Causa in corso
Maria Pia della Croce (al secolo: Maddalena Notari)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Pia della Croce (al secolo: Maddalena Notari)

(1847 - 1919)

Venerabilità:

- 08 luglio 2016

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia; trasformò la sofferenza in preghiera e in offerta della propria vita al Signore. L’assimilazione a Cristo la portò ad offrirsi come vittima in unione con la passione di Gesù per la salvezza dei peccatori, degli atei e dei massoni

  • Biografia
L’amore all’Eucaristia si espresse anche nella grande cura che riservò per la confezione del pane e del vino per la Messa

 

La Venerabile Serva di Dio Maria Pia della Croce (al secolo: Maddalena Teresa Rosa Notari) nacque a Capriglia, frazione di Pellezzano (Salerno, Italia) il 2 dicembre 1847, in una famiglia benestante. Per la sua educazione, a sei anni venne inviata a Napoli, prima nel Terzo Reale Educandato Borbonico e, successivamente, nel Convitto delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice a Donnalbina. In questo ambiente maturò la vocazione religiosa, incontrando l’ostacolo dei genitori, che volevano per lei un matrimonio che aumentasse il prestigio della famiglia. Il 2 luglio 1862, la Serva di Dio emise il voto privato di verginità, con il desiderio di consacrarsi per tutta la vita.

Dopo aver rifiutato le varie proposte di matrimonio, nel 1868 tornò a Napoli, per alcuni mesi in pigione presso il Monastero delle Alcantarine di Gesù Bambino all’Olivella, e per tre mesi Postulante delle Salesiane di Donnalbina.

Rientrata in famiglia, nel 1871, grazie anche al consiglio di Don Salvatore Barbara, suo direttore spirituale, si ritirò a vita privata nel Conservatorio delle Teresiane della Torre, a Napoli. Nel 1873, prese l’abito delle Terziarie Servite, assumendo il nome di Maria Pia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Soppresso il Conservatorio della Torre, dal 1876 visse presso il fratello, come “monaca di casa”. Nel 1880, per la mediazione di Santa Caterina Volpicelli, si recò a Barra, per riordinare l’orfanotrofio Verolino.

Nel 1885, mentre si trovava a Castellammare di Stabia, ricevette l’ispirazione di fondare un Istituto Religioso, che denominò dapprima “Servite Adoratrici” e, successivamente, “Crocifisse di Gesù Sacramentato”, il cui principale scopo era quello di trascorrere la vita “contemplando e compatendo le inenarrabili pene del dilettissimo Figliolo di Maria”. Verso la fine dello stesso anno, con due compagne, si ritirò a vita comune e cambiò il nome in Maria Pia della Croce. Col crescere della Comunità, si trasferì prima a Portici e poi a San Giorgio a Cremano dove, il 21 novembre 1894, venne stabilita la Casa Madre. Qui fece impiantare un piccolo mulino a mano, per la confezione delle ostie per la Celebrazione Eucaristica e, contemporaneamente, cominciò a provvedere alla vinificazione di uve selezionate per la produzione del vino da consacrare. Le Regole redatte dalla Venerabile Serva di Dio vennero approvate dall’Arcivescovo di Napoli nel 1892. Intanto, sotto la sua guida, l’Istituto aprì varie case, dove le Suore, oltre ad occuparsi della preghiera e della catechesi, si interessavano dei problemi socio-culturali in cui versava la gente.

Il 10 febbraio 1915 ebbe l’approvazione definitiva delle Costituzioni dell’Istituto da lei fondato.

Il 1° luglio 1919, dopo molte sofferenze, morì presso la Casa Madre di S. Giorgio a Cremano (Italia).

 

ITER DELLA CAUSA

Il Processo Ordinario Informativo si svolse presso la Curia ecclesiastica di Napoli (Italia), dal 13 aprile 1921 al 23 marzo 1934, in centoventidue Sessioni, durante le quali vennero escussi ventitré testi, di cui quattro ex officio.

Negli anni 1922-1927 si celebrarono tre Processi Rogatoriali, rispettivamente a Conversano, Nocera de’ Pagani e Salerno, con l’escussione in totale di ventotto testi.

Il 3 febbraio 1937 venne emanato il Decreto super scriptis.

Presso la medesima Curia di Napoli, dal 22 ottobre 2001 al 1° luglio 2002, in diciotto Sessioni, si svolse un’Inchiesta Suppletiva, durante la quale furono raccolte le prove documentali e vennero escussi dodici testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dei Processi e dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 21 giugno 2003.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 24 febbraio 2015. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 15 marzo 2016. I Consultori sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio trasformò la sofferenza in preghiera e in offerta della propria vita al Signore. L’assimilazione a Cristo la portò ad offrirsi come vittima in unione con la passione di Gesù per la salvezza dei peccatori, degli atei e dei massoni.

Visse una fede integra e lineare. L’Eucaristia era da lei considerata come un autentico rimedio contro le fragilità umane. Il rigore ascetico vissuto nell’abbandono fiducioso all’Amore misericordioso del Padre la rese disponibile ed aperta agli altri nella carità. Aiutò vescovi, sacerdoti poveri, figli dei carcerati e i cosiddetti “poveri vergognosi”, cioè famiglie ricche cadute in miseria.

Visse in povertà, di fronte alle ingiustizie compì gesti di riparazione. Dalla famiglia apprese un tocco di imprenditorialità che le consentì di intrecciare sane e costruttive relazioni interpersonali. Nel suo ambiente era molto conosciuta e divenne un punto di riferimento spirituale.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 5 luglio 2016.

L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in rilievo l’intensa vita spirituale, con una tensione particolare verso Gesù contemplato nell’Eucaristia, l’assidua e prolungata meditazione della Passione del Signore e l’amore alla Madre di Dio. L’amore all’Eucaristia si espresse anche nella grande cura che riservò per la confezione del pane e del vino per la Messa che, nel tempo, divenne, un vero e proprio ministero della Congregazione. Dall’amore verso Dio scaturì in lei l’amore verso il prossimo, soprattutto i bisognosi e gli indigenti. Una grande carità la esercitò specialmente sia per i poveri e le vittime del terremoto in Sicilia e Calabria del 1908 sia per gli orfani della Prima Guerra Mondiale.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.