Causa in corso
Maria Dolores di Cristo Re (al secolo: Maria Di Majo)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Dolores di Cristo Re (al secolo: Maria Di Majo)

(1888-1967)

Venerabilità:

- 14 aprile 2018

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Ancelle Missionarie di Cristo Re, era convinta che la fondazione fosse ispirata da Dio e solo a Lui appartenesse, perciò non si piegò agli oppositori.

Fu sottoposta a varie pressioni, ma la forza d’animo la fece andare avanti nel seguire il disegno divino

  • Biografia
Si sentì sempre sostenuta dal pensiero del Cielo, accettando con semplicità, serenità e confidenza le sofferenze e le umiliazioni

 

    La Venerabile Serva di Dio Maria Dolores di Cristo Re (al secolo: Maria Di Majo) nacque a Palermo (Italia) il 16 dicembre 1888. Mentre frequentava la scuola elementare, si iscrisse anche a quella di cucito. Terminati gli studi primari, si adoperò nell’aiutare la madre nell’accudire i fratelli più piccoli.

    Nel 1897 entrò a far parte delle Figlie di Maria. Fu iscritta alla Pia Unione e, nel 1915, decise di partire per Roma, per entrare nella Congregazione delle Oblate del Sacro Cuore, fondata dalla Beata Teresa Casini. L’8 dicembre 1917 emise i voti temporanei e fu destinata all’insegnamento delle bambine in un collegio romano della Congregazione. Nel suo cuore, intanto, cominciava a delinearsi l’idea di fondare una nuova Congregazione religiosa. L’8 dicembre 1923 fu ammessa alla professione religiosa fra le Oblate del Sacro Cuore.

    Ammalatasi gravemente, ottenne il permesso di tornare in famiglia e, sostenuta dalla Beata Casini, cominciò a porre le basi della Congregazione delle Ancelle Missionarie di Cristo Re. Il 6 novembre 1929 ottenne la dispensa dai voti emessi tra le Oblate.

    Il 4 agosto 1930, insieme a quattro compagne, iniziò l’esperienza della nuova Congregazione. Il 26 ottobre 1930 ricevette l’abito da P. Nobili, Superiore Provinciale dei Redentoristi. Dopo un atteggiamento benevolente da parte della Curia palermitana, che aveva concesso alla nuova Congregazione di conservare il Santissimo Sacramento nella Casa, le relazioni si incrinarono in seguito a delle incomprensioni, quel permesso venne ritirato il 22 marzo 1936 dal Vicario generale dell’Arcidiocesi, Mons. Di Leo. Cominciò così un lungo periodo di tribolazioni dovuto alle calunnie di Sr. Albertina Pennacchiotti, ex Oblata del Sacro Cuore, sua compagna di noviziato, che aveva accolto nel nuovo Istituto, ma che dimise in seguito per condotta scandalosa e immorale.

    Nel 1952 ottenne nuovamente il permesso di custodire il Santissimo nella cappella della casa. Il 16 febbraio 1957, con Decreto della Congregazione dei Religiosi, il nuovo Arcivescovo di Palermo, il Card. Ernesto Ruffini, eresse canonicamente l’Istituto delle “Ancelle Missionarie di Cristo Re”.

    Al primo Capitolo Generale, il 20 settembre 1963, fu eletta Superiora Generale. Colpita da una paresi il 19 agosto 1966, morì a Palermo (Italia) il 27 giugno 1967.

    Si offrì vittima per i sacerdoti. Successivamente, estese la sua offerta per gli scismatici, gli anglicani e i protestanti, trasmettendo all’Istituto il carisma della preghiera per la loro conversione. La fortezza di carattere le fu di aiuto per realizzare la sua Opera, nonostante gli ostacoli e le difficoltà. La Venerabile Serva di Dio era convinta che la fondazione fosse ispirata da Dio e solo a Lui appartenesse, perciò non si piegò agli oppositori. Fu sottoposta a varie pressioni, ma la forza d’animo la fece andare avanti nel seguire il disegno divino. Fu capace di tenerezza sia verso le bambine orfane sia verso le figlie spirituali.

    Visse pienamente la sua fede nel Signore, che adorava specialmente nell’Eucaristia. La fede la sostenne soprattutto nei momenti più difficili. Nella prospettiva della speranza teologale, si sentì sempre sostenuta dal pensiero del Cielo, accettando con semplicità, serenità e confidenza le sofferenze e le umiliazioni. Sapeva immedesimarsi nei patimenti degli altri, tanto da provare un vero bisogno di aiutarli. Nelle sue relazioni con le suore ebbe un comportamento di grande edificazione, distinguendosi per la sua finezza di carità e la sua umiltà nel servire, riservandosi le occupazioni più umili.