Ivan Merz

Ivan Merz

(1896-1928)

Beatificazione:

- 22 giugno 2003

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 10 maggio

Laico che, dedito agli studi umanistici e all’insegnamento, diede ai giovani un fulgido esempio di educatore radicato nella fede in Cristo e di laico cristiano impegnato per il progresso della società

  • Biografia
  • il miracolo
  • omelia di beatificazione
"Tutta la mia vita ruota intorno a Cristo Signore"

 

Ivan Merz nacque a Banja Luka il 16 dicembre 1896 ed ivi ricevette il battesimo il 2 febbraio 1897. Qui frequentò le scuole elementare e media. Dopo un breve periodo trascorso presso l'Accademia militare di Wiener Neustadt, nel 1915 si iscrisse all'Università di Vienna, aspirando a diventare professore per potersi dedicare all'istruzione e all'educazione dei giovani in Bosnia, sull'esempio del suo professore Ljubomir Maraković, al quale era sempre grato per averlo aiutato a scoprire le ricchezze della fede cattolica.

Nel marzo 1916 fu arruolato nell'esercito per essere poi mandato al fronte italiano, dove passò la maggior parte del 1917 e del 1918. L'esperienza della guerra contribuì ad una più rapida maturazione spirituale del giovane, il quale, indignato per gli orrori di cui fu testimone, rimettendo il suo destino nelle mani di Dio, si proponeva di tendere con tutte le forze alla perfezione cristiana. «Mai dimenticare Dio! Desiderare sempre di unirsi a Lui... Sarebbe una cosa terribile se questa guerra non avesse alcuna utilità per me!... Devo cominciare una vita rigenerata nello spirito della nuova conoscenza del cattolicesimo. Soltanto il Signore mi aiuti, perché l'uomo non può fare nulla da se stesso». Così scriveva nel Diario, il 5 febbraio 1918, mentre era sul fronte. 

Dopo la guerra, tornò a Vienna per continuare gli studi (1919-1920) e, successivamente, si trasferì a Parigi (1920-1922), dove preparò la sua dissertazione dottorale intitolata: «L'influence de la liturgie sur les écrivains français de Chateaubriand à nos jours», con la quale all'Università di Zagabria ottenne il titolo di dottore in filosofia. Per il resto della sua breve vita fu professore di lingua e letteratura francese al Ginnasio arcivescovile di Zagabria, adempiendo con esemplare dedizione i suoi doveri di stato.

Il Servo di Dio divenne noto soprattutto quale apostolo dei giovani, prima nella «Lega dei giovani cattolici croati», poi nella «Lega croata delle Aquile», di cui fu spiritus movens e con la quale inaugurò in Croazia l'Azione Cattolica voluta da papa Pio XI. Per lui, però, l'Organizzazione doveva anzitutto contribuire a formare una élite di apostoli della santità. A tale fine doveva servire anche il rinnovamento liturgico di cui egli fu uno dei primi promotori in Croazia, anticipando di quattro decenni le idee direttrici del Concilio Ecumenico Vaticano II in materia.

Nel suo lavoro non gli mancarono incomprensioni e difficoltà di vario genere, che egli affrontava con una calma ammirevole, frutto della sua continua unione con Dio nella preghiera. A giudizio di chi lo conosceva bene, egli era «con la mente e con il cuore immerso nel soprannaturale». Convinto che il mezzo più potente per la salvezza delle anime è la sofferenza offerta al Signore, offriva le sue pene fisiche e morali per ottenere la benedizione sulle sue imprese apostoliche e, prossimo a morire, offrì anche la sua giovane vita per le sue Aquile. Morì a Zagabria il 10 maggio 1928, all'età di 32 anni, lasciando dietro a sé un'autentica fama di santità. 

Ben presto si pensò all'introduzione della causa della sua canonizzazione. Il Processo Informativo sulla sua fama di santità fu promosso ed istruito presso la Curia arcidiocesana di Zagabria negli anni 1958-1986. La Congregazione per le Cause dei Santi, poi, fece preparare la Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, che fu discussa dai teologi il 19 aprile 2002 e dai Cardinali e Vescovi il 5 maggio seguente. Nell'accogliere il giudizio della Congregazione, Vostra Santità ha fatto promulgare il Decreto sull'eroicità delle virtù del Servo di Dio il 5 luglio 2002.

Fu quindi sottoposto all'esame della Congregazione il caso di una guarigione prodigiosa, avvenuta nel 1930 sulla tomba di Ivan Merz. Avendo i periti tecnici dichiarato la guarigione scientificamente inspiegabile, i teologi e i Cardinali e Vescovi del Dicastero ritennero che essa andava attribuita all'intercessione del Servo di Dio. Il 20 dicembre 2002, quindi, alla presenza di Vostra Santità veniva promulgato il relativo Decreto sul miracolo. Si è aperta così la via all'elevazione all'onore degli altari del venerabile Servo di Dio Ivan Merz.

SANTA MESSA E BEATIFICAZIONE DEL SERVO DI DIO IVAN MERZ

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Banja Luka
Domenica, 22 giugno 2003

 

1. "Voi siete la luce del mondo". Questa affermazione, carissimi Fratelli e Sorelle, Gesù la ripete oggi per noi, nella nostra assemblea liturgica. Non è una semplice esortazione morale. E' una constatazione, che esprime un'insopprimibile esigenza derivante dal Battesimo ricevuto.

In virtù di questo Sacramento, infatti, l'essere umano è inserito nel Corpo mistico di Cristo (cfr Rm 6,3-5). L'apostolo Paolo afferma: "Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo" (Gal 3,27). Giustamente pertanto Agostino esclamava: "Rallegriamoci e ringraziamo: siamo diventati non solo cristiani, ma Cristo... Stupite e gioite: Cristo siamo diventati" (In Ioann. Evang. tract., 21, 8: CCL 36, 216).

Ma Cristo è "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9). Il cristiano perciò è chiamato a diventare a sua volta riflesso di questa Luce, seguendo e imitando Gesù. Per questo egli ascolterà e mediterà la sua parola, parteciperà in modo consapevole e attivo alla vita liturgica e sacramentale della Chiesa, praticherà il comandamento dell'amore servendo i fratelli, specialmente se piccoli, poveri e sofferenti.

2. Saluto con affetto il Vescovo di Banja Luka e Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Franjo Komarica, e lo ringrazio per le cordiali parole che mi ha rivolto all'inizio di questa Celebrazione eucaristica. Il mio deferente pensiero va, poi, agli altri Vescovi della Bosnia ed Erzegovina, in particolare al Signor Cardinale Vinko Pulijć, Arcivescovo di Vrhbosna e originario di questa diocesi, ed agli altri Cardinali e Vescovi che ci accompagnano. Un saluto nel Signore a tutti i pellegrini qui convenuti dalle diverse parti del Paese e dalle Nazioni vicine.

Un fraterno saluto invio a Sua Beatitudine il Patriarca Pavle e ai Membri del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa serba. Il nuovo vigore che, in tempi recenti, ha acquistato il nostro cammino verso la mutua comprensione, il reciproco rispetto e la fraterna solidarietà sono motivo di gioia e di speranza per questa regione.

Il mio pensiero si rivolge anche ai fedeli delle altre Comunità ecclesiali di Bosnia ed Erzegovina, come pure ai fedeli della Comunità ebraica e della Comunità islamica.

Saluto i Signori Membri della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina e tutte le altre Autorità civili e militari. Apprezzo molto la vostra presenza e vi ringrazio per quanto avete fatto per l'organizzazione di questa mia visita alla vostra Terra.

E quindi a voi, amati figli di questa Chiesa pellegrina in Bosnia ed Erzegovina, spalanco le mie braccia per accogliervi e dirvi che occupate un posto importante nel cuore del Papa. Egli porta costantemente nella preghiera davanti al Signore la sofferenza che ancora rende pesante il vostro cammino e condivide con voi nella speranza l'attesa di giorni migliori.

Da questa città, segnata nel corso della storia da tanta sofferenza e tanto sangue, imploro il Signore Onnipotente affinché abbia misericordia per le colpe commesse contro l’uomo, la sua dignità e la sua libertà anche da figli della Chiesa cattolica e infonda in tutti il desiderio del reciproco perdono. Soltanto in un clima di vera riconciliazione, la memoria di tante vittime innocenti e il loro sacrificio non saranno vani, ci incoraggeranno a costruire rapporti nuovi di fraternità e di comprensione.

3. Carissimi Fratelli e Sorelle, il giusto, inondato dalla luce divina, diventa a sua volta fiaccola che risplende e riscalda. E' quanto ci insegna oggi la figura del nuovo Beato Ivan Merz.

Giovane brillante, seppe moltiplicare i ricchi talenti naturali di cui era dotato ed ottenne numerosi successi umani: si può parlare della sua come di una vita ben riuscita. Ma la ragione per cui egli viene oggi ascritto all'albo dei Beati non è quella. Ciò che lo introduce nel coro dei Beati è il suo successo davanti a Dio. La grande aspirazione di tutta la sua vita, infatti, è stata quella di "mai dimenticare Dio, desiderare sempre di unirsi a Lui". In ogni sua attività, egli ricercò "la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù" e si lasciò "conquistare" da Lui (cfr Fil 3,8.12).

4. Alla scuola della liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa (cfr Sacrosanctum Concilium, 10), Ivan Merz crebbe fino alla pienezza della maturità cristiana e divenne uno dei promotori del rinnovamento liturgico nella sua Patria.

Partecipando alla Messa, nutrendosi del Corpo di Cristo e della Parola di Dio, egli trasse la spinta a farsi apostolo dei giovani. Non a caso scelse come il motto "Sacrificio - Eucaristia - Apostolato". Cosciente della vocazione ricevuta nel Battesimo, fece della sua esistenza una corsa verso la santità, "misura alta" della vita cristiana (cfr Novo millennio ineunte, 31). Per questo, come afferma la prima lettura, "non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione" (Sir 39,9).

5. Il nome di Ivan Merz ha significato un programma di vita e di azione per tutta una generazione di giovani cattolici. Deve continuare ad esserlo anche oggi! La vostra Patria e la vostra Chiesa, carissimi giovani, hanno vissuto momenti difficili ed ora occorre lavorare perché la vita riprenda pienamente ad ogni livello. Mi rivolgo, pertanto, a ciascuno di voi, invitandovi a non tirarvi indietro, a non cedere alla tentazione dello scoraggiamento, ma a moltiplicare le iniziative perché la Bosnia ed Erzegovina torni ad essere terra di riconciliazione, di incontro e di pace.

Il futuro di queste contrade dipende anche da voi! Non cercate altrove una vita più comoda, non fuggite le vostre responsabilità aspettando che altri risolvano i problemi, ma ponete risolutamente rimedio al male con la forza del bene.

Come il Beato Ivan, ricercate l'incontro personale con Cristo che illumina di luce nuova la vita. Il Vangelo sia il grande criterio che guida i vostri orientamenti e le vostre scelte! Diventerete così missionari con i gesti e le parole e sarete segni dell'amore di Dio, testimoni credibili della presenza misericordiosa di Cristo. Non dimenticate: "Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio" (Mt 5,15).

6. Cari Fratelli e Sorelle che partecipate con tanto fervore a questa Celebrazione, la pace di Dio Padre, che sorpassa ogni sentimento, custodisca il vostro cuore e il vostro spirito nella conoscenza e nell'amore di Dio e del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo!

E' la preghiera e l'augurio che, per intercessione del Beato Ivan Merz, il Papa eleva oggi per voi e per tutti i Popoli della Bosnia ed Erzegovina.

***

Cari giovani, al termine di questa solenne liturgia nella quale ho proclamato beato Ivan Merz, un giovane della vostra terra, desidero consegnarvi la croce venerata presso l'altare durante questa celebrazione eucaristica. Il beato Ivan ha posto al centro del suo studio, del suo insegnamento, del suo apostolato il mistero pasquale che viene celebrato nella liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa. Accogliete nella vostra vita la croce gloriosa di Cristo! Sull'esempio del beato Ivan siate i testimoni della bellezza del culto cristiano ed esprimete nella vita quanto avete ricevuto nella fede. Nel vostro pellegrinaggio verso il Regno la croce vi sia sempre luce e guida. Andate nella gioia del Signore.