Causa in corso
Augusto Giuseppe Hlond
- Venerabile Servo di Dio -

Augusto Giuseppe Hlond

(1881 - 1948)

Venerabilità:

- 19 maggio 2018

- Papa  Francesco

Della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, Arcivescovo di Gniezno e Varsavia, Primate di Polonia, Cardinale di Santa Romana Chiesa, Fondatore della Società di Cristo per gli Emigranti; non esitò a difendere il suo popolo prima dai nazisti, poi dal bolscevismo ateo. Servo fedele ed obbediente, si mostrò generoso e forte nelle prove. Nonostante la sua posizione, si mantenne umile, austero, aperto alla carità, che espresse soprattutto nell’incessante preoccupazione della salvezza delle anime

  • Biografia
Il motto salesiano – da mihi animas caetera tolle – divenne il suo progetto di vita

 

    Il Venerabile Servo di Dio Augusto Giuseppe Hlond nacque il 5 luglio 1881 a Brzęczkowice (Polonia), in una famiglia di principi solidamente cattolici e patriottici. Nel 1893, attratto dalla fama di San Giovanni Bosco, seguì il fratello maggiore e partì per l’Italia, riprendendo gli studi presso il ginnasio salesiano di Valsalice, dove fondò insieme ad altri giovani polacchi l’Associazione di S. Stanislao Kostka. Nel 1896, entrò nel noviziato salesiano a Foglizzo Canavese e, dopo il percorso formativo, il 3 ottobre 1897 emise la professione perpetua dei voti religiosi. Nello stesso anno venne mandato a Roma per studiare alla Pontificia Università Gregoriana dove, nel 1900, conseguì il dottorato in filosofia. Tornato in Polonia, il 23 settembre 1905 fu ordinato sacerdote e si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università Jagellonica di Cracovia. Nel 1907 divenne superiore del nuovo Istituto Salesiano a Przymyśl e, nel 1909, di quello di Vienna. Nel 1919 fu nominato primo Superiore della nuova Ispettoria tedesco-ungarica, con sede a Vienna.

    Dopo la ridefinizione dei confini polacchi in forza dei trattati internazionali, il 15 novembre 1922 venne nominato dal Papa Pio XI Amministratore Apostolico dell’Alta Slesia (Polonia) e, il 14 dicembre 1925, Vescovo della nuova Diocesi di Katowice. Il 24 giugno 1926 fu trasferito alle sedi arcivescovili di Gniezno e Poznań, e quindi divenne Primate di Polonia. Il 22 dicembre 1927 fu creato Cardinale da Pio XI. Per assicurare un’assistenza spirituale stabile ai connazionali trasferiti all’estero, l’8 settembre 1932 fondò la Società di Cristo per gli emigrati polacchi. Partecipò al conclave nel marzo del 1939 che elesse Papa Pio XII.

    Dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista il 1o settembre 1939, si recò a Roma per informare Pio XII della tragica situazione della popolazione polacca e denunciare al mondo le atrocità compiute dai tedeschi. Nella seconda metà del mese di settembre chiese ai tedeschi di poter rientrare nella Polonia, ma la sua richiesta fu respinta. Nel 1940 partì per Lourdes e nel 1943 si trasferì nell’abbazia benedettina a Hautecombe, sul lago di Bourget (Savoia). Nello stesso anno pubblicò anonimamente una relazione sulla persecuzione nazista della popolazione e della Chiesa in Polonia e dello sterminio degli Ebrei polacchi e di altri paesi europei da parte dei tedeschi. Arrestato dalla Gestapo il 2 febbraio 1944 e condotto a Parigi, rifiutò categoricamente ogni proposta di collaborazione con il regime nazista. Trasferito e internato a Bar-le-Duc (Meuse) e Wiedenbrück (Westfalia), fu liberato dai soldati americani il 1o aprile 1945 e tornò a Roma.

    Arrivato a Poznań il 20 luglio 1945 e autorizzato in forza delle facoltà specialissime ricevute dalla Santa Sede, iniziò a ricostruire la vita religiosa disintegrata dalla guerra. Il 6 aprile 1946 fu nominato Arcivescovo di Varsavia, conservando la sede primaziale di Gniezno.

    Morì il 22 ottobre 1948 a Varsavia (Polonia).

    Il venerabile Servo di Dio fu un luminoso esempio di religioso salesiano e di Pastore della Chiesa. Non esitò a difendere il suo popolo prima dai nazisti, poi dal bolscevismo ateo. Servo fedele ed obbediente, si mostrò generoso e forte nelle prove. Nonostante la sua posizione, si mantenne umile, austero, aperto alla carità, che espresse soprattutto nell’incessante preoccupazione della salvezza delle anime.

    Il motto salesiano – da mihi animas caetera tolle – divenne il suo progetto di vita. La sua vita fu scandita dalla preghiera, con la celebrazione dell’Eucaristia al mattino, la prolungata adorazione davanti al SS. Sacramento, la Confessione settimanale e la devozione alla Vergine Maria, invocata sotto il titolo di Ausiliatrice. La virtù della speranza si manifestò innanzitutto nel suo impegno a riportare gli uomini alla vita di fede, nella fondazione della Società di Cristo e dell’Azione Cattolica e nell’opera di ricostruzione delle Chiese e delle Opere dell’Arcidiocesi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Da fedele figlio di don Bosco, ebbe una predilezione per i giovani, che desiderava condurre alla santità.