Causa in corso
Maria Teresa Camera
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Teresa Camera

(1818 - 1894)

Venerabilità:

- 19 marzo 2019

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Pietà, fedele alla preghiera, all’Eucaristia e al sacramento della penitenza, amava il nascondimento e il sacrificio di sé stessa. Intendeva la sua vita virtuosa come segno d’amore a Cristo Crocifisso. Il povero da servire era prima di tutto il Cristo sulla croce, che riconosceva in tutti i bisognosi

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Insegnò l’atteggiamento umile e il servizio ai sofferenti, nonché l’offerta di sé nella pazienza e nel silenzio ad imitazione di Gesù sulla croce

 

    La Serva di Dio Maria Teresa Camera nacque l’8 ottobre 1818 a San Lorenzo, frazione di Ovada (Alessandria) in una famiglia di mezzadri. A seguito della morte del padre, avvenuta nel 1848, su consiglio del suo direttore spirituale, P. Pietro Aurelli, religioso cappuccino, si trasferì a Ovada, dove iniziò a prestare assistenza domiciliare ai bisognosi e ai malati. Questo suo stile di vita attirò l’attenzione di quattro giovani donne, che decisero di seguirla nella sua attività caritativa. Il loro stile di vita era caratterizzato dalla massima sobrietà e si erano date la regola di accorrere a ogni chiamata senza chiedere nulla in cambio.

    Nel 1856 le “Teresiane”, così chiamate perché la Serva di Dio Maria Teresa era considerata la loro guida, furono contattate da don Tito Borgatta, sacerdote di Ovada, che aveva avviato diverse attività socio-caritative, per offrire loro di trasferirsi nei locali attigui all’edificio dove risiedevano le Madri Pie di Nostra Signora Sede della Sapienza, che si dedicavano all’insegnamento e al catechismo. In cambio dell’ospitalità data dalle Madri Pie, le Teresiane prestavano servizio a queste religiose e aiutavano in alcune opere benefiche lo stesso don Borgatta. Nel 1892 il Vescovo di Acqui, San Giuseppe Marello, approvò le Costituzioni delle Teresiane ad experimentum per un quinquennio. Nel maggio del 1893 la Serva di Dio emise la professione temporanea ma, a causa dell’età e della salute cagionevole, non poté assumere l’incarico di prima Superiora Generale della Congregazione da lei fondata.

    Morì il 24 marzo 1894, Sabato Santo, a Ovada (Italia).

    La Serva di Dio fu una donna semplice, che si lasciò plasmare dalla grazia. Diede risposte concrete alle necessità dei bisognosi, contribuendo a mantenere viva la presenza della Chiesa nella società del tempo. Visse nella discrezione, dedicandosi sempre ad attività caritative. Agli albori della nuova Congregazione accettò in silenzio la difficile guida di Don Borgatta, restando al servizio delle Madri Pie. In quel difficile frangente seppe incoraggiare le consorelle, abbandonata alla Divina Provvidenza. Nello sviluppo della Fondazione si trovò ad affrontare situazioni complesse, come il dissesto economico per cause a lei non imputabili, dimostrando fiducia in Dio. Si mantenne fedele alla propria vocazione, perseverando nella donazione totale a Dio e al prossimo.

 

AQUENSIS

 

Beatificationis et Canonizationis

Servae Dei

MARIAE TERESIAE CAMERA

Fundatricis Congregationis Filiarum Dominae Nostrae a Pietate

(1818-1894)

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Super Virtutibus

 

  “Stabant autem iuxta crucem Iesu mater eius et soror matris eius, Maria Cleopae, et Maria Magdalene” (Io 19, 25).

  La vita e l’esperienza spirituale della Serva di Dio Maria Teresa Camera furono profondamente segnata dalla devozione al Crocifisso. Lo aveva conosciuto tramite la spiritualità di San Paolo della Croce, anch’egli ovadese, e mentre era ancora fanciulla lo fissava dipinto nel muro esterno della sua casa. Insegnò l’atteggiamento umile e il servizio ai sofferenti, nonché l’offerta di sé nella pazienza e nel silenzio ad imitazione di Gesù sulla croce. Desiderava ardentemente morire sul Calvario accanto a Gesù Crocifisso e a Maria Addolorata.

    La Serva di Dio nacque l’8 ottobre 1818 a San Lorenzo di Ovada apud Uvadam. Buona e sensibile nella sua infanzia “Marietta”, come familiarmente era chiamata, visitava sovente il Ss. Sacramento e partecipava ogni giorno alla Messa. Intorno ai 20 anni di età abbracciò il modo di vivere quale “monaca in casa” secondo la spiritualità delle orsoline. Percepiva tuttavia che il Signore le stava chiedendo di servire la Chiesa anche mediante una carità fattiva e operosa. Trasferitasi ad Ovada dopo la morte di suo padre, su consiglio del proprio direttore spirituale, trovò un piccolo alloggio nelle adiacenze della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Alcune giovani chiesero allora di poter condividere la vita con lei e fu così che nacque il gruppo delle “teresiane”, come dal nome della fondatrice erano conosciute in città. Nella regola di vita la preghiera, l’adorazione e la meditazione stavano al primo posto e il lavoro si distingueva per gratuità, specialmente durante l’epidemia di colera a Ovada nel 1854. La Serva di Dio andava incontro ai bisognosi e assisteva i malati nelle case e negli ospedali. Nonostante le difficoltà economiche che avevano dovuto inaspettatamente sopportare, nel 1890 le teresiane si raccolsero in una Pia Unione, con costituzioni approvate dal vescovo di Acqui, San Giuseppe Marello, nel 1892. Nel marzo dell’anno successivo indossarono l’abito religioso, ad eccezione della Madre che per motivi di salute dovette indossarlo alcuni mesi più tardi. Il 15 agosto 1893 fecero tutte la professione religiosa e così la Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Pietà ebbe inizio. Con animo umile e consapevole, Madre Maria Teresa lasciò a Suor Angela Bensi il compito di guidare la Congregazione come madre generale.

    Fedele alla preghiera, all’Eucaristia e al sacramento della penitenza, amava il nascondimento e il sacrificio di sé stessa. Intendeva la sua vita virtuosa come segno d’amore a Cristo Crocifisso. Il povero da servire era prima di tutto il Cristo sulla croce, che riconosceva in tutti i bisognosi. Negli ultimi anni di vita la Serva di Dio soffrì a causa del deperimento fisico e crisi respiratorie. Gioiva con sincerità al vedere le sue figlie concordi, fedeli nel servizio e obbedienti verso le autorità. Nell’agonia degli ultimi giorni pregava la Madonna, che sempre aveva amato, alle cui sofferenze presso la croce del Figlio univa l’offerta delle proprie. Morì il 24 marzo 1894, sabato santo. Molte volte aveva detto: “La Pasqua si fa in Paradiso”.

    Fama sanctitatis perdurante, iuxta Curiam ecclesiasticam Aquensem a die 4 mensis Ianuarii ad diem 22 mensis Aprilis anno 2001 inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 7 mensis Novembris anno 2001 est approbata.

    Exarata Positione, die 4 mensis Iunii anno 2013 habitus est Historicorum Consultorum Congressus. Deinde consuetas secundum normas disceptatum est an Servus Dei heroicum in modum virtutes excoluisset. Die 23 mensis Ianuarii anno 2018 Peculiaris Theologorum Consultorum Congressus, fausto cum exitu, celebratus est. Patres Cardinales et Episcopi in Sessione Ordinaria die 19 mensis Februarii anno 2019 congregati, me Angelo Cardinali Becciu praesidente, Servam Dei heroico in modo virtutes theologales, cardinales eisque adnexas exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota huius Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis in gradu heroico, Servae Dei Mariae Teresiae Camera, Fundatricis Congregationis Filiarum Dominae Nostrae a Pietate, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 19 mensis Martii a.D. 2019.

 

Angelus Card. Becciu

Praefectus

 

                                        + Marcellus Bartolucci

                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                    A Secretis