Causa in corso
Maria Speranza della Croce (al secolo: Salustiana Antonia Ayerbe Castillo)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Speranza della Croce (al secolo: Salustiana Antonia Ayerbe Castillo)

(1890 - 1967)

Venerabilità:

- 14 dicembre 2015

- Papa  Francesco

Cofondatrice delle Missionarie Agostiniane Recollette; da laica ebbe una condotta riservata e impegnata in opere di carità, con assidua partecipazione ai Sacramenti; da consacrata si dedicò alla vita monastica contemplativa, fatta di preghiera e raccoglimento, rendendosi contemporaneamente disponibile nel servizio

  • Biografia
Esigeva che in tutte le Comunità fossero soccorsi i poveri che bussavano al convento, anche privandosi del proprio necessario

 

La Venerabile Serva di Dio Maria Speranza della Croce (al secolo: Salustiana Antonia Ayerbe Castillo) nacque l’8 giugno 1890 a Monteagudo (Spagna). All’età di undici anni si trasferì, insieme alla famiglia, a Tolosa e, nel 1912, ad Andoain, dove si impiegò presso l’azienda telefonica di Stato, conducendo una vita religiosa esemplare. Qui maturò la sua scelta di vita religiosa e, l’8 giugno 1917, fece l’ingresso nel Monastero dell’Incarnazione delle Agostiniane Recollette di Madrid. Compiuto l’anno di noviziato, il 10 dicembre 1918 emise i primi voti e, tre anni dopo, quelli solenni. In Monastero svolse le mansioni di infermiera, distinguendosi per il suo spirito di servizio. Aderì alla Lega Santa e si offrì come vittima di espiazione.

Nel 1930, su suggerimento di Papa Pio XI, Mons. Francesco Saverio Ochoa, Agostiniano Recoletto e Prefetto Apostolico di Kweitehfu (Cina), chiese la disponibilità di monache del suo Ordine per raggiungerlo in missione e la Venerabile Serva di Dio, insieme ad altre due consorelle del Monastero di Granada, accolse tale proposta.

Partite nel 1931, dopo una sosta di un mese a Manila, presso le Suore Agostiniane Recollette Filippine, il gruppo giunse a Kweitehfu, dove le tre religiose si dedicarono per un anno all’apprendimento della lingua. Alloggiate in un piccolo convento, inizialmente si sforzarono di adattare alla nuova realtà la Regola del convento di clausura da cui provenivano, finché Mons. Ochoa non riscrisse per loro nuove Costituzioni. Le missionarie elessero come superiora la Venerabile Serva di Dio. Ben presto esse furono affiancate da alcune Agostiniane Recollette provenienti dalle Filippine.

Trascorsi tre anni, a norma del diritto proprio, le suore avrebbero dovuto scegliere se ritornare al monastero di origine, o iscriversi alla Congregazione delle Agostiniane Recollette Filippine. Le tre religiose optarono per questa seconda proposta e compirono un breve periodo di noviziato. Oltre a dedicarsi all’evangelizzazione dei fanciulli, visitavano malati e carcerati, battezzavano in articulo mortis e facevano catechismo.

Durante il conflitto cino-giapponese del 1938, una squadriglia aerea nipponica bombardò Kweithefu; per cui i religiosi e le religiose furono costretti ad abbandonare la missione, rifugiandosi nell’ospedale di S. Paolo, gestito dai protestanti.

Le Suore non potevano neanche comunicare con le consorelle filippine le quali, peraltro, erano impossibilitate ad inviare aiuti, perché impegnate nella missione in Brasile. Da questa situazione maturò l’idea di dar vita ad un noviziato in Spagna, con lo scopo di formare delle religiose per la missione in Cina. Nel 1940 la Serva di Dio ottenne dalla Superiora di Manila la facoltà di rientrare in Patria e di fondare un nuovo Monastero a a Monteagudo, suo paese natale, dove furono accolte due postulanti. Nel 1944, il Superiore Provinciale degli Agostiniani Recolletti della Provincia di Candelaria, propose alla Serva di Dio di aprire una casa a Bogotà. In piena guerra mondiale, i contatti con Manila erano pressoché impossibili, per cui la Venerabile Serva di Dio, senza sentire i Superiori di Manila, ma con il solo permesso del Vescovo di Tarragona, prese la decisione di accettare l’invito. Quattro religiose, compresa la Venerabile Serva di Dio, si imbarcarono a Bilbao alla volta di Bogotá. Un anno dopo ottenne dall’Ordinario diocesano l’autorizzazione ad aprire una casa-noviziato e un collegio. La Venerabile Serva di Dio assunse la carica di Superiora. Nel 1940, altre tre monache spagnole, aggregate alla Congregazione missionaria delle Agostiniane Recolette Filippine si erano recate in Brasile per aprire una casa-noviziato. La difficoltà nelle comunicazioni, portò alla fondazione di una nuova Congregazione indipendente dalle Agostiniane Recolette delle Filippine, riunendo le religiose del Brasile con quelle della Colombia. Il 15 novembre 1946 la Congregazione dei religiosi autorizzava detta unione e, il 18 gennaio 1947, la stessa emanava il decreto di erezione della nuova Congregazione con il nome di Agustinas Recoletas Misioneras de María, di cui la Venerabile Serva di Dio, al Capitolo Generale del 1948, fu eletta prima Superiora Generale. Al Capitolo generale del 1969 fu presa tuttavia la decisione di modificare il nome dell’Istituto in Misioneras Agustinas Recoletas per distinguersi dall’omonimo Istituto delle Filippine.

La salute malferma costrinse la Venerabile Serva di Dio a non spostarsi da Bogotà. In compenso scriveva circolari e lettere, mantenendo anche un’intensa corrispondenza con Mons. Ochoa, con cui collaborava per la redazione delle nuove costituzioni.

Ripresasi dopo la cura, visitò le case di Spagna, del Brasile e della Colombia, quindi si attivò per aprire nuove fondazioni. Questa vitalità favorì, nel 1955, l’unione con le Terziarie Agostiniane di Cali.

Motivi di salute, ma anche contrasti interni, costrinsero la Venerabile Serva di Dio a dare le dimissioni, che il Vescovo di Pamplona accettò l’11 aprile 1962. Su invito della nuova Superiora Generale, la Serva di Dio, nonostante le sofferenze fisiche, nel 1963 visitò le comunità dell’America Latina. Rientrata in Spagna, nel 1965 partecipò al terzo Capitolo Generale e poi si ritirò nella Casa di Monteagudo.

Riscontratole un tumore, il 10 marzo 1967 ricevette il viatico dalle mani di Mons. Francisco Javier Ochoa, presente tutta la comunità delle suore.

La Venerabile Serva di Dio morì a Monteagudo (Spagna) il 23 maggio 1967.

Il Capitolo Generale delle Missionarie Agostiniane Recollette, celebrato nel 1969, riconobbe il titolo di Fondatore dell’Istituto al Vescovo Mons. Francesco Saverio Ochoa, O.A.R. e il titolo di Cofondatrici alle tre Suore che diedero inizio alla missione di Kweitehfu, fra le quali vi è la Venerabile Serva di Dio.

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Pamplona e Tudela  (Spagna), dal 6 dicembre 1991 al 4 settembre 1994, in quarantanove Sessioni, con la raccolta documentale e l’escussione di quaranta testi, dei quali quattro ex officio.

Furono svolte due Inchieste Rogatoriali:

- a Caracas (Venezuela), dal 25 agosto al 6 novembre 1992, in otto Sessioni per l’esame di sei testi;

- a Santafé di Bogotá (Colombia), dal 25 agosto 1992 al 13 aprile 1993, in otto Sessioni per l’esame di quindici testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 19 maggio 1995.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 20 marzo 2014. I Consultori misero in evidenza che la vita della Venerabile Serva di Dio si snodò sulla scia di una santità feriale: da laica ebbe una condotta riservata e impegnata in opere di carità, con assidua partecipazione ai Sacramenti; da consacrata si dedicò alla vita monastica contemplativa, fatta di preghiera e raccoglimento, rendendosi contemporaneamente disponibile nel servizio infermieristico e nella cura della cappella. In questo contesto maturò la vocazione missionaria che la fece partire per la Cina. In seguito a questa esperienza, la Venerabile Serva di Dio appoggiò l’idea di Mons. Ochoa di creare una nuova Congregazione religiosa il cui carisma sarebbe nato dall’unione fra vita contemplativa e vita attiva. Fu sempre pronta a mettersi a disposizione là dove il Signore la chiamava. Fu prudente nel governo della Congregazione negli anni in cui ricoprì l’incarico di Superiora Generale. Alla cessazione del mandato, ormai anziana e malata, affrontò estenuanti viaggi per visitare le varie Case sparse per il mondo. La sua spiritualità fu intrisa di pietà eucaristica di tipo vittimale: nutrì un grande amore per la croce, rimanendo aperta alle esigenze del prossimo, in particolare delle consorelle e dei poveri.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 17 novembre 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso la storia della Causa ed il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne sottolineò l’esercizio eroico delle singole virtù. Esprimeva la sua fede specialmente nell’Eucaristia, trascorrendo molte ore della giornata davanti al Ss.mo Sacramento. Il suo amore per Dio aveva un’abituale espressione affettuosa nel bacio dell’immagine del Cristo di Velasquez, che era su unico Amor.

Nei momenti di massimo dolore, gli ultimi giorni della sua malattia, rinnovò il voto di vittima, soprattutto per i sacerdoti. Tutta la sua vita fu un atto di amore al prossimo, svolgendo in comunità con generosità i servizi più umili e visitando spesso anziani e malati. Esigeva che in tutte le Comunità fossero soccorsi i poveri che bussavano al convento, anche privandosi del proprio necessario.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.