Madre Speranza di Gesù

Madre Speranza di Gesù

(1893-1983)

Beatificazione:

- 31 maggio 2014

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 8 febbraio

Vergine, fondatrice delle Congregazioni delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso

  • Biografia
  • Omelia
  • il miracolo
  • REGINA COELI
"Tutto per amore"

 

María Josefa Alhama Valera nacque il 29 settembre 1893 a Sotomera (Murcia) in Spagna, primogenita di una famiglia numerosa e molto povera.

Dopo un’esperienza di intensa spiritualità, nel 1914, entrò in una comunità di religiose, le Figlie del Calvario, che si occupava all’assistenza ai malati. Era una Pia Unione in via di estinzione, che nel 1921 finì per aggregarsi all’Istituto delle “Misioneras Claretianas” di Vélez Rubio. In tale anno anche lei passo nel nuovo Istituto e fu destinata alla Casa di Vicalvaro in Madrid, dove la Divina Provvidenza la mise in contatto con il Padre Arintero, che divenne il suo direttore spirituale e con il quale collaborò alla diffusione della conoscenza di Dio, Amore Misericordioso. Questo momento spirituale spinse Madre Speranza a gettare le fondamenta della futura Congregazione delle “Ancelle dell’Amore Misericordioso”.

L’Opera ebbe già dai primi anni un felice sviluppo. Ma successivamente si scatenò contro Madre Speranza una furiosa burrasca e fu contestata la sua direzione. Donna forte nella prova, sostenuta dalla continua preghiera, perseverò con coraggio nella missione che il Signore le aveva affidato fino al completo affermarsi della verità.

Trasferitasi a Roma, nel 1951 fondò anche la Congregazione maschile dei Figli dell’Amore Misericordioso, che con lei si trasferì a Collevalenza, (Todi), dove sorgerà il centro dell’attività principale di Madre Speranza. Qui fondò un grande Santuario, dedicato all’Amore Misericordioso, che per la Venerabile Serva di Dio fu lo strumento di un Apostolato indirizzato a innumerevoli persone di ogni parte del mondo. La famiglia religiosa, sia il ramo femminile sia quello maschile, ebbe un’espansione continua: Spagna, Italia, Germania, Brasile.

Il 22 novembre 1981 Madre Speranza accolse con gioia il Santo Padre Giovanni Paolo II, pellegrino al Santuario di Collevalenza, nel suo primo viaggio apostolico dopo l’attentato del 13 maggio. Fu quasi una conferma del messaggio della sua Enciclica “Dives in misericordia”, e un segno di speciale benevolenza verso Madre Speranza e del suo carisma nella Chiesa.

La Venerabile Serva di Dio morì serenamente l’8 febbraio 1983 a Collevalenza, circondata dall’affetto e dalla stima del popolo di Dio. 

«Una corsa verso la santità»: così il cardinale Angelo Amato ha riassunto la vita di madre Speranza di Gesù, al secolo María Josefa Alhama Valera (1893-1983), durante la beatificazione presieduta a nome di Papa Francesco, sabato 31 maggio, presso il santuario dell’amore misericordioso di Collevalenza di Todi, in Umbria. Qui la religiosa, nata in Spagna, ha vissuto dal 1951 fino alla morte. E qui, nella cripta, riposa il suo corpo, meta ogni anno di di pellegrini da tutto il mondo.

All’omelia il prefetto della Congregazione delle cause dei santi ha ricordato che la stessa beata aveva più volte confidato come intendesse condurre la propria esistenza. «La santità — diceva — consiste nel vivere in Gesù». Perché la sua ansia era la santificazione «costi quel che costi».

Nella lettera apostolica per la beatificazione, Papa Francesco esalta madre Speranza per tre meriti: «come fondatrice di due congregazioni di vita consacrata, le ancelle e i figli dell’amore misericordioso; come testimone della mansuetudine di Dio soprattutto verso i poveri e come promotrice della santità presso il clero diocesano». E in proposito il porporato ha spiegato che il programma di vita di madre Speranza, è riassumibile nel «fare la volontà di Dio, affidarsi alla sua provvidenza, amare il crocifisso, simbolo dell’amore misericordioso». E «con questa fede sconfinata ella attraversò le oscure gallerie del male, dell’incomprensione e dell’umiliazione, uscendo purificata e rafforzata nei suoi propositi».

In vista della beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi un presunto miracolo constatato il 4 luglio 1999 a Cilavegna (PV), a favore di un bambino. A quaranta giorni dalla nascita, il piccolo iniziò a manifestare segni d’intolleranza intestinale, con calo di peso, insonnia e orticaria.

Alcune settimane dopo, le condizioni si aggravarono, con il subentrare dell’ipotermia. Ricoverato presso l’ospedale di Vigevano, gli fu diagnosticata una forma di dispepsia per intolleranza alle proteine del latte vaccino e di soia. Nonostante le cure e il cambiamento di alimentazione, subentrò una grave crisi allergica con dermatite, acutizzazione dell’orticaria, ulteriore calo ponderale ed insonnia; in seguito, si verificarono otiti, inappetenza totale e stipsi. Il bambino appariva prostrato fisicamente e la preoccupazione era crescente perché non si sapeva che cosa fare, nonostante il papà fosse un medico.

In questa situazione sempre più compromessa, la mamma assistette casualmente, in televisione, ad una trasmissione che parlava di Madre Speranza e dell’acqua dell’Amore Misericordioso che sgorgava presso il Santuario di Collevalenza. Attraverso uno zio sacerdote, provvidenzialmente a Collevalenza per un corso di esercizi spirituali, poterono avere l’acqua, che il bambino iniziò a bere il 28 giugno. Lo zio aveva chiesto presso la tomba della Serva di Dio: “Ti prego, adotta quel bambino. Ha bisogno di te”. Domenica 4 luglio 1999, i familiari si ritrovarono per il primo compleanno del bambino e lì, per fede, gli fecero assumere ogni sorta di cibo intuendo che qualcosa di speciale sarebbe accaduto.

Da quel momento la crescita del fanciullo seguirà il normale ritmo della natura.

PAPA FRANCESCO

REGINA COELI

Piazza San Pietro
Domenica, 1° giugno 2014

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. Gli Atti degli Apostoli raccontano questo episodio, il distacco finale del Signore Gesù dai suoi discepoli e da questo mondo (cfr At 1,2.9). Il Vangelo di Matteo, invece, riporta il mandato di Gesù ai discepoli: l’invito ad andare, a partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza (cfr Mt 28,16-20). “Andare”, o meglio, “partire” diventa la parola chiave della festa odierna: Gesù parte verso il Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo.

Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre. Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre. Lui stesso aveva detto che se ne sarebbe andato per prepararci un posto in Cielo. Tuttavia, Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre. È vicino a tutti noi, anche oggi è qui con noi in piazza; il Signore è con noi! Voi credete questo? Allora lo diciamo insieme: Il Signore è con noi!

Gesù, quando ritorna al Cielo, porta al Padre un regalo. Quale è il regalo? Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: “Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai”. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso. Questo è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il prezzo del perdono, le sue piaghe. È una cosa bella questa che ci spinge a non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona, perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona.

Ma Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando dipartire: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, “in partenza”. Di più: la Chiesa è nata “in uscita”. E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre “in uscita” con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione  alle piaghe di Gesù.

Ai suoi discepoli missionari Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20). Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. E così andiamo a dire alla gente chi è Gesù.

E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza.

Dopo il Regina Coeli:

APPELLO

Con animo rattristato, prego per le vittime delle tensioni che ancora continuano in alcune regioni dell’Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana. Rinnovo il mio accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione. Maria, Regina della Pace, ci aiuti tutti con la sua intercessione materna. Maria, Regina della Pace, prega per noi.

* * *

Cari fratelli e sorelle,

si celebra oggi la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema dellacomunicazione al servizio della cultura dell’incontro. I mezzi di comunicazione sociale possono favorire il senso di unità della famiglia umana, la solidarietà e l’impegno per una vita dignitosa per tutti. Preghiamo affinché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente al servizio dell’incontro tra le persone, le comunità, le nazioni; un incontro fondato sul rispetto e sull’ascolto reciproco.

Ieri, a Collevalenza, è stata proclamata Beata Madre Speranza, nata in Spagna col nome di María Josefa Alhama Valera, fondatrice in Italia delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso. La sua testimonianza aiuti la Chiesa ad annunciare dappertutto, con gesti concreti e quotidiani, l’infinita misericordia del Padre celeste per ogni persona. Salutiamo tutti, con un applauso, la Beata Madre Speranza!

Saluto tutti voi, cari romani e pellegrini: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni, le scuole. In particolare, saluto i fedeli di Lione e di Parigi, quelli provenienti dal Texas e da Aulendorf (Germania), e il gruppo di italiani che vivono a Ulm e Neu-Ulm. Saluto i ragazzi che hanno ricevuto o si preparano a ricevere la Cresima, incoraggiandoli ad essere gioiosi testimoni di Gesù. Saluto il coro di Palazzolo sull’Oglio e quello di Longi. Un pensiero speciale va ai numerosi Camperisti italiani, impegnati in opere di solidarietà, e ai ciclisti che danno vita all’iniziativa “Un chilometro per la Siria”.

A tutti auguro una buona domenica. Buon pranzo e arrivederci, e pregate per me!