Causa in corso
Bernardo Mattio
- Venerabile Servo di Dio -

Bernardo Mattio

(1845 - 1914)

Venerabilità:

- 03 marzo 2016

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, Parroco; fu sempre prodigo verso le persone più bisognose. Particolare attenzione dedicò agli orfani, agli anziani, alle famiglie in difficoltà e agli ammalati, incentivando apposite attività assistenziali

  • Biografia
Nutriva la predicazione, la catechesi e le attività caritative e sociali con un’intensa vita di preghiera

 

Il Venerabile Servo di Dio Bernardo Mattio nacque a Saluzzo (Italia) il 2 gennaio 1845, in una modesta famiglia di agricoltori. Dopo essere stato educato alla vita di preghiera dalla madre ed aver aiutato i genitori nei lavori della campagna, all’età di otto anni e mezzo fece la dolorosa esperienza della morte del fratello che aveva manifestato la volontà di diventare sacerdote. In tale occasione, lo stesso Venerabile Servo di Dio disse alla madre che lui stesso sarebbe diventato sacerdote. Nel 1861, entrò nel Seminario Diocesano e, compiuti gli studi, ricevette l’ordinazione sacerdotale il 22 maggio 1869. Dopo aver svolto vari servizi pastorali, dal 1873 al 1914 fu parroco di Dronero, spendendo la sua vita e le sue capacità a favore dei parrocchiani. Il suo ministero era fondato sulla pastorale dei Sacramenti, sulla pietà e devozione popolare, in particolare alla Madre di Dio e a San Giuseppe. Il Servo di Dio curò la predicazione, la catechesi parrocchiale e scolastica, i pellegrinaggi e l’assistenza ai malati e ai moribondi, specialmente durante le epidemie di colera, del 1884, e di tifo, nel 1906.

Fondò la Biblioteca circolante per incentivare la buona lettura; diede inizio al Laboratorio San Giuseppe per giovani operai e operaie, e alla scuola-laboratorio femminile “Giuseppina Savio”. Fondò, inoltre, l’Ospizio San Giuseppe per l’accoglienza dei ragazzi orfani, l’Opera del pane di Sant’Antonio per aiutare gli indigenti, il Ricovero dei poveri vecchi e, un anno prima della morte, aprì la Casa della divina Provvidenza per le ragazze portatrici di handicap.

Colpito da broncopolmonite, morì l’11 aprile 1914 a Dronero (Cuneo, Italia).

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Saluzzo (Italia), dal 9 ottobre 1999 al 14 agosto 2002, in quattordici Sessioni, con la raccolta delle prove documentali e l’escussione di ventisette testi, di cui tre ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 30 gennaio 2004.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 10 febbraio 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio fu sempre prodigo verso le persone più bisognose. Particolare attenzione dedicò agli orfani, agli anziani, alle famiglie in difficoltà e agli ammalati, incentivando apposite attività assistenziali. In connessione con le opere di carità, si trovò a gestire ingenti capitali rivelandosi abile amministratore per il bene dei parrocchiani e per la maggior gloria di Dio. La sua intensa operosità si intrecciò con una profonda vita spirituale, sapendo condurre il suo ministero con grande equilibrio fra azione e contemplazione.

Al centro della sua spiritualità ci fu la Croce di Cristo che motivò la continua esortazione ai fedeli ad orientarsi sempre più a Dio nella prospettiva del Paradiso. Durante la Guerra di Libia si offrì vittima per i soldati provenienti dalla sua parrocchia di Dronero. Si preoccupò della formazione dei suoi parrocchiani, prestando particolare attenzione alla predicazione e favorendo le vocazioni sacerdotali e religiose.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Servo di Dio (9 su 9).

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si svolse il 23 febbraio 2016. L’Em.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa ed il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, ne sottolineò l’esercizio virtuoso delle virtù teologali e cardinali. In particolare, nutriva la predicazione, la catechesi e le attività caritative e sociali con un’intensa vita di preghiera. Si sentiva responsabile dei parrocchiani e desiderava ardentemente condurli tutti nella via della salvezza eterna. Coltivò la comunione fraterna con gli altri sacerdoti, con tutti i fedeli, in particolare gli indigenti e gli ammalati. Compiva in prima persona le opere di carità, aiutando personalmente i poveri per la loro pulizia. Fu un parroco esemplare, dedicato instancabilmente ai fedeli in tutte le loro necessità spirituali e materiali, proprio perché totalmente concentrato in Dio solo. Significativa e attuale la sua sollecitudine pastorale per le famiglie, specie quelle più povere, e per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.