Causa in corso
Maria Edvige Zivelonghi
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Edvige Zivelonghi

(1919 - 1949)

Venerabilità:

- 19 maggio 2018

- Papa  Francesco

Suora professa della Congregazione delle Figlie di Gesù, rispose in maniera generosa alla chiamata del Signore compiendo un profondo discernimento interiore. La profonda fede e il fervore la prepararono ad affrontare le difficoltà, in particolare le sofferenze della malattia

  • Biografia
“Noi seguiamo la via semplice e diamo al Signore tutto quello che possiamo dare. L’importante è dare tutto quello che si può”

 

    La Venerabile Serva di Dio Maria Edvige Zivelonghi nacque il 26 aprile 1919 a Gorgusello di Breonio (Verona, Italia), in una famiglia cattolica e benestante. Frequentò con buon profitto l’Istituto magistrale statale di Verona ottenendo nel 1940 il Diploma di maestra. A ciò unì un’intensa vita spirituale coltivata con la preghiera assidua, l’Eucaristia quotidiana, l’impegno caritativo al servizio degli altri, la ricerca del progetto di Dio su di lei.

    Nel 1941, durante un corso di Esercizi Spirituali, sentì parlare delle Religiose “Figlie di Gesù”. Volendo conoscere direttamente queste Suore e per averne un contatto più diretto, chiese un posto di insegnante nel loro Istituto scolastico.

    Dopo un breve periodo di insegnamento, nel 1942, entrò come postulante, incarnando con semplicità e fedeltà il carisma del Fondatore, il Ven. Servo di Dio Pietro Leonardi, che aveva proposto alle sue Figlie spirituali l’ideale di divenire vive immagini di Gesù, nell’abbandono alla Volontà di Dio e nell’impegno di educare i ragazzi poveri e abbandonati.

    Nel 1943, venne destinata per un anno alla comunità di Massa e incaricata dell’insegnamento nella scuola elementare.

    Dopo la professione religiosa emessa a Gaon (Verona) il 14 settembre 1944, fu inviata alla Comunità a Cerna (Verona), con il compito di insegnare ai bambini sfollati per il pericolo bellico.

    Già durante quell’anno la sua salute si mostrò cagionevole, anche se verso l’autunno 1945 sembrava ristabilita, per cui ritornò a Massa e riprese l’insegnamento nella scuola elementare.

    Dopo essersi ammalata di nuovo, rientrò in Casa madre a Verona, dove le fu confermata la diagnosi di “tubercolosi polmonare”.

    Ricoverata nel sanatorio provinciale de “La Grola” di S. Ambrogio di Valpolicella, accolse piamente la volontà di Dio.

    L’8 settembre 1946 rinnovò i voti in attesa della professione perpetua e, dal 18 al 20 settembre 1948, si recò in pellegrinaggio a Loreto.

    In seguito ad un rapido aggravamento delle condizioni, emise la professione perpetua in articulo mortis.

    Morì il 18 marzo 1949 a S. Ambrogio di Valpolicella (Italia).

    Rispose in maniera generosa alla chiamata del Signore compiendo un profondo discernimento interiore. La profonda fede e il fervore la prepararono ad affrontare le difficoltà, in particolare le sofferenze della malattia. Sensibile verso tutti e attenta ai bisogni spirituali della gente, anche durante la malattia cercava di aiutare le consorelle malate. Volle offrirsi martire d’amore per Gesù e Maria. Nella sua spiritualità, infatti, si rilevano i tratti tipici della devozione montfortana della “schiavitù” a Maria. In tale ottica anche il dolore e la malattia divennero offerta da elargire con gioia, in unione all’Amore di Gesù e della Vergine Santa.

    Le caratteristiche della sua santità furono: la semplicità, la linearità, la luminosità, l’abbandono incondizionato alla volontà di Dio. Fu una religiosa esemplare, sempre guidata dal desiderio di essere unita a Gesù e a Maria in una vita umile e nascosta. A chi si sentiva lontano dal traguardo della santità, la Serva di Dio rispondeva: “Noi seguiamo la via semplice e diamo al Signore tutto quello che possiamo dare. L’importante è dare tutto quello che si può”.