Causa in corso
Elia dalla Costa
- Venerabile Servo di Dio -

Elia dalla Costa

(1872 - 1961)

Venerabilità:

- 04 maggio 2017

- Papa  Francesco

Cardinale di Santa Romana Chiesa, Arcivescovo di Firenze; la sua vita spirituale fu esemplare, come inconfondibile fu il suo stile episcopale. Umile e distaccato, soleva distogliere l’interesse dalla sua persona, per essere un servitore modesto e povero, lontano da onori e privilegi

  • Biografia
Si distinse per austerità di vita, ardore nel governo e dedizione pastorale. Fu un autentico profeta dei tempi

 

Il Venerabile Servo di Dio Elia Dalla Costa nacque a Villaverla (Vicenza, Italia) il 14 maggio 1872. Orfano di madre ad appena sei mesi di età, insieme con il fratello, fu affidato a una zia. Entrato in Seminario al termine del ginnasio, fu ordinato sacerdote il 25 luglio 1895. L’anno successivo, fu nominato insegnante di Lettere al Seminario di Vicenza. Per motivi di salute, nel 1899 il Venerabile Servo di Dio dovette lasciare l’insegnamento e svolgere il ministero pastorale nella parrocchia di Pievebelvicino. Nel 1902, fu assegnato a Pozzoleone in qualità di cappellano, e successivamente vicario economo ed, infine, parroco del luogo. Dal 1911 al 1923, svolse il ministero pastorale a Schio, divenendo punto di riferimento per i fedeli, durante la Prima Guerra Mondiale.

Nominato Vescovo di Padova il 23 maggio 1923, ricevette l’ordinazione episcopale il 12 agosto 1923. Si dedicò interamente al servizio della sua diocesi. Effettuò le visite pastorali, la celebrazione del sinodo diocesano e l’organizzazione del congresso missionario e catechistico.

Il 19 dicembre 1931, fu nominato Arcivescovo di Firenze, dove fece l’ingresso il 21 febbraio 1932. Fu creato Cardinale il 13 febbraio 1933. Come legato pontificio, presiedette al Concilio Plenario Etrusco, dal 3 al 7 maggio 1933, nella Basilica di Santa Maria Novella. In Diocesi promosse numerose iniziative pastorali e si prodigò senza sosta nell’assistenza materiale, morale e spirituale del suo popolo durante la Seconda Guerra Mondiale. Partecipò al Conclave per l’elezione di Pio XII avvenuta il 28 febbraio 1939.

Il 1° novembre 1950, prese parte alla proclamazione del dogma dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria. Nel 1954, ottenne come suo Coadiutore Mons. Ermenegildo Florit, a cui passò il governo dell’Arcidiocesi di Firenze nel 1958. Il Servo di Dio, ormai anziano, si ritirò nella preghiera, ma partecipò al Conclave per l’elezione di Giovanni XXIII in data 28 ottobre 1958. Le sue condizioni di salute si aggravarono il 17 dicembre 1961. Dopo aver ricevuto i sacramenti, morì a Firenze (Italia) il 22 dicembre 1961.

ITER GIURIDICO

Il Processo Cognizionale si svolse presso la Curia ecclesiastica di Firenze (Italia), dal 22 dicembre 1981 al 14 maggio 1988, in centoquaranta Sessioni, con l’escussione di cinquantaquattro testi, di cui due ex officio.

Furono istruiti due Processi Rogatoriali:

- a Vicenza (Italia), in sedici Sessioni, dal 10 maggio 1982 al 20 giugno 1983, per l’escussione di quindici testi;

- a Padova (Italia), in trenta Sessioni, dal 12 marzo 1983 all’8 marzo 1985, per l’escussione di dodici testi.

La validità giuridica dei Processi fu riconosciuta con il Decreto del 19 novembre 1993.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

L’esame delle virtù del Venerabile Servo di Dio fu effettuato anzitutto nel Congresso Peculiare che si svolse il 27 settembre 2016. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio spese la sua vita interamente per il popolo di Dio, con zelo apostolico e gioia interiore. I Teologi sottolinearono che l’eroicità delle virtù nel Venerabile Servo di Dio emerge nella quotidianità, attraverso il compimento della sua missione sacerdotale al servizio di Dio e dei fratelli. Ebbe particolarmente a cuore la formazione dei presbiteri. La sua vita spirituale fu esemplare, come inconfondibile fu il suo stile episcopale. Umile e distaccato, soleva distogliere l’interesse dalla sua persona, per essere un servitore modesto e povero, lontano da onori e privilegi. Fu animato da straordinaria carità pastorale che attuò con spirito paterno. Fu un uomo austero e riservato. Si aprì alla Grazia riuscendo ad elargire speranza e consolazione. La solida fede, nutrita di preghiera, lo portò all’unione con Dio. Abbandonato alla volontà del Signore, fu costante nella meditazione dei Misteri della Fede. Curò la predicazione del Vangelo e la liturgia; promosse la vita sacramentale. Si impegnò, altresì, nella catechesi e nell’apostolato fra i laici, soprattutto fra le famiglie e tra i giovani, avvertendo con spirito profetico le minacce che incombevano a causa della mentalità secolarizzata. Il difficile contesto storico e sociale in cui visse lo portò spesso a schierarsi con audacia a favore degli ultimi.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 25 aprile 2017. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, mise in rilievo la profondità della sua vita spirituale e la sua grande dedizione pastorale, che si trovarono in provvidenziale convergenza con lo stile e gli ideali politici del Venerabile Servo di Dio Giorgio La Pira, sindaco di Firenze. La fede del Venerabile Servo di Dio Elia Dalla Costa si esprime sotto vari aspetti: la centralità dell’Eucaristia, la lettura e meditazione della Sacra Scrittura e la devozione alla Vergine Maria. Coltivò la virtù della speranza soprattutto nella fiducia incondizionata verso Dio e nella serenità con cui affrontò ogni situazione. Radicato in una profonda unione con il Signore, mediante la preghiera, il Venerabile Servo di Dio intendeva compiere ogni dovere per amore di Dio. Si distinse per austerità di vita, ardore nel governo e dedizione pastorale. Fu un autentico profeta dei tempi. Del profeta Elia ebbe il nome, lo stile, il linguaggio, la novità radicata nell’antico, la severità e la dolcezza ma, soprattutto, la profonda dimensione interiore.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.