Mariano Arciero

Mariano Arciero

(1707-1788)

Beatificazione:

- 24 giugno 2012

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 16 febbraio

Sacerdote diocesano, instancabile apostolo del Vangelo, fervido testimone di carità e di umiltà

  • Biografia
  • il miracolo
  • sulla beatificazione
"Si piange il corpo senza speranza di risuscitarlo. Non si piange l'anima, che col pianto risuscita"

 

Mariano Arciero nacque a Contursi il 26 febbraio 1707 in una famiglia di contadini laboriosi e pii. Da piccolo aiutava a pascolare il gregge.

A otto anni andò a servizio presso il nobile Emanuele Parisio, giovane di grande pietà, che, diventato sacerdote, lo portò con sé a Napoli, come paggio. A questo distacco, la madre del piccolo rispose con la sapienza dei forti: «Se mio figlio si deve far santo, sono contenta di non vederlo più». Il piccolo, istruito da don Emanuele, cominciò a frequentare la scuola e a fare catechismo ai piccoli.

Ordinato sacerdote, si dedicò all’apostolato con ardente zelo sacerdotale. Il fervore nell'assidua lettura e memorizzazione della Sacra Scrittura rese il suo cuore biblioteca di Cristo. Invitato dal Vescovo di Cassano Ionio in Calabria, svolse in quella terra un intenso lavoro di evangelizzazione, costruì chiese, promosse la disciplina del clero, ma fu soprattutto un modello di virtù sacerdotali. Pur vivendo in povertà fu chiamato “padre dei poveri” e “l’Apostolo delle Calabrie”.

Dopo venti anni di intenso lavoro, ritornò a Napoli, dove continuò la sua intensa attività sacerdotale, accompagnato dalla fama della sua sapienza e delle sue virtù.

La sua vita era esemplare. Si contentava di ricevere giornalmente un pezzo di pane dai Padri dell'Oratorio e di prendere una minestra nel seminario diocesano. Le offerte che riceveva le donava in beneficenza ai bisognosi. Era instancabile al confessionale, tanto che bastava dire “penitente di Don Mariano”, per indicare una persona che viveva cristianamente. Consapevole che l'ignoranza religiosa era la causa della cattiva condotta e dei peccati del popolo, il Venerabile Servo di Dio, fu un instancabile catechista e un generoso benefattore degli indigenti, ai quali distribuiva ciò che gli veniva donato.

Vigilava sulla mortificazione dei sensi e portava con gioia la croce delle sofferenze e delle umiliazioni. Le sue opere di carità e di apostolato erano sostenute dal suo fervore eucaristico. Chiamava affettuosamente Gesù Sacramentato “la gioia bella, l'amore mio, il pazzo d'amore”.

Quando parlava dell’eucaristia sembrava volare dal pulpito all’altare, per adorare il Santissimo che quotidianamente lo vedeva in ginocchio in profonda orazione. Una cura particolare la riservava all'istruzione dei sacerdoti, convinto che, se diventano lucerne luminose nella casa del Signore, possono rischiarare tutti coloro, che sono nelle tenebre e nell'ombra della morte.

Per quasi un trentennio fu predicatore del seminario diocesano di Napoli, diventando formatore sapiente e apprezzato. Predicava anche nelle chiese della città, confortando con la sua parola, vescovi e sacerdoti, nobili e plebei, giovani e anziani. Non pochi furono mossi dalla sua parola alla conversione dei costumi.  Queste tre caratteristiche – catechesi, carità e predicazione – venivano elevate al grado eroico dalla sua umiltà, che fu il sigillo della sua santità. 

Morì, come aveva predetto, il 16 febbraio 1788, alle ore 16,00, all’età di 81 anni. Fu dichiarato Venerabile da Papa Pio IX il 14 agosto 1854.

In vista della sua Beatificazione, la Postulazione ha sottoposto al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi un presunto miracolo avvenuto nel 1951 a Contursi. 

Il caso riguarda la guarigione da peritonite tubercolare della signorina Concetta Siani. La malattia si era manifestata nell’autunno del 1941, quando la donna aveva trentotto anni. Ella cominciò ad avvertire dolori vaghi all’addome, senso di malessere, inappetenza, nausea, qualche volta accompagnata da vomito, leggero rialzo febbrile alla sera. Tali disturbi, dopo qualche settimana, andarono sempre più accentuandosi; e, avendo l’ammalata notato un esagerato dimagrimento insieme con un notevole aumento del volume dell’addome, seriamente preoccupata, ricorse all’ausilio del medico locale. L’inferma fu sottoposta a cure ricostituenti, che consistevano in iniezioni di calcio; ma le terapie non diedero esito positivo. Il medico curante numerose volte fu costretto ad estrarle un certo volume di liquido dal peritoneo. 

Il 15 ottobre 1950 le spoglie mortali del Venerabile Servo di Dio Mariano Arciero da Napoli erano state traslate nella nativa Contursi e in quella occasione furono stampate delle immaginette che vennero distribuite a tutti. In quella circostanza, la signorina Concetta prese una di queste immagini e la pose sul grembo. Subito cominciò a sentirsi meglio. Nello scorrere dei giorni, sempre invocò il Signore, chiedendo, per intercessione del Venerabile Servo di Dio, il dono della guarigione. La sera del 26 gennaio 1951, però, avvertì dei dolori acutissimi, tanto che sia lei che i suoi familiari pensavano che fosse vicina la fine: mai si era sentita così male. Le fu data una camomilla per calmante e così si addormentò. Verso le quattro del mattino del 27, l’ammalata si svegliò madida di sudore e improvvisamente si accorse di sentirsi bene. Una sorella e un fratello che vivevano con lei verificarono che anche l’ingente gonfiore del suo addome era sparito. La mattina presto, Concetta si portò senza difficoltà dal medico, per sottoporsi a una visita di controllo. Il medico rimase stupito e dovette constatare che non c’era spiegazione scientifica all’avvenuta guarigione. Appare evidente la concomitanza cronologica e il nesso tra l’invocazione al Venerabile Servo di Dio e la guarigione di Concetta Siani, che in seguito ha goduto di buona salute ed è stata in grado di gestire una normale vita relazionale.

Sulla guarigione, ritenuta miracolosa, presso la Curia di Campagna fu istruito il Processo Apostolico che si tenne dall’11 febbraio 1953 al 17 novembre 1954 e la cui validità giuridica è stata riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 31 marzo 2008. La Consulta Medica del Dicastero, nella sessione del 4 marzo 2010, ha riconosciuto che la guarigione fu rapida, completa e duratura, inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche

Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, all'indomani della beatificazione del sacerdote diocesano don Mariano Arciero, avvenuta a Contursi il 24 giugno del 2012:

«La beatificazione di don Mariano - scrive l'Arcivescovo - è stata un'occasione di grazia per tutti noi. L'evento celebrato, che ha visto l'intera diocesi mobilitarsi, ha permesso alle comunità parrocchiali di scoprire la vita e le virtù eroiche del nuovo Beato, confessore dei poveri, catechista del popolo, zelante apostolo dell'Eucaristia e esemplare devoto di Maria Santissima. In modo particolare, la santità sacerdotale, incarnata da don Mariano, ha ricordato ai presbiteri la propria vocazione ad essere santi per vivere in pienezza il "ministero di santificazione" per i fratelli. Sono certo che, per intercessione dell'Apostolo delle Calabrie, il Signore donerà alla nostra Chiesa tante e sante vocazioni».