Maria Candida dell'Eucaristia

Maria Candida dell'Eucaristia

(1884-1949)

Beatificazione:

- 21 marzo 2004

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 12 giugno

Vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che, dando prova di profonda osservanza della vita consacrata e della regola, si dedicò attivamente alla costruzione di nuovi monasteri

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
"Vorrei essere come Maria per Gesù, dalle sue mani voglio ricevere Gesù, lei deve farmi diventare una sola cosa con Lui. Io non posso dividere Maria da Gesù"

 

Maria Barba nacque il 16 gennaio 1884 a Catanzaro, città dove la famiglia, originaria di Palermo, si era momentaneamente trasferita per il lavoro del padre, Pietro Barba, consigliere della Corte d’Appello.

Quando la bambina aveva due anni la famiglia fece ritorno al capoluogo siciliano ed ivi Maria Barba visse la sua giovinezza, nel cuore di una famiglia profondamente credente, ma che si oppose risolutamente alla sua vocazione religiosa, manifestatasi fin dall’età di quindici anni. Maria, infatti, dovette attendere quasi venti anni prima di poter realizzare la sua aspirazione, dimostrando, in questi anni di attesa e di sofferenza interiore, una sorprendente fortezza d’animo e una fedeltà non comune all’ispirazione iniziale. In questa lotta, protratta fino all’ingresso al Carmelo teresiano di Ragusa il 25 settembre 1919, Maria Barba fu sostenuta da una particolarissima devozione al mistero eucaristico: nell’Eucaristia ella vedeva il mistero della presenza sacramentale di Dio nel mondo, la concretezza del suo infinito amore per gli uomini, il motivo della nostra piena fiducia nelle sue promesse.

In lei l’amore per l’Eucaristia si manifesta fin dalla prima infanzia. «Quand’ero ancora piccina — racconta lei stessa — e ancora non mi era stato dato Gesù, accoglievo la mamma mia dal ritorno della Santa Comunione, quasi alla soglia di casa, e spingendo i piedi per arrivare fino a lei, le dicevo: “A me pure il Signore!”. Mamma s’abbassava con affetto e fiatava sulle mie labbra; io subito la lasciavo, e incrociando e stringendo le mani sul petto, piena di gioia e di fede, ripetevo saltellando: “Io pure ho il Signore! io pure ho il Signore”». Sono i segni di una vocazione che è chiamata di Dio, iniziativa e gratuità di un dono per la Chiesa.

Da quando, a 10 anni, venne ammessa alla Prima Comunione, la sua più grande gioia era poter fare la Comunione. Da allora, privarsi della Santa Comunione era per lei «una croce ben grande e tormentosa». Dopo la morte della mamma (1914), infatti, non poteva recarsi alla Comunione che raramente per non urtare i fratelli, che non permettevano che uscisse da sola.

Entrata al Carmelo, dove assunse il nome, per certi aspetti profetico, di Maria Candida dell’Eucaristia, volle «fare compagnia a Gesù nel suo stato di Eucaristia quanto più fosse possibile». Prolungava le sue ore di adorazione, e soprattutto l’ora dalle 23 alle 24 di ogni giovedì era passata dinanzi al Tabernacolo. L’Eucaristia polarizzava veramente tutta la sua vita spirituale, non tanto per le manifestazioni devozionali, quanto per l’incidenza vitale del rapporto della sua anima con Dio. Dall’Eucaristia Maria Candida trasse la forza per consacrarsi vittima a Dio il 1° novembre 1927.

Maria Candida sviluppò pienamente quella che lei stessa definisce la sua “vocazione per l’Eucaristia” aiutata dalla spiritualità carmelitana, cui si era accostata in seguito alla lettura della Storia di un’anima. Sono ben note le pagine in cui Santa Teresa di Gesù descrive la sua particolarissima devozione all’Eucaristia e come nell’Eucaristia la Santa Fondatrice sperimentasse il mistero fecondo dell’Umanità di Cristo.

Eletta priora del monastero nel 1924, lo resterà, salvo una breve interruzione, fino al 1947, infondendo nella sua comunità un profondo amore per la Regola di Santa Teresa di Gesù e contribuendo in modo diretto all’espansione del Carmelo teresiano in Sicilia, fondazione di Siracusa, e al ritorno del ramo maschile dell’Ordine.

A partire dalla solennità del Corpus Domini del 1933, anno santo della redenzione, Maria Candida inizia a scrivere quello che potremmo definire il suo piccolo ‘capolavoro’ di spiritualità eucaristica, L’Eucaristia, «vero gioiello di spiritualità eucaristica vissuta». È una lunga, intensa meditazione sull’Eucaristia, sempre tesa tra il ricordo dell’esperienza personale e l’approfondimento teologico di quella stessa esperienza. Nell’Eucaristia, Madre Candida vede sintetizzate tutte le dimensioni dell’esperienza cristiana. La fede: «O mio diletto Sacramentato, io Ti vedo, io Ti credo!... O Santa Fede». «Contemplare con doppia Fede il nostro Diletto nel Sacramento: vivere di Lui che viene ogni giorno». La speranza: «O mia divina Eucaristia, mia cara speranza, tutto attendo da te... Fin da bambina fu grande la mia speranza nella Santissima Eucaristia». La carità: «Gesù mio, quanto Ti amo! È un amore immenso che racchiudo nel mio cuore per Te, o Amor Sacramentato... Quanto è grande l’amore di un Dio fatto pane per le anime! Di un Dio fatto prigioniero per me».

Nell’Eucaristia, Madre Candida, allora priora della sua comunità, coglie anche il senso profondo dei tre voti religiosi che in una vita intensamente eucaristica trovano, non solo la loro piena espressione, ma un esercizio concreto di vita, una sorta di profonda ascesi e di progressiva conformazione all’unico modello di ogni consacrazione, Gesù Cristo morto e risorto per noi: «Quale inno dovrebbe sciogliersi all’ubbidienza del nostro Dio Sacramentato? E cos’è l’obbedienza di Gesù a Nazareth, paragonata all’obbedienza sua nel Sacramento da venti secoli?». «Dopo avermi istruita nell’obbedienza, quanto mi parli, quanto mi istruisci nella Povertà, bianca Ostia! Chi più spoglia, più povera di Te... Non hai nulla, non chiedi nulla!... Divin Gesù, asseta le anime religiose di spogliamento e di povertà sincera!».

«Se mi parli di obbedienza e di povertà..., quale fascino di purezza Tu eserciti su di me solo se lampeggi ai miei occhi! Signore, se il tuo riposo è nelle anime pure, qual è quell’anima che trattando con Te non diventi tale?». Da qui il proposito: «Voglio starmene vicino a Te per purezza e amore».

Ma è senz’altro la Vergine Maria il vero modello di vita eucaristica, colei che ha portato in grembo il Figlio di Dio e che continuamente lo genera nel cuore dei suoi discepoli: «Vorrei essere come Maria — scrive la Beata in una delle pagine più intense e profonde de L’Eucaristia —, essere Maria per Gesù, prendere il posto della mamma sua. Nelle mie Comunioni, Maria l’ho sempre presente. Dalle sue mani voglio ricevere Gesù, lei deve farmi diventare una sola cosa con Lui. Io non posso dividere Maria da Gesù. Salve! O Corpo nato da Maria. Salve Maria, aurora dell’Eucaristia!».

Per Madre Maria Candida l’Eucaristia è scuola, è cibo, è incontro con Dio, è fusione di cuore, è scuola di virtù, è sapienza di vita. «Il Cielo stesso non possiede di più. Quell’unico tesoro è qua, è Iddio! Veramente, sì veramente: mio Dio e mio Tutto». «Io chiedo al mio Gesù di essere posta a custodia di tutti i tabernacoli del mondo fino alla fine dei tempi».

Il Signore la chiamò, dopo alcuni mesi di acute sofferenze fisiche, il 12 giugno 1949, nella Solennità della Santissima Trinità.

CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI 4 SERVI DI DIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

IV Domenica di Quaresima, 21 marzo 2004

 

1. "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova" (2 Cor 5,17).

Possiamo riassumere con queste parole dell’apostolo Paolo il messaggio dell’odierna liturgia di beatificazione, che si inserisce bene, a metà del cammino quaresimale, nella Domenica detta "Laetare".

La seconda Lettura e il Vangelo formano come un inno a due voci, a lode dell’amore di Dio, Padre misericordioso (Lc 15,11-32), che ci ha riconciliati in Cristo (2 Cor 5,17-21). Un inno che si fa appello accorato: "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2 Cor 5,20).

Quest’invito poggia sulla certezza che il Signore ci ama. Egli ha amato gli Israeliti facendoli entrare nella terra di Canaan, dopo il lungo cammino dell’Esodo, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura, carica di struggente nostalgia. La Pasqua che essi celebrarono "alla sera, nella steppa di Gerico" (Gs 5,10) e i primi mesi che trascorsero nella terra promessa diventano per noi un simbolo eloquente della fedeltà divina, che fa dono della sua pace al popolo eletto, dopo la triste esperienza della schiavitù.

2. Singolari testimoni dell’amorevole Provvidenza divina, che accompagna il cammino dell’umanità, sono i quattro nuovi Beati che la Chiesa pone oggi dinanzi a noi: Luigi Talamoni, Matilde del Sagrado Corazón Télles Robles, Piedad de la Cruz Ortíz Real e Maria Candida dell’Eucaristia.

Sorretti da indomita fiducia nel Padre celeste, essi hanno affrontato le fatiche e le prove del pellegrinaggio terreno. Loro sostegno e conforto nelle difficili vicende dell’esistenza è stato sempre Cristo. Hanno così sperimentato in se stessi quanto sia vero che vivere in Lui significa diventare "creature nuove" (cfr 2 Cor 5,17).

3. Fedele riflesso della misericordia di Dio è il sacerdote Luigi Talamoni. Il più illustre dei suoi alunni al Collegio San Carlo di Milano, Achille Ratti, poi Papa Pio XI, ebbe a definirlo "per santità di vita, luce di scienza, grandezza di cuore, perizia di magistero, ardore di apostolato, per civiche benemerenze onore di Monza, gemma del clero ambrosiano, guida e padre di anime senza numero". Il nuovo Beato fu assiduo nel ministero del confessionale e nel servizio ai poveri, ai carcerati e specialmente ai malati indigenti. Quale fulgido esempio egli è per tutti! Esorto a guardare a lui soprattutto i sacerdoti e la Congregazione delle Suore Misericordine.

4. "El que es de Cristo es una criatura nueva" (2 Co 5,17). Las palabras de San Pablo pueden aplicarse perfectamente a la Madre Matilde Télles Robles. Enamorada de Cristo, se entregó a Él como verdadera discípula que encarna esa novedad. Esta mujer incansable y religiosa se consagró, desde una intensa vida de oración, a la transformación de la sociedad de su tiempo mediante la acogida de niñas huérfanas, la atención domiciliaria a enfermos, la promoción de la mujer trabajadora y la colaboración en las actividades eclesiales.

Profundamente devota de la Eucaristía, la contemplación de Jesús en el Sacramento del Altar la llevó a desear ser como el pan que se parte y reparte para todos. Esto es lo que enseñó también a sus Religiosas, las Hijas de María Madre de la Iglesia. Su luminoso testimonio es una llamada a vivir en adoración a Dios y servicio a los hermanos, dos pilares fundamentales del compromiso cristiano.

5. La Madre Piedad de la Cruz Ortíz, nacida en Bocairente y fundadora de las Salesianas del Sagrado Corazón en Alcantarilla (Murcia), es un maravilloso ejemplo de la reconciliación que nos propone San Pablo en la segunda lectura: "Dios mismo estaba en Cristo reconciliando al mundo consigo" (2 Co 5,19). Pero Dios pide la colaboración de los hombres para llevar a cabo su obra de reconciliación (cfr vv. 19-20). La Madre Piedad reunió a diversas jóvenes deseosas de mostrar a los humildes y a los pobres el amor del Padre providente manifestado en el Corazón de Jesús, dando así vida a una nueva familia religiosa. Modelo de virtudes cristianas y religiosas, enamorada de Cristo, de la Virgen María y de los pobres, nos deja el ejemplo de austeridad, oración y caridad hacia todos los necesitados.

Traduzione italiana dell'omelia pronunciata in lingua spagnola:

4. "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova" (2 Cor 5, 17).

Le parole di San Paolo possono applicarsi perfettamente a Madre Matilde Télles Robles. Innamorata di Cristo, si è consegnata a Lui come autentica discepola che incarna tale novità. Questa donna instancabile e religiosa si consacrò, a partire da un'intensa vita di preghiera, alla trasformazione della società del suo tempo mediante l'accoglienza delle bambine orfane, la cura domiciliare dei malati, la promozione della donna lavoratrice e la collaborazione nelle attività ecclesiali.

Profondamente devota all'Eucaristia, la contemplazione di Gesù nel Sacramento dell'Altare la portò a voler essere come il pane che si spezza e si divide tra tutti. Questo è quanto ella ha insegnato anche alle sue Religiose, le Figlie di Maria Madre della Chiesa.

La sua luminosa testimonianza è una chiamata a vivere in adorazione di Dio e al servizio dei fratelli, due pilastri fondamentali dell'impegno cristiano.

5. Madre Piedad de la Cruz Ortíz, nata a Bocairente, Fondatrice delle Salesiane del Sacro Cuore ad Alcantarilla (Murcia), è un meraviglioso esempio della riconciliazione che ci propone San Paolo nella seconda lettura: "È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo" (2 Cor 5, 19). Ma Dio chiede la collaborazione degli uomini per portare a termine la sua opera di riconciliazione (cfr v. 19-20). Madre Pietà riunì diverse giovani desiderose di mostrare agli umili e ai poveri l'amore del Padre provvidente manifestato nel Cuore di Gesù, dando così vita alla nuova famiglia religiosa.

Modello di virtù cristiane e religiose, innamorata di Cristo, della Vergine Maria e dei poveri, ci lascia l'esempio di austerità, di preghiera e di carità verso tutti i bisognosi.

6. "Creatura nuova" divenne Maria Barba, che offrì tutta la sua vita a Dio nel Carmelo, dove ricevette il nome di Maria Candida dell’Eucaristia. Dell’Eucaristia fu autentica mistica; ne fece il centro unificante dell’intera esistenza, seguendo la tradizione carmelitana, in particolare l’esempio di santa Teresa di Gesù e di san Giovanni della Croce.

S’innamorò a tal punto di Gesù eucaristico da avvertire un costante e ardente desiderio di essere apostola infaticabile dell’Eucaristia. Sono certo che dal Cielo la beata Maria Candida continua ad aiutare la Chiesa, perché cresca nello stupore e nell’amore verso questo sommo Mistero della nostra fede.

7. "Laetare, Ierusalem - Rallegrati, Gerusalemme" (Antifona d’ingresso).

L’invito alla gioia, che caratterizza l’odierna liturgia, si amplifica per il dono dei Beati Luigi Talamoni, Matilde del Sagrado Corazón Télles Robles, Piedad de la Cruz Ortíz Real e Maria Candida dell’Eucaristia. Essi fanno assaporare a noi, pellegrini sulla terra, il gaudio del Paradiso e sono per ogni credente testimoni di consolante speranza.