Raimondo di Peñafort

Raimondo di Peñafort

(1175-1275)

Canonizzazione:

- 29 aprile 1601

- Papa  Clemente VIII

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 7 gennaio

Sacerdote dell’Ordine dei Predicatori: insigne conoscitore del diritto canonico, scrisse rettamente e fruttuosamente sul sacramento della penitenza e, eletto maestro generale, preparò una nuova redazione delle Costituzioni dell’Ordine; in avanzata vecchiaia a Barcellona in Spagna si addormentò piamente nel Signore

  • Biografia
La morte lo raggiunse a 100 anni, e si dice che durante le sue esequie avvennero molti miracoli

 

Raimundo de Peñafort nasce nel 1175 a Peñafort, in Catalogna. La sua è una ricca famiglia nobile. Studia a Barcellona filosofia e retorica, poi si trasferisce a Bologna dove si laurea in legge diventando professore di Diritto canonico.

Qualche anno dopo, il vescovo di Barcellona Berengario IV, in viaggio in Italia, gli propone  di diventare professore presso il Seminario che vuole istituire nella sua diocesi. Raimondo torna dunque in Catalogna e, quattro anni più tardi, nel 1222, si fa domenicano. Un anno più tardi, con l’aiuto del futuro santo Pietro Nolasco, fonda l’“Ordine dei Mercedari”, con l’obiettivo di riscattare gli schiavi cristiani e scrive un libro-guida per i sacerdoti confessori.

Forse ne avrebbe fatto a meno, ma al Papa non può dire di no. Tanto era grande l’apprezzamento di Gregorio IX nei riguardi della cultura giuridica di Raimondo che decide di affidare proprio a lui un compito immane, quello di raccogliere tutti gli atti emanati dai Pontefici in materia disciplinare e dogmatica, rispondendo a quesiti o intervenendo su questioni specifiche.

Si tratta di mettere ordine in una massa enorme di testi, un insieme plurisecolare di decisioni più o meno importanti, ma Raimondo riesce nell’impresa, tanto che Gregorio IX, come ricompensa, gli offre di diventare arcivescovo di Tarragona. Lui però rifiuta, è un frate domenicano e desidera rimanere un semplice frate. Colpito da una malattia ritorna nel suo primo monastero e ad una vita ritirata.

Nel 1238 i suoi confratelli domenicani insistono: lo vogliono Maestro generale dell’Ordine e Raimondo deve accettare. E’ il terzo generale dei Domenicani, dopo Domenico di Guzman e Giordano di Sassonia. Nel suo nuovo ruolo si mette in viaggio e, sempre a piedi, percorre tutta l’Europa visitando convento per convento; è un’attività che lo sfianca e, ormai settantenne, è costretto a lasciare l’incarico e a tornare a ciò che più lo attira: la preghiera e lo studio.

A cuore gli sta in modo particolare la formazione dei nuovi predicatori dell’Ordine, che si sta diffondendo in Europa. Raimondo è convinto che, in quanto missionari i suoi confratelli devono essere capaci di avvicinare, interessare e convincere le persone a cui vogliono annunciare Cristo.

L’Ordine dunque si deve dotare di tutti gli strumenti culturali indispensabili: occorrono, ad esempio, testi idonei alla discussione con persone colte di altre fedi e lui si impegna a prepararli.

Necessario è poi conoscere da vicino la cultura di coloro ai quali si vuole portare il Vangelo: ecco che Raimondo istituisce una scuola di ebraico a Murcia, in Spagna, e una di arabo a Tunisi.

La morte lo raggiunge, quando ha 100 anni,  il 6 gennaio 1275 a Barcellona, e si dice che durante le sue esequie avvennero molti miracoli. Fu fatto santo nel 1601 da Papa Clemente VIII e oggi i suoi resti mortali sono custoditi nella cattedrale della capitale della Catalogna.