Pietro Chanel

Pietro Chanel

(1803-1841)

Beatificazione:

- 16 novembre 1889

- Papa  Leone XIII

Canonizzazione:

- 12 giugno 1954

- Papa  Pio XII

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 28 aprile

Religioso, sacerdote della Società di Maria e martire, che nel suo ministero si adoperò nella cura della gente di campagna e nell’istruzione dei bambini; mandato poi insieme ad alcuni compagni ad annunciare il Vangelo nell’Oceania occidentale, approdò all’isola di Futúna, dove la comunità cristiana era ancora del tutto assente. Pur ostacolato da molte difficoltà, mantenendo un contegno di singolare mansuetudine riuscì a convertire alcuni alla fede, tra i quali il figlio del re, che furibondo ne ordinò l’uccisione, facendo di lui il primo martire dell’Oceania

  • Biografia
  • Omelia
Il primo martire dell’Oceania

 

Pierre Chanel nasce a Cuet, in Francia, il 12 luglio 1803.I genitori, contadini agiati, lo fanno battezzare il 16 luglio, memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo: la figura di Maria, in effetti, sarà una costante nella sua vita.

Bambino semplice e di buone maniere, viene notato dal parroco di Cras-sur-Reyssouze, l’abate Giovanni Trompier, che ne intuisce l’inclinazione al sacerdozio e gli propone di entrare nella scuola preparatoria al seminario aperta nella sua canonica, dove viene accolto l’11 novembre del 1814. In piena adolescenza, si appassiona alle lettere dei missionari: sta maturando in lui la vocazione alla missione. Il giorno della Cresima sceglie come suo secondo Santo protettore Luigi Gonzaga e decide di farsi chiamare Pierre-Louis; saputo poi che la madre lo aveva consacrato alla Vergine ancor prima della nascita, aggiunge ai suoi due nomi quello di Maria.

Entrato in seminario, Pierre-Louis-Marie si impegna con profitto nello studio, ma dubbi e incertezze sulla sua scelta di vita non lo risparmiano; riesce, tuttavia, a superarli con la preghiera, soprattutto rivolta alla Vergine. Il 15 luglio 1827 è ordinato sacerdote e viene nominato viceparroco ad Ambérieu, poi parroco a Crozet, ma il desiderio di andare in missione non lo abbandona. Mai. Chiede per due volte al suo vescovo di partire, ma il consenso gli viene negato. Intanto si accosta a padre Jean-Claude Colin, che insieme ad altri sacerdoti diocesani fonda la Società di Maria. Tra gli scopi della nuova congregazione religiosa, anche l’evangelizzazione del mondo non cristiano. Pietro vi ritrova il suo legame con Maria e l’ideale della missione. Si sente a casa. Decide allora di diventare marista.

Nel 1835 la Santa Sede chiede alla diocesi di Lione missionari per l’Oceania e anche i maristi vengono coinvolti. I religiosi accettano di partire ma domandano alla Santa Sede che venga anzitutto riconosciuta la loro congregazione; l’approvazione della Società di Maria arriva il 29 aprile del 1836. Tra i designati a partire in missione Pierre, che emette i voti religiosi il 24 settembre, giorno della Madonna della Mercede. Un mese dopo, all’età di 33 anni, parte da Le Havre. Impiega oltre un anno per giungere nell’arcipelago di Hoorn e sbarcare, poi, nell’isola di Futuna insieme a fratel Delorme. I due si presentano quindi al sovrano, il re Niuliki e questi offre loro ospitalità nella propria dimora. Sin da subito Pierre si adatta ai costumi dell’isola e cerca di imparare la lingua locale.

A un mese dal suo arrivo, l’8 dicembre 1837, celebra di nascosto la prima Messa nella capanna fatta costruire dal re per lui e fratel Delorme. Non potendo nascondersi a lungo, decide di invitare alla liturgia di Natale di mezzanotte il re e i suoi parenti, descrivendola come una grande festa. La notizia del rito compiuto da padre Chanel si diffonde immediatamente in tutta l’isola e in tanti accorrono alla capanna trasformata in cappella per chiedere al missionario di ripeterlo.

Col trascorrere dei mesi, padre Chanel comincia a visitare i villaggi dell’isola, avvicina la gente, cura gli ammalati, si preoccupa degli anziani e si distingue per la sua mitezza e bontà. Nell’arco di due anni è ormai noto in tutta Futuna, in tanti si mostrano interessati alla religione di cui parla e c’è chi gli chiede di essere preparato al battesimo.

La fama del religioso, però, urta il re Niuliki che teme per la propria autorità, sicché comincia ad ostacolarne il ministero per indurlo a lasciare l’isola. Fa in modo che venga insultato, molestato e derubato, gli fa mancare i viveri e fa perseguitare i catecumeni. Pietro conserva la sua pazienza e umiltà. Non si scoraggia. Il re, venuto a conoscenza della conversione del suo primogenito - il principe Meitala - va su tutte le furie e consultati i familiari decide di fare uccidere padre Chanel. Affida l’esecuzione al genero Musumusu e il 28 aprile 1841 il missionario viene massacrato, diventando così il primo martire dell’Oceania.

Il sovrano è convinto di avere debellato la nuova religione, invece l’anno dopo a Futuna arrivano altri missionari; poi nel luogo del martirio viene costruita una piccola chiesa e nel 1844 tutti gli abitanti dell’isola sono ormai cristiani.

Il 17 novembre 1889 Leone XII dichiara Beato padre Chanel e il 12 giugno Pio XII lo proclama Santo con il titolo di protomartire e patrono dell’Oceania.

DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
IN OCCASIONE DELLA CANONIZZAZIONE DEI SANTI:
PIETRO CHANEL, GASPARE DEL BUFALO,
GIUSEPPE PIGNATELLI, DOMENICO SAVIO
E MARIA CROCIFISSA DI ROSA

Piazza San Pietro - Domenica, 12 giugno 1954

 

Se le forze del male non cessano, nel volger dei secoli, i loro attacchi contro l'opera del Divin Redentore, Iddio non manca di rispondere alle angosciose suppliche dei suoi figli in pericolo, suscitando anime ricche di doni della natura e della grazia, che siano per i loro fratelli di conforto e di aiuto. Quando si affievolisce nella coscienza degli uomini la cognizione delle verità salutari, oscurate dagli allettamenti dei beni terreni, quando lo spirito di rivolta e di orgoglio suscita contro la Chiesa persecuzioni subdole o violente, in mezzo alle miserie, sempre presenti, delle anime e dei corpi, la Divina Provvidenza chiama sotto il vessillo della Croce di Cristo eroi di santità, irradianti splendori di purezza verginale e di carità fraterna, per sovvenire a tutte le necessità delle anime e mantenere nella sua integrità il fervore delle virtù cristiane.

1. - La vita di coloro che oggi la Chiesa glorifica è tutta compresa nelle parole del Salmista: « Angustia et tribulatio venerunt super me, mandata tua deliciae meae sunt » (Ps. 118, 143). A Pietro-Luigi-Maria Chanel toccò l'onore di essere il primo a versare il sangue per la fede in Oceania. Aveva appena compiuto il sacrificio della sua vita nell'isola di Futuna, fino allora indocile alla grazia, che immantinente si levò una messe ricca al di là di ogni previsione. Il suo viaggio terrestre egli lo trascorse nella umiltà, nella dolcezza, la pazienza, la carità, attingendo il meglio delle sue energie spirituali nell'amore ardente e delicato per la Vergine Maria. « Aimer Marie et la faire aimer »: fu il voto più fervido e il programma degli anni della sua preparazione al sacerdozio. Ordinato prete, egli cominciò col prodigare senza risparmio le forze fisiche, che la natura assai parcamente gli concedeva, per ricondurre alle pratiche religiose il piccolo gregge affidato alle sue cure. Ma la sua anima aspirava alla perfezione totale e alle fatiche delle missioni presso gl'infedeli. Così risolse di unirsi al gruppo da poco costituito della Società di Maria, che, riconoscendo nella Regina del cielo la loro Madre e superiora perpetua, si adoperava a meglio attuare l'ideale della perfezione sacerdotale e apostolica. Per quattro anni egli si consacrò con una insigne dedizione, una grande pazienza, una vigilanza umile e premurosa, alla educazione della gioventù. Ma ben presto il suo sogno diviene una realtà. Vincendo eroicamente le affezioni più care al suo cuore, s'imbarca per le isole dell'Oceania, ove non era ancora penetrato il Vangelo. Chi dirà le dure prove spirituali e fisiche, che lo attendevano in quel campo dei suoi travagli apostolici? I suoi sforzi di adattamento alla lingua, ai costumi di quel popolo, la sterilità apparente delle sue fatiche, l'incomprensione e la ostilità sorda o aperta, non scuotono la costanza mirabile di lui. Forte della vigile protezione della Madre di Dio, Pietro Chanel rivela agli indigeni stupefatti l'inesauribile carità e la dolcezza del suo animo. L'esempio della sua vita pura e mortificata, la sua preghiera incessante, le sue fervorose esortazioni, preparano il cammino alla grazia divina, topo che il martire ebbe reso il suo spirito a Dio, le forze del, male, che avevano avversato l'opera sua, prontamente cedettero, e la Chiesa potè contare con gioia anche in quella lontana regione figli numerosi e ferventi.

2. - Se però è necessario di annunciare agl'infedeli il messaggio di Cristo, non è meno essenziale di mantenere vivo l'ardore della fede nel popolo cristiano. Nella falange gloriosa dei Santi, che questa terra romana ha dato alla Chiesa, rifulge di luce speciale Gaspare del Bufalo. Fin dai suoi più giovani anni, la protezione di S. Francesco Saverio sembrò ottenergli da Dio una straordinaria profusione di doni soprannaturali. Ancora studente, esercitava assiduamente le opere di carità e di assistenza, specialmente nell'insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli e ai poveri. Sulle orme di S. Giovanni Battista De Rossi, ridonò vigore all'Opera pia di S. Galla e fondò poco dopo l'Oratorio di S. Maria in Vincis. Ma il suo apostolato in Roma fu interrotto dalla invasione delle truppe napoleoniche; egli stesso, avendo rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà a un potere ostile ai diritti della Chiesa, soffrì l'esilio ed il carcere. Finalmente liberato, e con tornato nella sua Roma, ricevette dal Sommo Pontefice Pio VII l'incarico di dedicarsi alle sante missioni, destinate a rinnovare il fervore dei fedeli nei suoi Stati dopo i disordini e i danni prodotti dai pubblici rivolgimenti. Allora egli riprese l'idea della istituzione di una Congregazione di Missionari sotto il titolo del Sangue Preziosissimo di Gesù, e nonostante le contrarietà e gli ostacoli, inaugurò il 15 Agosto 1815 la prima casa dell'Opera, che confidò amorosamente alla tutela della Santissima Vergine. In tal guisa comincia per lui una vita di lavori incessanti; egli percorre quasi tutte le regioni dell'Italia centrale, apportando da per tutto, con l'esempio della sua pietà, della sua umiltà, della sua carità, la riconciliazione e la pace, il sollievo delle miserie corporali e soprattutto spirituali. Al tempo stesso egli dava sagge Regole all'Istituto, ed esclamando: Paradiso, paradiso! si sottraeva ad ogni offerta di dignità ecclesiastiche, desiderando di rimanere sino alla morte « sul palco », vale a dire nel campo della sacra predicazione, fiducioso com'era di ricevere in tal guisa più facilmente e senza indugio il premio eterno. Ed il Signore accolse la sua preghiera che la morte lo colpisse in mezzo alle fatiche dell'apostolato; ond'egli lasciò ai suoi figli un mirabile modello di uno zelo eroico che generosamente s'immola per il più gran bene delle anime.

3. - Ma se Iddio domanda sovente ai suoi eletti d'intraprendere grandi opere per la sua gloria, vuole altresì che essi sappiano soffrire nella ubbidienza e nel silenzio. Ed invero non si richiede minor generosità per resistere saldamente in mezzo al naufragio e preparare con tenacia l'ora in cui tornerà a regnare la pace. Quando la Compagnia di Gesù fu espulsa dal Regno di Spagna, Giuseppe Pignatelli si era già guadagnato la stima dei suoi Superiori con la elevatezza del suo spirito, l'ingegnosa sua carità verso i poveri e i condannati a morte, l'autorità della sua persona che gli permetteva di calmare le sedizioni popolari. La nobiltà del sangue avrebbe potuto ispirargli l'amore delle umane grandezze; ma Iddio aveva posto in lui i germi di una gloria più nobile e santa. Incaricato già della cura spirituale e temporale dei proscritti, sopportò egli stesso con mirabile serenità e pazienza, e aiutò i suoi miseri compagni a tollerare i peggiori disagi, e giri alla ricerca di un rifugio, senza trovare un tranquillo ricovero e sollievo, ma sforzandosi di mantenere da per tutto il fervore dello spirito religioso negli sventurati confratelli a lui affidati. Allorchè finalmente fu ottenuto un soggiorno più stabile, egli si diede a una vita di preghiera, di lavoro e di carità, e appena spuntò l'alba della risurrezione della Compagnia di Gesù, si adoperò a raccoglierne i membri dispersi, a formare nuove reclute, a ristabilire nella sua integrità il genere di vita e lo spirito tradizionale dell'Ordine. In tal guisa Giuseppe Pignatelli preparava il rinnovamento della inclita Società, a cui sempre rimase indefettibilmente unito; egli restauratore in Italia e nello spirito secondo padre della Compagnia di Gesù, egli il più insigne legame che al di là della soppressione la ricollega alle sue origini.

4. - Mentre i tre eroi che abbiamo teste commemorati avevano profuso tutte le loro virili energie nel duro combattimento contro le forze del male, ecco apparire al nostro sguardo l'immagine di Domenico Savio, gracile adolescente, dal corpo debole, ma dall'anima tesa in una pura oblazione di sè all'amore sovranamente delicato ed esigente di Cristo. In una età così tenera si attenderebbe di trovare piuttosto buone e amabili disposizioni di spirito, e invece si scoprono in lui con stupore le vie maravigliose delle ispirazioni della grazia, una adesione costante e senza riserva alle cose del cielo, che la sua fede percepiva con una rara intensità. Alla scuola del suo Maestro spirituale, il grande Santo Don Bosco, egli apprese come la gioia di servire Dio e di farlo amare dagli altri può divenire un potente mezzo di apostolato. L'8 dicembre 1854 lo vide elevato in una estasi di amore verso la Vergine Maria, e poco dopo egli riuniva alcuni suoi amici nella « Compagnia dell'Immacolata Concezione », affine di avanzare a gran passi nel cammino della santità e di evitare anche il minimo peccato. Egli incitava i suoi compagni alla pietà, alla buona condotta, alla frequenza dei Sacramenti, alla recita del Santo Rosario, alla fuga del male e delle tentazioni. Senza lasciarsi intimorire da cattive accoglienze e da risposte insolenti, interveniva con fermezza, ma caritatevolmente, per richiamare al dovere gli sventati e i perversi. Colmato già in questa vita della familiarità e dei doni del dolce Ospite dell'anima, ben presto lasciò la terra per ricevere, con la intercessione della celeste Regina, il premio del suo filiale amore.

5. - Associata alla gloria di cosi illustri Confessori, una Vergine insigne per il suo amore alla Croce, Maria Crocifissa Di Rosa, di famiglia patrizia bresciana, canta anch'ella gli splendori dello Sposo divino. Era appena piamente spirata la sua madre terrena, che, ad imitazione di S. Teresa di Gesù, ella si rifugia nelle braccia della Madre celeste. Alla scuola delle Religiose della Visitazione, approfondisce sempre più la sua solida pietà, animata da un desiderio intenso di soffrire per Gesù Cristo e di esercitarsi in una incessante pratica della mortificazione e della carità. Ella rinunzia ad ogni vanità, ad ogni esigenza della moda, ad ogni spettacolo mondano, ad ogni indulgenza verso la natura, ad ogni offerta di nozze terrene; si occupa delle ragazze e delle donne del popolo, sopporta pazientemente le critiche, specialmente dei libertini delusi, e si compiace di distribuire ai bisognosi i beni di cui dispone. Quando nel 1836 il colera imperversò su Brescia, ella diede libero corso alla sua eroica abnegazione nel servizio dei colerosi e attrasse anche altre sue coetanee al medesimo arduo e pericoloso ufficio. Sostenuta dalla sollecitudine del suo direttore spirituale, la nostra Santa, cessato il flagello, continuò nell'Ospedale femminile di Brescia a dedicarsi all'assistenza delle malate ed abbandonate, e ben presto la pia collaborazione di queste anime generose si trasformò in opera stabile: le « Ancelle della Carità » prenderanno ormai a loro intiero carico il servizio di sanità dell'Ospedale di Brescia e ben presto anche altre benefiche attività. Superati gli ostacoli che avevano attraversato l'opera nascente, la soavissima ed instancabile apostola vide nelle disposizioni della Provvidenza la conferma del cielo ai suoi sforzi; ma supplicava che le croci non cessassero e le persecuzioni e le prove non le fossero risparmiate. Ed infatti, pur manifestando nella sua azione di fondatrice le più belle qualità d'intelligenza e di volere, ella soffrirà con grande coraggio i dolori fisici, e soprattutto le angosce dell'anima, le tenebre indicibili che lo scatenato spirito del male si sforza, ma invano, di far pesare su di lei. Un'ardente preghiera sgorgava allora dalle sue labbra: « Gesù mio! Tu solo mi basti. La mia vita sia crocifissa con Te ». In tal guisa dalla profondità di una vita spirituale tutta conforme alla Croce scaturì un'Opera originale e completa, che abbraccia tutte le forme di ospitalità e di assistenza, e prospera in eminenti frutti di carità e di virtù.

Tali sono, Venerabili Fratelli e diletti figli, appena adombrate, l'eroiche azioni di questi apostoli e di questi fondatori, che lo Spirito Santo ha plasmati per la continuazione dell'opera di Cristo. Essi intessono insieme una maravigliosa corona alla Vergine Maria, che li ha adornati coi suoi eletti favori e si è compiaciuta di accogliere i loro fedeli servigi. Si degnino questi nuovi principi del cielo ottenere a tutti coloro che esultano oggi per la loro gloria, la grazia di seguire le loro orme e di bruciare come essi di amore per Gesù, che li ha redenti col proprio sangue, e per la sua purissima e santissima Madre.