Luis Antonio Rosa Ormières

Luis Antonio Rosa Ormières

(1809-1890)

Beatificazione:

- 22 aprile 2017

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 16 gennaio

Sacerdote e fondatore della Congregazione delle Suore dell’Angelo Custode, spese le sue tante qualità umane e spirituali al servizio dell’educazione

  • Biografia
  • REGINA COELI
"Formare veri discepoli di Cristo"

 

Luis Antonio Ormières nasce a Quillán, nella diocesi di Carcassonne, il 14 luglio del 1809: lo stesso giorno riceve il Battesimo, nella Chiesa parrocchiale di Quillán. Secondo di cinque fratelli, la sua è una famiglia oriunda di Limoux, stabilitasi successivamente a Quillán. Da bambino è intelligente, buono, ed ama giocare. All’età di otto anni viene mandato in collegio, a Limoux, dove vivono i suoi nonni paterni. Nel 1825, a sedici anni, entra nel Seminario Minore di Carcassonne dove si distingue per l’intelligenza e l’educazione: a diciotto anni, mentre è studente di Retorica, si fa chiara la chiamata al Presbiterato e, in modo speciale, ad un impegno nel campo dell’insegnamento, a “consacrarsi all’infanzia”.

Nominato Professore del Seminario Minore già con gli Ordini Minori, dopo un periodo passato nella casa materna per curarsi da una polmonite, il 21 dicembre 1833 viene ordinato Presbitero, all’età di 24 anni. Nel 1834 si reca a Montpellier per ottenere il diploma che gli permetterà di diventare Direttore della Scuola di Quillán, insegnando latino ai giovani Seminaristi. Nel 1838 è nominato Vicario della parrocchia di Saint-Martin de Limoux e Cappellano del Convento di Quillán; in questo anno, in cui una epidemia di tifo colpisce la regione, si mette senza timore a disposizione di coloro che a Comux soffrono il conseguente isolamento, e per tale vicinanza viene soprannominato “martire della carità”. Il 3 dicembre 1839 fonda l’Istituto delle Suore dell’Angelo Custode, che sino al 1852 dipende dalla Congregazione di Saint-Gildas de Bois.

Lasciata la parrocchia di Limoux, cominciano i problemi economici, a cui si uniscono le difficoltà per le esigenze educative imposte dallo Stato Francese, e le difficoltà di adattamento delle Suore provenienti da Saint-Gildas al “nuovo” Istituto. Negli ultimi anni, nonostante gli acciacchi per le infermità e per l’invecchiamento, non perde il suo buon umore: quasi cieco e tagliato fuori dal mondo esterno, nel suo intimo vive di fede e manifesta continuamente una speranza nella salvezza della sua anima del tutto eccezionale. Così ricco di doni interiori, il 16 gennaio 1890, con un filo di voce saluta le sue figlie e si addormenta nel Signore. Unanime la voce che risuona nella città di Gijón: “è morto il santo!”.

Il Processo diocesano si è svolto dal 25 marzo 1954 al 10 settembre 1955; il Decreto sugli Scritti è, invece, del 12 luglio 1973. Il 16 giugno 1989 la Congregazione delle Cause dei Santi dichiara valida l’Inchiesta diocesana e nel 1990 viene completata e presentata la Positio. Il 21 maggio 1991 si è svolta la seduta dei Consultori Storici mentre il Congresso Peculiare si svolge l’11 giugno del 1996. Dopo l’esame dei Cardinali e Vescovi membri della Congregazione, riunitisi il 7 gennaio 1997, l’8 marzo 1997 San Giovanni Paolo II decreta l’eroicità delle virtù di Louis-Antoine-Rose Ormières Lacase.

Per la beatificazione, la Postulazione della Causa presentò all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di Suor Jenara Sánchez del Río da “carcinoma mucoepidermoide del palato di grado 3 con margini chirurgici interessati dalla neoplasia in più punti”. L’evento accadde il 29 dicembre 2002 a Madrid (Spagna). La diagnosi di tumore fu posta nel mese di ottobre del 2002. Ricoverata all’Ospedale “Campo Grande” di Valladolid, il 22 novembre 2002 subì un intervento chirurgico per l’asportazione del tumore, ma il processo di cicatrizzazione non si risolse. Trasferitasi a Madrid, il 29 dicembre 2002 la Suora si accorse che l’orifizio del palato si era chiuso quasi completamente, tanto che riusciva a parlare e a mangiare senza difficoltà. Una biopsia effettuata nel gennaio 2003 mostrò assenza di malignità. Esami bioptici successivi, effettuati sino al 2013, confermarono la persistenza della guarigione completa.

Il presunto miracolo fu oggetto dell’Inchiesta Diocesana istruita presso la Curia ecclesiastica di Madrid (Spagna) dal 12 settembre 2012 al 2 ottobre 2013, in sedici Sessioni, con la raccolta delle prove documentali e l’escussione di undici testi, di cui tre ex officio.

La validità giuridica della summenzionata Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 21 febbraio 2014.

 

Consulta Medica

 

Gli Atti dell’Inchiesta Diocesana, con le Perizie medico-legali d’ufficio, furono sottoposti alla valutazione della Consulta Medica del Dicastero il 14 gennaio 2016.

Durante la discussione collegiale, i Periti concordarono sulla prognosi infausta. La terapia fu ritenuta parzialmente adeguata, incompleta ed inefficace.

Al termine della disamina, la Consulta Medica concluse che la guarigione fu molto rapida, completa e duratura, non spiegabile scientificamente sulla base delle conoscenze mediche attuali.    

 

Congresso  Peculiare  dei  Consultori  Teologi

 

Si tenne il 22 marzo 2016. Durante il Congresso, i Teologi, dopo aver preso atto delle conclusioni della Consulta Medica, furono unanimi nell’affermare che il presunto miracolo sia da attribuirsi all’intercessione del Beato.

L’iniziativa dell’invocazione fu della stessa sanata la quale, dopo il primo intervento odontoiatrico e la conseguente prognosi infausta, essendo molto preoccupata, decise di rivolgersi in preghiera al proprio Fondatore per ottenere la guarigione. A lei si unirono le consorelle delle diverse comunità, le quali invitarono a pregare anche le alunne delle scuole del loro Istituto ed altre persone vicine alla Congregazione delle Suore dell’Angelo Custode.

L’invocazione fu corale, rivolta unicamente al Beato, continua e antecedente il viraggio positivo delle condizioni di salute di Sr. Jenara e si pone in rapporto di nesso causale con la scomparsa del tumore.

Al termine della disamina, i Consultori si espressero all’unanimità con voto affermativo.

 

Sessione  Ordinaria  dei  Cardinali  e  dei Vescovi

 

Si riunì il 5 luglio 2016. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver tratteggiato un breve profilo biografico del Beato, si soffermò a descrivere l’iter del presunto miracolo, evidenziando le unanimi conclusioni positive della Consulta Medica. Circa la valutazione teologica dell’evento, le testimonianze sono pienamente attendibili, concordi, autorevoli e convincenti.

La preghiera fu antecedente al viraggio favorevole del decorso clinico della paziente, mostrando il nesso causale tra invocazione e sanazione.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de miraculo, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubium con sentenza affermativa.

PAPA FRANCESCO

REGINA COELI

Piazza San Pietro
Domenica della Divina Misericordia, 23 aprile 2017

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Noi sappiamo che ogni domenica facciamo memoria della risurrezione del Signore Gesù, ma in questo periodo dopo la Pasqua la domenica si riveste di un significato ancora più illuminante. Nella tradizione della Chiesa, questa domenica, la prima dopo la Pasqua,  veniva chiamata “in albis”. Cosa significa questo? L’espressione intendeva richiamare il rito che compivano quanti avevano ricevuto il battesimo nella Veglia di Pasqua. A ciascuno di loro veniva consegnata una veste bianca – “alba”, “bianca” – per indicare la nuova dignità dei figli di Dio. Ancora  oggi si fa questo: ai neonati si offre una piccola veste simbolica, mentre gli adulti ne indossano una vera e propria, come abbiamo visto nella Veglia pasquale. E quella veste bianca, nel passato, veniva indossata per una settimana, fino  a questa domenica, e da questo deriva il nome in albis deponendis, che significa la domenica in cui si toglie la veste bianca. E così, tolta le veste bianca, i neofiti iniziavano la loro nuova vita in Cristo e nella Chiesa.

C’è un’altra cosa. Nel Giubileo dell’Anno 2000, san Giovanni Paolo II ha stabilito che questa domenica sia dedicata alla Divina Misericordia. È vero, è stata una bella intuizione: è stato lo Spirito Santo a ispirarlo in questo. Da pochi mesi abbiamo concluso il Giubileo straordinario della Misericordia e questa domenica ci invita a riprendere con forza la grazia che proviene dalla misericordia di Dio. Il Vangelo di oggi è il racconto dell’apparizione di Cristo risorto ai discepoli riuniti nel cenacolo (cfr Gv 20,19-31). Scrive san Giovanni che Gesù, dopo aver salutato i suoi discepoli, disse loro: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Detto questo, fece il gesto di soffiare verso di loro e aggiunse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (vv. 21-23). Ecco il senso della misericordia che si presenta proprio nel giorno della risurrezione di Gesù come perdono dei peccati. Gesù Risorto ha trasmesso alla sua Chiesa, come primo compito, la sua stessa missione di portare a tutti l’annuncio concreto del perdono. Questo è il primo compito: annunciare il perdono. Questo segno visibile della sua misericordia porta con sé la pace del cuore e la gioia dell’incontro rinnovato con il Signore.

La misericordia alla luce di Pasqua si lascia percepire come una vera forma di conoscenza. E questo è importante: la misericordia è una vera forma di conoscenza. Sappiamo che si conosce attraverso tante forme. Si conosce attraverso i sensi, si consce attraverso l’intuizione, attraverso la ragione e altre forme ancora. Bene, si può conoscere anche attraverso l’esperienza della misericordia, perché la misericordia apre la porta della mente per comprendere meglio il mistero di Dio e della nostra esistenza personale. La misericordia ci fa capire che la violenza, il rancore, la vendetta non hanno alcun senso, e la prima vittima è chi vive di questi sentimenti, perché si priva della propria dignità. La misericordia apre anche la porta del cuore e permette di esprimere la vicinanza soprattutto con quanti sono soli ed emarginati, perché li fa sentire fratelli e figli di un solo Padre. Essa favorisce il riconoscimento di quanti hanno bisogno di consolazione e fa trovare parole adeguate per dare conforto.

Fratelli e sorelle, la misericordia riscalda il cuore e lo rende sensibile alle necessità dei fratelli con la condivisione e partecipazione. La misericordia, insomma, impegna tutti ad essere strumenti di giustizia, di riconciliazione e di pace. Non dimentichiamo mai che la misericordia è la chiave di volta nella vita di fede, e la forma concreta con cui diamo visibilità alla risurrezione di Gesù.

Maria, la Madre della Misericordia, ci aiuti a credere e a vivere con gioia tutto questo.

Dopo il Regina Coeli:

Cari fratelli e sorelle,

ieri a Oviedo, in Spagna, è stato proclamato Beato il sacerdote Luis Antonio Rosa Ormières. Vissuto nel secolo diciannovesimo, spese le sue tante qualità umane e spirituali al servizio dell’educazione, e per questo fondò la Congregazione delle Suore dell’Angelo Custode. Il suo esempio e la sua intercessione aiutino in particolare quanti lavorano nella scuola e nel campo educativo.

Saluto di cuore tutti voi, fedeli romani e pellegrini dell’Italia e di tanti Paesi, in particolare la Confraternita di San Sebastiano da Kerkrade (Nederland), il Nigerian Catholic Secretariat e la parrocchia Liebfrauen di Bocholt (Germania).

Saluto i pellegrini polacchi, ed esprimo vivo apprezzamento per l’iniziativa della Caritas Polonia a sostegno di tante famiglie in Siria. Un saluto speciale ai devoti della Divina Misericordia convenuti oggi nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Come pure ai partecipanti alla “Corsa per la Pace”: una staffetta che oggi parte da questa Piazza per raggiungere Wittenberg in Germania.

Saluto i numerosi gruppi di ragazzi, specialmente cresimati o cresimandi - siete tanti! -: delle Diocesi di Piacenza-Bobbio, Trento, Cuneo, Milano, Lodi, Cremona, Bergamo, Brescia e Vicenza. E anche la Scuola “Masaccio” di Treviso e l’Istituto “San Carpoforo” di Como.

Infine ringrazio tutti coloro che in questo periodo mi hanno inviato messaggi di auguri per la Pasqua. Li ricambio di cuore invocando per ciascuno e per ogni famiglia la grazia del Signore Risorto. Buona domenica a tutti, e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!