Marguerite Rutan

(1736-1794)

Marguerite Rutan nacque a Metz, Francia, il 23 aprile 1736. Verso i 18 anni sentì il forte desiderio di consacrare la propria vita al servizio del Signore, ma prima di poter entrare nella Comunità della Figlie della Carità dovette aspettare il compimento dei 21 anni. Solo allora suo padre la lasciò partire e Marguerite fece il suo ingresso nel Postulandato nell’ospedale di Santi-Nicolas di Metz.

Fu quindi inviata a Parigi, alla Casa Madre delle Figlie della Carità, per proseguire e perfezionare la sua formazione al servizio dei poveri, nello spirito di S. Vincenzo De Paoli. In seguito venne inviata in diversi ospedali della Francia, dove visse in modo esemplare la sua consacrazione al Signore presente negli ammalati e nei sofferenti. Fu a Pau, Autun, Brest, Belle Isle, Fontainebleu, Blangy-sur-Bresle, Troyes, spandendo ovunque il profumo della divina carità, costantemente impegnata a favore degli ammalati di ogni ceto sociale. Ma è all’ospedale di Dax, cittadina poco lontano da Pouy, dove era nato San Vincenzo, che il Signore l’aspettava per coronare la sua vita con la palma del martirio.

Il Vescovo, che stava ampliando l’ospedale, richiese altre Figlie della Carità e la Venerabile Serva di Dio Suor Marguerite Rutan, che allora aveva 43 anni e una ricca esperienza di vita religiosa, nel nuovo ambiente profuse con crescente generosità la sua competenza infermieristica e l’amore misericordioso, suscitando l’ammirazione degli Amministratori, dei malati e di tutta la popolazione di Dax. In Francia, però, quelli erano i giorni della Rivoluzione e il clima politico e sociale diventò sempre più rovente con il passare dei giorni e sempre più intollerante nei confronti dei sacerdoti e delle suore.

Il 3 ottobre 1793 tutte le suore che prestavano servizio negli ospedali o nelle scuole vennero messe di fronte ad una difficile scelta: giurare fedeltà al nuovo ordine dello stato, nemico di Dio e della Chiesa o perdere il lavoro ed essere licenziate. Le Figlie della Carità dell’Ospedale di Dax rifiutarono di giurare fedeltà ad uno stato che si stava dimostrando anticristiano.

Suor Marguerite venne accusata di corrompere e di rallentare con il suo “incivismo” lo spirito rivoluzionario e repubblicano dei soldati che ricevevano le sue cure in ospedale. Il Comitato rivoluzionario ritenne fondate le accuse e la dichiarò antipatriottica e contraria ai principi della rivoluzione, incivile, fanatica e aristocratica. Infine fu condannata a morte.

Legata per scherno al sacerdote Jean Eutrope Lannelongue, anche lui condannato a morte, il pomeriggio del 9 aprile 1794 fu condotta al patibolo. Il processo sommario, l’evidente inconsistenza e falsità delle accuse, la derisione della fede e della Chiesa non fiaccarono lo spirito di Suor Marguerite, che andò al patibolo cantando il Magnificat e testimoniando la totale adesione al suo Sposo Divino.