Causa in corso
Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalìa)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalìa)

(1839 - 1914)

Venerabilità:

- 05 giugno 2015

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto; fu una religiosa in continua ricerca della volontà di Dio, senza temere alcun ostacolo o fatica. La sua vita, contrassegnata dall’obbedienza e dall’umiltà, fu un crescendo verso la santità. Non mancarono travagli e sofferenze, che fecero emergere il grado eroico con cui ella esercitò le virtù

  • Biografia
La forza profetica del suo anelito missionario ed ecumenico e la capacità di rinnovare il carisma domenicano attingendo sempre alle sue origini

 

La Serva di Dio Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalìa) nacque a Misilmeri, nei pressi di Palermo (Italia) il 20 maggio 1839. A causa della salute gracile, nel 1854, fu affidata al Collegio di Maria di Misilmeri, diretto dalle monache domenicane.

In questo ambiente sbocciò in lei la vocazione alla vita religiosa e, due anni più tardi, nello stesso Monastero, vestì l’abito di San Domenico assumendo, come nome di religione, quello della madre recentemente defunta, Maria Antonia, con l’aggiunta “del Sacro Cuore” e, nel 1857, emise la professione religiosa. Formatasi fedelmente alla scuola di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, cercò di conformarsi a loro nella vita di preghiera, nell’umiltà, nello spirito di sacrificio, nello zelo per la salvezza delle anime e nell’ansia di donarsi per loro fino al martirio.

Numerose grazie mistiche caratterizzarono il primo periodo della sua vita religiosa, tutta dedita alla preghiera, alla penitenza e alla cura della vita regolare nel Monastero. All’età di ventisei anni venne eletta all’unanimità Superiora.

Durante gli anni del Risorgimento italiano e degli avvenimenti che portarono all’unità d’Italia, dovette sostenere dure lotte per difendere il Collegio di Maria, di cui era direttrice.

Il 2 maggio del 1877, la Serva di Dio ebbe l’ispirazione di pregare per la Russia e di scrivere allo Zar Alessandro II, perché le concedesse la facoltà di fondare un Collegio di Maria a San Pietroburgo per l’educazione cristiana delle bambine russe.

Nel 1890, con l’approvazione del suo direttore spirituale p. Vincenzo Lombardo, O.P., rinunciò all’ufficio di Superiora e, l’anno seguente, partì per Roma, con il fine di proseguire per la Russia. Il 5 settembre successivo, a S. Maria sopra Minerva, ebbe un incontro col Maestro del S. Palazzo Apostolico, p. Alberto Lepidi, O.P., il quale le rivolse le profetiche parole. “In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma” e le suggerì di fondare a Roma una Congregazione, per formare future missionarie secondo la spiritualità domenicana e cateriniana.

Ai primi di ottobre del 1891, recatasi nella basilica di San Clemente retta dai Domenicani irlandesi, la Venerabile Serva di Dio seppe che il convento di S. Sisto Vecchio, culla dell’Ordine domenicano a Roma, era in stato di abbandono e si adoperò per averne in consegna i locali.

Il 16 luglio dello stesso anno ottenne un rescritto dal Vicariato di Roma, che permetteva alle suore di dimorare in S. Sisto e di dedicarsi all’assistenza religiosa dei bambini poveri dei dintorni, mediante la catechesi e la preparazione ai Sacramenti.

I primi tempi furono particolarmente duri, data l’estrema povertà in cui si trovava la comunità nascente. Ma il fervore della Venerabile Serva di Dio e delle consorelle era tale, che i numerosi sacrifici venivano affrontati con amore. La Fondatrice pensava personalmente alla formazione delle Novizie, infondendo nel loro animo le ricchezze della propria spiritualità, procurando di far dare loro anche la preparazione culturale necessaria. Il carisma si esprimeva con opere di bene a favore dei più poveri, degli infermi, nell’educazione dei fanciulli e delle giovani, alimentando allo stesso tempo l’ideale missionario ed ecumenico soprattutto con la preghiera quotidiana e, in particolare, con la recita di una preghiera, composta dalla stessa Venerabile Serva di Dio, per l’unione delle Chiese “dissidenti”.

Per far fronte alle richieste di aprire case anche in altri luoghi, provvide affinché le suore giovani conseguissero i titoli scolastici necessari per insegnare regolarmente nelle scuole.

Nel 1905 l’Istituto ricevette l’approvazione di diritto diocesano da parte del Vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma e l’affiliazione all’Ordine dei Frati Predicatori.

Nel 1909, a causa di critiche mosse da alcune suore contro di ella, accusata di essere una Superiora debole, di non aver saputo formare le suore, di aver fondato numerose case senza tenere conto delle diverse difficoltà locali, il Vicariato di Roma inviò una Visitatrice. Nonostante la visita fosse stata interrotta prima del tempo per ordine del Sommo Pontefice, essa ebbe come conseguenza l’esonero della Venerabile Serva di Dio dall’ufficio di Priora Generale e le fu intimato di lasciare la Casa Madre di S. Sisto nel giro di pochi giorni. Inoltre, tutte le superiore delle case furono sostituite.

Accettò la divina volontà e vi si uniformò con eroica sottomissione. Il 10 maggio 1910 lasciò San Sisto Vecchio, scegliendo come “luogo di esilio” l’Istituto “Sacro Cuore” di Ceglie Messapica, cioè un luogo molto lontano da Roma, dove sperava di vivere sconosciuta. Qui trascorse, dimenticata e umiliata, nel silenzio e nella preghiera gli ultimi anni della sua vita.

A Oria, della cui diocesi faceva parte Ceglie Messapica, si erano stabiliti profughi da Messina, dopo il terremoto, i Padri Rogazionisti. Tramite uno di essi, il padre Pantaleone Palma, nativo di Ceglie, la Venerabile Serva di Dio conobbe il loro Fondatore, Sant’Annibale Maria Di Francia. Questi nel 1911 divenne il suo nuovo direttore spirituale e depositario delle sue memorie e delle sue azioni missionarie ed ecumeniche.

Morì a Ceglie Messapica (Italia) il 9 aprile 1914.

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta Diocesana fu istruita presso la Curia ecclesiastica di Oria (Italia) dal 10 settembre 1985 all’8 aprile 1986, durante la quale furono raccolte le prove documentali e vennero escussi ventidue testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 10 ottobre 1986.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 26 maggio 1998. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 17 giugno 2014. I Consultori sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio fu una religiosa in continua ricerca della volontà di Dio, senza temere alcun ostacolo o fatica. La sua vita, contrassegnata dall’obbedienza e dall’umiltà, fu un crescendo verso la santità. Non mancarono travagli e sofferenze, che fecero emergere il grado eroico con cui ella esercitò le virtù. Nell’accogliere la chiamata alla vita consacrata, cercò la volontà di Dio: entrò dapprima nel secondo Ordine Domenicano, poi maturò la vocazione missionaria e scrisse allo Zar di Russia, convinta di dover fondare, per volere dello Spirito Santo, una Congregazione che avrebbe operato soprattutto in terra russa. Questo sogno non si realizzò, ma ella, non cedendo allo scoraggiamento, fondò la Congregazione delle Domenicane di San Sisto, con finalità missionarie. Dimostrò capacità di governo, prudenza e amorevolezza verso le Suore. La sua unione con Dio la ricolmò di doni mistici, che visse nel nascondimento. Proprio per questo aspetto, la sua vita spirituale, inizialmente, apparve poco trasparente. La sua spiritualità fu fortemente cristocentrica, con tratti mariani e un profondo senso ecumenico. L’amore per la croce la spinse a fare sempre del bene.

I Consultori si soffermarono sulla Visita Apostolica ordinata dalle Autorità ecclesiastiche. Le trame ordite da una religiosa, provocarono il provvedimento di destituzione della Venerabile Serva di Dio dall’incarico di Priora Generale, allontanandola dalla Casa di San Sisto Vecchio. In tale triste circostanza la Madre sopportò tutto con rassegnazione, dimostrando spirito di ubbidienza, grande umiltà e abbandono al volere del Signore.

Il suo ricordo, sebbene fosse vivo soprattutto fra le suore anziane, conobbe dei periodi di silenzio anche a causa della summenzionata Visita Apostolica.

Al termine del dibattito, i Consultori all’unanimità si espressero con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 2 giugno 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, mise in rilievo la sua profonda fede, basata sull’Eucaristia e fortemente orientata a una visione cristocentrica della propria vita.

La vita di intimità con il Signore la portò ad un maggiore ardore nell’apostolato e ad una più profonda coscienza dei propri limiti. Inoltre, manifestò spirito di obbedienza e grande umiltà sia nel sentirsi dire da P. Lepidi, O.P., che non sarebbe andata in Russia, sia nell’allontanamento e nell’oblio all’interno dell’Istituto da lei fondato. Infine, vennero sottolineate la forza profetica del suo anelito missionario ed ecumenico e la capacità di rinnovare il carisma domenicano attingendo sempre alle sue origini.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.