Causa in corso
Magín Morera y Feixas
- Venerabile Servo di Dio -

Magín Morera y Feixas

(1908 - 1984)

Venerabilità:

- 09 ottobre 2017

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Congregazione della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe; svolse il ministero in zone segnate da analfabetismo, droga e alcolismo. Si prodigò per fornire aiuto a chiunque gli si avvicinasse anche solo per avere un consiglio o un sostegno spirituale

  • Biografia
Visse profondamente l’unione con Dio e cercò in tutto la Sua volontà

 

Il Venerabile Servo di Dio Magín Morera y Feixas nacque il 16 novembre 1908 a Sant Matu de Bages (Barcellona, Spagna), in una famiglia agricola e profondamente cristiana. Nel 1917, il fratello del Servo di Dio entrò nel Colegio de Huerfanos Pobres, a Sant Juliá de Vilatorta, diretto dalla Congregazione dei “Figli della Sacra Famiglia”, fondata da San José Manyanet. Due anni dopo, fu ammesso anche il Servo di Dio. Questo collegio segnò l’inizio della vocazione religiosa per entrambi i fratelli. Infatti, il 12 maggio 1922, entrarono nel Collegio Nazareno di Blanes e, nel 1924, in noviziato a Barcellona. Il 25 settembre 1925, il Servo di Dio emise la professione religiosa e, dopo aver effettuato gli studi di filosofia e teologia, quella perpetua l’8 agosto 1933. Il 1° novembre dello stesso anno, fu ordinato sacerdote.

All’inizio della persecuzione religiosa in Spagna, venne detenuto insieme ad altri tre religiosi, due dei quali, i Beati Jaime Puig y Mirosa e Sebastà Llorens y Telarroja, vennero uccisi. Grazie ad un salvacondotto, fu liberato e andò a Manresa il 9 agosto 1936, dove costituì insieme ad altri religiosi una “segreta comunità religiosa” e aprì una scuola per il popolo con un centinaio di studenti di diversi anni e di diversi gradi. Nel 1937, fu trasferito in Italia, dove svolse l’ufficio di maestro di novizi a Chieti.

Nel Capitolo Generale del 1947, fu nominato Delegato per l’Italia, Superiore della comunità di Santa Bibiana a Roma, della quale divenne parroco nel 1953. Inoltre, svolse gli incarichi di procuratore della Congregazione e postulatore della causa per la canonizzazione del Fondatore.

Nel 1958 venne eletto Superiore generale dell’Istituto. Terminato il mandato, nel 1969, fu destinato al Hogar Instituto Técnico Nazaret di Madrid, dove fu primo parroco. Nel 1974 venne nuovamente eletto Superiore generale.

Nel 1982, fu destinato a Curitiba (Brasile) come Superiore e Parroco. Tuttavia, dopo solo sette mesi, fece rientro a Barcellona per una progressiva perdita della vista. Ivi svolse l’incarico di cappellano della chiesa della Sacra Famiglia.

Diagnosticatigli un tumore al colon nei primi mesi del 1984, dopo un intervento chirurgico infruttuoso e dopo avere ricevuto la benedizione apostolica in articulo mortis, morì a Barcellona (Spagna) il 28 giugno 1984.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Barcellona (Spagna), dal 27 marzo 2004 all’11 giugno 2005, in trentuno Sessioni, con l’escussione di quarantacinque testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 2 febbraio 2007.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 12 maggio 2016. I Consultori, dopo aver ripercorso il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono che egli svolse il ministero in zone segnate da analfabetismo, droga e alcolismo. Si prodigò per fornire aiuto a chiunque gli si avvicinasse anche solo per avere un consiglio o un sostegno spirituale. La profonda unione con Dio, lo portò ovunque fosse necessario far conoscere il Signore, svolgendo un proficuo apostolato anche fra i gitani. All’interno dell’Istituto fu uomo di governo giusto e saggio, fedele alla Chiesa e al Papa. Favorì l’espansione dell’Istituto, con la costruzione di nuove case e seminari. Cercò di essere vicino a ciascun confratello. Ebbe a cuore l’educazione dei giovani e la formazione delle coscienze. Cessato l’incarico di Superiore Generale, ormai anziano, accettò con umiltà l’invio in Brasile, pur conoscendo le difficoltà che avrebbe incontrato.

Nonostante i numerosi impegni e i continui spostamenti, dedicava molto tempo alla preghiera. Soleva invitare chi gli stava accanto ad unirsi a lui nell’orazione. Il suo modo di fare attirava la fiducia delle persone. Era dotato di capacità di ascolto, di consiglio e di comprensione che lo rendevano un autentico mediatore tra Dio e il popolo dei fedeli.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 26 settembre 2017. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò la sua dedizione al servizio, la sua fede solida e la fervente carità. Visse profondamente l’unione con Dio e cercò in tutto la Sua volontà. Nei momenti particolarmente difficili manifestò una grande serenità di spirito. Condusse una vita apostolica instancabile, soprattutto nell’educazione dei bambini e dei giovani, nella formazione dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, nell’accompagnamento spirituale delle comunità religiose e nella sua attenzione agli ammalati, anziani, moribondi ed emarginati. Era sempre disponibile per gli altri, come pastore, confessore, consigliere ed amico.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero con sentenza unanime affermativa.