Causa in corso
Luisa Maria Langstroth Figuera De Sousa Vadre Santa Marta Mesquita e Melo (Luiza Andaluz)
- Venerabile Serva di Dio -

Luisa Maria Langstroth Figuera De Sousa Vadre Santa Marta Mesquita e Melo (Luiza Andaluz)

(1877 - 1973)

Venerabilità:

- 18 dicembre 2017

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Ancelle di Nostra Signora di Fátima; in un clima politico ostile agli Ordini religiosi che venivano soppressi, riuscì a gettare le basi di una nuova Congregazione. La sua fede divenne audace nella carità

  • Biografia
In un contesto di persecuzione della Chiesa, si spogliò di tutti i suoi beni e li mise a disposizione dei bisognosi

 

La Venerabile Serva di Dio Luisa Maria Langstroth Figuera De Sousa Vadre Santa Marta Mesquita e Melo (Luiza Andaluz)nacque il 12 febbraio 1877 a Marvila (Portogallo), in un ambiente familiare e sociale sereno e agiato.

Grazie al Patriarca di Lisbona, Cardinale José Neto, amico di famiglia, conobbe la comunità delle Suore Cappuccine, che accoglieva e curava la formazione dei bambini più disagiati nella città di Santarém. L’impatto con il mondo della povertà giovanile e sociale indusse gradualmente la Venerabile Serva di Dio a vivere un forte disagio a contatto con il tenore di vita dell’aristocrazia di cui faceva parte. Come figlia di un Visconte conobbe i Reali del Portogallo e le famiglie più blasonate, partecipando ad iniziative ricreative e alla vita sociale della nobiltà. Contemporaneamente, con sua sorella continuava la sua esperienza di apostolato a favore dei ragazzi di strada. Nel 1915, in occasione della consacrazione religiosa della sorella tra le Carmelitane di Pamplona, la Venerabile Serva di Dio si pose con forza la domanda vocazionale. La Priora del Carmelo di Pamplona, prima di accoglierla in Monastero, le chiese “come prova” di ritornare in Portogallo per aiutare il Presidente delle Figlie di Maria ad organizzare le scuole in favore dei ragazzi. Questa esperienza incise sulla chiarificazione della sua scelta vocazionale. Nel 1918, quando ormai aveva definito l’organizzazione e gestione delle scuole per i ragazzi e sembrava tutto pronto per il ritorno in Spagna, una grave epidemia decimò la popolazione di Lisbona e dintorni. La Venerabile Serva di Dio, di fronte a questa nuova esigenza pastorale, rispose generosamente insieme ad altre compagne. In questo nucleo di donne si trovano già i prodromi del futuro Istituto. Il 15 ottobre 1923, insieme ad altre tredici donne, presso il Santuario di Fatima, la Serva di Dio avviò la Congregazione delle Suore Ancelle di Nostra Signora di Fatima e, nel 1932, iniziò il noviziato. Il Servo di Dio Manuel Nunes Formigão, che assisteva il nascente gruppo, propose che il carisma andasse letto all’interno delle rivelazioni di Fatima, in particolare secondo il “carisma di Giacinta”, che aveva tre ambiti spirituali: restaurazione, rigenerazione e riparazione. Durante il tempo del suo noviziato, comprese come l’opera del direttore spirituale spingesse il nuovo Istituto religioso verso il carisma contemplativo, mentre ella intendeva vivere da contemplativa nel lavoro di affiancamento e supporto ai Sacerdoti e ai Vescovi, attraverso una spiritualità sacerdotale. La sua Opera ricevette dal Cardinale di Lisbona Manuel Gonçalves Cerejeria il decreto di erezione canonica l’11 ottobre del 1939.

Chiarita la dimensione carismatica, la Venerabile Serva di Dio si immerse totalmente nella guida del suo Istituto fino al 1953. Nel 1946 fu celebrato il primo Capitolo Generale e venne eletta Superiora Generale. In questo tempo si dedicò a rafforzare il carisma della sua Congregazione, offrendone gli elementi fondanti della sua spiritualità. Allo stesso tempo fu impegnata nella realizzazione del suo apostolato.

Nel 1953, nel secondo Capitolo Generale, fu eletta una nuova Superiora Generale e, terminato il suo servizio, si dedicò totalmente all’accoglienza dei pellegrini nel Santuario di Fatima e alla divulgazione del culto fino al 1963, ritirandosi nella Casa Madre di Lisbona (Portogallo).

Qui, anche provata da sofferenze fisiche, si spense il 20 agosto 1973.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana sulla vita, virtù e fama di santità si svolse presso la Curia patriarcale di Lisbona (Portogallo), dal 15 ottobre 1997 al 25 marzo 2000, in sessantadue Sessioni, durante le quali furono escussi sessanta testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 6 luglio 2000.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 16 febbraio 2017. I Consultori sottolinearono la tenacia della Venerabile Serva di Dio che, in un clima politico ostile agli Ordini religiosi che venivano soppressi, riuscì a gettare le basi di una nuova Congregazione. La sua fede divenne audace nella carità. Per questo, nonostante le critiche degli anticattolici, continuò il suo cammino con fiducia e speranza in Dio, mentre la Congregazione si stava espandendo. Come Superiora fu ferma nel governo e amorevole verso le consorelle, delle quali curò la formazione per far fronte alle sfide dei tempi. Fu una religiosa di grande spessore umano, una apostola capace di curare l’educazione dei giovani disagiati.

Trascorse gli ultimi anni di vita nel raccoglimento. Chiese ed ottenne dalla nuova Superiora Generale di potersi dedicare all’accoglienza dei pellegrini in visita al Santuario di Fatima.

La particolare devozione mariana della Venerabile Serva di Dio, segnata dalle apparizioni di Fatima, costituì il tratto caratteristico della sua spiritualità.

I Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 12 dicembre 2017.

L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in rilievo l’esercizio eroico delle virtù. In un contesto di persecuzione della Chiesa, si spogliò di tutti i suoi beni e li mise a disposizione dei bisognosi. Visse la virtù della Fede come esperienza cristocentrica e come consegna totale nelle mani di Dio. La fede fu per lei anche fondamento dello zelo apostolico, perché era fermamente ancorata alla Parola di Dio e ai Sacramenti. La carità verso Dio e verso i poveri fu l’esperienza radicale della sua spiritualità e in questo binomio vengono riassunte tutta la sua vita e missione.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente con sentenza affermativa.