Causa in corso
Agostino Ernesto Castrillo
- Venerabile Servo di Dio -

Agostino Ernesto Castrillo

(1904 - 1955)

Venerabilità:

- 16 giugno 2017

- Papa  Francesco

Vescovo di San Marco Argentano-Bisignano, dell’Ordine dei Frati Minori; nell’apostolato si lasciava guidare da una visione soprannaturale delle cose. Nel suo profilo colpiscono alcuni elementi tipicamente francescani come la fiducia nella preghiera e l’insistenza nel richiederla ai fedeli, soprattutto ai bambini

  • Biografia
Seppe fare della comunione e del servizio disinteressato al popolo di Dio il suo stile di vita

 

Il Venerabile Servo di Dio Agostino Ernesto Castrillo nacque il 18 febbraio 1904 a Pietravairano (Caserta, Italia) in una famiglia cristiana di agricoltori.

Terminate le scuole elementari, nel 1914 entrò nel Collegio dell’Ordine dei Frati Minori a Sepino (Campobasso, Italia). Il 17 settembre del 1919 iniziò il Noviziato e, il 18 settembre 1920, emise la professione temporanea. Mentre frequentava il quarto anno di Teologia a Molfetta emise la professione solenne e venne ordinato sacerdote 1’11 giugno 1927.

Inviato nel convento di Ascoli Satriano come assistente della Gioventù Antoniana, si distinse per la carità e la dedizione con cui si prese cura della gente coinvolta dal terremoto che colpì la zona nel 1930. Nominato maestro dei pre-novizi, rimase nel convento di S. Matteo in S. Marco in Lamis fino al 1935, insegnando lettere nel ginnasio francescano di Castellana Grotte (Bari), dove fu anche confessore e direttore spirituale.

Nel 1936 venne nominato parroco della parrocchia di “Gesù e Maria” a Foggia e, quando nel 1940 fu eletto Ministro provinciale della Provincia di S. Michele Arcangelo di Puglia e di Molise, il Vescovo gli chiese di continuare il suo servizio di parroco. Durante il suo provincialato dovette affrontare numerosi problemi legati alle vicende belliche.

Nel 1946, fu eletto Vicario provinciale, ma il Ministro Generale dell’Ordine lo chiamò a Roma per svolgere l’incarico di Padre spirituale del Pontificio Collegio Sant’Antonio. Svolse il delicato ufficio per due anni, quando la Congregazione del Sant’Uffizio nel 1948 gli affidò il governo della Provincia minoritica salernitano-lucana in qualità di Commissario e, nel 1950, fu nominato, sempre dal Sant’Uffizio, Ministro provinciale della medesima Provincia. Il problema da superare era quello della tensione fra Salerno e la Lucania dopo che nel 1942, per volontà di Papa Pio XII, le sei Provincie Minoritiche della Campania furono ridotte a tre. Il Venerabile Servo di Dio si impegnò con tutte le forze nell’opera di pacificazione e, allo scadere del mandato del Sant’Uffizio, nel 1953, il Ministro Generale dei Frati Minori lo confermò Ministro provinciale per un altro triennio. Il 17 settembre 1953, Pio XII lo nominò Vescovo delle due diocesi congiunte di S. Marco Argentano e di Bisignano (Cosenza, Italia). Il 13 dicembre 1953 fu consacrato Vescovo e, il 3 gennaio 1954, entrò in Diocesi, iniziando da subito a visitare tutti i paesi affidati alla sua cura pastorale. Ben presto, però, si manifestarono dolori sempre più lancinanti che furono inizialmente attribuiti a reumatismi, ma che poi si rivelarono come metastasi ossee e polmonari di un carcinoma renale in fase avanzata. Costretto all’immobilità e tormentato da dolori strazianti, visse ancora per dieci mesi edificando tutti con la sua fede, la forza interiore, lo spirito di immolazione.

Morì a San Marco Argentano (Italia) il 16 ottobre 1955.

ITER GIURIDICO

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di San Marco Argentano-Scalea (Italia), in trentatré Sessioni, dal 25 marzo 1985 al 21 febbraio 1999, durante le quali vennero raccolte le prove documentali e furono escussi ventitré testi, di cui nove ex officio.

Inoltre venne celebrata un’Inchiesta Rogatoriale presso la Curia ecclesiastica di Foggia-Bovino (Italia), dal 1° ottobre 1986 al 13 dicembre 1993, in ottantaquattro Sessioni, durante le quali vennero escussi cinquantadue testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 15 febbraio 2002.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 27 ottobre 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio fu un promotore di unità, soprattutto all’interno dell’Ordine dei Frati Minori, godendo di molta stima fra i confratelli. La sua fede era profondamente cristologica e mariana. Nell’apostolato si lasciava guidare da una visione soprannaturale delle cose. Nel suo profilo colpiscono alcuni elementi tipicamente francescani come la fiducia nella preghiera e l’insistenza nel richiederla ai fedeli, soprattutto ai bambini. Di fronte a situazioni complesse affiorava il suo spirito di sacrificio e di mortificazione. Da Vescovo, benché fosse già malato, riuscì ad attirare molta gente. Fu prudente, ma anche aperto culturalmente e particolarmente attento alla formazione dei giovani.

I Consultori diedero unanimemente voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 6 giugno 2017. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato l’iter della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che egli fu animato da profonda fede, nutrita di preghiera e di silenzio. La sua indefessa carità verso i più bisognosi si manifestò soprattutto verso i terremotati, nel 1930, e gli sfollati di Foggia, nel bombardamento del 1943. Nell’ultimo periodo della sua vita, fiaccato dal male che lo affliggeva, diede testimonianza eroica di speranza e di abbandono alla Divina Provvidenza. Si può riconoscere nel Venerabile Servo di Dio l’esercizio di una vita cristiana e religiosa che seppe fare della comunione e del servizio disinteressato al popolo di Dio il suo stile di vita.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.