Causa in corso
 Giacomo Bulgaro
- Venerabile Servo di Dio -

Giacomo Bulgaro

(1879 - 1967)

Venerabilità:

- 28 novembre 2019

- Papa  Francesco

Religioso professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; uomo di sincera umiltà, pazienza, fortezza nelle fatiche quotidiane, amava la vita comunitaria

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Sia i confratelli che sacerdoti diocesani e numerosi laici furono edificati dalla sua pietà eucaristica e mariana

 

    Il Venerabile Servo di Dio Giacomo Bulgaro nacque il 29 gennaio 1879 a Corticelle di Pieve (Brescia, Italia). Nel 1890 la famiglia si trasferì a Brescia, dove il Servo di Dio frequentò la scuola elementare, che dovette interrompere nel 1892 alla morte del padre. Per la necessità di aiutare la madre nel sostentamento della famiglia, cominciò a lavorare presso la bottega di un calzolaio. Quando nel 1897 morì anche la madre, pur continuando ad aiutare i fratelli più piccoli, sperimentò un progressivo distacco dalla pratica religiosa. Aiutato da una zia e da alcuni sacerdoti, l’8 dicembre 1913, si riavvicinò alla fede e si convertì. Durante la Prima Guerra Mondiale si arruolò nella Croce Rossa ed aiutò i bisognosi presso l’ospedale di Brescia.

    Nel 1917 divenne terziario francescano, vivendo da laico esemplare, impegnato nel lavoro di calzolaio e in una forte testimonianza di fede. Iniziava ogni sua giornata con la preghiera e la meditazione, collaborava con il curato della parrocchia nell’oratorio, in casa sua riuniva e istruiva i piccoli che non frequentavano il catechismo e aiutava con grande generosità i poveri.

    Nel 1928 entrò nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali a Brescia, emettendo i voti religiosi temporanei il 23 agosto del 1931, e quelli solenni il 16 ottobre del 1934.

    Per oltre trenta anni, fu incaricato della portineria del convento. Compì generosamente il suo dovere, aiutando soprattutto i poveri, sempre con sorriso e pazienza, continuando anche il lavoro di calzolaio, rattoppando le scarpe dei frati e di tanti indigenti.

    Trascorse gli ultimi anni della vita nella sua cella, impossibilitato a camminare.

    Colpito da broncopolmonite, morì il 27 gennaio 1967 a Brescia.

    Il Venerabile Servo di Dio per trentotto anni fu al servizio della comunità e del prossimo come portinaio e calzolaio, sempre disponibile a svolgere anche altri incarichi. 

    Uomo di sincera umiltà, pazienza, fortezza nelle fatiche quotidiane, amava la vita comunitaria. Intrecciò anche rapporti esterni al convento, mettendosi a disposizione della gente che accorreva a lui per chiedere consigli, preghiere e, soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, aiuti materiali.

    Nonostante avesse una cultura elementare, su suggerimento del direttore spirituale, scrisse numerosi quaderni autobiografici. Sia i confratelli che sacerdoti diocesani e numerosi laici furono edificati dalla sua pietà eucaristica e mariana. Intrecciò anche rapporti esterni al convento, mettendosi a disposizione della gente che accorreva a lui per chiedere consigli, preghiere e, soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, aiuti materiali.

 

BRIXIENSIS

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

IACOBI BULGARO

RELIGIOSI PROFESSI

ORDINIS FRATRUM MINORUM CONVENTUALIUM

(1879-1967)

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Super Virtutibus

 

    «Sì, mio Dio, canterò le Tue misericordie e farò sentire il mio canto fino ai confini della terra. Accogli, Gesù Pastore Buono, nel tuo seno divino la pecorella smarita e inondala con i baci, i baci, i baci, i baci, con i baci del infuocato tuo amore: essa ne resti eternamente consumata…».

 

    Così si espresse il Servo di Dio Giacomo Bulgaro nel 1933, nel secondo quaderno del suo Diario. La sua spiritualità francescana e mariana, semplice e profonda, con molti accenti mistici, gli permise di rialzarsi dagli abissi del peccato commessi in gioventù e con grande fede e serenità progredire di giorno in giorno nel cammino della santità.

    Il Servo di Dio nacque a Corticelle Pieve presso Brescia il 29 gennaio 1879, da Giovan Battista, contadino, e Orsola Cassamali. Venne battezzato il 2 febbraio successivo. La prima educazione religiosa l’apprese dalla mamma e dal nonno paterno. Frequentò le prime tre classi elementari, per poi ricevere lezioni private da un maestro che veniva pagato con delle zucche. All’età di sette anni ricevette il sacramento della confermazione, mentre la prima comunione presumibilmente risale al 1890, poco prima che la famiglia si trasferisse a Brescia.

    Nel 1892, due anni dopo tale trasferimento, il Servo di Dio rimase orfano di padre. Interruppe gli studi per imparare il mestiere di calzolaio. Divideva la sua giornata tra il lavoro, la casa e il servizio all’altare come chierichetto. Frequentava la parrocchia di san Giovanni Battista e l’oratorio di don Pintozzi. Quando la famiglia sembrava che avesse trovato un suo equilibrio nella città di Brescia, seppur tra mille sacrifici, venne a mancare la mamma del Servo di Dio. Perciò egli dovette accudire i fratelli più piccoli; lasciò il lavoro da calzolaio accettando di fare da portinaio in uno stabile, ma, in un secondo momento, aprì una bottega. Purtroppo la sua vita stava assumendo uno stile di dissolutezza; ma la morte di un fratello lo gettò nello sconforto e lo stimolò ad un ritorno alla fede. In questo fu aiutato anche da una zia materna. Giacomo era intenzionato a sposarsi, ma nessuna delle tre ragazze contattate accetterà la sua proposta.

    Il 1913 segna l’anno della conversione del Servo di Dio, che sentì nascere nel suo cuore una nuova speranza. Di fatti da questo momento Giacomo riprese la sua vita di fede.

    Con lo scoppio della prima guerra mondiale Giacomo, a causa del suo fisico gracile, venne destinato alla croce rossa in qualità di inserviente. Nel 1917 scelse un padre spirituale, iniziando così un vero cammino stabile di conversione che lo preparerà alla scelta della consacrazione attraverso un percorso scandito da una intensa vita di preghiera e l’attività di catechista. Questi anni furono caratterizzati anche da esperienze spirituali straordinarie, non prive di vessazioni diaboliche.

    Dal 1925 il Servo di Dio iniziò a frequentare la messa mattutina presso la chiesa di san Francesco. Il rettore della chiesa comprese l’animo di questo uomo desideroso di appartenere sempre più al Signore e gli propose di diventare terziario francescano. Giacomo aderì all’invito e, successivamente, entrò nella comunità francescana, alla cui guida la chiesa era stata affidata. Il 14 luglio 1929 il Servo di Dio vestì l’abito del Poverello di Assisi e l’anno seguente svolse il noviziato a Brescia. Il Suo maestro, lo spagnolo p. Dionisio Vicente, sarà ucciso in Spagna durante la guerra civile. Giacomo emise la prima professione nel 1931 e quella solenne il 16 ottobre del 1934. Quindi venne designato all’ufficio di portinaio della comunità dove, oltre ad accogliere i visitatori, aggiustava le scarpe dei confratelli e dei poveri. Non farà mancare il suo contributo ad altri uffici, come la cura del refettorio, l’aiuto in sacrista ed altre piccole mansioni.

    Fare la volontà di Dio e seguire la via tracciata da Gesù Cristo fu il suo vero progetto, vissuto con straordinaria intensità e coerenza. Fu un autentico cantore di Gesù Eucaristico e della Vergine Maria. I valori della vita consacrata, nell’ottica del francescanesimo, risplendono in lui con limpida efficacia.

    Nel 1945 la comunità dove risiedeva il Servo di Dio subì un forte bombardamento. Alcuni frati, tra cui fra Giacomo, vennero sfollati presso Gazzolo. Al termine della guerra poterono ritornare nel proprio convento.

    Gli ultimi anni di vita del Servo di Dio furono segnati da un lento e inesorabile declino fisico, ma allo stesso tempo da un’intensa vita di preghiera.

    Il Servo di Dio morì il 27 gennaio del 1967 e fu sepolto nel cimitero cittadino. La sera del 28 aprile 1994 il suo corpo fu trasportato e inumato nella chiesa di san Francesco a Brescia. Da allora la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio, chiaro segno della sua fama di santità.

    In virtù di questa fama, dal 17 novembre 1989 al 22 marzo 1991 presso la Curia ecclesiastica di Brescia fu celebrato il Processo Informativo. La validità giuridica del Processo e dell’Inchiesta fu riconosciuta dalla Congregazione con decreto del 27 novembre 1992. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 26 giugno 2018 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 19 novembre 2019, presieduta da me, Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Iacobi Bulgaro, Religiosi professi Ordinis Fratrum Minorum Conventualium, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 28 mensis Novembris a. D. 2019.

 

ANGELUS Card. BECCIU

Praefectus

 

                                                        + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                                        a Secretis