciclica Rerum novarum del Papa Leone XIII; promosse l’Azione Cattolica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, le Settimane Sociali dei cattolici italiani e un Istituto di diritto internazionale della pace. Il suo messaggio è di grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietà. Egli scriveva: «Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana».

Sempre oggi a Coutances, in Francia, è stato beatificato anche il sacerdote Pierre-Adrien Toulorge, dell’Ordine Premostratense, vissuto nella seconda metà del secolo XVIII. Rendiamo grazie a Dio per questo luminoso “martire della verità”.

Saluto i partecipanti all’Incontro europeo degli studenti universitari, organizzato dalla Diocesi di Roma nel primo anniversario della Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Cari giovani, proseguite con fiducia nel cammino della nuova evangelizzazione nelle Università. Domani sera mi unirò spiritualmente a voi, per la Veglia che avrà luogo a Tor Vergata, presso la grande Croce della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Grazie della vostra presenza!

Chers pèlerins francophones, je vous exhorte aujourd’hui à prier pour les vocations. En Église et en famille, redécouvrez l’importance vitale du sacerdoce ministériel et de la vie consacrée. Chers jeunes, n’hésitez pas ! Écoutez l’appel de Dieu ! Je participe aussi spirituellement à la joie de tous les fidèles du Diocèse de Coutances et Avranches rassemblés pour la Béatification du Père Pierre-Adrien Toulorge, surnommé « le martyr de la vérité ». Que la Vierge Marie, modèle du cœur qui écoute, intercède pour que puisse éclore beaucoup de oui ! Bon dimanche !

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Regina Coeli prayer.  Today’s Gospel highlights the figure of Christ the Good Shepherd who lays down his life for his flock.  Today we also pray for vocations to the priesthood: may more young men hear Christ’s call to follow him more closely, and offer their lives to serve their brothers and sisters.  God’s peace be with you all!

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher deutscher Sprache, heute besonders an die Studentenverbindung Capitolina, die in diesen Tagen ihr Stiftungsfest begeht. Im Evangelium dieses Sonntags begegnet uns Christus als der Gute Hirte. Er sorgt für uns und kennt jeden von uns beim Namen. Vertrauen wir uns seiner guten Führung an, die uns schon auf Erden Momente der künftigen, ewigen Freude kosten läßt. Der barmherzige Gott segne euch und eure Lieben.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los alumnos de diversos centros escolares de Blanca, Murcia. En el Evangelio de este domingo, Cristo se presenta como el Buen Pastor, que da la vida por las ovejas. Pidámosle a Él que conceda a su Iglesia abundantes vocaciones sacerdotales, religiosas y misioneras, que ayuden a sus hermanos a acoger su mensaje de salvación. Feliz Domingo.

Lepo pozdravljam ministrante in druge romarje iz Slovenije! Služiti pri Gospodovem oltarju je za človeka velika čast in odgovornost. Radi in lepo sodelujte pri bogoslužju, da bodo vaši mladi dnevi polni Božje milosti, vi sami pa pošteni in navdušeni za vse dobro. Vam, dragi fantje in dekleta, vašim duhovnikom ter še posebej vsem, ki jih Bog kliče v duhovniško ali redovniško službo, rad podelim apostolski blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai chierichetti e agli altri pellegrini provenienti dalla Slovenia! Partecipate volentieri e degnamente alla liturgia affinché i giorni della vostra giovinezza siano colmi della grazia di Dio e siate voi stessi ferventi per tutto quello che è buono. A voi, cari ragazzi e ragazze, ai vostri sacerdoti e in particolare a coloro che il Signore chiama alla vita sacerdotale o religiosa, imparto di cuore l’Apostolica Benedizione!]

Radosno pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike, a osobito mlade iz župe Svetog Mihovila iz Drinovaca u Bosni i Hercegovini. Draga mladeži, na grobovima apostola učvrstite svoju vjeru u uskrslog Gospodina kako biste je još hrabrije svjedočili svojim životom. Hvaljen Isus i Marija!

[Con gioia saluto e benedico tutti i pellegrini Croati, particolarmente i giovani fedeli dalla parrocchia di San Michele a Drinovci in Bosnia ed Erzegovina. Cari giovani, sulle tombe degli apostoli rafforzate la vostra fede nel Signore risorto affinché la possiate testimoniare più coraggiosamente con la vostra vita. Siano lodati Gesù e Maria!]

Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Farnosti Raslavice. Bratia a sestry, milí mladí, prajem vám, aby vaša púť do Ríma upevnila vaše puto s Kristom a s jeho Cirkvou. Všetkých vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli della Parrocchia di Raslavice. Fratelli e sorelle, cari giovani, vi auguro che il pellegrinaggio a Roma approfondisca il vostro legame con Cristo e con la sua Chiesa. A tutti la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]

Serdecznie witam i pozdrawiam Polaków. Moją szczególną modlitwą ogarniam dzisiaj Episkopat polski, Arcybiskupa Prymasa i uczestników uroczystości odpustowych w Gnieźnie. Niech święty Wojciech, patron Polski, wyprasza obfitość łask dla Kościoła, zwłaszcza dar licznych powołań kapłańskich i zakonnych, pomyślność dla waszej Ojczyzny i polskich rodzin. Z serca błogosławię wam wszystkim.

[Do il mio benvenuto e un cordiale saluto a tutti i Polacchi. Con la mia preghiera mi unisco oggi all’Episcopato polacco, all’Arcivescovo Primate e a tutti i partecipanti alla festa patronale a Gniezno. Sant’Adalberto, patrono della Polonia, ottenga abbondanti grazie alla Chiesa, in modo particolare il dono di numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, la prosperità per la vostra patria e per le famiglie polacche. Di cuore vi benedico tutti.]

Rivolgo infine un saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di Cuneo e di Casatenovo, ai cresimandi di Tione di Trento, Mozzo, Ciserano e Sorisole, Morro d’Alba e Belvedere Ostrense, e a tutti gli altri numerosi giovani presenti. Saluto i diversi gruppi parrocchiali e i partecipanti al raduno di autovetture d’epoca. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana. Grazie. Buona domenica.

Omelia del Card. Salvatore De Giorgi, Rappresentante del Santo Padre BENEDETTO XVI

 

BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE GIUSEPPE TONIOLO
Basilica papale di San Paolo - 29 aprile 2012

 

 

1 - Nella pienezza della gioia pasquale Gesù Risorto oggi si presenta a noi come il Buon Pastore innamorato del suo gregge, per il quale, crocifisso, ha sacrificato la vita, e al quale, risorto, la dona e la ridona in abbondanza.
E' lui la pietra scartata dai costruttori, divenuta la pietra d'angolo.
Lo aveva preannunziato il salmista, come abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale.
Lo ha attestato a Pentecoste l'apostolo Pietro, che alla domanda del Sinedrio con quale potere o in quale nome è stato guarito il paralitico risponde deciso:"Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno"; manifesta pubblicamente la fede nella risurrezione:"voi lo avete crocifisso", ma Dio "lo ha risuscitato dai morti", e lancia alla storia la prima solenne dichiarazione dell'unicità e della universalità salvifica del Signore Gesù: "In nessun altro c'è salvezza: non v'è infatti sotto il cielo altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati".

Salvatore di tutti gli uomini, il buon Pastore chiama tutti alla salvezza: anche coloro che non provengono dal suo recinto, perché anch'essi ascoltino la sua voce e diventino un solo gregge e un solo pastore.

In realtà è in lui che il Padre nel suo grande amore chiama tutti a diventare suoi figli. E quanti lo siamo diventati realmente con il Battesimo - come ha precisato San Giovanni nella seconda lettura ci chiama a vivere da veri figli suoi, nell'attesa di essere pienamente "simili a lui" nella gloria eterna, dove "lo vedremo così com'egli è".

2 - E' questa la vocazione alla santità, traguardo di ogni altra vocazione nella Chiesa, dono della carità di Dio, come ci ha ricordato il Papa nel Messaggio dell'odierna Giornata di Preghiera per le vocazioni. E dono dell'amore di Dio all'Italia è stato il Prof. Giuseppe Toniolo. Grande dono pasquale di Cristo Risorto è la sua beatificazione.

Accogliamo, pertanto, con gioia l'invito del salmista, e rendiamo grazie al buon Pastore, che lo ha suscitato, e al suo Vicario in terra, Benedetto XVI, che lo ha dichiarato beato, presentandolo come esempio di padre di famiglia, di sapiente educatore dei giovani, di laico di Azione Cattolica, di testimone del Regno di Dio nel mondo della cultura, dell'economia e della politica.

Furono questi i luoghi privilegiati della sua missione e della sua santificazione, come cristiano laico, nel cuore della Chiesa e della società, con spirito profondamente vocazionale.

Egli era convinto, come poi ha precisato il Concilio Vaticano Il del quale può essere considerato un antesignano, che tutti indistintamente siamo chiamati alla santità, ossia "alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità nelle ordinarie condizioni e situazioni di vita"; che "tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano" (LG 40); che i laici si santificano nel mondo e per la santificazione del mondo, senza essere del mondo, attraverso l'esercizio del loro compito proprio: l'animazione cristiana delle realtà temporali (AA 7).

Ne era così convinto che non esitava di affermare: "Chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi". Da qui la sua ferma decisione: "Voglio farmi santo". E si dette un regolamento di vita spirituale e professionale, valorizzando i mezzi sempre attuali dell'ascetica cristiana: la preghiera, la meditazione, la Messa e la comunione quotidiana, la confessione frequente, l'esame di coscienza, la direzione spirituale, i ritiri mensili, gli esercizi spirituali annuali e la recita del Rosario, la cui festa segnò il suo passaggio al cielo. Un vero contemplativo dell'azione.

3 - Il radicarsi in Dio fu l'anima del suo impegno cristiano nella famiglia, sulla cattedra e nella società.

Sposato con Maria Schiratti e padre di sette figli, considerò la famiglia il luogo primario della sua santificazione e della sua missione. La sua fu una famiglia normale, inserita nella vita della parrocchia e aperta a quella della società, serena nell'affrontare le inevitabili difficoltà perché unita dalla forza del Vangelo che si leggeva insieme ogni mattina e animata dalla preghiera che si recitava insieme ogni sera. Una vera chiesa domestica. Un'affascinante testimonianza della dignità e della bellezza della famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile e fedele di un uomo con una donna per una comunione di vita e di amore secondo il disegno di Dio, che non si può stravolgere senza sconvolgere la vita stessa della società.

Insigne professore universitario, sulle cattedre di Padova, di Modena e di Pisa, seppe essere non solo il maestro qualificato dei giovani studenti, ma soprattutto il loro amico ed educatore nella ricerca della verità.

Avvertiva già allora l'emergenza educativa per il clima universitario indifferente o ostile alle fondamentali istanze religiose e morali, come anche l'urgenza di una solida formazione culturale cristiana che preparasse le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro. E sulla promozione della cultura impegnò i doni di una intelligenza non comune e di una lungimiranza quasi profetica, soprattutto circa la necessità, per il bene nel nostro Paese, di una presenza dei cattolici, nel sociale e nel politico, limpida, coerente, coraggiosa e unitaria, fondata sull'inscindibile rapporto tra fede e ragione.

4 - Convinto che la comunione, segreto della credibilità e dell'efficacia dell'apostolato, si costruisce con l'obbedienza, fu sempre fedele ai quattro Papi del suo tempo: li guardava con occhi di fede e li difendeva con amore di figlio.

Essi sapevano di poter contare su di lui, in un momento storico in cui l'unità dei cattolici, a causa della complessa questione romana, esigeva mediatori intelligenti e sicuri, costruttori di ponti e non di fossati, uomini di relazioni e di sintesi, come lui. E lui offrì la sua vasta e profonda cultura scientifica al loro Magistero, che accolse sempre docilmente, additandolo, soprattutto ai cattolici impegnati nel sociale e nel politico, come un punto di riferimento sicuro: sia per operare in modo competente e coerente, sia per evitare il rischio di essere strumentalizzati da quanti negano o combattono il Vangelo e i valori cristiani. I quali, - precisava il Beato - non sono in contrasto con gli autentici valori umani, ma ne sono l'espressione più piena: li confermano, li sostengono, li elevano e li promuovono, per la più efficace realizzazione del bene comune, fine preminente dell'azione sociale e politica.

Con questa fedeltà, mise a servizio del Movimento Cattolico, che egli voleva articolato ma unito, la sua altissima competenza di economista e di sociologo.

La Società della Gioventù Cattolica, primo nucleo dell'Azione Cattolica Italiana, la Fuci, l'Opera dei Congressi, l'Unione Cattolica per gli Studi sociali, l'Unione popolare, l'avvio delle Settimane Sociali ebbero in lui un eccellente ideatore, animatore, coordinatore di progetti culturali, sociali, politici cristianamente ispirati e di innovative strutture cattoliche pubbliche, come l'Università del Sacro Cuore.

5 - il prof. Toniolo, pertanto, si presenta a noi, come un italiano che ha amato e servito ia Chiesa e l'Italia, da cristiano e cittadino esemplare: è questa la vera laicità.

Si presenta a noi come uno di quei "cristiani con le braccia alzate verso Dio", dei quali ha bisogno lo sviluppo integrale dell'uomo e della società, come il Papa ha auspicato nella Enciclica Caritas in Veritate (n.79), nella quale hanno trovato conferma e sviluppo non poche intuizioni innovative del Beato, come la centralità della persona nel mondo del lavoro, l'insopprimibile fondamento etico dell'economia, la rilevanza antropologica della questione sociale, l'importanza del Vangelo nella costruzione della società.

Alla vigilia dell'Anno della fede, è certamente uno dei testimoni che il Santo Padre ha indicato come coloro che "per fede, nel corso dei secoli, hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica" (Porta fidei 13).

6 - Questo è stato il B. Toniolo, e per questo parla ancora.

Con l'entusiasmo della fede mai stanca e sempre viva in Dio Creatore e Padre, con l'intenso rapporto con Gesù Risorto invocato "principio di risurrezione", con la splendida testimonianza della vita interiore incarnata nella storia, con l'amore sincero alla Chiesa che considerava sua madre, con il prestigio morale della condotta privata e pubblica trasparente e irreprensibile, con l'indomito coraggio di essere e di dirsi cristiano in un contesto di aggressivo laicismo, il nuovo Beato ci esorta a riscoprire il fascino di appartenere al gregge del buon Pastore, l'ansia di conoscerlo ascoltando la sua parola garantita dal Magistero da lui voluto, la gioia di rimanere in lui con la grazia dei sacramenti, la felicità di amarlo osservando i suoi comandamenti, garanzie sicure del vivere sociale.

Ci esorta in particolare a impegnarci con fiducia nella nuova evangelizzazione della quale la Dottrina sociale è parte integrante, e di renderla credibile con la testimonianza di una vita coerente con la fede, illuminata dalla verità, sorretta dalla speranza, amante della giustizia e animata dalla carità.

E' questa la via della santità che conduce al possesso della gioia eterna, che ora l'Eucaristia ci fa pregustare e nella quale, come ci ha ricordato la preghiera colletta, il buon Pastore ci ha preceduti e, insieme al nuovo Beato, ci attende tutti fra le braccia del suo amore.