Causa in corso
Antonietta Giugliano
- Venerabile Serva di Dio -

Antonietta Giugliano

(1909 - 1960)

Venerabilità:

- 21 dicembre 2018

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Povere Ancelle di Cristo Re; diresse l’Istituto con saggezza, difendendolo con energia e coraggio anche nelle inevitabili difficoltà, che si frapposero al suo cammino. Non mancarono sacrifici, privazioni, defezioni delle suore, ed anche calunnie che, seppure nella sofferenza, fecero emergere ancor più luminose le sue virtù

  • Biografia
"Ritirata e religiosa, incline alla pietà verso Dio e all’amore verso i poverelli, per i quali avvertiva un trasporto straordinario”

 

La Venerabile Serva di Dio Antonietta Giugliano Nacque a New York, negli USA, l’11 luglio 1909, terzogenita di Francesco e Antonietta Moccia, italiani emigrati dalla nativa Afragola (Napoli) e battezzata il 15 agosto 1909. Nel 1915, in seguito alla prematura morte della giovane moglie, il padre decise di ritornare in Italia conducendo con sé le tre figlie. Antonietta, che era la più piccola, fu allora affidata all’azione educativa delle Suore della Carità del Reale Educandato Regina Coeli di Napoli. In questo ambiente ricevette la prima comunione il 31 maggio 1916 e perfezionò le sue doti di ascolto, di riflessione e di preghiera. Rientrata in famiglia nel 1921 continuò la sua formazione scolastica ad Afragola.

Intanto sentiva germogliare in sé l’attrattiva per una vita “ritirata e religiosa, incline alla pietà verso Dio e all’amore verso i poverelli, per i quali avvertiva un trasporto straordinario”. Con questi sentimenti la giovane si impegnò a coltivare la sua vita interiore, dandosi un minuzioso ed esigente Regolamento di vita cristiana. In tal modo mirava a valorizzare ogni momento della giornata nell’esatto adempimento dei propri doveri, nell’esercizio di opere di carità, nel coltivare il dialogo con Gesù attraverso atti di amore, santi propositi, ferventi preghiere e generose privazioni. Pur essendo una ragazza avvenente e di buona posizione sociale, non pensava a contrarre un matrimonio vantaggioso, come invece auspicavano i familiari. Il suo cuore spaziava verso i vasti orizzonti di un amore di dilezione a vantaggio di molti.

L’incontro con una cugina suora destò in Antonietta il desiderio di poterla imitare nella scelta missionaria. L’umiltà ed il senso della propria debolezza la indussero però a chiedere consiglio ad un suo cugino sacerdote. Questi la indirizzò a sua volta al francescano Padre Sosio Del Prete, oggi Venerabile, vicario del convento di Sant’Antonio di Afragola, stimato da tutti per le sue infaticabili opere di bene e di carità.

Morto il padre, 1929, Antonietta ereditò un cospicuo patrimonio; il 29 novembre 1930, ormai maggiorenne, incontrò per la prima volta Padre Sosio che riconobbe l’autenticità del suo percorso di fede, ne vagliò la perseveranza, la fortezza, la prudenza e la guidò in un cammino di approfondimento e di discernimento. Egli comprese che era lei l’anima che la Provvidenza gli metteva al fianco per avviare, insieme, una nuova opera caritativa in risposta alle emergenze sociali del luogo: il soccorso alla vecchiaia abbandonata e ai “figli del popolo”. Le vite dei Fondatori, da quel momento in poi, si intrecciarono strettamente per dare inizio all’apostolato delle Piccole Ancelle di Cristo Re.

Utilizzando l’eredità paterna Antonietta acquistò in Afragola un fabbricato, vicino al convento francescano, che divenne la culla della nuova istituzione. Ricevuto l’abito religioso il 20 ottobre 1935, assunse il nome di suor Antonietta di Gesù e come norma di vita, per sé e le sue compagne, la Regola del Terz’Ordine Regolare di S. Francesco, impegnandosi nel consolidamento e nella diffusione della nuova famiglia religiosa, di cui fu la prima superiora generale fino alla morte. In un periodo storico e in un contesto sociale particolarmente difficili, la Serva di Dio si dispose ad affrontare ogni sacrificio e umiliazione pur di alleviare le miserie umane, ma anche a prevenirle, mediante l’istruzione dei ragazzi poveri. Per provvedere agli anziani e ai fanciulli fu vista questuare per le strade del paese senza alcun timore. Nei poveri infatti vedeva e amava il Cristo, scelto con radicalità e totalità di cuore.

Accoglienza, rispetto, tenerezza, gratitudine, stima, furono le caratteristiche della relazione della Venerabile Serva di Dio con le persone che incontrò sul proprio cammino. Nutrì una profonda fiducia verso la Provvidenza, si affidò alla potenza della preghiera per discernere ed attuare la volontà di Dio. Orientò ogni suo gesto alla gloria del Signore, scegliendo per sé uno stile di povertà e di servizio, con il quale onorò la più autentica spiritualità francescana.

Diresse l’Istituto con saggezza, difendendolo con energia e coraggio anche nelle inevitabili difficoltà, che si frapposero al suo cammino. Non mancarono sacrifici, privazioni, defezioni delle suore, ed anche calunnie che, seppure nella sofferenza, fecero emergere ancor più luminose le sue virtù e quelle del Venerabile Padre Sosio.

In piena sintonia con il Fondatore, la Serva di Dio ne raccolse l’eredità spirituale e materiale, portando avanti, dopo la sua morte nel 1952, un’azione apostolica straordinaria e confermandosi maestra e formatrice.

La sua salute iniziò a dare i primi segnali di cedimento nella primavera del 1960, allorché le fu diagnosticato un cancro. Nonostante le cure mediche, la malattia si andò aggravando ed espandendo. La Venerabile Serva di Dio si conformò eroicamente alla volontà del Signore, trovando coraggio e conforto nella preghiera. L’unica preoccupazione fu per lei essere lontana dalle opere di carità e dalle sorelle. Morì serenamente l’8 giugno 1960. Le esequie furono celebrate due giorni dopo nel santuario di Sant’Antonio di Padova in Afragola. Il 4 giugno 1993 la salma fu traslata nella cappella della Casa-Madre, dove riposa anche il Fondatore.