Maria del Monte Carmelo

Maria del Monte Carmelo

(1848-1911)

Beatificazione:

- 15 marzo 1998

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 21 ottobre 2012

- Papa  Benedetto XVI

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 25 luglio

Vergine, religiosa, fondatrice delle Suore dell’Immacolata Concezione Missionarie dell’Insegnamento per la formazione di donne pie e istruite; La sua opera educativa, affidata alla Vergine Immacolata, continua a portare frutti abbondanti in mezzo alla gioventù

  • Biografia
  • Omelia
  • Litterae Apostolicae
  • omelia di beatificazione
“Non mi aspetto nulla dalle creature, ma da Dio, datore di ogni bene”

 

 

VITA E OPERE

 

 

1.   Nascita e infanzia

 

    Santa Carmen Sallés y Barangueras nacque a Vic (Barcel­lona), Spagna, il 9 aprile 1848 e venne battezzata due giorni dopo nel duomo di San Pietro di Vic. Crebbe in seno a una famiglia profon­damente cattolica, formata da José Sallés, terziario france­scano, e Francisca Barangueras, terziaria carmelitana, che ebbero dieci figli. I ragazzi studiarono nel Seminario-Scuola di Vic e le ragazze nella Scuola dell’Ordine di Nostra Signora di Manresa.

    Carmen ricevette la prima comunione a Manresa e poco dopo, in una visita al Santuario di Nostra Signora di Montserrat, sentì una pri­ma chiamata di Dio alla vita religiosa. Lei e la sorella Melchora, che en­trò nel Carmelo di Tortosa, dovettero vincere l’opposizione familiare.

 

2.   Vocazione

 

    I genitori avevano preparato per Carmen un vantag­gioso matrimonio; ma il consiglio del suo direttore spirituale Don Sebastián Aliberch la richiamò ad un serio discernimento tramite gli Esercizi Spirituali. Chiarita la sua vocazione e aiutata dal P. Goberna SJ, Carmen ruppe il fidanzamento ed entrò – nell’anno 1869 – nel noviziato delle Religiose Adoratrici del SS.mo Sacramento e della Carità a Grazia (Barcellona), dove il P. Goberna era direttore.

    Tra le Adoratrici, approfondì il desiderio di consacrazione e la devozione al SS.mo Sacramento che, assieme alla contempla­zione del mistero di Maria Immacolata, configureranno la sua spiritualità. Desiderosa di proiettarla nella missione apostolica, non si sentì chiamata alla riabilitazione di ragazze difficili, propria delle Adora­trici. Alla luce della preservazione di Maria da ogni peccato, concepì l’educazione dell’infanzia come un’attuazione di quell’anti­cipazione della Divina Provvidenza e come un mezzo per abilitare la donna a svolgere un ruolo attivo nella società. Diceva che «per ottenere buoni fini, è necessario mettere buoni principi».

    Consigliata dal P. Goberna e da Mosén Aliberch, trascorsi diciassette mesi e prima di emettere la Professione, lasciò il novi­zia­to delle Adoratrici e, nel 1873, entrò in quello delle Terziarie Dome­nicane – in seguito Domenicane dell’Annunziata – da poco fondate dal Beato P. Coll, che si dedicavano all’educazione femminile. Per molti anni, visse dedita a questa missione.

    A poco a poco scoprì due lacune e il bisogno di colmarle:

    – raggiungere la piena integrazione dell’Istituto nella Chiesa, perché nel periodo precedente la Costituzione Apostolica Conditae a Christo dell’8 dicembre 1900 di Papa Leone XIII, erano pochi gli Istituti con Voti Semplici di approvazione pontificia;

    – offrire alla donna una preparazione più allargata nei conte­nuti, sia per la cultura religiosa che per la cultura generale, al fine di raggiungere un adeguato equilibrio tra la formazione della mente e del cuore per poi diffonderla a tutte le classi sociali.

    Trovò serie difficoltà nel portare a termine entrambi i desideri nel suo Istituto; ne uscì quindi con sette compagne. Insieme a tre di esse decise anzitutto di realizzare un nuovo discernimento nel con­vento delle Religiose Terziarie Francescane dei Sacri Cuori la cui fondatrice, la beata M. Carmen dal Niño Jesús González, era da lei conosciuta e che le accolse nella Casa Madre di Antequera.

 

3.   Fondatrice della Congregazione delle Suore Concezioniste dell’Insegnamento

 

    Dopo una serie di consultazioni, ottenne l’appoggio di Don Manuel Gómez Salazar, Arcivescovo di Burgos, dove, il 15 ottobre 1892, diede inizio alla sua nuova forma di vita. Il 7 dicembre dello stesso anno Monsignor Gómez Salazar concesse l’ap­provazione diocesana, riconoscendole come Religiose Concezioniste di San Domenico, oggi Concezioniste Missionarie dell’Insegna­men­to. Il 19 aprile 1893 furono approvate le Costituzioni e la Beata Carmen emise la sua Professione Religiosa. Nel 1908, il Papa San Pio X concesse il Decreto di Lode.

    Il primo anelito della Beata fu la formazione di religiose e di maestre, alle quali chiedeva: «Siate cisterne che si riempiono, per lo studio e la preghiera, di scienza e di virtù, per dopo diffonderle». Aprì scuole in città dove era possibile disporre di mezzi per la formazione delle religiose: Burgos, Segovia, Madrid. In seguito dedicò la sua attenzione ai paesi più bisognosi di cultura, aprendo in essi fino a dieci scuole. Venuta a conoscenza dell’introduzione in Italia della Legge Orlando – che ostacolava la formazione religiosa nella scuola pubblica – cominciò gradualmente a rendere presente in Italia la sua opera. Sapendo inoltre della carenza di educatrici in Brasile, fece i primi passi per inviarvi le sue religiose.

 

4.   Virtù

 

    La Beata ha raggiunto l’eroicità delle virtù, come si rincontra nella Positio.

    Ebbe una fede viva e grande. Le sue alunne affermavano che «bastava vederla in cappella, per fortificare la propria fede nella presenza eucaristica». La vedevano come «una donna assorbita  dall’amore per Dio», che viveva e lavorava per Lui e per tutti quanti necessitavano del suo aiuto; si sforzava di essere lontana dal peccato, imitando la Vergine Immacolata, cercando di immettere l’amore all’Immacolata nei suoi metodi pedagogici. Per la sua grande speranza, confidava sempre nell’aiuto della Divina Provvidenza.

    Esercitò eroicamente le virtù cardinali e morali e quelle annes­se. Rifulse, infatti, per la prudenza, esercitata in tutte le sfumature, come equilibrio e discernimento nelle scelte, nel parlare e nel consigliare.

    Innamorata della virtù della giustizia verso Dio e verso il prossimo, vedeva nell’insegnamento un mezzo per abilitare la donna  a svolgere le sue funzioni di madre e di cittadina.

    Mostrò la sua fortezza spirituale, in modo particolare nelle difficoltà per portare a termine la fondazione del suo Istituto. Non si tirava indietro davanti agli ostacoli, quando si trattava di compiere la divina volontà.

    Esemplare fu la sua temperanza, segno della sua offerta totale a Gesù. La sorella non riusciva a spiegarsi come una persona di salute così fragile, potesse portare a termine tale impresa.

    Visse sempre l’obbedienza alla volontà di Dio, ai superiori, ai vescovi e a quanti avevano autorità su di lei, soprattutto  nei momen­ti più difficili. Il Cardinale Juan Benlloch, che la conobbe personal­mente, citava come sua caratteristica «una totale sottomissione ai prelati».

    La povertà fu sostegno al suo abbandono nella Provvidenza. Allo stesso modo nella castità ha seguito il modello della Vergine Maria ed è stata la sua ispirazione nel vero amore a Dio e al prossimo.

 

5.   Morte

 

    Mentre preparava i progetti per l’Italia e il Brasile, dopo una lunga infermità, accompagnata da molte sofferenze, sopportate con ammirevole pazienza, a causa di un cancro al fegato, del diabete e dell’idropisia, morì il 25 luglio 1911 a Madrid, festa dell’Apostolo San Giacomo, come lei aveva annunciato.

    Fu assistita dai Religiosi delle Scole Pie, testimoni della sua fama di santità. Seppellita nel cimitero di San Justo, a Madrid, oggi riposa nell’Oratorio della casa delle Concezioniste dove è morta.

 

 

“ITER” DELLA CAUSA

 

 

    a) In vista della beatificazione

 

    Il Processo canonico venne celebrato nell’Arcidiocesi di Madrid dal 23 dicembre 1948 al 16 giugno 1950 e fu riconosciuta la validità giuridica il 29 dicembre 1989.

    Il 17 dicembre 1996 il Beato Giovanni Paolo II promulgò il decreto sulla eroicità delle virtù. Il 3 maggio 1992 si riunì la Consulta Medica per l’esame della guarigione repentina di una suora da un’espondilite tubercolosa in fase terminale, con l’apparizione di vertebre nuove al posto di quelle rovinate. La guarigione è stata giudicata rapida, completa, senza esiti a medio e lungo termine e scientificamente inspiegabile.

    Il 18 dicembre 1997 venne promulgato il decreto sul miracolo alla presenza del Beato Giovanni Paolo II.

    Il 15 marzo 1998 il Santo Padre celebrò il rito della beatifi­cazione.

 

    b) In vista della canonizzazione

 

    Il 30 giugno 2011 si è riunita la Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi per l’esame di una guarigione molto rapida, completa e duratura, in assenza di terapia, di una bambina di tre anni da estesa lesione cerebrale vascolare, avvenuta a S. Paolo del Brasile nell’anno 2000.

    La Consulta Medica ha riconosciuto all’unanimità la guarigione scientificamente inspiegabile.

    L’8 ottobre 2011, si è riunito il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi per discutere gli aspetti teologici del presunto miracolo, attribuito all’intercessione della Beata Carmen Sallés y Barangueras.

    All’unanimità è stato espresso un parere affermativo, ravvi­sando così nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione della Beata.

    I Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 6 dicembre 2011, hanno giudicato il caso in oggetto come un vero miracolo, attribuito all’intercessione della Beata.

    Il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha autorizzato la Congrega­zione delle Cause dei Santi a promulgare il relativo decretum super miraculo.

CAPPELLA PAPALE
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI:

GIACOMO BERTHIEU
PEDRO CALUNGSOD
GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA
MARIA DEL MONTE CARMELO SALLÉS Y BARANGUERAS
MARIANNA COPE
CATERINA TEKAKWITHA
ANNA SCHÄFFER

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Piazza San Pietro
Domenica, 21 ottobre 2012

 

 

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (cfr Mc 10,45).

Venerati Fratelli,
cari fratelli e sorelle!

Oggi la Chiesa ascolta ancora una volta queste parole di Gesù, pronunciate durante il cammino verso Gerusalemme, dove si doveva compiere il suo mistero di passione, morte e risurrezione. Sono parole che contengono il senso della missione di Cristo sulla terra, segnata dalla sua immolazione, dalla sua donazione totale. In questa terza domenica di ottobre, nella quale si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, la Chiesa le ascolta con particolare intensità e ravviva la consapevolezza di essere tutta intera in perenne stato di servizio all’uomo e al Vangelo, come Colui che ha offerto se stesso fino al sacrificio della vita.

Rivolgo il mio saluto cordiale a tutti voi, che riempite Piazza San Pietro, in particolare le Delegazioni ufficiali e i pellegrini venuti per festeggiare i sette nuovi Santi. Saluto con affetto i Cardinali e i Vescovi che in questi giorni stanno partecipando all’Assemblea sinodale sulla Nuova Evangelizzazione. E’ felice la coincidenza tra questa Assise e la Giornata Missionaria; e la Parola di Dio che abbiamo ascoltato risulta illuminante per entrambe. Essa mostra lo stile dell’evangelizzatore, chiamato a testimoniare ed annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo, seguendo la sua stessa vita. Questo vale sia per la missione ad gentes, sia per la nuova evangelizzazione nelle regioni di antica cristianità.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (cfr Mc 10, 45).

Queste parole hanno costituito il programma di vita dei sette Beati che oggi la Chiesa iscrive solennemente nella gloriosa schiera dei Santi. Con eroico coraggio essi hanno speso la loro esistenza nella totale consacrazione a Dio e nel generoso servizio ai fratelli. Sono figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la vita del servizio seguendo il Signore. La santità nella Chiesa ha sempre la sua sorgente nel mistero della Redenzione, che viene prefigurato dal profeta Isaia nella prima Lettura: il Servo del Signore è il Giusto che «giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità» (Is 53,11); questo Servo è Gesù Cristo, crocifisso, risorto e vivo nella gloria. L’odierna canonizzazione costituisce un’eloquente conferma di tale misteriosa realtà salvifica. La tenace professione di fede di questi sette generosi discepoli di Cristo, la loro conformazione al Figlio dell’Uomo risplende oggi in tutta la Chiesa.

Jacques Berthieu, né en 1838, en France, fut très tôt passionné de Jésus-Christ. Durant son ministère de paroisse, il eut le désir ardent de sauver les âmes. Devenu jésuite, il voulait parcourir le monde pour la gloire de Dieu. Pasteur infatigable dans l’île Sainte Marie puis à Madagascar, il lutta contre l’injustice, tout en soulageant les pauvres et les malades. Les Malgaches le considéraient comme un prêtre venu du ciel, disant : Vous êtes notre ‘père et mère’ ! Il se fit tout à tous, puisant dans la prière et dans l’amour du Cœur de Jésus la force humaine et sacerdotale d’aller jusqu’au martyre en 1896. Il mourut en disant : ‘Je préfère mourir plutôt que renoncer à ma foi’. Chers amis, que la vie de cet évangélisateur soit un encouragement et un modèle pour les prêtres, afin qu’ils soient des hommes de Dieu comme lui ! Que son exemple aide les nombreux chrétiens persécutés aujourd’hui à cause de leur foi ! Puisse en cette Année de la foi, son intercession porter des fruits pour Madagascar et le continent africain ! Que Dieu bénisse le peuple malgache !

[Jacques Berthieu, nato nel 1838, in Francia, fu ben presto conquistato da Gesù Cristo. Durante il suo ministero in parrocchia, ebbe il desiderio ardente di salvare le anime. Diventato gesuita, voleva percorrere il mondo per la gloria di Dio. Pastore infaticabile nell’Isola Santa Maria e poi nel Madagascar, lottò contro l’ingiustizia, mentre recava sollievo ai poveri e ai malati. I Malgasci lo consideravano come un sacerdote venuto dal cielo, dicendo: Lei è il nostro ‘padre e madre’! Si fece tutto a tutti, attingendo nella preghiera e nell’amore del Cuore di Gesù la forza umana e sacerdotale di giungere fino al martirio nel 1896. Morì dicendo: «Preferisco morire piuttosto che rinunciare alla mia fede». Cari amici, la vita di questo evangelizzatore sia un incoraggiamento e un modello per i sacerdoti, affinché siano uomini di Dio come lui! Il suo esempio aiuti i numerosi cristiani oggi perseguitati a causa della fede! Possa la sua intercessione, in questo Anno della fede, portare frutti per il Madagascar e il continente africano! Dio benedica il popolo malgascio!]

Pedro Calungsod was born around the year 1654, in the Visayas region of the Philippines. His love for Christ inspired him to train as a catechist with the Jesuit missionaries there. In 1668, along with other young catechists, he accompanied Father Diego Luis de San Vitores to the Marianas Islands in order to evangelize the Chamorro people. Life there was hard and the missionaries faced persecution arising from envy and slander. Pedro, however, displayed deep faith and charity and continued to catechize his many converts, giving witness to Christ by a life of purity and dedication to the Gospel. Uppermost was his desire to win souls for Christ, and this made him resolute in accepting martyrdom. He died on 2 April 1672. Witnesses record that Pedro could have fled for safety but chose to stay at Father Diego’s side. The priest was able to give Pedro absolution before he himself was killed. May the example and courageous witness of Pedro Calungsod inspire the dear people of the Philippines to announce the Kingdom bravely and to win souls for God!

[Pedro Calungsod nacque intorno al 1654, nella regione di Visayas nelle Filippine. Il suo amore per Cristo lo spinse a prepararsi per diventare catechista con i missionari Gesuiti di quel luogo. Nel 1668, assieme ad altri giovani catechisti, accompagnò il P. Diego Luis de San Vitores alle Isole Marianas per evangelizzare il popolo Chamorro. La vita là era dura e i missionari soffrirono persecuzioni a causa di invidie e calunnie. Pedro, però, dimostrò fede e carità profonde e continuò a catechizzare i molti convertiti, dando testimonianza a Cristo mediante una vita di purezza e di dedizione al Vangelo. Molto intenso era il suo desiderio di guadagnare anime a Cristo, e ciò lo rese risoluto nell’accettare il martirio. Morì il 2 aprile 1672. Testimoni raccontano che Pedro avrebbe potuto mettersi in salvo ma scelse di rimanere al fianco di P. Diego. Il sacerdote ebbe modo di dare l’assoluzione a Pedro prima di essere lui stesso ucciso. Possano l’esempio e la coraggiosa testimonianza di Pedro Calungsod ispirare le care popolazioni delle Filippine ad annunciare il Regno di Dio con forza e guadagnare anime a Dio!]

Giovanni Battista Piamarta, sacerdote della diocesi di Brescia, fu un grande apostolo della carità e della gioventù. Avvertiva l’esigenza di una presenza culturale e sociale del cattolicesimo nel mondo moderno, pertanto si dedicò all’elevazione cristiana, morale e professionale delle nuove generazioni con la sua illuminata carica di umanità e di bontà. Animato da fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza e da profondo spirito di sacrificio, affrontò difficoltà e fatiche per dare vita a diverse opere apostoliche, tra le quali: l’Istituto degli Artigianelli, l’Editrice Queriniana, la Congregazione maschile della Santa Famiglia di Nazareth e la Congregazione delle Umili Serve del Signore. Il segreto della sua intensa ed operosa vita sta nelle lunghe ore che egli dedicava alla preghiera. Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore. Preferiva le soste davanti al santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e risurrezione di Cristo, per attingere forza spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali.

«Que tu misericordia, Señor, venga sobre nosotros como lo esperamos de ti». Con estas palabras, la liturgia nos invita a hacer nuestro este himno al Dios creador y providente, aceptando su plan en nuestras vidas. Así lo hizo Santa María del Carmelo Sallés y Barangueras, religiosa nacida en Vic, España, en mil ochocientos cuarenta y ocho. Ella, viendo colmada su esperanza, después de muchos avatares, al contemplar el progreso de la Congregación de Religiosas Concepcionistas Misioneras de la Enseñanza, que había fundado en mil ochocientos noventa y dos, pudo cantar junto a la Madre de Dios: «Su misericordia llega a sus fieles de generación en generación». Su obra educativa, confiada a la Virgen Inmaculada, sigue dando abundantes frutos entre la juventud a través de la entrega generosa de sus hijas, que como ella se encomiendan al Dios que todo lo puede.

[«Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo». Con queste parole, la liturgia ci invita a fare nostro questo inno a Dio creatore e provvidente, accettando il suo progetto nella nostra vita. Così fece santa Maria del Carmelo Sallés y Barangueras, religiosa nata a Vic, in Spagna, nel 1848. Ella, vedendo realizzata la sua speranza, dopo molte vicissitudini, contemplando lo sviluppo della Congregazione delle Religiose Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento, che aveva fondato nel 1892, poté cantare insieme con la Madre di Dio: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono». La sua opera educativa, affidata alla Vergine Immacolata, continua a portare frutti abbondanti in mezzo alla gioventù mediante l’impegno generoso delle sue figlie, che come lei si pongono nelle mani del Dio che tutto può.]

I now turn to Marianne Cope, born in 1838 in Heppenheim, Germany. Only one year old when taken to the United States, in 1862 she entered the Third Order Regular of Saint Francis at Syracuse, New York. Later, as Superior General of her congregation, Mother Marianne willingly embraced a call to care for the lepers of Hawaii after many others had refused. She personally went, with six of her fellow sisters, to manage a hospital on Oahu, later founding Malulani Hospital on Maui and opening a home for girls whose parents were lepers. Five years after that she accepted the invitation to open a home for women and girls on the island of Molokai itself, bravely going there herself and effectively ending her contact with the outside world. There she looked after Father Damien, already famous for his heroic work among the lepers, nursed him as he died and took over his work among male lepers. At a time when little could be done for those suffering from this terrible disease, Marianne Cope showed the highest love, courage and enthusiasm. She is a shining and energetic example of the best of the tradition of Catholic nursing sisters and of the spirit of her beloved Saint Francis.

[Rivolgo ora lo sguardo a Marianne Cope, nata nel 1838 ad Heppenheim, in Germania. Quando aveva un anno soltanto fu portata negli Stati Uniti, e nel 1862 entrò nel Terz’Ordine Regolare di san Francesco a Syracuse, New York. In seguito, come Superiora Generale della sua Congregazione, Madre Marianne accolse di sua volontà una chiamata a prendersi cura dei lebbrosi delle Hawaii, dopo che molti altri avevano rifiutato. Si recò là con sei consorelle, per gestire un ospedale a Oahu e successivamente fondare l’ospedale Malulani a Maui ed aprire una casa per ragazze i cui genitori erano lebbrosi. Dopo cinque anni, accettò l’invito ad aprire una casa per donne e ragazze nella stessa isola di Molokai, coraggiosamente andandovi lei stessa ed in pratica terminando il proprio contatto con il mondo esterno. Là si prese cura di padre Damiano, già famoso per la sua eroica attività fra i lebbrosi, curandolo sino alla morte e prendendone il posto fra i lebbrosi maschi. Quando ancora si poteva fare poco per quanti soffrivano di questa terribile malattia, Marianne Cope dimostrò l’amore, il coraggio e l’entusiasmo più alti. Ella è un luminoso e forte esempio della migliore tradizione cattolica nell’accudire alle sorelle e dello spirito del suo amato san Francesco.]

Kateri Tekakwitha was born in today’s New York state in 1656 to a Mohawk father and a Christian Algonquin mother who gave to her a sense of the living God. She was baptized at twenty years of age and, to escape persecution, she took refuge in Saint Francis Xavier Mission near Montreal. There she worked, faithful to the traditions of her people, although renouncing their religious convictions until her death at the age of twenty-four. Leading a simple life, Kateri remained faithful to her love for Jesus, to prayer and to daily Mass. Her greatest wish was to know and to do what pleased God.

[Kateri Tekakwitha nacque nell’odierno stato di New York nel 1656 da padre Mohawk e da madre cristiana algonchina, che le trasmise il senso del Dio vivente. Fu battezzata all’età di vent’anni e, per fuggire dalle persecuzioni, si rifugiò nella missione di san Francesco Saverio vicino a Montreal. Là lavorò, fedele alle tradizioni del suo popolo - anche se rinunciò alle convinzioni religiose della sua gente - sino alla morte all’età di 24 anni. Vivendo un’esistenza semplice, Kateri rimase fedele al suo amore per Gesù, alla preghiera e alla Messa quotidiana. Il suo più grande desiderio era conoscere Dio e fare ciò che a Lui piace.]

Kateri nous impressionne par l’action de la grâce dans sa vie en l’absence de soutiens extérieurs, et par son courage dans sa vocation si particulière dans sa culture. En elle, foi et culture s’enrichissent mutuellement ! Que son exemple nous aide à vivre là où nous sommes, sans renier qui nous sommes, en aimant Jésus ! Sainte Kateri, protectrice du Canada et première sainte amérindienne, nous te confions le renouveau de la foi dans les premières nations et dans toute l’Amérique du Nord ! Que Dieu bénisse les premières nations !

[Kateri ci impressiona per l’azione della grazia nella sua vita in assenza di sostegni esterni, e per il coraggio nella vocazione tanto particolare nella sua cultura. In lei, fede e cultura si arricchiscono a vicenda! Il suo esempio ci aiuti a vivere là dove siamo, senza rinnegare ciò che siamo, amando Gesù! Santa Kateri, patrona del Canada e prima santa amerinda, noi ti affidiamo il rinnovamento della fede nelle prime nazioni e in tutta l’America del Nord! Dio benedica le prime nazioni!]

Anna Schäffer aus Mindelstetten wollte als Jugendliche in einen Missionsorden eintreten. Da sie aus einfachen Verhältnissen stammte, versuchte sie die nötige Aussteuer für die Aufnahme ins Kloster als Dienstmagd zu verdienen. In dieser Stellung erlitt sie einen schweren Unfall mit unheilbaren Verbrennungen an den Beinen, der sie für ihr ganzes weiteres Leben ans Bett fesselte. So wurde ihr das Krankenlager zur Klosterzelle und das Leiden zum Missionsdienst. Sie haderte zunächst mit ihrem Schicksal, verstand ihre Situation dann aber als einen liebevollen Ruf des Gekreuzigten in seine Nachfolge. Gestärkt durch die tägliche Kommunion wurde sie zu einer unermüdlichen Fürsprecherin im Gebet und zu einem Spiegel der Liebe Gottes für viele Ratsuchende. Ihr Apostolat des Betens und des Leidens, des Opferns und des Sühnens sei den Gläubigen in ihrer Heimat ein leuchtendes Vorbild, ihre Fürbitte stärke die christliche Hospizbewegung in ihrem segensreichen Wirken.

[Anna Schäffer di Mindelstetten, da giovane, voleva entrare a far parte di un Ordine religioso missionario. Essendo di modesta provenienza, cercò di guadagnare come domestica la dote necessaria per essere accolta in convento. In questo lavoro ebbe un grave incidente con ustioni inguaribili alle gambe, che la costrinsero al letto per tutta la vita. Così, il letto di dolore diventò per lei cella conventuale e la sofferenza costituì il suo servizio missionario. Inizialmente si lamentava della propria sorte, ma poi giunse a interpretare la sua situazione come una chiamata amorevole del Crocifisso a seguirLo. Confortata dalla Comunione quotidiana, ella diventò un’instancabile strumento di intercessione nella preghiera e un riflesso dell’amore di Dio per molte persone che cercavano il suo consiglio. Possa il suo apostolato di preghiera e di sofferenza, di sacrificio e di espiazione costituire un esempio luminoso per i fedeli nella sua Patria, e la sua intercessione rafforzi il movimento cristiano di hospice [centri di cure palliative per malati terminali] nel loro benefico servizio.]

Cari fratelli e sorelle! Questi nuovi Santi, diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale, sono uniti con l’intero Popolo di Dio nel mistero di salvezza di Cristo, il Redentore. Insieme a loro, anche noi qui riuniti con i Padri sinodali venuti da ogni parte del mondo, con le parole del Salmo proclamiamo al Signore che «egli è nostro aiuto e nostro scudo», e lo invochiamo: «Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo» (Sal 32,20-22). Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero.

 

LITTERAE APOSTOLICAE

de peracta beatificatione

 

IOANNES PAULUS PP. II

ad perpetuam rei memoriam

 

 

    «Benedictus Deus et Pater Domini nostri Iesu Christi, qui benedixit nos in omni benedictione spiritali in caelestibus in Christo, sicut elegit nos in ipso ante mundi constitutionem, ut essemus sancti et immaculati in conspectu eius in caritate» (Eph 1, 3-4).

    Conscientia vocationis ad vitam coram Deo in caritate geredam Venerabilem Servam Dei Mariam a Monte Carmelo Sallés y Barangueras tam in vita personali quam in opere apostolico sustentavit magnamque ei tribuit vim ad dolores sustinendos et discrimina superanda in sequela Christi. A parentibus Iosepho Sallés y Vall et Francisca Barangueras y de Plannel nata est Ausaniae in Hispania die IX mensis Aprilis anno MDCCCXLVIII. Minorissae  Litteras didicit apud collegium «Societatis Mariae», cuius Marialis spiritalitas eam fulcivit ut intentiore animo viveret dogmaticam recentem definitionem Immaculatae Conceptionis. Ad Deiparae pedes provoluta, in Sanctuario Dominae Nostrae a Monte Serrato dicato, se vocari percepit ut totam Christo se dederet. Anno MDCCCLXIX, eucharistico allecta spiritu quo Sorores Adoratrices Sanctissimum Sacramentum colere consueverant, in pago Gracia tirocinium iniit, quod sequenti anno reliquit, quia consilium cepit humanae et christianae mulierum promotionem fovendi. De spiritalis moderatoris consilio, anno MDCCCLXXI ingressa est Congregationem Tertiariarum Dominicana­rum, quae puellis instituendis navabant operam, atque noviciatus expleto tempore religiosam emisit professionem. Munera docentis, moderatricis scholae nec non Antistitae communitatis Barcinonensis optime explevit. Quibusdam exortis difficultatibus, Institutum reliquit atque cum aliis septem sororibus anno MDCCCXCII in urbe Burgo Congregationem Conceptionistarum Missionariarum ab Instructione condidit, quam Decessor Noster sanctus Pius X anno MCMVIII appro­bavit. Serva Dei, quae Antistita generalis existitit quoad vixit, diligenter curavit institutionem spiritalem et culturalem Sororum, quas voluit «sicut fontem qui, per studium et orationem, scientia et virtute impletur». Optabat enim ut in propriis collegiis institutio am­plior quam in aliis traderetur, ea tamen condicione ut congruens inter fidem et culturam gradus servaretur. «Instructio – aiebat – ex se ipsa non sufficit; ingredi necesse est in ambitum pietatis, sese in animas puella­rum immittere ad eas cum Christo coniungendas». Per unde­viginti annorum spatium Venerabilis Dei Serva tredecim in  Hispania condidit communitates, collegia aperuit, pluribusque cuiusque generis difficultatibus coacta est mederi. Omnibus exemplum exstitit fidelitatis erga Deum et Ecclesiam. Meritis onusta, obiit in Christo die XXV mensis Iulii anno MCMXI. Sanctimoniae fama, quae eam viventem instruebat, post eius obitum auxit, quapropter Episcopus Matritensis anno MCMXLVI causam incohavit beatificationis et canonizationis. Servatis de iure servandis, Nosmet Ipsi die XVII mensis Decembris anno MCMXCVI declaravimus Servam Dei virtutes theologales, cardinales iisque adnexas heroum in gradum exercuisse. Deinde examini subiecta est mira quaedam sanatio, intercessioni eiusdem Venerabilis Servae Dei adscripta, Nobis coram die XVIII mensis Decembris anno MCMXCVII decretum prodiit super miraculo, qua de re statuimus ut ritus beatificationis die XV mensis Martii anno MCMXCVIII Romae celebraretur. Hodie igitur in Vaticana Basilica, inter Missarum sollemnia hanc ediximus formulam: «Nos, vota Fratrum Nostrorum Petri Christov, Episcopi Nicopolitani, Luciani Monari, Episcopi Placentinis-Bobiensis, et Antonii Mariae Cardinalis Rouco Varela, Archiepiscopi Matritensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Con­gregationis de Causis Sanctorum consulto, Auctoritate Nostra Aposto­lica facultatem facimus ut Venerabiles Servi Dei Vincentius Eugenius Bossilkov, Birgitta a Iesu Morello et Maria a Monte Carmelo Sallés y Barangueras Beatorum nomine in posterum appel­lentur eorumque festum: Vincentii Eugenii Bossilkov die decima tertia Novembris; Birgittae a Iesu Morello die quarta Septembris; et Mariae a Monte Carmelo Sallés y Barangueras die sexta Decembris in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti». Quae vero hisce Litteris decrevimus volumus firma esse ac rata in perpetuum, contrariis rebus minime obstantibus.

    Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XV mensis Martii, anno MCMXCVIII, Pontificatus Nostri vicesimo.

 

                                                            

De mandato Summi Pontificis

Angelus Card. Sodano

Secretarius Status

 

Loco X Sigilli

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CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI TRE SERVI DI DIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 15 marzo 1998

 

1. "Dio lo chiamò dal roveto e disse: "Mosè"... Rispose: "Eccomi!"" (Es 3, 4).

Nella prima Lettura abbiamo ascoltato il racconto della vocazione di Mosè. Dio rivela a Mosè il proprio nome: "Io sono colui che sono!" (Es 3,14), perchè lo comunichi al popolo d'Israele. Si stabilisce così un rapporto speciale di fiducia e di familiarità tra Dio ed il suo inviato. Egli viene investito dell'autorità di mediatore tra il popolo ed il suo Signore. Grazie a questa responsabilità, diventerà strumento di Dio per la liberazione di Israele dalla schiavitù dell'Egitto. Attraverso la sua opera, sarà lo stesso Jahvè a condurre il popolo per quarant'anni nel deserto fino alla terra promessa ed a concludere con esso la grande Alleanza del Sinai.

La storia della vocazione di Mosè dimostra chiaramente come la chiamata alla comunione con Dio, e quindi alla santità, sia la necessaria premessa per ogni peculiare missione a favore della comunità ed a servizio dei fratelli.

L'iniziativa divina, che chiama una persona alla santità e le affida una missione speciale al servizio del prossimo, risplende in modo luminoso nell'esperienza spirituale dei tre nuovi Servi di Dio, che oggi ho la gioia di elevare alla gloria degli altari: Vincenzo Eugenio Bossilkov, Vescovo e Martire, Brigida di Gesù Morello, Religiosa e Fondatrice delle Suore Orsoline di Maria Immacolata, María del Carmen Sallés y Barangueras, Vergine e Fondatrice delle Religiose Concezioniste Missionarie dell'Insegnamento.

2. "Bevevano da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo" (1Cor 10, 4). Il Vescovo martire Vincenzo Eugenio Bossilkov si è abbeverato alla roccia spirituale che è Cristo. Seguendo fedelmente il carisma del fondatore della sua Congregazione, san Paolo della Croce, ha coltivato intensamente la spiritualità della Passione. Si è dedicato, inoltre, senza riserve al servizio pastorale della Comunità cristiana a lui affidata, affrontando senza esitazione la prova suprema del martirio.

 

[Il Vescovo Mons. Bossilkov è diventato così una gloria fulgidissima della Chiesa nella sua Patria. Testimone intrepido della croce di Cristo, egli è una delle tante vittime che il comunismo ateo ha sacrificato, in Bulgaria ed altrove, nel suo programma di annientamento della Chiesa. In quei tempi di dura persecuzione molti hanno guardato a lui e dall'esempio del suo coraggio hanno tratto forza per rimanere fedeli al Vangelo sino alla fine. Sono lieto, in questo giorno di festa per la Nazione bulgara, di rendere omaggio a quanti, come Mons. Bossilkov, hanno pagato con la vita l'adesione senza riserve alla fede ricevuta nel battesimo.]

Mons. Bossilkov ha saputo unire in modo mirabile alla sua missione di Sacerdote e di Vescovo un'intensa vita spirituale ed una costante attenzione alle esigenze dei fratelli. Oggi si propone a noi come figura eminente della Chiesa cattolica che è in Bulgaria, non solo per la sua vasta cultura, ma anche per la costante ansia ecumenica e l'eroica fedeltà alla Sede di Pietro.

Quando l'ostilità del regime comunista contro la Chiesa si fece più decisa e minacciosa, il Beato Bossilkov volle rimanere accanto alla sua gente, pur sapendo che ciò significava rischiare la vita. Non temette di affrontare la bufera della persecuzione. Quando intuì che il momento della prova suprema s'avvicinava, scrisse al Superiore della sua Provincia religiosa: "Ho il coraggio di vivere, spero di averlo anche per subire il peggio, restando fedele a Cristo, al Papa e alla Chiesa!" (Lettera XIV).

E così questo Vescovo e martire, che durante tutta la sua esistenza si sforzò di essere immagine fedele del Buon Pastore, lo divenne in un modo del tutto speciale al momento della morte, quando unì il suo sangue a quello dell'Agnello immolato per la salvezza del mondo. Quale esempio luminoso per noi tutti, chiamati a testimoniare fedeltà a Cristo e al suo Vangelo! Quale grande incoraggiamento per quanti patiscono ancor oggi ingiustizie e vessazioni a causa della loro fede! Possa l'esempio di questo martire, che oggi contempliamo nella gloria dei Beati, infondere fiducia e ardore a tutti i cristiani, specialmente a quelli della cara Nazione bulgara, che può ormai invocarlo come suo celeste protettore.

3. "Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore". Queste parole, che la Liturgia di oggi presenta nel Salmo responsoriale, hanno sostenuto ed orientato l'eroica fedeltà al Vangelo della Beata Brigida di Gesù Morello, religiosa e fondatrice delle Suore Orsoline di Maria Immacolata. Le vicende della sua variegata esistenza - prima come giovane ricca di virtù umane e spirituali, poi come sposa fedele e saggia, quindi come vedova cristiana, ed infine come persona consacrata e guida delle sue Consorelle - rispecchiano con singolare nitidezza il fiducioso abbandono della nuova Beata alla misericordia di Dio che è "lento all'ira e grande nell'amore".

Ad una simile scuola la Beata Brigida di Gesù imparò la fondamentale lezione dell'amore che si spende nella dedizione quotidiana al servizio del prossimo. In un'epoca nella quale gli ideali della femminilità erano scarsamente considerati, la Beata Morello mise in luce senza strepito il valore della donna nella famiglia e nella società Innamorata di Dio, fu per questo sempre disponibile ad aprire il cuore e le braccia ai fratelli ed alle sorelle nel bisogno. Arricchita di doni mistici ma provata, allo stesso tempo, da lunghe e gravi sofferenze, non cessòdi essere per i suoi contemporanei un'autentica maestra di vita spirituale ed un significativo esempio di mirabile sintesi tra vita consacrata ed impegno sociale ed educativo.

Nei suoi scritti traspare un costante invito alla fiducia in Dio. Amava ripetere: "Confidenza, confidenza, cuore grande! Dio ci è Padre e mai ci abbandonerà!".

Non è forse singolarmente attuale questo messaggio che la nuova Beata ci propone? Questa nostra sorella nella fede, oggi elevata agli onori degli altari, ci ricorda con forza che amare Iddio è il segreto di ogni vero ed efficace impegno sociale a favore dei fratelli.

4. La primera lectura del libro del Éxodo presenta la vocación y misión de Moisés siguiendo un esquema típico de los relatos bíblicos vocacionales: la llamada divina, las objeciones del elegido, y la señal de protección y complacencia por parte de Dios. Estos elementos aparecen también en la vida de Carmen Sallés y Barangueras, fundadora de las Concepcionistas Misioneras de la Enseñanza. Desde joven, la nueva Beata puso todo su empeño en clarificar la voluntad de Dios sobre ella. Diversas experiencias de vida religiosa la llevaron a descubrir que su misión en la Iglesia era sembrar el bien en la infancia y la juventud, para preservarlas de los males que las acechaban, y dotar a la mujer de una cultura y capacitación profesional que le permitiera insertarse dignamente en la sociedad.

Consagrada así a la educación femenina, venció numerosas dificultades sabiéndose un "instrumento inútil en manos de María Inmaculada"; asumió audaces proyectos madurados en la oración y en el consejo de personas bien formadas, repitiendo con firme confianza: "Adelante, siempre adelante. Dios proveerá".

Mujer llena de valor, la Madre Carmen fundamentó su vida y su obra en una espiritualidad cristocéntrica y mariana alimentada por una piedad sólida y discreta. Su carisma concepcionista, signo del amor del Señor por su pueblo, sigue hoy vivo en el testimonio de sus hijas que, como misioneras en las escuelas y colegios, trabajan con ahínco evangelizando desde la enseñanza.

5. "Fate penitenza, dice il Signore; il Regno di Dio è vicino" (Canto al Vangelo; cfr Mt 4, 17). Il brano evangelico dell'odierna terza domenica di Quaresima sottolinea il tema fondamentale di questo "tempo forte" dell'anno liturgico: l'invito a convertirsi ed a compiere degne opere di penitenza.

I tre nuovi Beati, che oggi vengono presentati alla nostra venerazione, hanno saputo accogliere l'esigente proposta. Non è stato per loro un cammino facile. Hanno dovuto, infatti, affrontare prove e contrarietà; ma lo hanno fatto sempre con animo disposto a compiere sino in fondo la volontà divina. Hanno lottato contro il male operando il bene. Sono diventati, così, con la parola e con l'esempio, testimoni credibili per i loro contemporanei. Grazie al loro aiuto, molti altri hanno accolto Cristo ed il suo Vangelo di salvezza.

Nel nostro tempo, mentre ci avviamo ormai a grandi passi verso il terzo millennio, la vita di questi tre nostri illustri fratelli nella fede ci sia di sprone a seguire fedelmente il Signore nel cammino difficile, ma al tempo stesso luminoso, della fedeltà a Cristo.

Amen.