Causa in corso
Francesco Convertini
- Venerabile Servo di Dio -

Francesco Convertini

(1898 - 1976)

Venerabilità:

- 20 gennaio 2017

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; attraverso la sua testimonianza di carità, divenne un punto di riferimento anche per gli Hindu e i Musulmani, alcuni dei quali si convertirono al cristianesimo, pur con il rischio di essere perseguitati dagli stessi familiari.

  • Biografia
“Madre mia, io non ti ho mai dispiaciuto in vita, aiutami ora!”

 

Il Venerabile Servo di Dio Francesco Convertini nacque il 29 agosto 1898 a Locorotondo, in contrada “Papariello” (Bari, Italia). Rimasto orfano nel 1909, insieme al fratello fu affidato ai nonni e dovette iniziare a lavorare presso una masseria.

Chiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale, venne inviato sul fronte del Trentino. Dopo la disfatta di Caporetto, fu catturato e internato in un campo di concentramento in Polonia. Dopo quasi un anno in condizioni di freddo e di fame, fu liberato il 15 novembre 1918. Molto debilitato, contrasse la meningite, dalla quale riuscì a guarire.

Tornato dalla prigionia e recuperata la salute, entrò nella Guardia di Finanza a Torino dove conobbe il salesiano Don Angelo Amadei, che divenne suo confessore e guida spirituale. Conquistato dall’ardore dei missionari salesiani che partivano per l’India, il Venerabile Servo di Dio lasciò la fidanzata e chiese di entrare nella Congregazione Salesiana. Ricevuta la croce missionaria dal Beato Filippo Rinaldi, Rettore Maggiore, si imbarcò il 7 dicembre 1927 per raggiungere l’India dove, dopo aver completato la sua formazione, fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1935.

Inviato nel 1943 nella nuova missione di Krishnagar, divenne amico di tutti, pur senza parlare bene il bengalese. La sua bontà gli apriva il cuore e le case delle persone di ogni categoria e religione: cristiani, indù e musulmani.

All’inizio del 1975, le sue forze diminuirono progressivamente e, nell’ottobre successivo, ebbe un’embolia che gli paralizzò braccio e piede destro.

Morì a Krishnagar (India) 1’11 febbraio 1976, invocando la Vergine Maria: “Madre mia, io non ti ho mai dispiaciuto in vita, aiutami ora!”.

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Krishnagar (India), dal 12 dicembre 1997 al 20 giugno 2005, durante la quale venne raccolto il materiale documentale e furono escussi cinquantuno testi, di cui due ex officio.

Un’Inchiesta Rogatoriale si svolse nel 2003 presso la Curia ecclesiastica di Brindisi-Ostuni, durante la quale vennero escussi quattordici testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 19 giugno 2006.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 10 novembre 2015. I Consultori, dopo aver ripercorso il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono la sua figura di sacerdote salesiano semplice, umile e discreto. Le tragiche vicende del primo conflitto mondiale, fecero maturare in lui il desiderio di consacrarsi al Signore.

Il Venerabile Servo di Dio si distinse per sapienza. Plasmato dalla grazia, attraverso la preghiera intensa riuscì a vivere e a trasmettere una fede concreta e laboriosa in India, a Kishnagar, dove rimase dal 1943 al 1976. Qui, nonostante la salute cagionevole, seppe sempre affrontare con coraggio e fiducia nel Signore le sofferenze e le insidie, dettate dalla situazione sociale molto difficile, con la divisione in caste, e una povertà estrema. Si adattò a vivere un’esistenza austera, distinguendosi per fortezza e tenacia. Attraverso la sua testimonianza di carità, divenne un punto di riferimento anche per gli Hindu e i Musulmani, alcuni dei quali si convertirono al cristianesimo, pur con il rischio di essere perseguitati dagli stessi familiari.

La fede lo condusse di villaggio in villaggio, di casa in casa semplicemente per parlare di Gesù e raggiungere così il maggior numero di persone possibile, andando incontro ai loro bisogni materiali e spirituali. Figura attraente e carismatica, seppe interloquire con tutti, giovani e anziani, poveri e ricchi, diffondendo il Vangelo. Intenso fu anche l’impegno che profuse nelle confessioni, alle quali dedicava molto tempo. La sua spiritualità fu profondamente salesiana, esigente e pervasa dall’amorevolezza semplice e gioiosa.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 10 gennaio 2017. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, si soffermò su tre elementi caratterizzanti la sua esperienza di sacerdote salesiano:

    - la normalità della vita, condividendo le esperienze fondamentali di tante altre persone sue contemporanee, quali l’essere rimasto orfano, il lavoro nei campi, la prigionia e il lavoro;

    - la mancanza o la limitatezza di capacità intellettuali che, come il Santo Curato d’Ars, fu esemplare nell’impegno e distinto nella superiore intelligenza delle cose spirituali;

    - l’esempio di carità, offrendo la sua vita per i più poveri non tanto con le parole, ma con una fattiva testimonianza.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.