Martiri del Vietnam

Martiri del Vietnam

(1745-1862)

Canonizzazione:

- 19 giugno 1988

- Papa  Giovanni Paolo II

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 24 novembre

Martiri del Vietnam (+1745-1862)

- Andrea Dung-Lac, presbitero

- Tommaso Thien e Emanuele Phung, laici - Girolamo Hermosilla, Valentino Berrio Ochoa, O.P. e altri 6 Vescovi

- Teofano Venard, presbitero M.E.P. e 105 Compagni, martiri

 

  • Biografia
  • Omelia
  • I 117 MARTIRI
"Chi muore per la fede sale in cielo"

 

L'opera di evangelizzazione, intrapresa fin dall'inizio del secolo XVI, poi stabilita nei primi Vicariati apostolici Nord (Dàng-Ngoài) e Sud (Dàng-Trong) nel 1659, ha conosciuto nel corso dei secoli un ammirevole sviluppo.

Fin dai primi anni, il seme della Fede si è mescolato nella terra vietnamita con il sangue abbondante dei Martiri, tanto del clero missionario quanto del clero locale e del popolo cristiano del Viét-Nam. Tutti insieme hanno sopportato le fatiche del lavoro apostolico, come di comune accordo essi hanno affrontato anche la morte per rendere testimonianza alla verità evangelica.

Dal 1645 al 1886 si ebbero ben 53 editti contro i cristiani, firmati dai Signori Trinh e Nguyen o dai Re che, per quasi tre secoli, XVII, XVIII, XIX (esattamente 261 anni: 1625-1886), hanno decretato contro i cristiani persecuzioni, una più violenta dell'altra. Si contano circa 130.000 vittime cadute un po' dovunque nel territorio nazionale. Durante il regno di Minh Mang (re dal 1821), la persecuzione divenne spietata: anche chi osava solo nascondere i cristiani veniva condannato a morte.

Anche l’imperatore Tu Duc (che regnò dal 1847 al 1883) odiava tutto ciò che fosse europeo, non distinguendo la politica dalla religione. Stabilì che chiunque avesse collaborato alla cattura di un missionario avrebbe dovuto ricevere 300 once d’argento. Il missionario, invece, dopo che gli venisse spaccato il cranio, avrebbe dovuto essere gettato nel fiume.

I sacerdoti locali e i catechisti stranieri venivano sgozzati, mentre ai catechisti locali veniva impressa sulla guancia con un ferro rovente la scritta “Ta dao”, che significa “Falsa religione”, additandoli così al pubblico disprezzo. I semplici fedeli cristiani, invece, potevano aver salva la vita se calpestavano la croce davanti al giudice.

Davanti alla fermezza nella fede dei cristiani, il sovrano ne ordinò la dispersione e la confisca dei beni: i mariti vennero dalle mogli e i figli dai genitori; molti vennero esiliati in regioni lontane, in mezzo a popolazioni non cristiane.

Di questa miriade di eroi della fede, la Chiesa ha selezionato quelli di cui è stato possibile ricostruire la vita e accertare il martirio. Il 27 maggio 1900 papa Leone XIII ha beatificato un iniziale gruppo di 64 membri.

San Pio X ha sancito il martirio di altri due gruppi, di otto appartenenti all’Ordine Domenicano, il 20 maggio 1906 (le cui cause erano state seguite da due Vicariati apostolici distinti). Lo stesso Pontefice ha elevato agli altari un quarto raggruppamento, il 2 maggio 1909, composto da 20 persone. Il Venerabile Pio XII, infine, ha beatificato un quinto e ultimo gruppo, di 25 martiri, il 29 aprile 1951.

Il 18 aprile 1986 è stato emesso il decreto con cui le cause dei 117 martiri totali confluivano in una sola. In seguito al decreto “de signis” del 5 giugno 1986, che sanciva la perdurante fama di segni e di miracoli relativi a tutti quei martiri, il Papa san Giovanni Paolo II li ha canonizzati il 19 giugno 1988.

La data della memoria liturgica unitaria è il 24 novembre, giorno nel quale morirono tre di essi. San Giovanni Paolo II li ha anche dichiarati patroni del Vietnam, con la Lettera apostolica «Si quidem cunctis» del 14 dicembre 1990.

ANONIZZAZIONE DI 117 MARTIRI VIETNAMITI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 19 giugno 1988

 

1. “Noi predichiamo Cristo crocifisso” (1 Cor 1, 23).

Con queste parole di san Paolo apostolo la Chiesa di Roma saluta oggi la Chiesa in Vietnam, che, se pur geograficamente lontana, è tanto vicina al nostro cuore; e saluta, nello stesso tempo, l’intera nazione vietnamita, alla quale, con tutto l’affetto, augura ogni bene.

Il mio primo, cordiale ed affettuoso pensiero va al caro fratello, il Cardinale Josep Marie Trinh Van Can, Arcivescovo di Ha Nòi ed a tutto il collegio episcopale della Chiesa vietnamita, che mi è caro sentire riunito spiritualmente intorno a me in questo momento. Con loro saluto i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici impegnati nell’attività missionaria, tutti i fedeli cristiani di quella nazione alla quale mi sento, in questo momento, profondamente e particolarmente vicino.

Desidero anche salutare i cari fratelli nell’episcopato provenienti assieme a gruppi di fedeli della Spagna, dalla Francia e dalle Filippine, Paesi tra loro uniti da tre secoli nell’evangelizzazione di quelle terre. Sono qui per ricordare i numerosi fratelli missionari originari delle loro nazioni.

Invio inoltre un saluto ai padri domenicani della provincia del santo Rosario, fondata 400 anni fa, e all’Istituto delle Missioni Estere di Parigi; a queste due famiglie religiose appartengono molti tra i vescovi e i sacerdoti che oggi veneriamo come martiri della fede e della predicazione del Vangelo.

2. Nella grande comunità della Chiesa io vi saluto in modo speciale cari fratelli e sorelle vietnamiti venuti qui da tutte le parti del mondo, dall’America e dall’Asia, dall’Australia e da tutti i Paesi d’Europa. So che siete animati dal desiderio di onorare i vostri fratelli martiri ma anche dal bisogno di ricostruire attorno alla loro memoria la fraternità, l’amicizia, l’affetto di cui i vostri cuori sono colmi, dal momento che voi tutti siete originari dalla stessa patria. Ravvivando i vostri ricordi, è verso la vostra patria che voi rivolgete con amore, con nostalgia, con il desiderio di vivere qui, voi che vi trovate nella diaspora, un istante di comunione ricco di speranza. Proclamando con voi il Cristo crocifisso, vogliamo oggi rendere grazie a Dio per la particolare testimonianza che gli hanno offerto i martiri della vostra Chiesa, siano essi stati i molti figli e figlie del Vietnam o i missionari venuti da Paesi nei quali la fede in Cristo aveva già posto le sue radici.

La vostra tradizione ci ricorda che la storia del martirio della Chiesa vietnamita dalle sue origini è ben più ampia e più complessa. Dal 1533, cioè dall’inizio della predicazione cristiana nel sud-est asiatico, la Chiesa in Vietnam ha subito, nel corso di tre secoli, diverse persecuzioni che si sono succedute, con qualche tregua, come quelle che hanno colpito la Chiesa in Occidente nei primi tre secoli di vita. Ci furono migliaia di cristiani mandati al martirio, e moltissimi sono coloro che sono morti sulle montagne, nelle foreste, nei territori insalubri dove erano stati esiliati.

Come ricordarli tutti? Anche se ci limitassimo a quelli canonizzati oggi, non potremmo soffermarci su ciascuno di loro. Sono 117, tra cui otto vescovi, cinquanta sacerdoti, cinquantanove laici, e tra di essi troviamo una donna, Agnese Le Thi Thành, madre di sei bambini.

È sufficiente richiamare una o due figure, come quella del padre Vincent Liem, domenicano, mandato al martirio nel 1773; è il primo di 96 martiri di nazionalità vietnamita. E poi un altro sacerdote, Andrè Dung-Lac, i cui genitori, pagani, erano poverissimi; affidato dall’infanzia ad un catechista, diventa prete nel 1823, e fu parroco e missionario in diverse località del Paese. Salvato dalla prigione più di una volta, grazie ai riscatti generosamente pagati dai fedeli, desiderava ardentemente il martirio. “Chi muore per la fede” diceva “sale in cielo; al contrario, noi che ci nascondiamo continuamente, spendiamo del denaro per sottrarci ai persecutori! Sarebbe molto meglio lasciarci arrestare e morire”. Sostenuto da un grande zelo e dalla grazia del Signore, subì il martirio della decapitazione ad Hanoi il 21 dicembre 1839.

3. Il Vangelo di oggi ci ha ricordato le parole con le quali Cristo Gesù ha annunciato ai suoi discepoli le persecuzioni che avrebbero subito: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (Mt 10, 17-18). Gesù ha parlato agli apostoli e ai discepoli di tutti i tempi; ha parlato con grande franchezza! Non ha fatto baluginare davanti a loro delle false promesse ma, nella pienezza della verità che caratterizzava sempre le sue parole, li ha preparati al peggio: “II fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 10, 21-22).

4. Tuttavia il divino Maestro non ha lasciato i suoi discepoli e i suoi fedeli indifesi di fronte alle grandi persecuzioni: “Quando vi arresteranno non preoccupatevi di ciò che direte; non sarete voi a parlare; lo Spirito di vostro Padre parlerà per voi” (Mt 10, 19-20).

Lo Spirito santo. Lo Spirito della verità. Egli sarà la forza per la vostra debolezza. Con la sua forza voi darete testimonianza.

Il fatto stesso che dobbiate dare testimonianza di Cristo crocefisso, non necessita forse una saggezza e una forza superiori alle forze umane?

E non è forse a proposito di Cristo che l’Apostolo scrive che è considerato “scandalo secondo gli ebrei, stolto secondo i greci?” (1 Cor1, 23).

Così avvenne ai tempi degli apostoli. Così ciò si ripete nelle diverse epoche della storia, in tempi e luoghi diversi. Così avvenne anche ai tempi della persecuzione religiosa contro i cristiani vietnamiti.

Era dunque necessaria la forza e la saggezza di Dio per proclamare questo mistero dell’amore di Dio, cioè, la redenzione del mondo per mezzo della croce: il mistero più grande ed, allo stesso tempo, umanamente inconcepibile.

 “Poiché ciò che è stolto in Dio è più saggio degli uomini, e ciò che è debole in Dio è più forte degli uomini” (1 Cor 11, 25).

Proprio per questo l’Apostolo scrive: “Noi predichiamo Cristo crocefisso”: Cristo che - concretamente nel suo mistero pasquale - è “forza e saggezza di Dio” (1 Cor 1, 23-24).

5. Così dunque oggi, abbiamo davanti agli occhi i martiri vietnamiti come quei mietitori di Dio a cui si riferisce il salmo:
“Coloro che seminano con le lacrime 
raccolgono tra i cantici. 
Partendo piangono 
portando con sé i semi; 
tornando cantano portando con sé il loro raccolto” (Sal 126 [125], 5-6).

Alla luce di queste misteriose parole possiamo comprendere il vero significato della testimonianza storica dei martiri della Chiesa vietnamita. Con le loro lacrime ha avuto luogo quella semina del Vangelo e della grazia, da cui è ampiamente sgorgato il dono della fede: “Se il chicco di grano non cade in terra e muore, rimane infecondo; ma se muore dà molti frutti” (Gv 12, 24).

I martiri vietnamiti “seminando fra le lacrime”, in realtà iniziarono un dialogo profondo e liberatore con la popolazione e la cultura della loro nazione, proclamando prima di tutto la verità e l’universalità della fede in Dio, proponendo inoltre una gerarchia di valori e di doveri particolarmente adeguata alla cultura religiosa di tutto il mondo orientale. Sotto la guida del primo catechismo vietnamita, diedero testimonianza del fatto che è necessario adorare un solo Dio, come Dio unico che ha creato cielo e terra. Di fronte alle disposizioni coattive delle autorità riguardo alla pratica della fede, essi affermarono la propria libertà di credo, sostenendo con umile coraggio che la religione cristiana era l’unica cosa che non potevano abbandonare, poiché non potevano disobbedire al supremo sovrano: il Signore. Inoltre proclamarono con forza la loro volontà di essere leali nei confronti delle autorità del Paese, senza contravvenire a tutto ciò che fosse giusto e onesto; insegnarono a rispettare ed a venerare gli antenati, secondo gli usi della propria terra, alla luce del mistero della resurrezione. La Chiesa vietnamita, con i suoi martiri e mediante la propria testimonianza, ha potuto proclamare il proprio impegno e la propria volontà di non rifiutare la tradizione culturale e le istituzioni legali del Paese; al contrario ha dichiarato e dimostrato che vuole incarnarsi in questa, contribuendo con fedeltà alla vera crescita della patria.

In seguito, i conflitti e le tensioni politiche che sorsero nelle relazioni dei cristiani con le autorità, gli interessi di altre confessioni religiose, le ragioni economiche e sociali, l’incomprensione riguardo la trascendenza e l’universalità della fede, formarono quel crogiolo terreno in cui venne offerta la purezza e la forza di questa straordinaria testimonianza.

6. Ma dalla lunga teoria dei martiri, delle loro sofferenze, delle loro lacrime viene la “mietitura del Signore”. Sono loro, i nostri maestri, che mi danno la grande opportunità di presentare alla Chiesa intera la vitalità e la grandezza della Chiesa vietnamita, il suo vigore, la sua pazienza, la sua capacità di affrontare le difficoltà d’ogni sorta e di proclamare Cristo. Rendiamo grazie al Signore per ciò che lo Spirito genera con abbondanza in mezzo a noi!

Ancora una volta possiamo dire che il sangue dei martiri è per voi, cristiani del Vietnam, una fonte di grazia per progredire nella fede. In voi la fede dei nostri padri continua a trasmettersi ancora alle nuove generazioni. Questa fede resta il fondamento della perseveranza di tutti coloro che, sentendosi autenticamente vietnamiti, fedeli alla loro terra, vogliono al tempo stesso continuare ad essere dei veri discepoli di Cristo. Tutti i cristiani sanno che il Vangelo chiede di essere sottomessi alle istituzioni degli uomini per l’amore verso il Signore, di fare il bene, di comportarsi da uomini liberi, di rispettare tutti, di amare i fratelli, di avere timor di Dio, di onorare le autorità e le pubbliche istituzioni (cf. 1 Pt 2, 13-17). La ricerca del bene comune della patria è dunque un dovere sincero per il cittadino cristiano, nella libertà di proclamare la verità di Dio, in comunione con i pastori e con i fratelli nella fede, nel desiderio di vivere in pace con gli altri uomini pr costruire con coscienza il bene di tutti.

7. “Sanguis martyrum, semen christianorum”. “Semen christianorum”. Oltre alle migliaia di fedeli che, nei secoli passati, hanno camminato sui passi di Cristo, vi sono ancora oggi coloro che lavorano, talvolta nell’angoscia e nell’abnegazione, con la sola ambizione di poter perseverare nella vigna del Signore come fedeli che comprendono i beni del Regno di Dio.

“Semen chrstianorum”, sono tutti coloro che, ancora oggi, in mezzo al loro popolo e per la causa di Dio si sforzano di comprendere il senso del Vangelo di Cristo e della sua croce, con il dovere che ciò comporta di lavorare e di pregare per la venuta del Regno del nostro Padre in tutte le anime, e particolarmente nel Paese dove il Signore li ha chiamati a vivere. Questo dovere, questa attività interiore costante e rigorosa, esigono la pazienza e l’attesa fiduciosa di chi sa che la Provvidenza di Dio lavora con loro per rendere efficaci i loro sforzi e anche le loro sofferenze.

8. “La vita dei giusti è nella mani di Dio” (Sap 3, 1). 
Il libro della Sapienza proclama questa splendida verità che inonda con tanta luce l’avvenimento che oggi celebriamo. 
Sì. “La vita dei giusti è nella mani di Dio e non patiranno tormenti”. Potrebbe sembrare che queste parole non corrispondano alla realtà storica: in effetti i martiri patirono tormenti, e in che misura! 
Ma l’autore ispirato sviluppa maggiormente il suo pensiero: 
“La gente insensata pensava che morissero, 
consideravano il loro trapasso come una disgrazia, 
la loro dipartita da noi come una distruzione; 
ma loro sono in pace. 
La gente pensava che fossero stati castigati; 
ma loro aspettavano sicuri l’immortalità” (Sap 3, 2-4). 
Santi martiri! Martiri vietnamiti! Testimoni della vittoria di Cristo sulla morte! Testimoni della vocazione dell’uomo all’immortalità.

Il libro della Sapienza continua: “Avete un poco sofferto; riceverete grandi doni, perché Dio vi ha messo alla prova e vi ha trovati degni di lui: vi ha provati come l’oro nel crogiolo, vi ha ricevuti come sacrificio di un olocausto” (cf. Sap 3, 5-6).

Sì. Come in olocausto, uniti al sacrificio della croce di Cristo. Effettivamente, proprio voi, martiri del Vietnam, avete proclamato fino alle estreme conseguenze Cristo crocefisso, saggezza e forza di Dio. Rivolgiamoci a Cristo, grazie al quale raggiungiamo la salvezza in Dio.

9. “Quanti confidano in lui - in Cristo crocifisso e risorto - comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti” (cf. Sap 3, 9). 
Voi - martirizzati! Voi - eletti! 
Ascoltate fino alla fine ciò che dice di voi il libro della Sapienza: “Nel giorno del loro giudizio risplenderanno come scintille nella stoppia, correranno qua e là” (Sap 3, 7).

Come scintille, come fiammelle di una luce che illumina e accende . . . Ascoltate fino alla fine ciò che dice di voi il libro della Sapienza: 
“Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro” (Sap 3, 8). 
Il Signore . . . 
Cristo crocifisso e risorto. 
Colui che è venuto nel mondo - non per “giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3, 17). 
Questo Cristo! 
Come avete partecipato alla sua sofferenza e alla sua croce, così abbiate parte nella salvezza del mondo, da lui operata. 
La vostra messe duri nella gioia!

Nel corso dei secoli, questi Martiri della Fede sono stati seppelliti in forma anonima, ma la loro memoria è rimasta sempre viva nello spirito della comunità cattolica.

Dall'inizio del secolo XX, 117 di questo gran numero di Eroi, le cui sofferenze si presentano come le più crudeli, sono stati scelti ed elevati all'onore degli altari dalla Santa Sede in 4 occasioni di Beatificazione:

nel 1900, dal Papa LEONE XIII, 64 persone
nel 1906, dal Papa S. Pio X, 8 persone
nel 1909, dal Papa S. Pio X, 20 persone
nel 1951, dal Papa Pio XII, 25 persone

classificate come segue:

Spagnoli: 11, tutti dell'Ordine dei Predicatori (Domenicani): 6 Vescovi, 5 Sacerdoti.
 
Francesi: 10, tutti della Società Missioni Estere di Parigi: 2 Vescovi, 8 Sacerdoti.

Vietnamiti: 96, 37 Sacerdoti (di cui 11 Domenicani), 59 Cristiani (di cui 1 Seminarista, 16 Catechisti, 10 Terziari Domenicani e 1 donna).

Sono "coloro che vengono dalla grande prova: essi hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello" (Apoc 7, 13-14), -secondo l'ordine cronologico seguente:

2 caduti sotto il regno del Sig. TRINH-DOANH (1740-1767)
2 caduti sotto il regno del Sig. TRINH-SAM (1767-1782)
2 caduti sotto il regno del Sig. CANH-THINH (1782-1802)
58 caduti sotto il regno del Re MINH-MANG (1820-1840)
3 caduti sotto il regno del Re THIEU-TRI (1840-1847)
50 caduti sotto il regno del Re TU-DUC (1847-1883)

E sul luogo del supplizio l'Editto reale, posto accanto a ciascuno giustiziato, precisa la qualifica della sentenza:

75 condannati alla decapitazione, 
22 condannati allo strangolamento, 
6 condannati a essere bruciati vivi,
5 condannati alla dilacerazione delle membra del corpo, 
9 morti in prigione a causa delle torture.

 

ELENCO DEI 117 MARTIRI DEL VIET-NAM 
(N., Nome, Qualifica, Martirio) secondo la data del martirio

1 Andrea DUNG-LAC, Sacerdote 21-12-1839
2 Domenico HENARES, Vescovo O.P. 25-06-1838
3 Clemente Ignazio DELGADO CEBRIAN, Vescovo O.P. 12-07-1838
4 Pietro Rosa Ursula BORIE, Vescovo M.E.P. 24-11-1838
5 Giuseppe Maria DIAZ SANJURJO, Vescovo O.P. 20-07-1857
6 Melchior GARCIA SAMPEDRO SUAREZ, Vescovo O.P. 28-07-1858
7 Girolamo HERMOSILLA, Vescovo O.P. O1-11-1861
8 Valentino BERRIO OCHOA, Vescovo O.P. 01-11-1861
9 Stefano Teodoro CUENOT, Vescovo M.E.P. 14-11-1861
10 Francesco GIL DE FEDERICH, Sacerdote O.P. 22-O1-1745
11 Matteo ALONso LECINIANA, Sacerdote O.P. 22-O1-1745
12 Giacinto CASTANEDA, Sacerdote O.P. 07-11-1773
13 Vincenzo LE OUANG LIEM, Sacerdote O.P. 07-11-1773
14 Emanuele NGUYEN VAN TRIEU, Sacerdote 17-09-1798
15 Giovanni DAT, Sacerdote 28-10-1798
16 Pietro LE TuY, Sacerdote 11-10-1833
17 Francesco Isidoro GAGELIN, Sacerdote M.E.P. 17-10-1833
18 Giuseppe MARCHAND, Sacerdote M.E.P. 30-11-1835
19 Giovanni Carlo CORNAY, Sacerdote M.E.P. 20-09-1837
20 Vincenzo Do YEN, Sacerdote O.P. 30-06-1838
21 Pietro NGUYEN BA TUAN, Sacerdote 15-07-1838
22 Giuseppe FERNANDEZ, Sacerdote O.P. 24-07-1838
23 Bernardo VU VAN DUE, Sacerdote 01-08-1838
24 Domenico NGUYEN VAN HANH (DIEU), Sacerdote O.P. 01-08-1838
25 Giacomo Do MAI NAM, Sacerdote 12-08-1838
26 Giuseppe DANG DINH (NIEN) VIEN, Sacerdote 21-08-1838
27 Pietro NGUYEN VAN Tu, Sacerdote O.P. 05-09-1838
28 Francesco JACCARD, Sacerdote M.E.P. 21-09-1838
29 Vincenzo NGUYEN THE DIEM, Sacerdote 24-11-1838
30 Pietro Vo BANG KHOA, Sacerdote 24-11-1838
31 Domenico Tuoc, Sacerdote O.P. 02-04-1839
32 Tommaso DINH VIET Du, Sacerdote O.P. 26-11-1839
33 Domenico NGUYEN VAN (DOAN) XUYEN, Sacerdote O.P. 26-11-1839
34 Pietro PHAM VAN TIZI, Sacerdote 21-12-1839
35 Paolo PHAN KHAc KHOAN, Sacerdote 28-04-1840
36 Giuseppe Do QUANG HIEN, Sacerdote O.P. 09-05-1840
37 Luca Vu BA LOAN, Sacerdote 05-06-1840
38 Domenico TRACH (DOAI), Sacerdote O.P. 18-09-1840
39 Paolo NGUYEN NGAN, Sacerdote 08-11-1840
40 Giuseppe NGUYEN DINH NGHI, Sacerdote 08-11-1840
41 Martino TA Duc THINH, Sacerdote 08-11-1840
42 Pietro KHANH, Sacerdote 12-07-1842
43 Agostino SCHOEFFLER, Sacerdote M.E.P. 01-05-1851
44 Giovanni Luigi BONNARD, Sacerdote M.E.P. 01-05-1852
45 Filippo PHAN VAN MINH, Sacerdote 03-07-1853
46 Lorenzo NGUYEN VAN HUONG, Sacerdote 27-04-1856
47 Paolo LE BAo TINH, Sacerdote 06-04-1857
48 Domenico MAU, Sacerdote O.P. 05-11-1858
49 Paolo LE VAN Loc, Sacerdote 13-02-1859
50 Domenico CAM, Sacerdote T.O.P. 11-03-1859
51 Pietro DOAN LONG QUY, Sacerdote 31-07-1859
52 Pietro Francesco NERON, Sacerdote M.E.P. 03-11-1860
53 Tommaso KHUONG, Sacerdote T.O.P. 30-01-1861
54 Giovanni Teofano VENARD, Sacerdote M.E.P. 02-02-1861
55 Pietro NGUYEN VAN Luu, Sacerdote 07-04-1861
56 Giuseppe TUAN, Sacerdote O.P. 30-04-1861
57 Giovanni DOAN TRINH HOAN, Sacerdote 26-05-1861
58 Pietro ALMATO RIBERA, Sacerdote O.P. 01-11-1861
59 Paolo TONG VIET BUONG, Laico 23-10-1833
60 Andrea TRAN VAN THONG, Laico 28-11-1835
61 Francesco Saverio CAN, Catechista 20-11-1837
62 Francesco Do VAN (HIEN) CHIEU, Catechista 25-06-1838
63 Giuseppe NGUYEN DINH UPEN, Catechista T.O.P. 03-07-1838
64 Pietro NGUYEN DicH, Laico 12-08-1838
65 Michele NGUYEN HUY MY, Laico 12-08-1838
66 Giuseppe HOANG LUONG CANH, Laico T.O.P. 05-09-1838
67 Tommaso TRAN VAN THIEN, Seminarista 21-09-1838
68 Pietro TRUONG VAN DUONG, Catechista 18-12-1838
69 Paolo NGUYEN VAN MY, Catechista 18-12-1838
70 Pietro VU VAN TRUAT, Catechista 18-12-1838
71 Agostino PHAN VIET Huy, Laico 13-06-1839
72 Nicola Bui Duc THE, Laico 13-06-1839
73 Domenico (Nicola) DINH DAT, Laico 18-07-1839 
74 Tommaso NGUYEN VAN DE, Laico T.O.P. 19-12-1839 
75 Francesco Saverio HA THONG MAU, Catechista T.O.P. 19-12-1839 
76 Agostino NGUYEN VAN MOI, Laico T.O.P. 19-12-1839
77 Domenico Bui VAN UY, Catechista T.O.P. 19-12-1839
78 Stefano NGUYEN VAN VINTI, Laico T.O.P. 19-12-1839
79 Pietro NGUYEN VAN HIEU, Catechista 28-04-1840
80 Giovanni Battista DINH VAN THANH, Catechista 28-04-1840
81 Antonio NGUYEN HUU (NAM) QUYNH, Laico 10-07-1840
82 Pietro NGUYEN KHAC Tu, Catechista 10-07-1840
83 Tommaso TOAN, Catechista T.O.P. 21-07-1840
84 Giovanni Battista CON, Laico 08-11-1840
85 Martino THO, Laico 08-11-1840
86 Simone PHAN DAc HOA, Laico 12-12-1840
87 Agnese LE THi THANH (DE), Laica 12-07-1841
88 Matteo LE VAN GAM, Laico 11-05-1847 
89 Giuseppe NGUYEN VAN Luu, Catechista 02-05-1854 
90 Andrea NGUYEN Kim THONG (NAM THUONG), Catechista 15-07-1855
91 Michele Ho DINH HY, Laico 22-05-1857
92 Pietro DOAN VAN VAN, Catechista 25-05-1857
93 Francesco PHAN VAN TRUNG, Laico 06-10-1858
94 Domenico PHAM THONG (AN) KHAM, Laico T.O.P. 13-01-1859
95 Luca PHAM THONG (CAI) THIN, Laico 13-01-1859
96 Giuseppe PHAM THONG (CAI) TA, Laico 13-01-1859
97 Paolo HANH, Laico 28-05-1859
98 Emanuele LE VAN PHUNG, Laico 31-07-1859
99 Giuseppe LE DANG THI, Laico 24-10-1860 
100 Matteo NGUYEN VAN (NGUYEN) PHUONG, Laico 26-05-1861
101 Giuseppe NGUYEN DUY KHANG, Catechista T.O.P. 06-11-1861
102 Giuseppe TUAN, Laico 07-01-1862
103 Giuseppe TUC, Laico 01-06-1862
104 Domenico NINH, Laico 02-06-1862
105 Domenico TORI, Laico 05-06-1862
106 Lorenzo NGON, Laico 22-05-1862
107 Paolo (DONG) DUONG, Laico 03-06-1862
108 Domenico HUYEN, Laico 05-06-1862
109 Pietro DUNG, Laico 06-06-1862
110 Vincenzo DUONG, Laico 06-06-1862
111 Pietro THUAN, Laico 06-06-1862
112 Domenico MAO, Laico 16-06-1862
113 Domenico NGUYEN, Laico 16-06-1862
114 Domenico NHI, Laico 16-06-1862
115 Andrea TUONG, Laico 16-06-1862
116 Vincenzo TUONG, Laico 16-06-1862
117 Pietro DA, Laico 17-06-1862

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 O.P. : Ordine dei Predicatori (Domenicani) 
T.O.P.: Terziario dell'Ordine dei Predicatori 
M.E.P.: Società delle Missioni Estere di Parigi