Martiri Spagnoli Vincenziani

Martiri Spagnoli Vincenziani

†1936-1939)

Beatificazione:

- 11 novembre 2017

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 6 novembre

Vincente Queralt Lloret e 20 compagni, religiosi professi della Congregazione della Missione (†1936-1939), José Maria Fernández Sánchez e 38 compagni, sacerdoti, fratelli coadiutori, novizi membri della Congregazione della Missione e un gruppo di laici appartenenti all’Associazione della Medaglia Miracolosa, martiri, vittime del periodo buio della persecuzione religiosa in Spagna

  • Biografia
  • i martiri
  • angelus
"Non rattristiamoci perché ci vediamo in prigione. Rallegriamoci per il bene spirituale che questo stato ci apporta"

 

Dei quasi seimila martiri assassinati durante la guerra civile spagnola fanno parte anche molti appartenenti alla Famiglia Vincenziana. 21 di essi, in particolare, furono uccisi tra il luglio 1936 e il maggio 1937.

Questi testimoni della fede si aggiungono alla gloriosa schiera di martiri che versarono il sangue durante la persecuzione della Chiesa cattolica in Spagna in diversi momenti e luoghi.

L’odio anticristiano, manifestatosi negli anni Trenta in Spagna non ha equivalente nelle moderne società occidentali. Le vicende di quei terribili anni nella penisola iberica manifestano con piena evidenza l’odium fidei come motivo della persecuzione antiecclesiale, senza altra motivazione. La morte di questi Servi di Dio rientra a pieno titolo in questo clima altamente avvelenato. 

Loro capogruppo può essere considerato P. Vicente Queralt Lloret, sacerdote, nato a Barcellona il 17 novembre 1894. Oratore, musicista e poeta, era dedito alla predicazione, alle missioni popolari e all’apostolato della gioventù. Allo scoppio delle persecuzioni, riuscì a nascondersi; ma, scoperto il suo rifugio e denunciata la sua condizione di sacerdote, fu arrestato e ucciso a Barcellona nel giro di poche ore. Era il 30 novembre 1936. 

Loro capogruppo può essere considerato

1)      P. Vicente Queralt Lloret, nato a Barcellona il 17 novembre 1894. Entrato nella Congregazione delle Missioni fin da giovane, fu ordinato sacerdote nel 1918. Oratore, musicista e poeta, era dedito alla predicazione, alle missioni popolari e all’apostolato della gioventù. Allo scoppio delle persecuzioni, riuscì a nascondersi presso una famiglia, ma, scoperto il suo rifugio e denunciata la sua condizione di sacerdote, fu arrestato e ucciso a Barcellona nel giro di poche ore. Era il 30 novembre 1936.

     In quello stesso contesto trovarono la morte due suoi confratelli e molti altri fedeli, tra cui:

2)      P. Manuel Binimelis Cabré, sacerdote, nato a Santa María de Horta, presso Barcellona, e ucciso il 12 settembre 1936;

3)      P. Luis Berenguer Moratonas, sacerdote, anche lui nato a Santa María de Horta il 4 luglio 1869, morì il 28 maggio 1937, a causa di una setticemia causata dai maltrattamenti subiti in carcere.

Della stessa arcidiocesi di Barcellona erano due Figlie della Carità:

4)      Sr. Toribia Marticorena Sola, originaria di Murugarren in Navarra, dove era nata il 27 aprile 1882;

5)      Sr. Dorinda Sotelo Rodríguez, nata a Lodoselo presso Orense il 16 febbraio 1915.

Entrambe furono martirizzate sul Tibidabo di Barcellona il 24 ottobre 1936, vigilia della festa di Cristo Re.

 

6)      P. Juan Puig Serr, sacerdote, missionario molto impegnato, appartenente alla provincia canonica della Congregazione della Missione di Barcellona, era nato a San Martín de Centellas il 21 luglio 1879 e trovò la morte nelle prigioni del castello di Figueras (Gerona), insieme ad altri sacerdoti della zona, il 13 ottobre 1936.

7)      A Valencia furono martirizzati P. Agapito Alcalde Garrido, sacerdote, nato a Rubena presso Burgos, il 24 marzo1867,

8)      e P. Rafael Vinagre Torres-Muñoz, sacerdote, nato a Feria in provincia di Badajoz, il 24 ottobre1867.

Entrambi avevano già avuto esperienze di persecuzioni e pericoli di morte durante le guerre di indipendenza delle Filippine, quando erano professori in seminario, e la persecuzione di Calles, in Messico. Furono catturati il 26 luglio 1936. Diedero la vita rispettivamente il 31 luglio e l’11 settembre di quello stesso anno.

 

9)      Originario di Valencia era il giovane Servo di Dio Rafael Lluch Garín, laico, nato il 18 gennaio 1917. Gestiva la farmacia, perché suo cognato, titolare della stessa, era stato imprigionato. Il 12 ottobre 1936 fu arbitrariamente arrestato a sua volta, senza altro delitto che essersi rifiutato di togliere il quadro della Vergine che era esposto nel negozio e non permettere agli anarchici di bestemmiare in casa sua. Tre giorni dopo fu assassinato nella strada municipale di Sella. Le sue ultime parole furono: «Sono cattolico, sono cattolico! Viva Cristo Re!». Aveva diciannove anni.

10)  P. José Acosta Alemán, sacerdote, nato il 27 maggio 1880 a Cartagena ed entrato nella Congregazione della Missione, fu ordinato sacerdote il 13 giugno 1908. Nel luglio del 1936 si trovava a Totana presso Murcia, come cappellano dell’Ospedale e dell’Asilo delle Figlie della Carità. Era stato missionario in Cina grazie alla sua facilità con le lingue. Trovò la morte nel carcere di Totana il 31 gennaio 1937.

11)   D. Juan José Martínez Romero, sacerdote, nato a Totana il 21 agosto 1889,

12)   e D. Pedro José Rodríguez Cabrera, sacerdote, nato nella stessa città il 15 luglio 1903, morirono insieme con lui.

 

Il gruppo più numeroso è costituito dai Servi di Dio che versarono il loro sangue a Cartagena, presso Murcia. Qui, per impulso delle Figlie della Carità era nata l’Associazione dei Figli di Maria. Anche su di loro si abbatté la persecuzione religiosa, che li colpì senza altra motivazione che la loro condizione di cattolici praticanti. Questi sono i loro nomi:

13)   D. Pedro Gambín Pérez, sacerdote, nato a Cartagena il 17 luglio 1886, parroco del Sacro Cuore e Direttore dell’Associazione. Catturato il 19 luglio 1936 mentre cercava di impedire l'espulsione delle Figlie della Carità, fu martirizzato il 15 agosto dello stesso anno.

14)   Nel medesimo giorno offrì la sua vita a Dio D. Cayetano García Martínez, sacerdote, nato a Jumilla presso Murcia il 6 gennaio 1895, insieme con un cognato che non volle abbandonarlo.

15)   Un altro sacerdote martire fu D. José Sánchez Medina, formatore di giovani, scrittore prolifico e diffusore della devozione alla Vergine della medaglia miracolosa. Si era rifugiato con la famiglia ad Archena, dove era nato il 3 agosto 1900. I persecutori uccisero anche suo padre, dopo averlo fatto assistere al martirio del figlio, il 17 ottobre 1936.

16)   Il 25 agosto dello stesso anno, sul posto di lavoro, vittima di una imboscata, venne barbaramente assassinato alle spalle uno dei fondatori e primo presidente dell’Associazione, Francisco García Balanza, laico, nato a Cartagena il 2 aprile 1901.

 

Membri dell’Associazione e autentici leader della gioventù di Cartagena erano:

17)   Modesto Allepuz Vera, laico, nato il 5 aprile 1906, impiegato, sposato e con due figli molto piccoli.

18)   Enrique-Pedro Gonzálvez Andreu, laico, nato il 15 luglio 1910, ufficiale notarile.

19)   José Ardil Lázaro, laico, nato il 18 agosto 1914, scrittore in un ufficio.

Furono catturati e, dopo un periodo di prigionia, vennero fucilati il 22 settembre 1936.

 

Ancora trovarono una morte cruenta il 18 ottobre 1936 due ex presidenti dell’Associazione:

20)   Isidro Juan Martínez, laico, nato il 10 maggio 1899, avvocato, sposato e padre di tre figli, che aveva difeso la religione e i diritti della Chiesa nei suoi scritti.

21)   Francisco Roselló Hernández, laico, nato il 28 febbraio 1907, figlio unico di madre vedova, che era in procinto di sposarsi.

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 12 novembre 2017

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa domenica, il Vangelo (cfr Mt 25,1-13) ci indica la condizione per entrare nel Regno dei cieli, e lo fa con la parabola delle dieci vergini: si tratta di quelle damigelle che erano incaricate di accogliere e accompagnare lo sposo alla cerimonia delle nozze, e poiché a quel tempo era usanza celebrarle di notte, le damigelle erano dotate di lampade.

La parabola dice che cinque di queste vergini sono sagge e cinque stolte: infatti le sagge hanno portato con sé l’olio per le lampade, mentre le stolte non l’hanno portato. Lo sposo tarda ad arrivare e tutte si addormentano. A mezzanotte viene annunciato l’arrivo dello sposo; allora le vergini stolte si accorgono di non avere l’olio per le lampade, e lo chiedono a quelle sagge. Ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre dunque le stolte vanno in cerca dell’olio, arriva lo sposo; le vergini sagge entrano con lui nella sala del banchetto e la porta viene chiusa. Le cinque stolte ritornano troppo tardi, bussano alla porta, ma la risposta è: «Non vi conosco» (v. 12), e rimangono fuori.

Che cosa vuole insegnarci Gesù con questa parabola? Ci ricorda che dobbiamo tenerci pronti all’incontro con Lui. Molte volte, nel Vangelo, Gesù esorta a vegliare, e lo fa anche alla fine di questo racconto. Dice così: «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora» (v. 13). Ma con questa parabola ci dice che vegliare non significa soltanto non dormire, ma essere preparati; infatti tutte le vergini dormono prima che arrivi lo sposo, ma al risveglio alcune sono pronte e altre no. Qui sta dunque il significato dell’essere saggi e prudenti: si tratta di non aspettare l’ultimo momento della nostra vita per collaborare con la grazia di Dio, ma di farlo già da adesso. Sarebbe bello pensare un po’: un giorno sarà l’ultimo. Se fosse oggi, come sono preparato, preparata? Ma devo fare questo e questo … Prepararsi come fosse l’ultimo giorno: questo fa bene.

La lampada è il simbolo della fede che illumina la nostra vita, mentre l’olio è il simbolo della carità che alimenta, rende feconda e credibile la luce della fede. La condizione per essere pronti all’incontro con il Signore non è soltanto la fede, ma una vita cristiana ricca di amore e di carità per il prossimo. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più comodo, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile, incapace di dare vita agli altri, e non accumuliamo nessuna scorta di olio per la lampada della nostra fede; e questa – la fede – si spegnerà al momento della venuta del Signore, o ancora prima. Se invece siamo vigilanti e cerchiamo di compiere il bene, con gesti di amore, di condivisione, di servizio al prossimo in difficoltà, possiamo restare tranquilli mentre attendiamo la venuta dello sposo: il Signore potrà venire in qualunque momento, e anche il sonno della morte non ci spaventa, perché abbiamo la riserva di olio, accumulata con le opere buone di ogni giorno. La fede ispira la carità e la carità custodisce la fede.

La Vergine Maria ci aiuti a rendere la nostra fede sempre più operante per mezzo della carità; perché la nostra lampada possa risplendere già qui, nel cammino terreno, e poi per sempre, alla festa di nozze in paradiso.
 

Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

ieri, a Madrid, sono stati proclamati beati Vicente Queralt LLoret e 20 compagni martiri, e José Maria Fernández Sánchez e 38 compagni martiri. I nuovi Beati erano, alcuni, membri della Congregazione della Missione: sacerdoti, fratelli coadiutori, novizi; altri erano laici appartenenti all’Associazione della Medaglia Miracolosa. Tutti furono uccisi in odio alla fede durante la persecuzione religiosa avvenuta nel corso della guerra civile spagnola tra il 1936 e il ‘37. Rendiamo grazie a Dio per il grande dono di questi testimoni esemplari di Cristo e del Vangelo.

Saluto tutti voi, famiglie, parrocchie, associazioni e singoli fedeli, che siete venuti dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare, saluto i pellegrini provenienti da Washington, Philadelphia, Brooklyn e New York, la corale parrocchiale Santa Maria Maddalena di Nuragus (Sardegna); i fedeli di Tuscania, Ercolano e Venezia; la Società bocciofila di Rosta e i cresimandi di Galzignano. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!