Causa in corso
Ambrogio Grittani
- Venerabile Servo di Dio -

Ambrogio Grittani

(1907 - 1951)

Venerabilità:

- 26 gennaio 2018

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano e Fondatore delle Oblate di San Benedetto Giuseppe Labre, nei poveri e nei moribondi incontrava il Signore. La sua attività a favore degli ultimi fu strettamente connessa con la missione sacerdotale il cui fine era la salus animarum

  • Biografia
Non ebbe timore di “sporcarsi le mani”, arrivando a toccare le miserie e le piaghe del prossimo bisognoso

 

    Il Venerabile Servo di Dio Ambrogio Grittani nacque a Ceglie del Campo (oggi quartiere di Bari, Italia) l’11 ottobre 1907. Rimasto orfano di entrambi i genitori, nel 1912, insieme ai quattro fratelli, si trasferì a Bitritto, presso la casa dello zio, divenuto loro tutore. Nel 1928, entrò nel Seminario di Bari e, nel 1924, passò al Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.

    Fu ordinato presbitero il 25 luglio 1931 e, qualche mese dopo, conseguì la Laurea in Teologia, presso la Pontificia Università Gregoriana.

    Divenuto Vice Parroco della Matrice di Bitritto e Rettore della Chiesa di S. Luigi, nel 1933 fu inviato a Milano, per frequentare la Facoltà di Lettere Classiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Conseguita la Laurea nel 1938, venne chiamato a Molfetta, per insegnare latino nel Seminario Regionale.

    Nel 1939 prestò il suo ministero presbiterale nella Parrocchia “Sacro Cuore” a Molfetta e come Assistente dell’Azione Cattolica. Mentre collaborava con il Bollettino Diocesano, nel 1940 pubblicò il Piccolo Regolamento di vita spirituale.

    Nel 1941, mentre si trovava ad Assisi per partecipare ad un corso di esercizi spirituali, maturò la decisione di dedicare tutta la sua esistenza all’educazione spirituale degli ultimi e a lenire le ferite dell’anima e del corpo degli affamati dando loro un pasto quotidiano e organizzando per loro incontri di catechismo. Con alcuni volontari, nel 1943, diede vita all’Opera Pia San Benedetto Giuseppe Labre, in ricordo del santo penitente povero e pellegrino, vissuto nel Settecento e detto il “vagabondo di Dio”. Nel 1945 la sua attività fu ampiamente riconosciuta e approvata dai presuli pugliesi. Per sostenere l’impegno gravoso dell’opera iniziata, fondò la Congregazione delle Oblate di “San Benedetto Giuseppe Labre”.

    Dal 1948 iniziò la costruzione della casa per accogliere gli accattoni. Innumerevoli problemi economici e burocratici non ostacolarono la realizzazione del progetto ma, la salute già malferma del Servo di Dio fu messa a dura prova dalle tante preoccupazioni. Sentendo ormai vicina la morte nominò la sorella Maria e le prime quattro Oblate sue eredi universali.

Morì il 30 aprile 1951 a Molfetta (Italia).

    Il Venerabile Servo di Dio visse in maniera profonda la fede, la speranza e la carità. Nei poveri e nei moribondi incontrava il Signore. La sua attività a favore degli ultimi fu strettamente connessa con la missione sacerdotale il cui fine era la salus animarum. Nello stemma delle Oblate volle un Cuore trafitto da tre frecce, indicanti il servizio ai poveri, quello ai presbiteri anziani e quello ai ricchi bisognosi di conversione. Condusse una vita austera, caratterizzata da grande umiltà. La sua notevole statura morale e spirituale divenne apprezzabile da tutti attraverso la testimonianza di straordinaria carità.

    Egli non solo si occupava dell’organizzazione e dell’amministrazione dell’Opera, ma compiva in prima persona gli incarichi più umili a favore del prossimo. Svolgeva personalmente la questua per ottenere i fondi necessari ad assistere quotidianamente i poveri. Non ebbe timore di “sporcarsi le mani”, arrivando a toccare le miserie e le piaghe del prossimo bisognoso. Non trascurò la cura spirituale, anche attraverso la predicazione di esercizi. Con la sua semplicità ed affabilità fu capace di parlare a tutti, poveri e benestanti, potenti e senza fissa dimora. La sua spiritualità era centrata sull’amore all’Eucaristia e la preghiera personale scandiva le sue giornate. Fu devoto della Madre di Dio, di Santa Gemma Galgani e di San Benedetto Giuseppe Labre, ai quali dedicò l’Opera.

    Grittani visse le virtù in modo eroico ed operò sempre nella prospettiva di un recupero umano, morale e spirituale dei poveri, in uno stile da non ridurre la carità a sola assistenza sociale, ma anche a manifestare il perché e per chi si compiono quelle opere d’amore rivolte al povero, che è sempre icona di Cristo.