Manuel Lozano Garrido

Manuel Lozano Garrido

(1920-1971)

Beatificazione:

- 12 giugno 2010

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 3 novembre

Laico, giornalista e autore cattolico spagnolo, conosciuto da tutti come "Lolo" e "primo beato in carrozzella”, essendo il paralitico arrivato sugli altari in sedia a rotelle

  • Biografia
  • angelus
“Lavorare il pane dell’informazione pulita con il sale dello stile e il lievito dell’eternità”

 

Manuel Lozano Garrido nacque a Linares in Spagna (Diocesi di Jaen) il 9 agosto 1920, quinto di otto figli, in una famiglia autenticamente religiosa e, sotto l’aspetto sociale, piuttosto benestante. La morte prematura del padre, con le inevitabili ricadute sul piano affettivo ed economico, fu la prima di una lunga serie di prove che Manuel affronterà.

Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, tuttavia, trascorsero in un clima sostanzialmente sereno, sotto la guida del nonno materno, nel consueto ritmo di studio, gioco, scoperta della natura, catechesi, partecipazione ai sacramenti, primi interessi culturali e sociali. Tra nuove difficoltà, quali la morte del nonno e della madre, e nuove esperienze scolastiche e culturali, un avvenimento risalta con grande evidenza nel percorso spirituale del Servo di Dio: la sua adesione all’Azione Cattolica come aspirante.

Il culmine della sua adolescenza fu contrassegnato da un’ulteriore tragedia familiare, che costituisce quasi il simbolo di un dramma di ancora più vasta portata, tale da coinvolgere l’intera penisola iberica: l’uccisione del fratello maggiore, nel clima di persecuzione religiosa che anticipò e accompagnò la guerra civile (1936-1939). Manuel fu di colpo proiettato nel crogiolo di odio e di violenza che caratterizzò quegli anni, né gli furono risparmiate umiliazioni, disgregazioni familiari, carcerazione per motivi religiosi. Il suo cuore, nonostante tutto, si mantenne sempre fiducioso e costantemente proiettato a infondere speranza negli altri, ad animare quelli che soffrivano, a compiere uno straordinario apostolato eucaristico soprattutto, «novello Tarcisio», portando l’eucaristia a quanti erano incarcerati; e, anche quando, diciassettenne, fu chiamato alle armi, non si notarono mai in lui sentimenti di rancore e atteggiamenti di aggressività. Sarà proprio verso la fine della guerra che inizieranno a manifestarsi i primi disturbi reumatici che costituiranno la futura «croce» del Servo di Dio.

Gli anni dell’immediato dopoguerra, tesi allo studio e alla ricerca occupazionale, furono ricchi di attività apostolica. Alle forme tipiche dell’Azione Cattolica, Manuel affiancò una straordinaria attività giornalistica e letteraria, nella quale la sua cultura e la sua sensibilità furono messe a servizio di una visione cristiana della vita: storia, narrativa, spiritualità, sintesi poetica, attualità politica e culturale, si intrecciano in uno stile che, mentre non disdegna l’accuratezza estetica, persegue con rigore sostanziosi contenuti religiosi ed etici. Molto attento alle problematiche contemporanee, egli proponeva soprattutto la dottrina sociale della Chiesa quale sicuro orientamento per i problemi della civile convivenza.

Il disegno amoroso di Dio, però, orientava Manuel verso una missione ancora più grande: questo «figlio prediletto di Linares» avrebbe partecipato con singolare profondità alla vicenda dolorosa del Servo di Yahwé, il Figlio prediletto del Padre. Quella malattia reumatica, che aveva iniziato a visitarlo fin dagli anni giovanili, divenne ogni giorno di più compagna di vita e di santificazione. La sofferenza diventò la sua cattedra.

Se gli infermi erano sempre stati i destinatari privilegiati della sua amicizia, ora egli stesso, paralitico su una sedia a rotelle e per di più cieco, diventava per tutti «sacramento del dolore»: una limpida irradiazione di fede, di speranza e di carità. Il mistero pasquale si espandeva nella quotidianità della sua vita conducendolo alla maturità umana e cristiana e lui, con fortezza e umiltà, accoglieva come un dono la possibilità di imitare nella carne e nello spirito il Signore crocifisso. Instancabile nel suo apostolato, fondò l’opera Sinai, una iniziativa di collegamento tra gli ammalati per una comune azione di sostegno e di affermazione della dignità dei sofferenti nella vita sociale.

Fonte e culmine della spiritualità e dell’attività di Manuel fu la partecipazione sempre più fruttuosa all’Eucaristia. Quando un amico sacerdote fu autorizzato a celebrare la Messa in casa del Servo di Dio, questi volle che la sua macchina dattilografica fosse posta sotto la mensa che fungeva da altare, perché in tal modo «il tronco della Croce si fissa sulla tastiera ed estende là le sue radici», secondo la felice espressione che in seguito userà in un suo libro.

Il progressivo aggravarsi della malattia e l’acutizzarsi delle sofferenze stremarono definitivamente la sua fibra. Manuel si addormentò nel Signore il 3 novembre 1971.

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 13 giugno 2010

 

Cari fratelli e sorelle!

Si è concluso nei giorni scorsi l’Anno Sacerdotale. Qui a Roma abbiamo vissuto giornate indimenticabili, con la presenza di oltre quindicimila sacerdoti di ogni parte del mondo. Perciò, oggi desidero rendere grazie a Dio per tutti i benefici che da questo Anno sono venuti alla Chiesa universale. Nessuno potrà mai misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti.

L’Anno Sacerdotale si è concluso nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, che tradizionalmente è la “giornata di santificazione sacerdotale”; questa volta lo è stata in modo del tutto speciale. In effetti, cari amici, il sacerdote è un dono del Cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo. Dal Cuore del Figlio di Dio, traboccante di carità, scaturiscono tutti i beni della Chiesa, e in modo particolare trae origine la vocazione di quegli uomini che, conquistati dal Signore Gesù, lasciano tutto per dedicarsi interamente al servizio del popolo cristiano, sull’esempio del Buon Pastore. Il sacerdote è plasmato dalla stessa carità di Cristo, quell’amore che spinse Lui a dare la vita per i suoi amici e anche a perdonare i suoi nemici. Per questo i sacerdoti sono i primi operai della civiltà dell’amore. E qui penso a tante figure di preti, noti e meno noti, alcuni elevati all’onore degli altari, altri il cui ricordo rimane indelebile nei fedeli, magari in una piccola comunità parrocchiale. Come è accaduto ad Ars, il villaggio della Francia dove svolse il suo ministero san Giovanni Maria Vianney. Non c’è bisogno di aggiungere parole a quanto è stato detto su di lui nei mesi scorsi. Ma la sua intercessione ci deve accompagnare ancora di più da ora in avanti. La sua preghiera, il suo “Atto di amore” che tante volte abbiamo recitato durante questo Anno Sacerdotale, continui ad alimentare il nostro colloquio con Dio.

Un’altra figura vorrei ricordare: Don Jerzy Popiełuszko, sacerdote e martire, che è stato proclamato Beato proprio domenica scorsa, a Varsavia. Ha esercitato il suo generoso e coraggioso ministero accanto a quanti si impegnavano per la libertà, per la difesa della vita e la sua dignità. Tale sua opera al servizio del bene e della verità era un segno di contraddizione per il regime che governava allora in Polonia. L’amore del Cuore di Cristo lo ha portato a dare la vita, e la sua testimonianza è stata seme di una nuova primavera nella Chiesa e nella società. Se guardiamo alla storia, possiamo osservare quante pagine di autentico rinnovamento spirituale e sociale sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici, animati soltanto dalla passione per il Vangelo e per l’uomo, per la sua vera libertà, religiosa e civile. Quante iniziative di promozione umana integrale sono partite dall’intuizione di un cuore sacerdotale!

Cari fratelli e sorelle, affidiamo al Cuore Immacolato di Maria, di cui ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica, tutti i sacerdoti del mondo, perché, con la forza del Vangelo, continuino a costruire in ogni luogo la civiltà dell’amore.

Dopo l'Angelus

Desidero anzitutto ricordare con gioia la proclamazione di due nuovi Beati, entrambi vissuti nel secolo scorso. Ieri, in Spagna, è stato beatificato Manuel Lozano Garrido, laico e giornalista; malgrado la malattia e l’invalidità lavorò con spirito cristiano e con frutto nel campo della comunicazione sociale. Stamani, invece, in Slovenia, il Cardinale Bertone, quale mio Legato, ha presieduto la celebrazione conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, nella quale ha proclamato beato il giovane martire Lojze Grozde. Egli era particolarmente devoto dell’Eucaristia, che alimentava la sua fede incrollabile, la sua capacità di sacrificio per la salvezza delle anime, il suo apostolato nell’Azione Cattolica per condurre gli altri giovani a Cristo.

Je salue cordialement les pèlerins francophones et, en particulier, le groupe des scouts de Saint-Louis-de-France. Au terme de cette année sacerdotale, je vous remercie tous de vos prières pour les prêtres, les séminaristes et pour les vocations sacerdotales. Continuez à les accompagner dans leur don au Seigneur et à son Église afin qu’ensemble nous marchions vers Dieu sur le chemin de la sainteté! Que la Vierge Marie intercède pour nous! Bon pèlerinage à tous!

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus prayer, especially the group of faithful from Seychelles. Last Friday, the Solemnity of the Sacred Heart of Jesus, I had the joy of concluding the Year for Priests, marked by moving moments of community prayer and adoration. Let us continue to remember all priests in our prayers, thanking Christ for this great gift of his love and asking him to keep them in his grace as faithful friends and ministers. I wish you all a pleasant stay in Rome and a blessed Sunday!

Ein herzliches „Grüß Gott“ sage ich allen deutschsprachigen Pilgern und Besuchern. Am vergangenen Freitag, dem Herz-Jesu-Fest, hat das Priesterjahr mit der Gebetsvigil und der Meßfeier mit vielen Tausenden Priestern aus aller Welt seinen Abschluß gefunden. Ich bin dem Herrn für diese bewegenden Momente der Freude, der Brüderlichkeit und der gegenseitigen Stärkung dankbar. Die Kirche und die Welt brauchen Priester, die sich ganz von Jesus Christus formen lassen und den Menschen die Quelle der göttlichen Liebe aufschließen und das Wasser des Lebens schenken. Unterstützt weiterhin die Priester in ihrem Dienst mit eurer Mithilfe und eurem Gebet! Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag!

Saludo cordialmente a los grupos de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular a los fieles procedentes de Colombia y México, así como a los miembros de la Cofradía de Nuestro Padre Jesús Nazareno y María Santísima de los Dolores, de Jaén. Precisamente en esta diócesis andaluza, y en concreto en la ciudad de Linares, tuvo ayer lugar la beatificación de Manuel Lozano Garrido, fiel laico que supo irradiar con su ejemplo y sus escritos el amor a Dios, incluso entre las dolencias que lo tuvieron sujeto a una silla de ruedas durante casi veintiocho años. Al final de su vida perdió también la vista, pero siguió ganando los corazones para Cristo con su alegría serena y su fe inquebrantable. Los periodistas podrán encontrar en él un testimonio elocuente del bien que se puede hacer cuando la pluma refleja la grandeza del alma y se pone al servicio de la verdad y las causas nobles. Feliz Domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. W uroczystość Najświętszego Serca Pana Jezusa zakończyliśmy Rok Kapłański. Dziękując Bogu za dar tego czasu, zawierzyłem wszystkich duchownych na świecie opiece Maryi, Matki Kapłanów. Proszę was: wspierajcie waszych pasterzy modlitwą i dobrą radą. Niech uświęcają siebie i tych, do których zostali posłani. Niech Bóg wam błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù abbiamo concluso l’Anno Sacerdotale. Ringraziando Dio per il dono di questo tempo, ho affidato tutto il clero nel mondo alla protezione di Maria, Madre dei Sacerdoti. Vi chiedo: sostenete i vostri Pastori con la preghiera e un saggio consiglio. Santifichino se stessi e coloro a cui sono stati inviati. Dio vi benedica!]

Sono lieto di salutare la comunità del Seminario Arcidiocesano di Riga, capitale della Lettonia. Benvenuti a Roma! E infine saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Salerno e Cagliari; la Scuola materna parrocchiale “Sacro Cuore” di Santeramo in Colle; i ragazzi di Vertova che hanno ricevuto la Cresima; la Federazione Italiana Hockey, che collabora per promuovere lo sport negli oratori italiani. A tutti auguro una buona domenica.