Causa in corso
Bernardo di Baden
- Venerabile Servo di Dio -

Bernardo di Baden

(1428/29 - 1458)

Venerabilità:

- 08 novembre 2017

- Papa  Francesco

Marchese di Baden; fu un uomo dedito alla preghiera e alla vita sacramentale. Si spese in opere di carità, dividendo in tre parti i suoi beni, riservandone una per sé e donando le altre due alla Chiesa e ai poveri

  • Biografia
Seppe ben coniugare gli ideali cavallereschi del basso Medioevo con l’opera di concordia, di giustizia sociale, di soccorso alle vedove, agli orfani e agli indigenti

 

Il Beato Bernardo di Baden nacque tra la fine del 1428 e gli inizi del 1429 nel castello di Hohenbaden, presso Baden, secondogenito del margravio Giacomo I di Baden e di Caterina di Lorena. Insieme al fratello maggiore Carlo, fu destinato a essere futuro reggente del margraviato, mentre i tre fratelli minori Giovanni, Giorgio e Marco, abbracciarono la carriera ecclesiastica, divenendo, rispettivamente, Vescovo di Treviri, Vescovo di Metz e canonico del Duomo di Strasburgo. Nel 1442, il Beato fu presentato dal padre all’Imperatore Federico III a Francoforte e, fino al 1445, soggiornò ad Angers, alla corte di Renato d’Angiò. Nel 1448 chiese e ottenne dalla Penitenzieria Apostolica la facoltà di avere stabilmente al suo seguito il padre francescano conventuale Johannes Herrgott quale suo confessore e direttore spirituale.

Tornato in Patria, il Beato si fermò a Baden dal 1448 al 1453, assumendo gradualmente la reggenza del margraviato assieme al fratello Carlo. Nel 1453, alla morte del padre, il Beato divenne margravio. L’anno successivo, rinunciò al margraviato e si trasferì alla corte dell’Imperatore Federico III, che lo nominò praeses imperialis. Visse presso la corte dal 1454 al 1457, svolgendo attività diplomatica e amministrativa, distinguendosi per saggezza e lealtà. Nel 1456 intervenne in un arbitrato per garantire la pace tra l’Imperatore e i partiti a lui avversi. L’anno successivo, insieme al Vescovo Ulrico Hinnenberg, si presentò come plenipotenziario dell’Imperatore a Wiener Neustadt, per promuovere un’ulteriore pacificazione tra l’Imperatore e i suoi nemici. Alla corte imperiale ebbe modo di conoscere Silvio Enea Piccolomini (futuro Papa Pio II), cancelliere e rappresentante pontificio presso l’Imperatore, che conservò di Bernardo un bel ricordo, ammirandone ed elogiandone le virtù.

Nel 1458 Bernardo partì per la Francia e, successivamente, per l’Italia, per una missione diplomatica. A Chambéry, poté sostare in preghiera davanti alla Sindone. Giunto a Genova con circa venti cavalieri, vi trovò la peste e dovette lasciare la città. Fu ospitato per due settimane a Voltaggio e, successivamente, partì verso Torino. Ammalatosi di peste, si fermò con la sua scorta a Moncalieri, dove morì nella notte del 15 luglio 1458. Fu sepolto lo stesso giorno nella chiesa collegiata di Santa Maria della Scala di Moncalieri.

ITER DELLA CAUSA

Considerata la fama signorum et miracolorum di cui godeva il Beato Bernardo, il Prevosto ed i Canonici della Collegiata di Moncalieri, con una Lettera del 27 maggio 1461, chiesero all’Arcivescovo di Treviri, Monsignor Johann von Baden, fratello del Beato, di iniziare il processo di canonizzazione.

Nel 1470 la Duchessa Iolanda di Savoia fece raccogliere la documentazione in merito alle virtù e a ventidue presunti miracoli di Bernardo di Baden, mediante un Processus et informationes de sanctitate Beati Bernardi Badensis Marchionis. In un Processo, sollecitato da Papa Sisto IV al Vicario Generale di Torino Monsignor Guglielmo Caccia, furono raccolte altre trentotto testimonianze di altrettanti presunti miracoli. I due Processi furono inviati a Roma.

Su richiesta del Margravio Augusto Giorgio di Baden, il Processo di Beatificazione ebbe luogo a Torino dal 31 luglio 1767 a1 25 maggio 1768, durante il quale furono raccolte le prove circa l’esistenza di culto antico. Il Tribunale raccolse la deposizione di diciotto testi, otto dei quali ex officio.

Il 16 settembre 1769 Papa Clemente XIV riconobbe il culto ab immemorabili tempore praestito a Bernardo di Baden, concedendo Messa e Ufficio in suo onore.

L’11 maggio 1958 venne presentata a Pio XII una richiesta di ripresa della Causa, a cui il Pontefice diede il proprio consenso il 24 maggio successivo che fu confermato da Giovanni XXIII.

Ripresa la Causa, si volse un’Inchiesta Diocesana presso la Curia ecclesiastica di Freiburg im Breisgau (Germania) dal 10 gennaio 2011 al 21 novembre 2012, in trentotto Sessioni, durante le quali vennero escussi trentacinque testi, di cui nove ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 24 gennaio 2014.

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Preparata la Positio super virtutibus, in vista della canonizzazione, la seduta dei Consultori Storici si tenne il 5 maggio 2015.

A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI SUPER VIRTUTIBUS

Si svolse il 20 settembre 2016. I Consultori prescritti evidenziarono la significativa e perdurante fama di santità e segni del Beato, il quale fu un uomo dedito alla preghiera e alla vita sacramentale. Si spese in opere di carità, dividendo in tre parti i suoi beni, riservandone una per sé e donando le altre due alla Chiesa e ai poveri. Il Beato risentì molto della spiritualità di san Bernardo e soprattutto desiderava obbedire al Papa Callisto III e all’ideale da lui proposto di partecipare ad una Crociata. Fu un uomo coerente con la sua scelta cristiana.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 17 ottobre 2017.

L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Beato, si soffermò a esaminare l’esercizio eroico delle virtù. Il Beato partecipava quotidianamente alla Santa Messa, si confessava due volte al mese, dedicava varie ore al giorno alla preghiera contemplativa, anche con la recita del breviario e dell’Ufficio della Beata Vergine Maria. A tale vita di preghiera associava un altrettanto forte impegno penitenziale e una vita di grande moderazione e mortificazione, con uno spirito di vigilanza, penitenza e digiuno. Numerose sono le testimonianze processuali circa il suo amore per i poveri e la sollecitudine nel soccorrere i malati e i bisognosi. Seppe ben coniugare gli ideali cavallereschi del basso Medioevo con l’opera di concordia, di giustizia sociale, di soccorso alle vedove, agli orfani, agli indigenti e con un deciso orientamento verso la riconciliazione degli animi e la pace tra gli Stati.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza unanimemente affermativa.