Pedro Asúa Mendía

Pedro Asúa Mendía

(1890-1936)

Beatificazione:

- 01 novembre 2014

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 29 agosto

Sacerdote diocesano e martire; umile, e austero, predicò il Vangelo con la santità di vita, la catechesi e la dedizione verso i poveri e i bisognosi. Fu arrestato, torturato e ucciso per aver manifestato la sua volontà a rimanere fedele al Signore e alla Chiesa

  • Biografia
  • ANGELUS
Prima che gli venissero sparati due colpi, alla testa e alla spalla, benedisse i suoi uccisori: "Dio vi perdoni, come io vi perdono nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"

 

Pedro Asúa Mendía nacque a Valmaseda presso Vizcaya il 30 agosto 1890. Dopo aver frequentato gli studi nella città natale, presso il collegio delle Figlie della Croce, proseguì il corso scolastico, fino al baccellierato, presso la scuola dei Gesuiti a Orduña. Nel 1904 si trasferì a Madrid per iscriversi alla Facoltà di Architettura.

Conseguita la laurea, cominciò ad esercitare la professione di architetto nel paese natio, a Madrid e a Bilbao. Nel 1915 fu nominato architetto della Diocesi di Vitoria, che all’epoca comprendeva anche i territori delle Diocesi di Bilbao e San Sebastián.

Contemporaneamente intensificò la sua vita di preghiera e promosse l’Adorazione Eucaristica Notturna. Nel 1919, maturata la vocazione sacerdotale, entrò nel seminario di Vitoria, dove frequentò i corsi di filosofia; due anni dopo si trasferì nel seminario di Madrid per seguire gli studi di teologia. Il 14 giugno 1924 fu ordinato presbitero. Il Servo di Dio si dedicò indefessamente all’attività apostolica, pur non tralasciando quella di architetto della Diocesi, per la quale seguì la costruzione del seminario e il restauro di molte chiese. Nel 1930 fu nominato Cameriere Segreto di Sua Santità.

All’inizio della guerra civile spagnola (1936-1939), Don Pedro, trovandosi a Valmaseda, con la sua famiglia, venne arrestato dai miliziani e condotto in comune per l’interrogatorio, durante il quale manifestò la sua determinazione a rimanere fedele al Signore e alla Chiesa. Malgrado il precipitare della situazione, il Servo di Dio riprese il suo ministero sacerdotale. Era molto conosciuto e stimato per il suo apostolato e per le molteplici iniziative atte a migliorare la situazione materiale e spirituale dei più bisognosi.

Sacerdote umile ed austero, predicava il Vangelo con la santità della vita, la catechesi e una particolare dedizione verso gli emarginati. Man mano che il clima sociale diventava violento, Don Pedro si preparò spiritualmente e psicologicamente al martirio. Questo evento, perciò, non lo colse di sorpresa. In particolare, già durante una prima provocazione da parte dei miliziani quando era ancora in casa, egli mantenne la calma e continuò il suo apostolato come se nulla fosse.

Dopo aver celebrato l’ultima Messa nella propria casa, il 25 agosto 1936, si trasferì ad Erandio, a pochi chilometri da Bilbao, dove abitavano due sue zie. Il 29 agosto, raggiunto dai miliziani di Valmaseda, fu arrestato, torturato e condotto a Liendo (Santander) dove venne fucilato la sera del 29 agosto 1936. Morì perdonando i suoi nemici.

 

Iter giuridico

Il Processo Informativo Ordinario fu istruito presso la Curia ecclesiastica di Vitoria dal 14 dicembre 1960 al 23 giugno 1962, in trentotto Sessioni, durante le quali vennero escussi trentuno testi

Il Processo super non cultu fu celebrato dal 24 maggio al 19 giugno 1962, in otto Sessioni, con l’escussione di quattro testi.

Dal 20 marzo al 1° settembre 2004, presso la medesima Curia, fu istruita un’Inchiesta diocesana in diciotto Sessioni con l’escussione di dodici testi.

La validità giuridica degli atti del Processo Informativo e dell'Inchiesta diocesana fu riconosciuta con il Decreto del 30 novembre 2007.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si svolse il 9 febbraio 2012, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali ritennero che il materiale addotto fosse sufficiente per qualità e quantità, al fine di formulare una valutazione teologica del presunto martirio. In particolare, l’aspetto formale risultò ben chiaro sia ex parte tiranni che ex parte victimae. Il Beato fu ucciso in quanto sacerdote, molto conosciuto per il suo apostolato, e per le sue iniziative atte a migliorare la situazione materiale e spirituale dei più bisognosi. Dalle fonti testimoniali e documentali emerse che egli era spiritualmente e psicologicamente preparato al martirio e che seppe offrire eroicamente la propria vita per amore di Cristo.

Al termine della disamina, al dubbio proposto, i Consultori rispose all’unanimità con voto affermativo.    

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 7 gennaio 2014. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa, mise in evidenza l’aspetto materiale e formale del martirio del Beato, il quale venne ucciso in quanto sacerdote umile ed austero che predicava il Vangelo con la santità della vita, la catechesi e la dedizione verso i poveri e i bisognosi. Il suo martirio non fu un evento che lo colse di sorpresa ma un episodio drammatico preparato consapevolmente e con grande spirito di fede. In particolare, già durante la persecuzione subita dai miliziani quando era ancora in casa sua, egli mantenne la calma e continuò il suo apostolato come se nulla fosse. Consapevole di essere ricercato dal Fronte Popolare, affermò: “Si es por Cristo, no me importa morir, tengo cuarenta y tantos años y no he hecho nada por Cristo… El vivir unos años más o menos no me importa y, como estoy preparado, igual me da, sea lo que Dios quiera… Si me persiguen por la fe, bendito sea Dios”. Infine, egli morì perdonando i suoi nemici.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che ha concluso constare de martyrio, gli Em.mi e gli Ecc.mi Padri hanno risposto al dubbio con unanime sentenza affermativa

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Sabato, 1° novembre 2014

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

I primi due giorni del mese di Novembre costituiscono per tutti noi un momento intenso di fede, di preghiera e di riflessione sulle “cose ultime” della vita. Celebrando, infatti, tutti i Santi e commemorando tutti i fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra vive ed esprime nella Liturgia il vincolo spirituale che la unisce alla Chiesa del cielo. Oggi diamo lode a Dio per la schiera innumerevole dei santi e delle sante di tutti i tempi: uomini e donne comuni, semplici, a volte “ultimi” per il mondo, ma “primi” per Dio. Al tempo stesso già ricordiamo i nostri cari defunti visitando i cimiteri: è motivo di grande consolazione pensare che essi sono in compagnia della Vergine Maria, degli apostoli, dei martiri e di tutti i santi e le sante del Paradiso!

La solennità odierna ci aiuta così a considerare una verità fondamentale della fede cristiana, che noi professiamo nel “Credo”: la comunione dei santi. Che cosa significa questo: la comunione dei santi? È la comunione che nasce dalla fede e unisce tutti coloro che appartengono a Cristo in forza del Battesimo. Si tratta di una unione spirituale - tutti siamo uniti! - che non viene spezzata dalla morte, ma prosegue nell’altra vita. In effetti sussiste un legame indistruttibile tra noi viventi in questo mondo e quanti hanno varcato la soglia della morte. Noi quaggiù sulla terra, insieme a coloro che sono entrati nell’eternità, formiamo una sola e grande famiglia. Si mantiene questa familiarità.

Questa meravigliosa comunione, questa meravigliosa unione comune tra terra e cielo si attua nel modo più alto ed intenso nella Liturgia, e soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia, che esprime e realizza la più profonda unione tra i membri della Chiesa. Nell’Eucaristia, infatti, noi incontriamo Gesù vivo e la sua forza, e attraverso di Lui entriamo in comunione con i nostri fratelli nella fede: quelli che vivono con noi qui in terra e quelli che ci hanno preceduto nell’altra vita, la vita senza fine. Questa realtà ci colma di gioia: è bello avere tanti fratelli nella fede che camminano al nostro fianco, ci sostengono con il loro aiuto e insieme a noi percorrono la stessa strada verso il cielo. Ed è consolante sapere che ci sono altri fratelli che hanno già raggiunto il cielo, ci attendono e pregano per noi, affinché insieme possiamo contemplare in eterno il volto glorioso e misericordioso del Padre.

Nella grande assemblea dei Santi, Dio ha voluto riservare il primo posto alla Madre di Gesù. Maria è al centro della comunione dei santi, quale singolare custode del vincolo della Chiesa universale con Cristo, del vincolo della famiglia. Lei è la Madre, Lei è la Madre nostra, nostra Madre. Per chi vuole seguire Gesù sulla via del Vangelo, lei è la guida sicura, perché è la prima discepola. Lei è la Madre premurosa ed attenta, a cui confidare ogni desiderio e difficoltà.

Preghiamo insieme la Regina di tutti i Santi, perché ci aiuti a rispondere con generosità e fedeltà a Dio, che ci chiama ad essere santi come Egli è Santo (cfr Lv 19,2; Mt 5,48).

Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

la liturgia di oggi parla della gloria della Gerusalemme del cielo, la Gerusalemme celeste. Vi invito a pregare perché la Città Santa, cara a ebrei, cristiani e musulmani, che in questi giorni è stata testimone di diverse tensioni, possa essere sempre più segno e anticipo della pace che Dio desidera per tutta la famiglia umana.

Oggi a Vitoria (Spagna), viene proclamato Beato il martire Pietro Asúa Mendía. Sacerdote umile, e austero, predicò il Vangelo con la santità di vita, la catechesi e la dedizione verso i poveri e i bisognosi. Arrestato, torturato e ucciso per aver manifestato la sua volontà a rimanere fedele al Signore e alla Chiesa, rappresenta per tutti noi un mirabile esempio di fortezza nella fede e di testimonianza della carità.

Saluto tutti i pellegrini provenienti dall’Italia e da tanti Paesi. In particolare, saluto i partecipanti alla “Corsa dei Santi” e alla “Marcia dei Santi”, promosse rispettivamente dalla Fondazione Don Bosco nel mondo e dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa. Mi compiaccio per queste iniziative che uniscono lo sport, la testimonianza cristiana e l'impegno umanitario. Saluto inoltre i ragazzi di Modena che hanno ricevuto la Cresima, con i genitori e i catechisti, come pure i volontari della città di Sciacca e il gruppo sportivo della parrocchia di Castegnato (Brescia).

Oggi pomeriggio mi recherò al cimitero del Verano e celebrerò la Santa Messa in suffragio dei defunti. Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti si recano in questi giorni presso le tombe dei loro morti nei cimiteri del mondo intero.

A tutti auguro una buona festa dei Santi, nella gioia di far parte della grande famiglia dei Santi. Non dimenticate, per favore, di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!