Mario Vergara e Isidoro Ngei Ko Lat

Mario Vergara e Isidoro Ngei Ko Lat

(†1950)

Beatificazione:

- 24 maggio 2014

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 25 maggio

Mario Vergara (1910-1950), sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere, e Isidoro Ngei Ko Lat (1918-1950), catechista, martiri

  • Biografia
  • Udienza Generale
Mario conquista i nuovi parrocchiani semplicemente amandoli; cura gratuitamente tutti, anche i non cristiani; Isidoro: l’asma gli ha impedito il sacerdozio, ma non ha spento la sua voglia di fare “qualcosa per Gesù”

 

Mario Vergara nacque a Frattamaggiore (Napoli), diocesi di Aversa, il 18 novembre 1910. Il 26 agosto 1934 venne ordinato sacerdote a Bernareggio dal cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano.

Il 30 settembre 1934 partì per la Birmania. In un solo anno imparò tre lingue, prese confidenza con la gente, le religioni e i costumi locali. La realtà era drammatica: pochi i missionari, scarsi i mezzi, povera la gente, l’ingiustizia palese.

In un viaggio alla ricerca di catechisti indigeni, il missionario conobbe e scelse Isidoro Ngei Ko Lat. Questi era nato a Taw Pon Athet tra il 1918 e il 1920 da poveri genitori cattolici. Gli atti di violenza e di intimidazione nei confronti dei cattolici cominciarono fin dai primi mesi del 1950, intensificandosi nell’aprile dello stesso anno.

Nella prima decade di quel mese, infatti, il catechista Giacomo Còlei fu imprigionato a Taruddà. Poco dopo si diffuse la notizia della cattura e dell’uccisione di un altro catechista, Pio. Per evitare che altri catechisti venissero presi dai ribelli, padre Vergara chiese un incontro a Shadaw con Tire, fissato per il 24 maggio 1950. Arrivati al centro di Shadaw, Mario e Isidoro, che lo accompagnava, ebbero la sorpresa di trovare Richmond al posto di Tire.

Invece di trattare la liberazione del Còlei, il missionario fu sottoposto a un duro interrogatorio. Alla stessa ora fu assalita la casa della missione, dove si trovava padre Pietro Galastri, che fu portato nella foresta e ucciso: nessuno poté essere testimone della sua morte e il suo corpo fu lasciato in pasto alle belve.

Dopo l’interrogatorio, padre Vergara e Isidoro vennero ammanettati e condotti verso il fiume Salween, scortati da soldati ribelli. La loro via crucis durò almeno sei ore, terminando sulle rive del fiume verso l’alba del giorno seguente, giovedì 25 maggio 1950.

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 21 maggio 2014

 

I doni dello Spirito Santo: 5. La Scienza

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi vorrei mettere in luce un altro dono dello Spirito Santo, il dono della scienza. Quando si parla di scienza, il pensiero va immediatamente alla capacità dell’uomo di conoscere sempre meglio la realtà che lo circonda e di scoprire le leggi che regolano la natura e l’universo. La scienza che viene dallo Spirito Santo, però, non si limita alla conoscenza umana: è un dono speciale, che ci porta a cogliere, attraverso il creato, la grandezza e l’amore di Dio e la sua relazione profonda con ogni creatura.

1. Quando i nostri occhi sono illuminati dallo Spirito, si aprono alla contemplazione di Dio, nella bellezza della natura e nella grandiosità del cosmo, e ci portano a scoprire come ogni cosa ci parla di Lui e del suo amore. Tutto questo suscita in noi grande stupore e un profondo senso di gratitudine! È la sensazione che proviamo anche quando ammiriamo un’opera d’arte o qualsiasi meraviglia che sia frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo: di fronte a tutto questo, lo Spirito ci porta a lodare il Signore dal profondo del nostro cuore e a riconoscere, in tutto ciò che abbiamo e siamo, un dono inestimabile di Dio e un segno del suo infinito amore per noi.

2. Nel primo capitolo della Genesi, proprio all’inizio di tutta la Bibbia, si mette in evidenza che Dio si compiace della sua creazione, sottolineando ripetutamente la bellezza e la bontà di ogni cosa. Al termine di ogni giornata, è scritto: «Dio vide che era cosa buona» (1,12.18.21.25): se Dio vede che il creato è una cosa buona, è una cosa bella, anche noi dobbiamo assumere questo atteggiamento e vedere che il creato è cosa buona e bella. Ecco il dono della scienza che ci fa vedere questa bellezza, pertanto lodiamo Dio, ringraziamolo per averci dato tanta bellezza. E quando Dio finì di creare l’uomo non disse «vide che era cosa buona», ma disse che era «molto buona» (v. 31). Agli occhi di Dio noi siamo la cosa più bella, più grande, più buona della creazione: anche gli angeli sono sotto di noi, noi siamo più degli angeli, come abbiamo sentito nel libro dei Salmi. Il Signore ci vuole bene! Dobbiamo ringraziarlo per questo. Il dono della scienza ci pone in profonda sintonia con il Creatore e ci fa partecipare alla limpidezza del suo sguardo e del suo giudizio. Ed è in questa prospettiva che riusciamo a cogliere nell’uomo e nella donna il vertice della creazione, come compimento di un disegno d’amore che è impresso in ognuno di noi e che ci fa riconoscere come fratelli e sorelle.

3. Tutto questo è motivo di serenità e di pace e fa del cristiano un testimone gioioso di Dio, sulla scia di san Francesco d’Assisi e di tanti santi che hanno saputo lodare e cantare il suo amore attraverso la contemplazione del creato. Allo stesso tempo, però, il dono della scienza ci aiuta a non cadere in alcuni atteggiamenti eccessivi o sbagliati. Il primo è costituito dal rischio di considerarci padroni del creato. Il creato non è una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento; né, tanto meno, è una proprietà solo di alcuni, di pochi: il creato è un dono, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato, perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine. Il secondo atteggiamento sbagliato è rappresentato dalla tentazione di fermarci alle creature, come se queste possano offrire la risposta a tutte le nostre attese. Con il dono della scienza, lo Spirito ci aiuta a non cadere in questo sbaglio.

Ma vorrei ritornare sulla prima via sbagliata: spadroneggiare sul creato invece di custodirlo. Dobbiamo custodire il creato poiché è un dono che il Signore ci ha dato, è il regalo di Dio a noi; noi siamo custodi del creato. Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo il segno dell’amore di Dio. Distruggere il creato è dire a Dio: “non mi piace”. E questo non è buono: ecco il peccato.

La custodia del creato è proprio la custodia del dono di Dio ed è dire a Dio: “grazie, io sono il custode del creato ma per farlo progredire, mai per distruggere il tuo dono”. Questo deve essere il nostro atteggiamento nei confronti del creato: custodirlo perché se noi distruggiamo il creato, il creato ci distruggerà! Non dimenticate questo. Una volta ero in campagna e ho sentito un detto da una persona semplice, alla quale piacevano tanto i fiori e li custodiva. Mi ha detto: “Dobbiamo custodire queste cose belle che Dio ci ha dato; il creato è per noi affinché ne profittiamo bene; non sfruttarlo, ma custodirlo, perché Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte, ma il creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti distruggerà”.

Questo deve farci pensare e deve farci chiedere allo Spirito Santo il dono della scienza per capire bene che il creato è il più bel regalo di Dio. Egli ha fatto tante cose buone per la cosa più buona che è la persona umana.

Saluti:

Je salue cordialement les francophones, en particulier les pèlerins des diocèses de Pointe Noire, au Congo, de Sens et de Fréjus, ainsi que les sœurs de la Sainte Famille de Bordeaux.

Je vous invite à contempler souvent la beauté de la création afin d’y découvrir la grandeur et l’amour de Dieu pour nous. Qu’il remplisse vos cœurs de reconnaissance et que cela vous encourage à accueillir sa volonté dans votre vie.

Bon pèlerinage à Rome.

[Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare i pellegrini delle Diocesi di Pointe Noire, in Congo, di Sens e di Fréjus, come anche le suore della Santa Famiglia di Bordeaux. Vi invito a contemplare spesso la bellezza della creazione per scoprirvi la grandezza e l’amore di Dio per noi. Che ciò riempia i vostri cuori di riconoscenza e vi incoraggi ad accogliere la sua volontà nella vostra vita. Buon pellegrinaggio a Roma.]

I greet all the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, including those from England and Wales, Scotland, Sweden, Norway, India, Thailand, Singapore, Indonesia, Japan, South Africa, Canada and the United States. Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of the Risen Lord. God bless you all!

[Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra e Galles, Scozia, Svezia, Norvegia, India, Thailandia, Singapore, Indonesia, Giappone, Sud Africa, Canada e Stati Uniti. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore Risorto. Dio vi benedica tutti!]

Gerne grüße ich die Pilger deutscher Sprache, die an dieser Audienz teilnehmen. Der Heilige Geist erfülle uns mit der Gabe der Erkenntnis, dass wir in der Schöpfung stets Gottes Plan und Güte betrachten können. Mit unserem Leben wollen wir Gottes Größe und Liebe lobpreisen und vor unseren Mitmenschen bezeugen. Von Herzen segne ich euch alle.

[Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca presenti a quest’Udienza. Lo Spirito Santo ci colmi del dono della scienza, affinché sappiamo sempre contemplare nel creato il disegno di Dio e la sua bontà. Con la nostra vita vogliamo lodare la grandezza e l’amore di Dio e testimoniarli al prossimo. Di cuore benedico tutti voi.]

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, particularmente a los grupos de sacerdotes del Colegio Mexicanoen Roma, de la Arquidiócesis de Madrid y de la Diócesis de Nezahualcoyotl, así como a los fieles venidos de España, México, Argentina, Panamá, Costa Rica, Paraguay, Perú, Colombia y otros países latinoamericanos. Que sepamos ver cuanto nos rodea como obra de Dios, y a nuestros semejantes como hermanos y hermanas. Muchas gracias.

Saúdo os brasileiros vindos de Pouso Alegre, Campo Limpo e São Paulo e demais peregrinos de língua portuguesa, desejando que esta peregrinação a Roma fortaleça em todos a fé e consolide, no amor divino, os vínculos de cada um com a sua família, com a comunidade eclesial e com a sociedade. Que Nossa Senhora vos acompanhe e proteja!

[Saluto i brasiliani venuti da Pouso Alegre, Campo Limpo e São Paulo e gli altri pellegrini di lingua portoghese, augurando che questo pellegrinaggio a Roma fortifichi in tutti la fede e rafforzi, nell’amore divino, i vincoli di ciascuno con la sua famiglia, con la comunità ecclesiale e con la società. La Madonna vi accompagni e protegga.]

أتوجه بتحية حارة إلى جميع الأخوات والإخوة الناطقين باللغة العربية، وخاصة القادمين من الأردن والأراضي المقدسة ومصر. إن موهبة العلم تحرر العقل من خدعة اعتبار نفسه المرجع النهائي، وتساعد القلب على أن يقرأ بصمة الخالق في كل الخليقة وكل الخلوقات، فيتمكن الإنسان هكذا من أن يدرك ضآلته ويعترف بقدرة الله وعظمة محبته وصلاحه. لينير الروح عقولنا وقلوبنا، بموهبة العلم، فنعترف بالله خالقا وربا.

[Rivolgo un caro saluto ai fratelli e alle sorelle di lingua araba, in particolare a tutti coloro che provengono dalla Giordania, dalla Terra Santa e dall’Egitto. Il dono della scienza rende libera la mente dalla tentazione di considerarsi l’ultimo riferimento, aiutando il cuore a leggere l’impronta del Creatore in ogni creatura e in tutta la creazione, guidando così l’uomo a riconoscere la propria nullità e a confessare l’Onnipotenza di Dio e la grandezza del Suo amore e della Sua bontà. Lo Spirito illumini le nostri menti e i cuori, con il dono della scienza, per riconoscere Dio Creatore e Signore.]

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Uroczystości Matki Bożej Królowej Polski, świętego Stanisława Biskupa Męczennika, a także urodziny świętego Jana Pawła II oraz rocznica bitwy o Monte Cassino, to ważne wydarzenia w życiu Kościoła w Polsce i waszej Ojczyzny. Niech będą one przedmiotem waszej refleksji podczas nabożeństw majowych i okazją do umocnienia ducha wiary ojców. Matce Najświętszej zawierzam wasze intencje, prosząc was jednocześnie o modlitwę w dniach mojej podróży do Ziemi Świętej. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Le solennità di Maria Regina della Polonia, di San Stanislao vescovo e martire, il genetliaco di San Giovanni Paolo II e l’anniversario della battaglia di Monte Cassino sono importanti eventi nella vita della Chiesa in Polonia, vostra Patria. Siano essi per voi oggetto di riflessione durante le celebrazioni mariane del mese di maggio e un’occasione per rafforzare lo spirito della fede dei vostri padri. Alla Madre Santissima affido le vostre intenzioni, chiedendo nello stesso tempo la vostra preghiera per il mio viaggio in Terra Santa. Sia lodato Gesù Cristo.]

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APPELLI

Il mio pensiero va ancora alle popolazioni di Bosnia ed Erzegovina e Serbia, duramente colpite da allagamenti e inondazioni, con perdite di vite umane, numerosi sfollati e ingenti danni. Purtroppo la situazione si è aggravata, pertanto vi invito ad unirvi alla mia preghiera per le vittime e per tutte le persone provate da questa calamità. Non manchi a questi nostri fratelli la nostra solidarietà e il sostegno concreto della comunità internazionale. Tutti insieme preghiamo per queste popolazioni, Ave Maria….

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Il 24 maggio ricorre la memoria liturgica della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, venerata con molta devozione nel santuario di Sheshan a Shangai. Chiedo a tutti i fedeli di pregare affinché, sotto la protezione della Madre Ausiliatrice, i cattolici in Cina continuino a credere, a sperare e ad amare e siano, in ogni circostanza, fermento di armoniosa convivenza tra i loro concittadini.

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Sempre sabato prossimo, ad Aversa, verranno proclamati Beati Mario Vergara, sacerdote del PIME, e Isidoro Ngei Ko Lat, fedele laico e catechista, uccisi nel 1950 in Birmania, in odio alla fede cristiana. La loro eroica fedeltà a Cristo possa essere di incoraggiamento e di esempio ai missionari e specialmente ai catechisti che nelle terre di missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la quale tutta la Chiesa è loro grata.

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Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti! Sono lieto di accogliere i Poveri Servi della Divina Provvidenza di Don Calabria; le Canossiane Figlie della Carità; le Suore Cappuccine di Madre Rubatto e le Suore della Santa Famiglia di Bordeaux in occasione dei rispettivi Capitoli generali. Saluto le parrocchie, le associazioni e i fedeli provenienti da varie diocesi italiane, accompagnati dai loro pastori. La visita alle Tombe degli Apostoli accresca in voi la gioia pasquale della Risurrezione che si manifesta in concrete opere di carità.

Un particolare pensiero rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Bernardino da Siena. Il suo amore per l’Eucarestia indichi a voi, cari giovani, specialmente i giovani lucani impegnati nella “missione d’amore per un mondo migliore”, la centralità di Dio nella vostra vita; incoraggi voi ammalati ad affrontare con fede la sofferenza; stimoli voi, cari sposi novelli, in particolare quelli del Movimento dei Focolari, a fondare la vostra casa coniugale sul carisma dell’unità.

Sempre sabato prossimo comincerò il viaggio in Terra Santa, la terra di Gesù. Sarà un viaggio strettamente religioso. Primo motivo per incontrare il mio fratello Bartolomeo I, nella ricorrenza del 50° anniversario dell'incontro di Paolo VI con Atenagora I. Pietro e Andrea si incontreranno un’altra volta e questo è molto bello. Secondo motivo è pregare per la pace in quella terra che soffre tanto. Vi chiedo di pregare per questo viaggio.