Richard Henkes

Richard Henkes

(1900-1945)

Beatificazione:

- 15 settembre 2019

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 21 febbraio

Sacerdote pallottino (della società dell'apostolato cattolico) e martire del Nazismo, ha combattuto il sistema nazista fin dall’inizio. Si è sempre offerto al servizio dei più bisognosi

  • Biografia
  • Decreto sul Martirio
Voglio soprattutto diventare “sacerdote sacrificio”, portatore della croce altrui

 

    Richard Henkes nacque a Ruppach, nei pressi di Limburgo in Germania, il 26 maggio 1900. 

    Nasce e cresce in un ambiente fortemente cattolico, conosce i Pallottini e viene ordinato sacerdote. Viene subito impiegato come educatore nelle scuole di Vallendar e Alpen, mentre, intorno a lui, il mondo sta cambiando. Siamo negli anni dell’ascesa dei nazisti in Germania e della costituzione del Terzo Reich.

    Si rende subito conto che non si tratta di un’ideologia portatrice dei valori cristiani. Anche quando la situazione si fa più pericolosa, resta saldo nella fede. Continua ad insegnare il catechismo ai giovani, pratica con gli altri sacerdoti gli esercizi spirituali e predica l’uguaglianza durante la Messa. “La fede per il nostro Beato è stata la linea guida per giudicare i crimini dei nazionalsocialisti e questa fede può aiutare anche noi oggi a comprendere le ideologie disumane e a contrastarle”, sottolinea il postulatore della causa dei Beatificazione, padre Adam Golec.

    La situazione precipita quando padre Henkes si scaglia contro la pratica dell’eutanasia dei disabili e dei più deboli. Il regime non può stare a guardare. Dopo un primo arresto nel 1937, viene rilasciato in seguito ad una amnistia. Catturano una seconda volta nel 1943 con destinazione Dachau: il campo di morte non lontano da Monaco.

    Registrato con il numero 49642, in questo luogo di sofferenza assolutacontinua la sua opera di evangelizzazione nella baracca 26, quella destinata ai sacerdoti nemici del Reich. Nel 1944 viene trasferito nella baracca 17, quella dei malati di tifo. Il sacerdote si offre volontario per aiutare i contagiati, pur sapendo che non ne uscirà vivo. Morirà per questa malattia il 22 febbraio 1945.

    La Chiesa lo considera un martire, ricorda padre Golec, "perché ha combattuto il sistema nazista fin dall’inizio e perché si è offerto volontariamente al servizio dei più bisognosi”.

    La causa di Beatificazione di padre Henkes è stata fortemente sostenuta dai vescovi della Repubblica Ceca. Il nuovo Beato, infatti, si adoperò in modo speciale per la riconciliazione tra la popolazione tedesca e quella ceca, soprattutto all’epoca del suo ministero a Strandorf. Qui assistette perseguitati e carcerati anche di nazionalità ceca. Un impegno che mantenne anche nell’inferno di Dachau. “La riconciliazione tra tedeschi e cechi gli stava molto a cuore – spiega il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – si è occupato della cura pastorale di entrambe le popolazioni e nel campo di concentramento ha imparato la lingua ceca, convinto che così, dopo la guerra, avrebbe potuto lavorare di più sulla riconciliazione alla quale in effetti ha contribuito molto, soprattutto con il suo martirio”.

    Per meglio comprendere il contesto storico legato alla vita di padre Henkes, ripercorriamo brevemente le fasi attraverso le quali si è articolata la lotta del nazismo alla Chiesa. Il primo periodo, che comprende gli anni 1933-34, è quello della presa del potere di Hitler: vengono adottate dal Reich misure di lieve entità e la stipula del Concordato fa pensare al mantenimento di una certa autonomia della Chiesa tedesca. Tra il 1934 e il 1939, inizia la lotta aperta del regime che persegue la “sconfessionalizzazione della vita pubblica”. Vengono vietate le prediche, arrestati molti sacerdoti ritenuti invisi al nazismo, sciolte le associazioni cattoliche. Dopo la pubblicazione dell’Enciclica “Con viva ansia” di Papa Pio XI, il Reich intraprende una violenta campagna di diffamazione contro la Chiesa. Si arriva così agli anni 1940-45: il regime prosegue nella sua opera contro la Chiesa cattolica e per molti sacerdoti si aprono le porte di Dachau e di altri campi di sterminio.  

 

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

LIMBURGENSIS

Beatificationis seu Declarationis Martyrii

Servi Dei

RICHARDI HENKES

Sacerdotis Societatis Apostolatus Catholici

(† 22.2.1945)

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Decretum Super Martyrio

 

    «Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero» (Ap 3, 14).

 

    Gesù Cristo, l’autentico Testimone del Padre e dell’amore trinitario per il mondo, rende i suoi discepoli capaci di testimonianza: in comunione con lui, i credenti ricevono dallo Spirito il dono della fortezza, affinché nel momento della prova possano pronunziare l’“amen” della loro coerente fedeltà. È questa la vicenda che coinvolse anche il Servo di Dio Riccardo Henkes.

    Il Servo di Dio nacque il 26 maggio 1900 a Ruppach, in Germania, e venne battezzato due giorni dopo. Nella sua famiglia, numerosa e molto radicata nella fede, ricevette una solida educazione umana e cristiana e iniziò a percepire i segni della vocazione al sacerdozio e alla missione. Nel 1912, perciò, entrò nel seminario minore della Società dell’Apostolato Cattolico (v. Padri Pallottini) a Vallendar. Dopo qualche anno per svolgere il servizio militare lasciò il seminario, per farvi ritorno allo scopo di completare il suo iter formativo. Il 25 settembre 1921 professò i voti e il 6 giugno 1925 venne ordinato sacerdote.  

    Fu insegnante in diverse scuole gestite dai Pallottini, prima a Vallendar. Ma, colpito da tubercolosi, dovette lasciare l’insegnamento per poter provvedere a cure adeguate. Un anno dopo potette riprendere la sua attività e fu insegnante a Alpen, più tardi nuovamente a Vallendar. Nel 1931 fu trasferito a Katscher e Frankenstein, oggi in territorio polacco.

    In quegli anni in Germania andava diffondendosi l’ideologia nazionalsocialista che, organizzata in partito politico, giunse al potere, instaurando un regime dittatoriale di estrema durezza. In diverse occasioni il Servo di Dio manifestò la sua disapprovazione a tale ideologia, propagata in modo particolare da Adolf Hitler: soprattutto nel 1937, per una sua affermazione sul Führer, subì un processo davanti al tribunale speciale di Breslau, ma beneficiò dell’amnistia conseguente all’annessione dell’Austria al Terzo Reich. Fu, comunque, esonerato dall’insegnamento.

    Padre Richard non si scoraggiò, ma vide in questa vicenda un’indicazione della divina volontà, che lo invitava a dedicarsi più intensamente all’attività pastorale. Prima a Branitz, poi come parroco a Strandorf, si distinse per zelo e operosità, nonostante gli ostacoli e le discriminazioni di cui era fatto oggetto da parte delle autorità politiche. Predicatore appassionato e convincente, si impegnò soprattutto nell’apostolato giovanile. Ancora una volta la sua profonda adesione alla fede lo condusse ad un conflitto con il regime: infatti nel 1943, a causa di sue affermazioni antinaziste pronunciate nella parrocchia di Branitz, fu nuovamente denunciato e l’8 aprile arrestato dalla Gestapo a Ratibor. Rimase in carcere isolato per quasi due mesi, dopo di che, il 10 luglio 1943, giunse a Dachau, dove fu assegnato alla baracca 26, destinata ai sacerdoti.

    Ben nota è la situazione che si viveva in questo come in altri campi di detenzione che il regime nazista diffuse nei vari paesi europei dove riuscì a imporsi con le armi o con le alleanze politiche: alle deportazioni di cittadini, soprattutto ebrei e rom, vanno aggiunte quelle di sacerdoti e religiosi, cosa che contrassegnò una vera attività persecutoria del regime nei confronti della Chiesa cattolica e della comunità evangelica. La disumanità regnava in quelle situazioni di malnutrizione, assoluta carenza di igiene, mancanza di ogni elementare assistenza sanitaria, lavoro forzato fino allo sfinimento e alla morte, disprezzo della personalità fino alla sua disintegrazione, violenza fino all’eliminazione fisica.

    Eppure anche in tale situazione continuò l’attività pastorale del Servo di Dio, che con gentilezza e generosità aiutava tutti quelli che poteva. Straordinaria era la sua speranza, costante la sua carità, forte la sua pazienza, luminosa la sua fede. In una lettera al suo padre spirituale una ventina di anni prima aveva scritto: «Voglio soprattutto diventare “sacerdote sacrificio”, portatore della croce altrui». L’esperienza di Dachau fu il vertice del suo Calvario di amore e di disponibilità, che nella preghiera e nella devozione eucaristica e mariana aveva coltivato per tutta la vita.

    Pochi giorni prima del Natale del 1944 nella baracca 17, dove Padre Richard svolgeva alcune attività, scoppiò un’epidemia di tifo petecchiale. Il Servo di Dio chiese ed ottenne di esservi trasferito stabilmente, per assistere gli ammalati reclusi in quel luogo: «Da un sacerdote ci si aspetta questo» - disse a chi gli faceva notare la concreta possibilità di rimanere infettato - «per questo è sacerdote». Proprio in questa ultima tappa della sua testimonianza al Signore, lui stesso fu contagiato dal morbo, che nel giro di pochi giorni lo condusse alla morte. Era il 22 febbraio 1945. La sua salma venne cremata separatamente dalle altre e le sue ceneri, in un secondo momento, furono inviate alla casa provinciale dei Padri Pallottini di Limburg.

    La fama del martirio del Servo di Dio si diffuse nella comunità ecclesiale, per cui dal 22 maggio 2003 al 22 gennaio 2007 si celebrò presso la Curia ecclesiastica di Limburg l’Inchiesta Diocesana, mentre tra il 2002 e il 2003 si svolgeva un’Inchiesta rogatoriale presso la diocesi ceca di Ostrava-Opava: la loro validità giuridica fu riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 13 marzo 2009. Preparata la Positio, il 3 dicembre 2013 ha avuto luogo la Seduta Consultori Storici. Si è discusso, secondo la consueta procedura, se la morte del Servo di Dio sia stata un vero martirio. Il 18 maggio 2017 si celebrò il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 11 dicembre 2018, presieduta da me Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il suddetto Servo di Dio fu ucciso per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

    De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servi Dei Richardi Henkes, Sacerdotis Societatis Apostolatus Catholici, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 21 mensis Decembris a. D. 2018.

    

ANGELUS Card. BECCIU

Praefectus

 

                                                                                        + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                        a Secretis

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

LIMBURGENSIS

Beatificationis seu Declarationis Martyrii

Servi Dei

RICHARDI HENKES

Sacerdotis Societatis Apostolatus Catholici

(† 22.2.1945)

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Decretum Super Martyrio

 

    «Haec dicit Amen, testis fidelis et verus» (Ap 3, 14).

 

    Iesus Christus, authenticus testis Patris et Trinitarii amoris erga mundum, reddidit discipulos suos paratos ad testimonium praebendum: in communione cum illo, credentes a Sancto Spiritu fortitudinis donum accipiunt, ut in aerumnis dicere possint “amen” cohaerentis fidelitatis suae. Hic est eventus quem et Servus Dei Richardus Henkes participavit.

    Natus est Servus Dei die 26 mensis Maii anno 1900 in pago v. d. Ruppach, in Germaniae finibus, et duo post dies baptismum accepit. In familia eius, frequenti ac profunde in fide infixa, humane ac christiane institutus est et signa vocationis ad sacerdotium et ad missionem percipere incepit. Anno igitur 1912, seminarium minus Societatis Apostolatus Catholici (v. Patres Pallottini) in oppido Vallendar ingressus est. Post aliquot annos seminarium reliquit ut stipendia emereret, postea redivit ad iter formativum perficiendum. Die 25 mensis Septembris anno 1921 vota religiosa emisit et die 6 mensis Iunii anno 1925 sacerdos est ordinatus.  

    Diversis in scholis rectis a Patribus Pallottinis, tum in Vallendar tum in Alpen, munus praeceptoris exercuit. Sed, tuberculosi correptus, cathedram relinquere debuit ut sibi acriora compararet remedia. Post annum idem munus iterum adimplevit et ab anno 1931 translatus est in loca Katscher et Frankenstein, hodie Polonia.

    Illis annis in Germania gradatim pervulgata est socialismi nationalis doctrina quae, in politicam factionem constituta, imperio potita est, tyrannicum asperrimumque instaurans regimen. Saepe Servus Dei improbationem suam erga doctrinam hanc, ab Adolfo Hitler maxime vulgatam, patefecit: praesertim anno 1937, ob quamdam sententiam de Führer, adfuit ad iudicium coram speciali collegio iudicum Breslaviae, sed usus est poenarum remissione qua esecuta est adiunctionem Austriae ad Tertium Reich. Attamen de munere docendi exemptus est.

    Pater Richardus animo non defecit et in hoc eventu divinae voluntatis signum invenit, quae eum ad ardentiorem pastoralem actuositatem hortabatur. Prius in Branitz, deinde ut parochus in Strandorf, zelo studioque eminuit, contemptis impedimentis ac discriminibus quae a politicis magistratibus patiebatur. Fervens praedicator et ad persuadendum aptus, in apostolatu pro iuvenibus praecipue est operatus. Denuo profundus fidei assensus in contentionem cum regimine adduxit eum: anno enim 1943, ob declarationes adversus nazistas in paroecia Branitz, iterum delatus  est et die 8 mensis Aprilis deprehensus a publicis ministris v. d.  Gestapo in oppido Ratibor. In vinculis fere duos per menses segregatus mansit, deinde, die 10 mensis Iulii anno 1943, in campum Dachau pervenit et ibi missus est in tugurium 26, sacerdotibus destinatum.

    Nota est vitae condicio hoc et in aliis campis custodiae quos regimen nazistarum diffuderat in variis Europae nationibus in quibus armis vel politicis foederibus imperavit: civium relegationi, praesertim Hebraeorum et Gyptanorum, adde et sacerdotum ac religiosorum, quod veram designavit persecutionem regiminis contra Catholicam Ecclesiam et evangelicam communitatem. Inhumanitas regnabat illis in discriminibus: mala nutricatio, valetudinis et medicae curae defectio, labor coactus usque ad languorem et etiam ad mortem, dignitatis personae contemptus usque ad dissolutionem eius, violentia usque ad corporalem exstintionem.

    Attamen etiam his in adiunctis pastoralem actuositatem Servus Dei prosecutes est, qui quos potuit comiter ac generose adiuvabat. Ingens erat spes eius, constans caritas, fortis patientia, fulgens fides. In litteris moderatori spirituali circiter viginti ante annos scripserat: «Maxime fieri “sacerdos sacrificium” cupio, crucis aliorum portator». Experientia in Dachau culmen Calvarii amoris ac liberalitatis ei exstitit, quod ipse prece, eucharistica devotione et mariana per totam vitam coluerat.

    Paucos dies ante Domini Nativitatem anno 1944 in tugurio 17, ubi Pater Richardus quasdam navitates agebat, pustularum typhi contagio erupit. Servus Dei quaesivit et obtinuit ut illuc stabiliter transferreret ad infirmis detentibus curam praebendam: «A sacerdote hoc exspectatur» - dixit illis qui animadvertebant eum infici posse - «propter hoc sacerdos est». In hac extrema quidem statione in qua testimonium Domino dedit, et ipse a morbo correptus est, qui paucis diebus eum ad mortem perduxit. Dies erat 22 mensis Februarii anno 1945. Corpus eius crematum est separatim ab aliis et cineres postea missi sunt domum provincialem Patrum Pallottinorum Limburgi.

    Hunc Christi sectatorem Populus Dei statim fidei martyrum putavit. Quam ob famam, a die 22 mensis Maii anno 2003 ad diem 22 mensis Ianuarii anno 2007 apud Curiam ecclesiasticam Limburgensem Inquisitio Dioecesana celebrata est. Interdum, ab anno 2002 ad annum 2003, Inquisitio rogatorialis apud Dioecesim Ostraviensem-Opaviensem locum habuit: harum iuridica validitas rata est ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum die 13 mensis Martii anno 2009 latum. Positione confecta, die 3 mensis Decembris anno 2013 Sessio Historicorum Consultorum habita est. Deinde disceptatum est, secundum normas, an mors Servi Dei verum fuisse martyrium. Die 18 mensis Maii anno 2017 habitus est, positivo cum exitu, Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum.  Patres Cardinales et Episcopi in Sessione Ordinaria die 11 mensis Decembris anno 2018, me Card. Angelo Becciu praesidente, recognoverunt Servum Dei propter fidelitatem erga Christum et Ecclesiam interfectum esse.

    De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servi Dei Richardi Henkes, Sacerdotis Societatis Apostolatus Catholici, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 21 mensis Decembris a. D. 2018.

    

ANGELUS Card. BECCIU

Praefectus

 

                                                                                               + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                                                                 Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                                a Secretis