Causa in corso
Giovanni Folci
- Venerabile Servo di Dio -

Giovanni Folci

(1890 - 1963)

Venerabilità:

- 30 settembre 2015

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano e Fondatore dell’Opera del Divin Prigioniero; ebbe l’intuizione di occuparsi della formazione dei fanciulli che manifestavano il desiderio di intraprendere la via del sacerdozio. Nell’individuare la vocazione particolare di ciascun ragazzo affidato alle sue cure, era dotato di una capacità di discernimento fuori dal comune

  • Biografia
Manifestò l’amore per Dio anzitutto nella vita sacramentale, vivendo con intensità il ministero sacerdotale

 

Il Venerabile Servo di Dio Giovanni Folci nacque il 24 febbraio 1890 a Cagno (Italia) in una famiglia di sane tradizioni cristiane. Dopo la scuola elementare, mentre frequentava il collegio di Vendrogno (Arcidiocesi di Milano), cominciò a maturare la vocazione al sacerdozio. Nel 1904, dopo essersi iscritto al Seminario di S. Abbondio in Como per frequentare il ginnasio superiore ed il liceo, fu costretto, a causa di disturbi gastrici e polmonari, a trasferirsi al collegio arcivescovile “Alessandro Volta” di Lecco per proseguire gli studi in un ambiente più salubre. Durante il periodo giovanile, fu seguito dal Servo di Dio Don Carlo Sonzini, zio che lo sostenne e lo accompagnò per tutta la vita, incitandolo ad essere perseverante nei suoi studi e nella preghiera.

Nel 1911, il Servo di Dio fu trasferito nel Seminario di Como per completare gli studi teologici. Fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1913.

Dopo un primo intenso lavoro pastorale nella parrocchia di Valle Colorina, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale dovette partire per il fronte come cappellano. Durante la guerra scrisse un diario e una copiosa corrispondenza epistolare che sono la testimonianza della sua volontà di portare la luce di Cristo tra tutti gli orrori del conflitto. Dopo la disfatta di Caporetto, fu fatto prigioniero e rinchiuso prima nel campo di prigionia di Celle-Lager, nella Bassa Sassonia, e poi nel lazzaretto di Lymburg.

Rientrato come parroco a Valle Colorina nel 1919, fece costruire il “Santuario del Divin prigioniero”, in onore e in suffragio delle persone morte in guerra e durante la prigionia. Con l’aiuto dei parrocchiani e di alcuni soldati assistiti da lui al fronte, l’11 luglio 1920 pose la prima pietra del tempio votivo che fu terminato nel 1925. La popolazione si adoperò con impegno per aiutare il parroco, il quale riuscì in pochi anni a trasformare il paese coinvolgendo gli abitanti nei suoi progetti e facendo germogliare numerose vocazioni alla vita religiosa.

Contemporaneamente, diede inizio a varie attività, denominate in seguito “Opera del Divin Prigioniero”:

- la Scuola Apostolica e il Preseminario, con lo scopo di dare ai giovani una formazione propedeutica al percorso seminaristico;

- un’Associazione di Sacerdoti, per la cura delle vocazioni sacerdotali e religiose e per il sostegno spirituale e materiale dei presbiteri;

- la Congregazione religiosa femminine “Ancelle del Divin Prigioniero” (in seguito chiamate “Ancelle di Gesù Crocifisso”), con lo scopo di provvedere all’assistenza e all’educazione dei ragazzi presenti nelle Scuole Apostoliche e nei Preseminari;

- una casa di villeggiatura per sacerdoti a S. Caterina Valfurva.

Nel 1935, la chiesa costruita a suffragio dei caduti in prigionia fu elevata a Santuario Eucaristico dal Vescovo di Como. Inoltre, si prodigò per far costruire Preseminari a S. Croce, Como, Borghetto d’Arroscia di Albenga e nella Città del Vaticano. Nel 1948 a Loano venne aperta una casa per sacerdoti anziani e infermi.

Nel 1960, fu nominato Rettore della chiesa “Beata Vergine del Soccorso” in Ossuccio, dove avviò una associazione laicale di donne, Le Amiche di Gesù Crocifisso, che si proponevano di collaborare mediante la preghiera e il servizio con le Ancelle di Gesù Crocifisso.

Morì a Valle Colorina (Italia) il 31 marzo 1963 a causa di un infarto.

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Como (Italia), in ventisei Sessioni, dal 25 settembre 2004 al 19 novembre 2005, con la raccolta della documentazione e l’escussione di trentotto testi, di cui nove ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 24 febbraio 2007.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 3 giugno 2014. I Consultori sottolinearono che per il Venerabile Servo di Dio la santità significava vivere costantemente la sequela Christi per dare gloria a Dio e salvare le anime. Ebbe l’intuizione di occuparsi della formazione dei fanciulli che manifestavano il desiderio di intraprendere la via del sacerdozio. A questo scopo, ideò la struttura del Preseminario. Non trascurò, tuttavia, i sacerdoti che erano arrivati alla fine della loro missione terrena, per i quali creò un centro di assistenza, la Casa del Sacerdote per preti in difficoltà, anziani o malati.

Nell’individuare la vocazione particolare di ciascun ragazzo affidato alle sue cure, egli era dotato di una capacità di discernimento fuori dal comune.

I Consultori sottolinearono anche la profonda fede e la costante preghiera che animarono il VenerabileServo di Dio. Uomo ricco di speranza e abbandonato alla Divina Provvidenza promosse molte iniziative per il Regno di Dio. Fu umile nel chiedere consigli e nel lasciarsi guidare, soprattutto dai Padri spirituali. Esercitò la virtù della prudenza nel saper attendere i tempi opportuni, senza scoraggiarsi, ma conservando sempre la fiducia nell’aiuto di Dio.

Ebbe una spiritualità vittimale, vivendo il sacerdozio come partecipazione al Sacrificio di Cristo. Si offrì per la santificazione del clero, la conversione dei peccatori, l’obbedienza ai Superiori e l’amore alla Chiesa. Fu particolarmente sensibile nell’esercizio della carità a favore dei fratelli più bisognosi che chiamava “i Gesù”.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 22 settembre 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa ed il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio eroico delle virtù teologali e cardinali. Egli manifestò l’amore per Dio anzitutto nella vita sacramentale, vivendo con intensità il ministero sacerdotale. Da ciò scaturiva l’amore verso il prossimo, concretizzato in particolare nelle persone bisognose. Grande fu la sua fede nella presenza di Gesù nell’Eucaristia, da cui derivava la pietà con la quale celebrava la S. Messa, il suo amore per il culto liturgico, l’adorazione eucaristica e la devozione a Maria, che indicava come modello di tutte le virtù. Impegnò la sua vita sacerdotale per la diffusione del Regno, soffrendo per l’offesa a Dio dei peccati, esortando alla preghiera di riparazione. Amava i poveri, i malati, i peccatori, i prigionieri di guerra e i sofferenti colpiti da lutto. Era sempre capace di avvicinare persone, anche sacerdoti, in difficoltà, trattandoli con molta paternità evangelica.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.