Causa in corso
Maria Anna di San Giuseppe (al secolo: de Manzanedo Maldonado)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Anna di San Giuseppe (al secolo: de Manzanedo Maldonado)

(1568 - 1638)

Venerabilità:

- 18 dicembre 2017

- Papa  Francesco

Fondatrice dei Monasteri delle Suore Agostiniane Recollette; mantenendosi aperta all’azione della grazia, compì un cammino di ricerca della volontà di Dio. Per la grande carità, accolse molte ragazze di ogni condizione sociale, ma verso di loro seppe fare sempre un profondo discernimento, mostrando attenzioni concrete verso le persone a lei affidate

  • Biografia
Spinta da un profondo desiderio di perfezione, nel movimento di riforma della vita religiosa, si impegnò a dare una speciale importanza alla vita di raccoglimento e di austerità

 

La Venerabile Serva di Dio Maria Anna di San Giuseppe (al secolo: Maria Anna de Manzanedo Maldonado) nacque ad Alba de Tormes (Salamanca, Spagna) il 5 agosto 1568, in una famiglia nobile e molto religiosa. La madre morì dieci giorni dopo il parto della Venerabile Serva di Dio e il padre, rimasto vedovo, fu ordinato sacerdote.

Ella fu condotta a casa di parenti a Ciudad Rodrigo e, dopo la morte del padre, nel 1574, venne accolta dal locale Monastero delle Agostiniane, dove vivevano due zie monache e la sorella Francesca. Maturata la vocazione monastica, il 21 febbraio 1587, emise i voti religiosi e, nel 1599, fu eletta Priora del Monastero. Nel 1603, il Superiore Provinciale degli Agostiniani di Castiglia, P. Agostino Antolinez, desiderando aprire un Monastero a Eibar (Guipuzcoa) secondo la riforma di Sant’Alonso de Orozco, chiese alla Venerabile Serva di Dio di recarvisi con l’incarico di Superiora. Accolto l’invito, vi rimase per circa un anno, durante il quale, insieme alle grazie spirituali, le monache vissero momenti difficili, come lo straripamento del fiume Zapardiel.

Dal 1604, si dedicò alla fondazione di nuovi Monasteri a Medina del Campo, Valladolid e a Palencia. Nel 1611, i Monarchi di Spagna, Felipe III e Margherita d’Austria, la vollero come Superiora del Monastero riformato di Santa Isabel, a Madrid. L’anno successivo, la Regina le chiese di fondare il Monastero riformato dell’Incarnazione. Felipe III, uomo devoto e coinvolto personalmente nelle vicende della Chiesa spagnola, particolarmente interessato all’applicazione della controriforma nel suo Regno, favorì la fondazione di conventi riformati dei diversi Ordini religiosi, fra cui quello degli Agostiniani riformati, chiamati Recolletti.

La sua vicinanza alla famiglia di Felipe III, la rese oggetto di molte critiche. Nonostante ciò, Ella continuò a prodigarsi nella fondazione, preoccupata soprattutto di consolidare la comunità, dove era molto amata per il suo atteggiamento umile, segnato da un profondo amore per la preghiera e il nascondimento.

Negli ultimi anni della sua vita, oltre a rinvigorire la comunità, ultimò la stesura dell’Autobiografia e di altri scritti, sia per le religiose, come gli Ejercicios espirituales y repartimiento de todas las horas, sia per il suo confessore, le Cuentas de conciencia ed altri ancora che, però, bruciò prima della sua morte. Al contempo, collaborò in nuove fondazioni di Monasteri riformati di Agostiniane e di Domenicane riformate.

Morì a Madrid (Spagna) il 15 aprile 1638, a causa di un tifo esantematico.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Madrid (Spagna), dal 27 aprile 1993 al 10 luglio 1996, in trentadue Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi diciannove testi, dei quali due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 29 novembre 1997.

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 27 novembre 2007. La risposta ai quesiti di rito, ossia sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu unanimemente affermativa.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 14 febbraio 2017. I Consultori misero in evidenza che la Venerabile Serva di Dio, mantenendosi aperta all’azione della grazia, compì un cammino di ricerca della volontà di Dio. Per la grande carità, accolse molte ragazze di ogni condizione sociale, ma verso di loro seppe fare sempre un profondo discernimento, mostrando attenzioni concrete verso le persone a lei affidate. Fu capace di gesti eroici nel sacrificio, ma fu anche prudente ed equilibrata nelle decisioni. Molte persone, tra cui anche laici, si recavano da lei per avere consigli spirituali. Fu molto impegnata nelle fondazioni, cionondimeno riuscì a stabilire un equilibrio tra azione e contemplazione. Malgrado i numerosi impegni, riservava molto tempo alla preghiera che concepiva come un mezzo per crescere nell’unione con Dio. Dovette affrontare molti problemi pratici, sapendosi districarsi abilmente fra questioni di governo ed altre di carattere economico. La vicinanza con la Casa Reale spagnola, la rese oggetto di molte critiche. Non si curò di ciò ma continuò ad operare secondo la volontà di Dio, cercando di consolidare la Comunità dell’Incarnazione, dove fu amata per la sua umiltà e la grande fede.

I Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 21 novembre 2017.

L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso la storia della Causa ed il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne sottolineò l’esercizio eroico delle singole virtù. Faceva sempre precedere le sue decisioni da molta preghiera. Ebbe una particolare abilità a risolvere situazioni complesse. La virtù della fede fu al centro di tutta la sua esistenza, che coltivò nella devozione al Santissimo Sacramento e alla Beata Vergine Maria. Ella fu uno dei personaggi più eminenti della recolección agostiniana. Spinta da un profondo desiderio di perfezione, nel movimento di riforma della vita religiosa, si impegnò a dare una speciale importanza alla vita di raccoglimento e di austerità, a vivere con profonda convinzione una vita ascetica e ad alimentare la vita di preghiera. Visse la sua esistenza nella radicale fedeltà al Vangelo e all’amore di Cristo.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente con sentenza affermativa.