Paolina Maria Jaricot

Paolina Maria Jaricot

(1799 - 1862)

Venerabilità:

- 25 febbraio 1963

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 22 maggio 2022

- Papa  Francesco

Fondatrice delle Opere del “Consiglio della Propagazione della Fede” e del “Rosario Vivente”; nata il 22 luglio 1799 a Lione (Francia) e ivi morta il 9 gennaio 1862

  • Biografia
  • Decreto sul Miracolo
  • Le parole del Santo Padre e l'omelia nella Beatificazione

 

    La Beata Paolina Maria Jaricot nacque a Lione (Francia) il 22 luglio 1799. Dopo aver attraversato un periodo difficile in giovane età a causa di una caduta che le aveva causato gravi danni fisici e una malattia nervosa, aggravata dalla morte della madre, sentì la chiamata alla vita missionaria. Il 3 maggio 1822, insieme a un gruppo di laici, fondò l’associazione della “Propagazione della Fede”, che fu approvata da Pio VII nel 1823. Nel 1826 diede inizio anche all’associazione “Rosario vivente” e, nel 1831, alle “Figlie di Maria”, persone consacrate senza abito religioso, interamente dedite alle opere di diffusione della fede.

    Morì in povertà a Lione il 9 gennaio 1862.

    Il 25 febbraio 1963 venne dichiarata Venerabile da San Giovanni XXIII.

    Per la beatificazione di Paolina Maria Jaricot, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una bambina da “coma da anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, arresto cardio-respiratorio”. L’evento accadde nel 2012 a Nizza (Francia). La piccola venne ricoverata nel reparto di rianimazione dell’Ospedale “Femme Mère Enfant” di Lione in stato di coma vegetativo. Fu comunicato ai genitori che, qualora fosse sopravvissuta, possibilità alquanto remota, non avrebbe potuto più parlare né camminare. Successivamente i medici, d’accordo con i genitori, stabilirono di evitare l’accanimento terapeutico, limitando le terapie alla nutrizione enterale e all’idratazione. Trasferita all’ospedale pediatrico di Nizza, si registrò un viraggio delle sue condizioni con un miglioramento clinico; quindi fu trasferita presso un centro di riabilitazione e, infine, tornò a casa. Controlli medici ed esami clinici successivi attestarono la completezza della guarigione con l’autonomia motoria della bambina, la comprensione del linguaggio, nonché l’assenza di sequele neurologiche.

    L’iniziativa di invocare Paolina Maria Jaricot fu presa dalla madre di una compagna di scuola della bambina, devota di ella ed appartenente al Gruppo del “Rosario Vivente”. Ella era presente al momento dell’incidente e, sin da subito, invocò la Venerabile Jaricot, chiedendo la sua intercessione per la guarigione della bambina. Altre persone furono invitate ad unirsi alle preghiere. Il padre della piccola, non credente, dopo l’evento, iniziò un cammino di preparazione per ricevere il battesimo.

 

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

LIONE

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Venerabile Serva di Dio

PAULINE MARIE JARICOT

Fondatrice dell’Opera di Propagazione della Fede

e del Rosario Vivente

(1799-1862)

__________________

 

DECRETO SUL MIRACOLO

 

    La Venerabile Serva di Dio Pauline Marie Jaricot nacque a Lione il 22 luglio 1799. Avendo sentito parlare fin dall’infanzia del lavoro dei missionari, decise in gioventù di dedicarsi ad iniziative a sostegno dell’opera di evangelizzazione della Chiesa. Nel 1822 si riunì per la prima volta il Consiglio della Propagazione della Fede, che l’anno successivo fu approvato dal Servo di Dio Pio VII. La Serva di Dio fondò anche il “Rosario Vivente” e le “Figlie di Maria”, consacrate senza abito religioso, interamente dedite alle opere di diffusione della fede. Morì a Lione il 9 gennaio 1862. Il 25 febbraio 1963 San Giovanni XXIII promulgò il decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio.

    In vista della beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto al giudizio di questa Congregazione delle Cause dei Santi l’asserita guarigione miracolosa di una bambina di tre anni circa, avvenuta a Nizza nel 2012. A causa di un corpo estraneo alimentare, la bambina subì una anossia di circa 30 minuti e ipossia per circa 20 minuti. Il suo cuore smise di battere. Le manovre di soccorso permisero che giungesse viva all’ospedale, seppure in stato di coma vegetativo. Nei mesi del ricovero in ospedale, i genitori furono ripetutamente informati dai medici che la figlia non aveva possibilità di recupero e che quindi non avrebbe mai camminato né parlato. La madre di un’amica della bambina, appartenente al gruppo del “Rosario Vivente” e presente al momento dell’incidente, prese subito l’iniziativa e promosse la preghiera per ottenere la guarigione della piccola per intercessione della Venerabile Serva di Dio Pauline Marie Jaricot. A partire dal mese di luglio, le condizioni cliniche della bambina ebbero un significativo miglioramento. Fu trasferita presso un centro di riabilitazione e, infine, tornò a casa. Controlli medici ed esami clinici successivi attestarono la completa guarigione della bambina, che, nel possesso delle proprie facoltà di movimento e parola, nonché senza esiti neurologici, condusse una normale vita sociale e godette di buona salute. 

    Su questa guarigione, presso la Curia ecclesiastica di Lione si è celebrata dal 20 luglio 2018 al 28 febbraio 2019 l’Inchiesta diocesana, della quale questa Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la validità giuridica con decreto del 5 aprile 2019.

    La Commissione Medica, nella sessione del 19 settembre 2019, ha dichiarato che la guarigione fu veloce, perfetta e costante, nonché inspiegabile secondo le leggi della scienza.

    Posta la domanda se si sia trattato di un vero miracolo compiuto da Dio, prima i Consultori Teologi il 17 dicembre 2019, poi i Padri Cardinali e Vescovi il 5 maggio 2020 hanno dato risposta affermativa.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: È provato il miracolo compiuto da Dio per intercessione della Venerabile Serva di Dio Pauline Marie Jaricot, Fondatrice dell’Opera di Propagazione della Fede e del Rosario Vivente, ossia della rapida, completa e duratura guarigione di una bambina da “coma da anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, arresto cardiocircolatorio”.

    Il Sommo Pontefice ha quindi dato incarico di pubblicare il presente decreto e di metterlo agli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 26 maggio 2020.

 

Angelo Card. Becciu

Prefetto

 

                                                                                                        + Marcello Bartolucci

                                                                                                            Arciv. tit. di Bevagna

                                                                                                                Segretario

 

 

____________________________________

 

 

 

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

LUGDUNENSIS

 

BEATIFICAZIONIS et CANONIZATIONIS

Venerabilis Servae Dei

PAULINAE MARIAE JARICOT

Fundatricis Operis Propagationis Fidei et Rosarii Viventis

(1799-1862)

 

DECRETUM SUPER MIRACULO

 

    Venerabilis Serva Dei Paulina Maria Jaricot Lugdini die 22 mensis Iulii anno 1799 nata est. Cum a pueritia de missionariorum opere loqui audivisset, se ad Evangelii nuntiandi Ecclesiae actuositatem sustinendam tradere iuventute animum induxit. Anno 1822 Consilium Propagationis Fidei primum convenit, quod inseguenti anno a Servo Dei Pio VII est adprobatum. Serva Dei “Rosarium Viventem” etiam instituit et “Filias Mariae”, religiosa sine veste consecratas atque propagationis fidei operibus intentas. Lugduni die 9 mensis Ianuarii anno 1862 obiit. Sanctus Ioannes XXIII die 25 mensis Februarii anno 1963 decretum heroicis super virtutibus eius promulgavit.

    Beatificationis respectu, Cause Postulatio huius Congregationis de Causis Sanctorum iudicio cuiusdam tres circiter annorum puellae miram aestimatam sanationem subiecit, quae anno 2012 Nicaeae accidit. Extraneo quodam corpore ingesto, puella fere triginta temporis momentorum anoxia necnon fere viginti ipoxia laboravit. Cor suum palpitare desinit. Actiones ad eam a morte revocandam ut viva in valetudinarium perveniret egerunt, etsi in vegetativo sopore versaretur. Dum aliquot mensibus puella valetudinario recipiebatur, parentes certiores subinde facti sunt filiam suam ad salutem reducere non posse, necnon igitur numquam deambulaturam nec loquituram esse. Cuiusdam puellae amicae mater, “Rosario Viventi” inscripta, quae casum spectaverat, precationem ad parvulae sanationem per Venerabilis Servae Dei Paulinae Mariae Jaricot intercessionem incepit atque vulgavit. A mense Iulio, puellae valetudinis condiciones in melius valde mutaverunt. In restitutionis valetudinarium mota, denique domum rediit. Medicae inspectiones clinicaeque examinationes perfectam puellae sanationem comprobaverunt, quae, suis loquendi movendique facultatibus plene usa, necnon sine nervorum consequentiis, naturali socialique vita pollens, sana vixit.

    De hac sanatione iuxta Curiam ecclesiasticam Lugdunensem Inquisitio dioecesana a die 20 mensis Iulii anno 2018 ad diem 28 mensis Februarii anno 2019 celebrata est, cuius iudicam validitatem haec Congregatio de Causis Sanctorum per decretum diei 5 mensis Aprilis anno 2019 agnovit.

    Medicorum Consilium in diei 19 mensis Septembris anno 2019 sessione declaravit sanationem celerem, perfectam, constantem et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse.

    Posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, Theologi Consultores die 17 mensis Decembris anno 2019, exinde Patres Cardinales et Episcopi die 5 mensis Maii anno 2020 adfirmative responderunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabilis Servae Dei Paulinae Mariae Jaricot, Fundatricis Operis Propagationis Fidei et Rosarii Viventis, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione cuiusdam puellae a “coma da anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, arresto cardiocircolatorio”.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 26 mensis Maii a. D. 2020.

 

Angelus Card. Becciu

Praefectus

 

                                                                                                            + Marcellus Bartolucci

                                                                                                            Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                                                a Secretis

Lettre du pape François

Aux fidèles de l’archidiocèse de Lyon rassemblés à l’occasion de la béatification de Pauline Jaricot

 

C’est avec une grande joie et une vive action de grâce que je m’unis à vous et à toute l’Église qui est à Lyon, en ce jour de la béatification de Pauline Jaricot. Je souhaite que la figure de la nouvelle Bienheureuse, autour de laquelle vous êtes réunis aujourd’hui, soit pour chacun de vous une inspiration et une force pour continuer à cheminer ensemble vers le Seigneur Jésus. Lyonnaise issue de la bourgeoisie, Pauline a consacré sa vie à la mission, au service des pauvres et à la prière. Pour soutenir l’avancée de l’Evangile et afin que tous les fidèles puissent participer activement à la mission « jusqu’aux extrémités de la terre » (Ac 1,8) elle créa l’Œuvre pour la Propagation de la Foi. Puis elle comprend que l’« Église ne peut vivre sans le poumon de la prière » (Evangelii gaudium, n. 262). Elle fonde alors le Rosaire Vivant pour soutenir spirituellement la mission de l’Église. Puisse notre charité se faire aussi inventive et efficace que la sienne, apprenons à offrir généreusement ce que nous sommes, nos talents à Dieu, et à nos frères, en particulier les plus pauvres, à donner de nos moyens pour soutenir la mission qui nous incombe à tous en Église de porter l’Evangile au monde : « Où nous envoie Jésus ? Il n’y a pas de frontières, il n’y a pas de limites : il nous envoie à tous. L’Evangile est pour tous » (Christus vivit, n. 177). Que sa vie de prière soit pour nous un rappel constant que nous devons chercher la sainteté. En effet, « à travers la sainteté […] l’Église peut relancer son ardeur spirituelle et sa vigueur apostolique. Le baume de la sainteté engendrée par la bonté […] peut soigner les blessures de l’Église et du monde, en nous ramenant à la plénitude de l’amour à laquelle nous sommes appelés depuis toujours » (Christus vivit, n. 50).

Que cette béatification soit l’occasion d’un plus grand enracinement de tous dans la charité et d’un élan renouvelé sur le chemin commun de chacun vers la sainteté. Confiant la fécondité spirituelle de votre diocèse à la protection de la Vierge Marie, à l’intercession de saint Irénée et à la prière de la bienheureuse Pauline Jaricot, je vous envoie de grand cœur, ainsi qu’à tous les diocésains de Lyon et aux personnes qui participent à la liturgie de la béatification, la Bénédiction apostolique.

Du Latran, le 21 mars 2022

François

 

____________

 

Homélie du cardinal Luis Antonio Tagle

Sixième dimanche de Pâques – Béatification de Pauline Jaricot

 

Actes 15,1-2.22-29 ; Apocalypse 21,10-14.22-23 ; Jean 14,22-29

Nous rendons grâce à Dieu qui nous a rassemblés dans le nom de Jésus ressuscité et dans l’amour de l’Esprit Saint. Nous le remercions aussi pour le don de la bienheureuse Pauline Jaricot à l’Eglise et à l’humanité. Nous reconnaissons le don de l’Église de Lyon à la mission de l’Église universelle et à la transformation de la société par l’Évangile. Permettez-moi de vous proposer quelques réflexions basées sur les passages de l’Écriture que nous venons d’entendre.

Commençons par une question. Comment puis-je savoir que quelqu’un m’aime ? Comment puis-je savoir que j’aime quelqu’un ? On pourrait répondre en disant : “C’est quand nous conservons les cadeaux que nous avons reçus de ceux que nous aimons ; ou quand nous avons des photos d’eux que nous gardons toujours avec nous ; ou quand nous gardons des lettres, des SMS, des e-mails que nous relisons encore et toujours, ranimant des sentiments qui ne passent jamais.” Notre expérience humaine de l’amour confirme les paroles de Jésus dans l’Evangile : “Celui qui m’aime gardera ma parole”. Garder sa parole, le don de sa parole. Aimons-nous suffisamment Jésus pour chérir sa parole, qui est la parole du Père qui l’a envoyé ? Garder la parole de Jésus implique de l’écouter, d’apprendre de lui, de contempler et de prier avec sa parole, comme sa sainte Mère l’a fait. Mais cela ne devrait pas être une forme de sentimentalisme ; et cela ne signifie pas non plus enfermer la parole de Jésus dans un coffre. Jésus dit : “Si vous m’aimez, vous garderez mes commandements.” Le commandement de Jésus, c’est de nous aimer les uns les autres comme il nous a aimés. La fidélité à la parole de Jésus implique de vivre par sa parole, d’agir en fonction de sa parole et de faire de sa parole d’amour la règle de nos vies. Mais nous ne devrions pas oublier que Jésus n’est pas simplement le messager de la parole de Dieu : il est lui-même le Verbe de Dieu devenu humain. Aimer Jésus, cela veut dire lui permettre de demeurer activement en nous, de sorte que nous puissions dire avec saint Paul : “Christ vit en moi ; ma vie dans la chair, je la vis par la foi au Fils de Dieu qui m’a aimé et qui s’est livré pour moi” (Galates 2,20). Aimer Jésus, c’est répondre avec reconnaissance à celui qui nous a aimés le premier. Aimer Jésus, c’est le laisser, lui qui est la Parole de Dieu, vivre, agir et aimer en moi et à travers moi. Nous voyons en Pauline Jaricot un témoignage vivant de la puissance de l’amour pour Jésus, un amour qui devient une identification à Jésus. Cela nous conduit à mon second point.

Aimer Jésus en étant fidèles à sa parole est un don de Dieu dans l’Esprit Saint. Jésus dit : “le Défenseur, l’Esprit Saint que le Père va envoyer en mon nom – il vous enseignera toute chose et vous fera vous souvenir de tout ce que je vous ai dit.” Nous sommes de faibles êtres humains. Quand nous ne comprenons pas complètement quelque chose, nous l’ignorons, et finissons par l’enterrer. Nous n’avons pas très bonne mémoire ou peut-être que nous choisissons ce dont nous nous souvenons. Si ce qui est enseigné paraît simple ou avantageux pour moi, je l’écoute. Si cela demande de renoncer à soi-même ou de se sacrifier, je l’oublie. Nous devons admettre qu’aimer Jésus en gardant sa parole n’est pas possible à travers les seuls efforts humains. Dieu sait que nous ne pouvons pas le faire par nous-mêmes ; c’est pourquoi Dieu envoie l’Esprit Saint pour nous enseigner constamment et nous rappeler la parole de Jésus. Aimer Jésus implique d’être ouvert aux impulsions et aux surprises de l’Esprit Saint. Dans la première lecture, les Apôtres ont écouté l’Esprit Saint qui les a aidés à comprendre la parole de Jésus d’une manière nouvelle, ouvrant par là leur mission aux personnes d’origine païenne. L’Esprit Saint nous conduit à aller vers toutes les nations et tous les peuples, dans une mission d’amour. L’Esprit Saint fait en sorte que nous ne gardions pas la parole de Jésus comme un objet du passé, comme dans un musée. Au lieu de cela, l’Esprit Saint ouvre de nouveaux chemins, pour que la parole et l’amour de Jésus puissent atteindre davantage de gens. Nous sommes émerveillés de voir à quel point Pauline Jaricot a été docile à l’Esprit Saint qui l’a poussée avec de nouvelles idées et initiatives pour la diffusion de l’évangile et le service des pauvres. Elle a suivi en cela une grande tradition spirituelle, missionnaire et sociale de l’Eglise de Lyon.

Certains pourraient dire que recevoir le don de la parole de Jésus et le don de l’Esprit Saint implique de lourdes responsabilités, ainsi que le rejet et les persécutions. C’est ce que confirme l’expérience des apôtres, des saints et des martyrs. Mais nous sommes aussi consolés par un autre don de Jésus : la paix. Il dit : “Je vous laisse la paix, je vous donne ma paix. Je ne vous la donne pas à la manière du monde.” Si nous aimons Jésus, nous allons garder sa paix, pas la paix du monde ou des pouvoirs qui s’opposent à Dieu. Voici quelques exemples de la manière dont le monde donne la paix : quand la recherche de l’intérêt égoïste détermine les décisions et les actions ; quand un groupe domine les autres ; quand les ressources sont gaspillées et utilisées pour des styles de vie extravagants ; quand des personnes humaines sont éliminées parce qu’il n’est pas commode de vivre avec elles ; quand des murs empêchent des personnes différentes de nous de se rapprocher de nous ; quand il y a de l’argent en abondance pour produire des armes mais pas assez pour donner accès à l’eau, à la nourriture, à un foyer, à une éducation, à des médicaments et à des emplois. Le monde emploie ces stratégies pour la paix qui est la sienne. Les disciples de Jésus, de leur côté, comment expérimentent-ils le don de sa paix, la plénitude des bénédictions de Dieu ? Voyons quelques exemples. Saint Pierre et les autres disciples se sont réjouis d’avoir été trouvés dignes de souffrir la persécution dans le nom de Jésus (Actes 5,41). Cela, c’est la paix de Jésus. Saint Paul dit que Jésus est notre paix, lui qui a brisé le mur de la haine entre les peuples (Ephésiens 2,14). C’est la paix en Jésus. Saint Paul a accepté la perte de toutes choses afin de gagner le Christ (Philippiens 3,8). C’est la paix de Jésus. Servir Jésus dans l’affamé, l’assoiffé, l’étranger, dans celui qui est nu, malade, prisonnier, conduit à une béatitude éternelle. C’est la paix de Jésus. Seule la paix de Jésus renouvellera l’humanité et la terre. La paix du Christ a donné à Pauline Jaricot la sérénité, la patience et le courage d’affronter les difficultés physiques, les calomnies et les humiliations. C’est la paix de Jésus.

Nous avons médité sur trois dons : le don de la parole de Jésus, le don de l’Esprit Saint et le don de la paix de Jésus. Quiconque reçoit ces dons avec joie devient un amoureux de Jésus, un missionnaire de l’Eglise, un frère ou une sœur du pauvre et un instrument de fraternité universelle et de paix. La bienheureuse Pauline Jaricot est devenue tout cela, parce qu’elle a accueilli les dons de Dieu. A présent, c’est notre tour.

 

Cardinal Luis Antonio Tagle

Préfet de la congrégation pour l’évangélisation des peuples