Stanley Francis Rother

Stanley Francis Rother

(1935-1981)

Beatificazione:

- 23 settembre 2017

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 28 luglio

Sacerdote diocesano e missionario; martire, ucciso all'età di 46 anni in odio alla fede per la sua opera di evangelizzazione e promozione umana in favore dei più poveri in Guatemala.

È stato sia il primo martire riconosciuto negli Stati Uniti, che il primo prete nato negli Stati Uniti ad essere beatificato.

  • Biografia
  • dall'omelia di beatificazione
"Il pastore non può fuggire. Uccidetemi qui"

 

Stanley Francis Rother nacque il 27 marzo 1935 a Okarche (Stati Uniti) da una famiglia di agricoltori di origine tedesca. Trascorse quindi l’infanzia e l’adolescenza nella fattoria dei suoi genitori.

Si sentì chiamato al sacerdozio in tenera età, ma le difficoltà con il latino gli fecero inizialmente pensare di lasciare il seminario. Tuttavia, perseverò e fu ordinato sacerdote nel maggio 1963. Per una delle immagini sacre commemorative della sua ordinazione, P. Stanley Rother scelse le parole di Sant'Agostino: «Per il mio bene sono cristiano, per il bene degli altri, sono prete».

Nel giugno del 1968, si unì alla missione dell’Oklahoma in Guatemala e fu assegnato a una Chiesa locale nella diocesi di Sololá. Nella parrocchia di Santiago Atitlan, venne chiamato Padre Aplas (la parola in lingua Tzutujil per "Francesco"). P. Stanley imparò sia lo spagnolo che lo Tzutujil, uno dei 21 dialetti maya parlati in Guatemala, al punto di arrivare a essere in grado di celebrare una messa in lingua Tzutujil e persino di effettuare una traduzione del Nuovo Testamento nella lingua locale.

Il suo lavoro come parroco comportò anche molto lavoro fisico: offrì il suo aiuto in progetti agricoli, avvalendosi dell’esperienza nel settore sviluppata in Oklahoma, partecipando alla creazione di una cooperativa di agricoltori. Inoltre, P. Stanley contribuì a fondare una cooperativa di tessitori e un'unione di credito. Favorì anche la costruzione di una scuola, di un ospedale nella vicina Panabaj e della prima stazione radio cattolica della regione.

Dal 1971 al 1981, numerose uccisioni di giornalisti, contadini, catechisti e preti, tutti falsamente accusati di comunismo, si sono verificate in Guatemala, un vero e proprio periodo di sanguinosa persecuzione per la Chiesa. 

Il nome di P. Stanley apparve in effetti in una lista di condannati a morte. A causa del pericolo, lasciò il Guatemala insieme a un confratello nel 1981 e tornò in Oklahoma, ma solo per circa tre mesi. Il suo cuore era infatti rimasto con la gente del Guatemala e in una lettera del dicembre 1980 indirizzata all'Arcidiocesi di Oklahoma City, scrisse: «Questo è uno dei motivi per cui devo resistere alla violenza: il pastore non può fuggire al primo segno di pericolo». 

Poco dopo il suo rientro in Guatemala, P. Stanley Rother fu ucciso all'età di 46 anni, all’una di notte del 28 luglio 1981, nella canonica della sua Chiesa a Santiago Atitlán. Gli autori del delitto, tre uomini mascherati, non sono mai stati identificati.

Sebbene il corpo di Rother sia sepolto nel cimitero di Resurrection Memorial a Oklahoma City, il suo cuore sarà sempre con le persone che ha amato: è infatti custodito nella Chiesa di San Giacomo Apostolo a Santiago Atitlan.

La beatificazione di padre Stanley Francis Rother è un avvenimento storico non solo per l’arcidiocesi di Oklahoma City, ma anche per la Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America. È il primo sacerdote missionario e martire del paese nordamericano che viene beatificato. Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Amato, che nella città statunitense ha presieduto il rito di beatificazione sabato 23 settembre, in rappresentanza di Papa Francesco.

Il sacerdote fu missionario nel paese latinoamericano in un periodo di gravi turbolenze sociali e politiche. In quella nazione il nuovo beato visse da «perfetto discepolo di Cristo, facendo il bene e seminando pace e riconciliazione nel popolo». Purtroppo, la sua immediata ricompensa «su questa terra fu la persecuzione e la morte cruenta».

Dal 1978 al 1981 ci furono in Guatemala numerose uccisioni di giornalisti, contadini, catechisti, sacerdoti, tutti accusati, falsamente, di comunismo. Per la Chiesa fu «un vero e proprio tempo di persecuzione cruenta». In questo clima, padre Rother, «consapevole dell’imminente pericolo di vita, si preparava al martirio, chiedendo al Signore la forza di affrontarlo senza paura. Continuava comunque a predicare il Vangelo dell’amore e della nonviolenza».

Di fronte ai rapimenti, alle uccisioni e alle violenze, padre Rother «si sentiva impotente perché non riusciva con le sue parole di riconciliazione e di perdono a cambiare la situazione. E spesso piangeva in silenzio». Il porporato ha ricordato come a una monaca carmelitana, «che chiedeva cosa fare se fosse stato ucciso, il nostro martire rispose: “Innalzate lo stendardo di Cristo risorto”». Rother venne ucciso con due colpi di pistola alla testa verso l’una di notte del 28 luglio 1981 da tre uomini armati e mascherati.