Causa in corso
Maria Giuseppe di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Giuseppe di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout)

(1820 - 1864)

Venerabilità:

- 21 gennaio 2021

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Suore della Ss.ma Croce della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, accettò di lasciare la famiglia e di abbracciare una situazione di totale incertezza e precarietà economica per restare fedele alla scelta del cattolicesimo

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Non cercava solo di mettersi al servizio dei poveri, ma desiderava essere una di loro

 

    La Venerabile Serva di Dio Maria Giuseppe di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout) nacque a Shrewsbury (Inghilterra) il 2 settembre 1820 e venne battezzata nella chiesa anglicana.

    Nel 1841 la famiglia si trasferì a Stone dove il Beato Domenico Barberi fondò la prima comunità dei Passionisti. Nel 1844, la Serva di Dio si convertì al cattolicesimo e, nel 1848, entrò nella Congregazione delle Suore di Gesù Bambino di Northampton. A causa di una tubercolosi al ginocchio, dopo circa un anno, fu costretta a tornare in famiglia. Ostacolata nell’esercizio della fede cattolica dalla madre, rimasta anglicana, si trasferì nella parrocchia di St. Chad a Manchester, guidata da Mons. Robert Croskell, in un quartiere molto povero e insalubre, per insegnare nella scuola. Con l’aiuto del passionista Padre Gaudenzio Rossi e di Mons. Robert Croskell, decise di fondare un Istituto Religioso femminile aperto a ragazze povere, che non potevano provvedere alla dote e che si dedicassero alla cura dei bambini e delle donne appartenenti alle classi più basse della società. Dal 1849 la Serva di Dio insegnò nelle scuole dei quartieri industriali di Manchester. Il 15 agosto 1851, iniziò la vita comune della nuova Congregazione, chiamata “Suore della Santa Famiglia”, poi “Suore della Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”. Nel 1854, insieme a cinque giovani, emise i voti religiosi alla presenza del Vescovo di Salford, Mons. William Turner.

    Man mano che aumentava il numero delle consorelle, cominciò ad aprire nuove comunità nella diocesi di Liverpool.

    Dal 1856 dovette affrontare molte difficoltà nella gestione dell’Istituto, causate principalmente dalla cattiva amministrazione economica da parte di una delle religiose. Per riparare il danno economico e sanare almeno parzialmente i debiti contratti, dovette dedicarsi a numerosi viaggi, allo scopo di questuare per raccogliere il denaro necessario.

    Nel 1863 la Regola del nuovo Istituto, elaborata con l’aiuto del Venerabile Servo di Dio Ignazio Spencer, passionista, fu approvata dalla Santa Sede. Durante il primo Capitolo Generale, tenutosi nell’ottobre dello stesso anno, fu eletta all’unanimità Superiora Generale.

    Molto ammalata e consumata dalla fatica, morì l’11 gennaio 1864 a Sutton (Inghilterra), all’età di 43 anni.

    La Venerabile Serva di Dio, fin dalla giovinezza, manifestò una fede eroica in molte occasioni della vita. Visse con profonda fiducia e umiltà sia l’inserimento nella comunità delle Suore del Bambin Gesù, sia il rientro forzato in famiglia a motivo della malattia. Una fede eroica la sorresse anche quando dovette confrontarsi con la disapprovazione della madre anglicana, che ostacolava la sua vita sacramentale. Accettò di lasciare la famiglia e di abbracciare una situazione di totale incertezza e precarietà economica per restare fedele alla scelta del cattolicesimo. Seppe leggere come segno della Provvidenza divina, la proposta di dar inizio ad un Istituto Religioso a servizio degli emarginati.

    La virtù della speranza, esercitata in grado eroico, fu la sua guida dell’esistenza. Perseguì il desiderio della consacrazione religiosa, superando la malattia, l’incognita del futuro e le difficoltà interne alla Congregazione. La speranza si rese visibile anche nel coraggio con cui prese alcune decisioni, come quella di abbandonare la casa paterna per rimanere fedele alla propria fede cattolica. In particolare, la speranza eroica si mostrò negli eventi che segnarono la vita della Congregazione a causa della cattiva amministrazione di una suora e che la portarono a chiedere l’elemosina per saldare i debiti che gravavano sull’Istituto.

    Cercò di custodire in tutta la sua vita un autentico spirito contemplativo, che garantiva il primato di Dio. Mantenne sempre il desiderio di vivere un rapporto intimo con il Signore, facendo della preghiera l’anima della sua esistenza.

    La profonda carità si manifestava anche nella sua capacità di perdono. Aveva una delicata carità nei confronti delle consorelle, con cui si dimostrò sempre attenta e premurosa. La sua carità si rivelò soprattutto nella dedizione che nutrì nei confronti delle giovani delle classi più povere, nonostante che ella provenisse da una famiglia medio-borghese. Non cercava solo di mettersi al servizio dei poveri, ma desiderava essere una di loro. Seppe intuire le necessità delle giovani più sfortunate, ideando con coraggio delle residenze, le homes, in cui loro potessero essere ospitate gratuitamente e protette mentre lavoravano in fabbrica, cercando di assicurare loro anche una formazione umana e cristiana.

 

LIVERPOOL

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Serva di Dio

MARIA GIUSEPPE DI GESU'

(al secolo: Elisabetta Prout)

Fondatrice della Congregazione delle Suore della Santa Croce

e Passione di nostro Signore Gesù Cristo

(1820-1864)

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    DECRETO SULLE VIRTU'    

 

 

    “Lo scopo del comando è la carità, che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera” (1Tm 1,5).

    Nel corso della sua intera vita la Serva di Dio Maria Giuseppe di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout) ha saputo leggere con gli occhi della fede le circostanze nelle quali si trovava a vivere. La carità ha così illuminato il suo percorso vocazionale, ha riempito gli ambiti della sua consacrazione religiosa e l’ha messa al servizio dei più poveri, come lei stessa desiderava diventare.

    La Serva di Dio nacque a Shrewsbury, cittadina inglese non lontano dai confini con il Galles, il 2 settembre 1820. Di padre cattolico e madre anglicana, fu battezzata nella fede anglicana non molti giorni dopo la nascita. La famiglia si trasferì a Stone nello Staffordshire, dove compiva la sua missione evangelizzatrice il Beato Domenico della Madre di Dio (al secolo: Domenico Barberi) della Congregazione della Passione di Gesù. Grazie alla guida spirituale del Beato e alla spiritualità di San Paolo della Croce, la Serva di Dio si convertì in gioventù al cattolicesimo ed entrò poi nel convento delle Suore del Bambino Gesù a Northampton. Per ragioni di salute fu tuttavia costretta, poco dopo, a tornare in famiglia.

    Venne invitata ad insegnare nella parrocchia di San Chad, in un quartiere di Manchester, che nel diciannovesimo secolo era diventato un importante centro industriale. Toccata dalla povertà di tante famiglie di operai, si unì ad alcune compagne per formare una comunità con lo scopo di fare del bene ai bisognosi. Il nuovo istituto religioso femminile accoglieva ragazze prive di dote e si dedicava soprattutto alla cura delle donne e all’educazione dei bambini. La loro Regola di vita prevedeva molto tempo per la preghiera e molto per il lavoro. Si chiamarono Suore dell’Istituto della Sacra Famiglia ma in seguito presero il nome di Suore della Santa Croce e Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Indossato l’abito, il 21 novembre 1854 la Serva di Dio emise i voti religiosi e prese il nome di Maria Giuseppe di Gesù. Venne eletta all’unanimità superiora generale.

    La Serva di Dio visse profondamente la spiritualità passionista, animata da un profondo amore per la Croce del Signore. Amava in particolare l’Eucaristia. I molti impegni della sua operosità non la distoglievano dal desiderio di stare di più alla presenza di Dio. L’esercizio delle virtù fu la via per la quale scelse di imitare il Cristo con spirito di sacrificio, obbedienza e dedizione. Per la fede lo riconosceva presente nel povero e nel sofferente, per la speranza affrontava i problemi del suo tempo con animo evangelico, per la carità mise completamente a frutto i valori della consacrazione religiosa e il proprio carisma di fondatrice. Il suo proposito fu anche continuamente purificato dalle contrarietà e incomprensioni, nonché dall’estrema povertà di mezzi, per i quali il suo carattere crebbe in fortezza e temperanza.

    Gravemente malata e consumata dalle fatiche apostoliche, morì l’11 gennaio 1864 nel convento di Sutton, presso Saint Helene nel Lancashire. Le Suore dell’istituto dal lei fondato e quanti avevano conosciuto l’operosità della sua carità, stimando di avere incontrato in lei una santa, ne custodirono e diffusero il ricordo. La sua fama di santità è così sempre andata in crescendo. 

    Per questa ragione si è istruita la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio. Presso la Curia ecclesiastica di Liverpool si è celebrata dal 18 maggio 1994 al 4 settembre 1995 l’Inchiesta diocesana, cui si aggiunse dal 30 maggio al 29 luglio 2008 una Inchiesta suppletiva. Di entrambe, la Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il decreto sulla validità giuridica l’8 ottobre 2010. Si è quindi preparata la Positio e si è discusso al modo consueto se la Serva di Dio abbia praticato le virtù cristiane in grado eroico. Con esito positivo, il 15 gennaio 2019 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti nella Sessione Ordinaria del 12 gennaio 2021, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Maria Giuseppe di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout), Fondatrice della Congregazione delle Suore della Santa Croce e Passione di nostro Signore Gesù Cristo, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 21 gennaio 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                        + Fabio Fabene

                                                                    Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                        Segretario

 

 

 

 

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LIVEROPOLITANA

 

BEATIFICAZIONIS et CANONIZATIONIS

Servae Dei

MARIAE IOSEPHA A IESU

(in saeculo: Elisabethae Prout)

Fundatricis Congregationis Sororum a Sanctissima Cruce

et Passione Domini nostri Iesu Christi

(1820-1864)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Finis autem praecepti est caritas de corde puro et conscientia bona et fide non ficta” (1Tim 1,5).

    Per cunctae vitae eius cursum Serva Dei Maria Iosepha a Iesu (in saeculo: Elisabetha Prout) res in qua versabatur oculis fidei interpretari valuit. Caritas sic vocationis eius iter illustravit, religiosae eius consecrationis ambitus imbuit et eam posuit ministrantem pauperioribus, inter quos ea ipsa fieri cupiebat.

    Serva Dei Salopiae, Angliae oppidi haud longe a Cambriae finitibus, die 2 mensis Septembris anno 1820 nata est. Catholici patris Anglicanaeque matris, nunnullis diebus post ortum in Anglicana fide est baptizata. Familia in Staffordiae pagum v.d. Stone commigravit, ubi Beatus Dominicus a Matre Dei (in saeculo: Dominicus Barberi), Congregationis Passionis Iesu Christi, evangelizationis opus gerebat. Beato ipso spirituali moderatore atque Sancti Pauli a Cruce devotione cognita, iuvenis Serva Dei ad Catholicam fidem conversa est ac dein in Sororum a Iesu Infante conventum Northamptoniae ingressa est. Paulo post tamen valetudinis causae eam in familiam redire coegerunt.

    Ut in paroecia Sancti Ceaddae accita est, in quodam egeno Mancunii vico erat sita, quod undevicesimo saeculo urbs officinis affluens factum erat. Plurimarum opificum familiarum indigentia commota, Serva Dei et aliquae sodales eius communitatem ad egenis benefaciendum inchoaverunt. Religiosum hoc novum feminarum institutum indotatas virgines recipiebat atque mulierum curam puerorumque educationem navabat. Earum vitae Regula largum spatium ad precandum pariterque ad opud faciendum praecipiebat. Sorores Instituti Sacrae Familiae vocabantur, sed postea Sororum Sanctae Crucis et Passionis Domini nostri Iesu Christi nomine notate sunt. Veste induta, die 21 mensis Novembris anno 1854 Serva Dei vota religiosa nuncupavit et nomen Mariae Iosephae a Iesu accepit. Omnibus sententiis Generalis Superiorissa electa quoque est.

    Serva Dei passionistarum spiritualitatem penitus vixit, alta caritate in Crucem Domini animata. Eucharistiam precipue diligebat. Plurima industriae negotia a desiderio coram Deo amplius adstandi numquam eam abstraxerunt. Virtutum exercitium via fuit, per quem Christum sacrificio, oboedientia ac sedulitate imitari optavit. Fide eum in egenis patientibusque agnoscebat, spe sui temporis difficultatibus evangelico animo subvenibat, caritate religiosae consecrationis virtutibus necnon fundatricis charismate fructuose omnino usa est. Propositum suum usque purum molestiis atque inimicitiis necnon rerum inopia, quibus habitus eius fortitudine ac temperantia increvit, continenter factum est.

    Graviter aegrota apostolicisque operibus confecta, die 11 mensis Ianuarii anno 1864 interivit in oppidi v.s. Saint Helene vici v.d. Sutton conventu in Lancastrense. Instituti Sorores ab ea fundati necnon omnes qui caritatis eius industriam cognoverunt, se eam sanctam occurrisse putantes, memoriam eius servaverunt atque diffuderunt. Itaque eius sanctitatis fama continenter increbuit.

    Hanc ob rem Servae Dei Causa Beatificationis et Canonizationis instructa est. Iuxta Curiam ecclesiasticam Liveropolitanam a die 18 mensis Maii anno 1994 ad diem 4 mensis Septembris anno 1995 Inquisitio dioecesana celebrata est, cui Inquisitio suppletiva a die 30 mensis Maii ad diem 29 mensis Iulii anno 2008 est addicta. De utriusque validitate iuridica haec Congregatio de Causis Sanctorum die 8 mensis Octobris anno 2010 decretum emisit. Positio inde exarata est ac an Serva Dei heroico in gradu virtutes christianas exercuisset est disceptatum. Fausto cum exitu, Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus die 15 mensis Ianuarii anno 2019 habitus est. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria in Sessione diei 12 mensis Ianuarii anno 2021 congregati, Servam Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes excoluisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Mariae Iosephae a Iesu (in saeculo: Elisabethae Prout), Fundatricis Congregationis Sororum a Sanctissima Cruce et Passione Domini nostri Iesu Christi, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 21 mensis Ianuarii a.D. 2021.