Causa in corso
Carlo Salerio
- Venerabile Servo di Dio -

Carlo Salerio

(1827 - 1870)

Venerabilità:

- 13 maggio 2019

- Papa  Francesco

Sacerdote dell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi, Fondatore dell’Istituto delle Suore della Riparazione, assiduo adoratore dell’Eucaristia, trascorreva tante ore davanti al tabernacolo e nella celebrazione della Messa si immergeva totalmente nell’amore verso Dio, centro e cuore della sua esistenza

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Diede sempre fondamentale importanza al ministero della riconciliazione e all’annunzio della Parola, insieme alla direzione spirituale di tante anime che si affidavano

 

    Il Servo di Dio Carlo Salerio nacque il 22 marzo 1827 a Milano (Italia). Nel 1839 entrò nel seminario minore di Seveso, continuando la formazione a Monza e poi a Milano, dove conobbe il Ven. Servo di Dio Mons. Angelo Ramazzotti, fondatore del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME).

    Il 25 maggio 1850, fu ordinato sacerdote e, in accordo con l’Arcivescovo di Milano, Card. Bartolomeo Carlo Romilli, entrò nel seminario delle Missioni Estere. Nel 1852, insieme a due confratelli, partì per la Micronesia, nell’isola di Woodlark. Il Servo di Dio con i suoi compagni trascorse due anni carichi di sofferenze sia per l’indifferenza degli indigeni che per le malattie, che gli causavano forti febbri.

    Nel 1855 il Servo di Dio andò a Sydney per ricevere le cure adeguate ma, tre anni dopo, a causa di una tubercolosi renale, dovette rientrare in comunità a Milano dove, oltre ad insegnare inglese, si adoperò come predicatore e sostenitore di opere di carità.

    Insieme alla Serva di Dio Carolina Orsenigo, nel 1859, diede inizio all’Istituto delle Suore della Riparazione, per l’aiuto alle donne in difficoltà.

    Nel 1869 la sua salute peggiorò a causa delle febbri malariche e, il 29 settembre 1870, morì nel seminario San Calogero del PIME a Milano.

    Il Servo di Dio, destinato alla missione nell’isola di Woodlark, operò in situazioni difficili e pericolose, manifestando generosità nell’affrontare qualsiasi sacrificio per la gloria di Dio e il bene del prossimo. Sebbene debilitato, rientrando in Italia, continuò la sua attività pastorale, dedicandosi alla formazione dei giovani destinati alle missioni, alla predicazione, alle confessioni e alla direzione spirituale. Molte furono le sue opere di carità verso poveri, carcerati e derelitti. Per sua iniziativa sorse l’Istituto delle Suore Riparatrici, votate alla riparazione dei peccati, al rinnovamento della società attraverso la preghiera e all’aiuto alle giovani donne. Fu un sacerdote ricco di intelligenza e umanità. Affrontò con fede le molte difficoltà, abbandonato alla volontà di Dio.

 

MEDIOLANENSIS

 

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

CAROLI SALERIO

Sacerdotis Instituti pro Missionibus Exteris

Fundatoris Instituti Sororum a Reparatione

(1827-1870)

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Super Virtutibus

 

    «In Charitate Redemptio».

 

    Questa espressione rappresenta il programma di vita del Servo di Dio Carlo Salerio e delle religiose da lui fondate: salvare le anime nell’amore di Cristo, sollevando i fratelli dalla miseria materiale e morale. Nella sua breve ma operosa esistenza, egli tenne fede a questo motto, prima in terra di missione, poi nel cuore della città di Milano, nella quale si dedicò alla predicazione e alle confessioni e fondò una congregazione religiosa per il recupero e l’educazione delle giovani in situazioni di pericolo e disagio.

    Il Servo di Dio nacque a Milano il 22 marzo 1827, da una famiglia di commercianti di discreto livello sociale e profondamente religiosa, tanto che anche due dei suoi fratelli scelsero uno il sacerdozio e un altro la vita religiosa. Compì i primi studi nei seminari di S. Pietro di Seveso e poi di Monza, quindi nel Seminario Maggiore di Milano in un periodo segnato dalla prima guerra di indipendenza, combattuta dal Regno di Sardegna e dai patrioti italiani contro l’Impero austriaco. Come tanti sacerdoti e seminaristi, anche il Servo di Dio, animato dallo spirito patriottico risorgimentale e dall’amore per la libertà della Chiesa, ebbe parte attiva nelle Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848). Il Servo di Dio partecipò anche all’assedio di Mantova come portabandiera del battaglione degli studenti, formato in gran parte da seminaristi. La vittoria austriaca riportò il Lombardo-Veneto sotto il controllo di Vienna e la Chiesa milanese, che aveva simpatizzato e parteggiato per l’insurrezione anche ai suoi massimi vertici, rientrò progressivamente nei consueti rapporti di dipendenza dal governo imperiale.

    Dopo la guerra il Servo di Dio riprese gli studi teologici e fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1850. Grazie all’opera di sensibilizzazione missionaria di padre Paul-Laurent-Marcel Supriès (1800-1888) – già membro della Société des Missions Etrangères di Parigi, missionario in India e a quel tempo monaco presso la Certosa di Pavia – il Servo di Dio e molti altri giovani milanesi iniziarono a coinvolgersi nell’impegno missionario, specie nelle terre che si trovavano nei luoghi più lontani e inospitali, difficili da raggiungere e dove appariva difficoltoso l’annuncio del Vangelo. In questo contesto di ansia missionaria, il Venerabile padre Angelo Francesco Ramazzotti (1800-1861) – già superiore degli Oblati missionari di Rho, poi vescovo di Pavia e patriarca di Venezia – diede vita nella sua casa paterna di Saronno al Seminario Lombardo per le Missioni Estere, poi trasferito a Milano, e destinato in futuro a dare origine al Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME). I primi due preti ambrosiani a entrare nel neonato seminario missionario furono proprio il Servo di Dio e il beato martire Giovanni Mazzucconi (1826-1855). Il Servo di Dio, i sacerdoti Giovanni Mazzucconi, Paolo Reina, Timoleone Raimondi e due catechisti furono i primi missionari che partirono dal seminario alla volta dell’Oceania, con destinazione l’isola di Woodlark (oggi Muyua, nella Diocesi di Alotau-Sideia – Papua Nuova Guinea), e un’altra isola nello stesso arcipelago della Melanesia. Essi sostituirono un gruppo di Maristi francesi che si andavano ritirando da quella missione, resa particolarmente difficile dalla resistenza opposta dagli indigeni alla loro predicazione. La missione si rivelò effettivamente non solo difficoltosa ma anche pericolosa: un catechista morì di malaria, padre Mazzucconi perse la vita per mano degli indigeni e lo stesso Servo di Dio corse serio pericolo di essere ucciso e divorato dai cannibali. I missionari superstiti dovettero tornare in patria.

    Il Servo di Dio fu costretto a sostare per qualche tempo a Sidney, in Australia, per ristabilirsi in salute e poter affrontare il viaggio di ritorno. Nel pur breve periodo di missione era riuscito a imparare la lingua indigena, a raccogliere cimeli e tracciare disegni e carte geografiche del luogo, che egli portò in patria unitamente al suo diario di missione. Dopo questa dura esperienza che segnò tutta la sua vita, il Servo di Dio tornò nel seminario di Milano, dove offrì il suo servizio di educatore dei giovani missionari e di apostolo delle missioni. Si distinse pure per il ministero della predicazione e della confessione, anche in lingua inglese.

    In quegli anni maturò in lui l’idea di una fondazione religiosa femminile, che poté realizzare dopo aver incontrato Carolina Orsenigo (1822-1881), una pia donna dedita alla preghiera e alla carità sociale insieme a un gruppo di signore. La nuova fondazione, alla quale il Salerio e la Orsenigo diedero vita nel 1859, era un “pio consorzio”: di fatto era un istituto religioso, ma non nella forma giuridica, onde evitare le leggi soppressive delle congregazioni religiose che gli Stati in quel tempo emanavano per colpire la vita e l’attività della Chiesa Cattolica.

    Lo scopo principale del nuovo istituto, chiamato Consorzio delle Pie Signore della Casa di Nazareth (ora Istituto delle Suore della Riparazione), era la riparazione dei peccati e il rinnovamento della società attraverso la preghiera di adorazione eucaristica e il servizio concreto alle giovani donne esposte a pericoli di varia natura; soprattutto fu capillare l’opera a favore delle ragazze provenienti dal carcere, dalla strada e la prevenzione per le più piccole provenienti da famiglie con particolari disagi. Nel 1867 il pio consorzio si unì a un’analoga istituzione fondata a Venezia da mons. Daniele Canal e dalla Venerabile Anna Maria Marovič (1825-1887).

    Il Servo di Dio, che continuò a risiedere presso il Seminario Lombardo per le Missioni Estere, seguì l’istituto da lui fondato, che guidò con fermezza e saggezza nei passi iniziali e nella fondazione delle prime case, continuando il suo apostolato sacerdotale con la predicazione e la direzione spirituale.

    Nel profilo spirituale di Carlo Salerio risplende la fede convinta, la speranza incrollabile, la carità condotta fino ai vertici dell’eroismo. La sua vita interiore, che dava senso e fondamento alla sua attività apostolica, si nutriva di preghiera e di contemplazione, in particolare del mistero del Verbo di Dio che, incarnandosi, si è reso vicino a ciascuno di noi, soprattutto ai poveri. Assiduo adoratore dell’Eucaristia, trascorreva tante ore davanti al tabernacolo e nella celebrazione della Messa si immergeva totalmente nell’amore verso Dio, centro e cuore della sua esistenza. Nutriva profondo amore e filiale venerazione per la Vergine Maria, alla cui intercessione si affidava in ogni circostanza. Animato da zelo apostolico, P. Carlo diede sempre fondamentale importanza al ministero della riconciliazione e all’annunzio della Parola, insieme con la direzione spirituale di tante anime che si affidavano alla sua prudenza e alla sua paternità.

    Il Servo di Dio si spense il 29 settembre 1870, consumato anzitempo dalla tisi.

    Il perdurare e il diffondersi della sua fama di santità non solo in Italia ma anche nei Paesi dove le Suore della Riparazione svolgono oggi il loro servizio (in particolare nel Myanmar e Brasile), indusse a iniziare la Causa per la canonizzazione. L’Inchiesta diocesana fu condotta presso la Curia arcivescovile di Milano dal 1° marzo al 2 ottobre 2004. La validità degli atti venne riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 14 dicembre 2008. Preparata la Positio, il 23 giungo 2015 ebbe luogo il Congresso dei Consultori Storici. Quindi si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato le virtù in grado eroico. Il 16 ottobre 2018 ebbe luogo, con esito positivo, la seduta dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 7 maggio 2019, presieduta da me, Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Presentata, quindi, un’attenta relazione di tutte queste fasi al Sommo Pontefice Francesco da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, il Beatissimo Padre, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, nel presente giorno ha dichiarato: Constano le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e di quelle annesse, in grado eroico, del Servo di Dio Carlo Salerio, Sacerdote dell’Istituto per le Missioni Estere e Fondatore dell’Istituto delle Suore della Riparazione, nel caso e per il fine di cui si tratta.

 

     Il Beatissimo Padre ha dato incarico di rendere pubblico questo decreto e di trascriverlo negli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    

     Roma, il giorno 13 del mese di maggio dell’anno del Signore 2019.

  

ANGELO Card. BECCIU

Prefetto

 

                                                            + MARCELLO BARTOLUCCI

                                                            Arcivescovo titolare di Bevagna

                                                        Segretario